Capitolo 14 La mostra (parte terza)
RATRI
Finito il concerto mi dirigo verso il bancone. Lì ci trovo Michey a parlare con Francesca, commentano la serata, ma soprattutto, lei loro esclamazioni sono di meraviglia e soddisfazione, poiché moltissime persone, più di quante io stessa mi aspettassi, hanno lasciato il loro recapito per ottenere un dipinto da Blazej.
Mentre osservo attentamente i nomi e sorrido felice del successo ottenuto, Francesca viene chiamata da un cliente. Io e Michey rimaniamo da soli, ma quando alzo il mio sguardo su di lui non pare affatto contento anzi, mi guarda in un modo che definirei strano. Non sono sicura, ma sembra infastidito se non arrabbiato. Lo interrogo con lo sguardo nella speranza che la smetta di fissarmi come una statua e che mi dica chiaro e tondo cosa c'è che non va.
«Dobbiamo parlare!» Afferma infine. Odio queste due parole!
Sono le peggiori che abbiamo all'interno del vocabolario e, di solito, quando vengono pronunciate, non portano mai nulla di buono.
Trattengo uno sbuffo, provo a sorridere e mostrarmi indifferente.
«Di cosa?»
«Del bacio a Blazej e dei tuoi sguardi mente cantavi.»
Lo guardo attonita, la mia mascella deve essere appena terra a causa dello sgomento. Non so se ridere o arrabbiarmi. Purtroppo lo stress di questi giorni dato dagli scontri con Veicht e le sue minacce, l'incubo e l'organizzazione di questa serata, mi ha lasciato addosso un po' di nervosismo. Questo mi porta a rispondere con impulsività, senza pensare alle conseguenze.
«Chiariamo subito le cose Michey, io faccio quello che voglio, bacio chi voglio e non intendo rendere conto a te. Sono grande abbastanza per prendere le decisioni per conto mio.»
«No, non lo sei.»
Questa volta ha superato il limite. Prendo un respiro profondo, so che dovrei contare fino a dieci prima di rispondergli, ma già a due non mi contengono più e do sfogo alla mia rabbia e gli urlo contro.
«Ma chi ti credi di essere! Solo perché vivo sotto il tuo tetto questo non significa che puoi decidere della mia vita.»
«Proprio perché viviamo insieme non vorrei si creassero situazioni...»
Non gli permetto di andare oltre con le sue insinuazioni e continuo a urlargli contro. Fortuna vuole che la musica del jukebox sovrasta la mia voce, o renderei tutti i presenti partecipi di questo spiacevole scontro.
«Non me ne frega niente delle tue paure e delle tue ansie, non c'è nulla tra me e Blazej, ma se ci fosse, ti ripeto che non sono fatti tuoi. Eora scusami, ho altro da fare che stare qui a parlare con te.»
Lo pianto lì senza aspettare una sua risposta. Se rimanessi ancora in sua compagnia, so già che gli mancherei di rispetto. Non so perchè, ma a differenza di quanto succede con Veicht, non voglio insultare Michey; anche se il primo a mancarmi di rispetto è stato lui con la sua presunzione di potersi imporre su di me.
Ho bisogno di calmarmi, perciò esco a fumare una sigaretta. Cammino a grandi falcate, mi voglio allontanare dal locale e rimanere sola. Sbuffo a ogni passo. Sono così nervosa che ho difficoltà a usare l'accendino da tanto che mi tremano le mani.
Prendo un lungo tiro dalla mia sigaretta e il fumo invade i miei polmoni, la nicotina va in circolo e sento già più rilassata. So che è un'illusione, infatti non riesco affatto a smettere di pensare alla conversazione avuta poco fa con il più grande tra i fratelli. Nel mio rimuginare, però, non mi accorgo che qualcuno mi si è avvicinato. Alzo lo sguardo di scatto verso il mio disturbatore pronta a inveirlo nel caso fosse Michey, ma mi tranquillizzo all'istante poichè di fronte a me c'è Alanora. Tiro un sospiro di sollievo.
«Ehi, Al.»
«Ratri, possiamo parlare?»
Beh, possiamo non è dobbiamo, ma la sostanza non cambia, questa frase continua a non piacermi e basta. Disgrigno i denti per il fastidio, ma cerco di mantenere un tono neutrale.
«Dimmi.»
«È una sciocchezza ma volevo chiederti se c'era qualcosa tra te e Blazej. Sì, insomma, qualcosa di più che un'amicizia.»
Lo sapevo, sapevo che c'entrava quel bacetto innocente, ma cosa prende a tutti quanti?
Sento di nuovo il nervoso pervadermi, sbuffo come un toro nell'arena e le rispondo d'impulso.
«Oh no, ti prego Al, non anche tu! ho appena litigato con Michey per questa cosa. Era un bacio sulla guancia, nulla di passionale. Mi pare che stiate tutti esagerando.»
«Beh, sì, ma ho pensato che magari... »
«No, Al. È vero, mi sto affezionando a Blazej, ma non come alle vostre teste piace immaginare e ora perfavore lasciami sola.»
Alzo la voce e do un ultimo tiro alla mia sigaretta, per poi buttarla a terra e spegnerla con il piede in un gesto rabbioso. Quando riporto lo sguardo sulla mia amica, questa abbassa gli occhi. Ho la mascella contratta e lo sguardo truce a intimarle di lasciarmi in pace.
«Certo. Scusami Ratri.»
Mi rendo conto di essere stata fin troppo brusca con Alanora, ma davvero non ne posso più di giustificarmi per questa sciocchezza.
Rimasta sola, faccio un lungo respiro profondo. Mi sono lasciata trasportare dalla rabbia, ma proprio quando penso di aver ritrovato un briciolo di calma, un fastidioso, fastidiosissimo fischiettare mi fa tornare i nervi a fior di pelle.
«Ti devo parlare!»
E siamo a tre...
La testa mi scoppia dal nervoso e questa volta non mi trattengo, urlo tutto il mio disappunto.
«Basta, cazzo! Non sono innamorata di Blazej. La dovete finire con le vostre stupide congetture, e adesso vattene anche tu!»
«Wow, bestiolina, calmati. Non me ne frega un accidenti su chi fantastichi la notte nel tuo letto vuoto.»
La sua battutina velata mi da fastidio, alzo gli occhi al cielo, non ho la pazienza per sopportarlo. Vorrei solo che se ne andasse e mi lasciasse in pace, non ho nulla a che spartire con lui, non sta sera.
«E allora che vuoi? La mostra è andata bene, quindi non hai motivo di tormentarmi.»
«Sei sul piede di guerra bestiolina?»
La sua tonalità di voce cambia in maniera repentina, così come il suo sguardo che si fa più duro e glaciale. Non m'importa, non m spaventa, non ora almeno, sono troppo nervosa per dar peso a qualsiasi sua intimidazione.
«No, ma sei l'ultima persona con cui ho voglia di confrontarmi ora come ora.» Gli rispondo con la stessa stizza con cui lui mi ha posto la domanda, tanto per fargli capire che non è aria.
«In realtà, bestiolina, volevo complimentarmi con te.»
Lo guardo scettica in attesa che continui per capire meglio dove vuole andare a parare.
«Sai, stavo già pensando a come fartela pagare per aver distrutto i sogni di mio fratello, invece non solo hai organizzato una spendida serata, ma sei riuscita anche a fargli ottenere delle commissioni.»
Incrocio le braccia al petto e assume un'aria altezzosa. Lo guardo con un sorrisetto di soddisfazione, perchè sì, in questo momento mi sento compiaciuta e non solo per quel che riguarda la mostra, ma soprattutto per aver tirato fuori dalla bocca di questo spocchioso ragazzino viziato, dei complimenti.
«Uomo di poca fede, hai visto? Sono stata brava!»
«Ti meriteresti un premio, non è vero, Ratri?»
Non mi sfugge il sarcasmo che ha inserito nella sua frase, perciò mi faccio seria e rispondo a tono.
«Non l'ho fatto per ricevere qualcosa in cambio.» Dichiaro con fermezza, ma lui non sembra credermi, o voler cedere. Annuisce e sulle labbra gli spunta quel sorriso, quello maledetto, quello che preannuncia uno scontro tra di noi.
«No, infatti, tu sei così buona.»
La sua finta innocenza è palese. Sotto questa frase di apparente lusinga si cela il suo vero pensiero, del quale, sono certa, rimarrò offesa. Tuttavia ignorarlo non mi è possibile; per quanto io lo detesti, la curiosità di sapere cosa voglia dirmi davvero è più forte della mia insofferenza nei suoi confronti.
«Che cosa stai cercando di insinuare?»
«Hai baciato Blazej davanti a Alanora, sapendo quali sono i suoi sentimenti. Ma che brava amica che sei. L'hai poi trattata da schifo giusto qualche minuto fa. Beh, sta sera, quando torni a casa e ti guardi allo specchio e ti ripeti quanto sei brava e virtuosa, ricordati della faccia di Alanora.»
Deglutisco a vuoto...
Per quanto lui sia uno stronzo, questa volta, non ha tutti i torti. Mi sono dimenticata di Alanora, di quello che avrebbe potuto provare e quando mi ha chiesto spiegazioni non ho avuto la pazienza di spiegarle come stanno davvero le cose. Beh, a mia discolpa posso dire che non immaginavo che un bacio innocente scatenasse tutto questo.
Abbasso lo sguardo, mi sento in colpa. Sento il peso delle parole e degli occhi di Veicht su di me. Non so cosa dire, non so nemmeno se vale la pena giustificarmi con lui.
No, non è a lui che devo delle spiegazioni, ma ad Alanora sì.
Mentre cerco una soluzione e preparo mentalmente un discorso di scuse per la mia amica, la porta del pub si apre. Escono Blazej e Michey, seguiti da Alanora che cammina a testa bassa.
Maledizione, no, non doveva andare così.
«Ratri!»
Blazej richiama a pieno la mia attenzione ed è il primo a raggiungerci, poichè ha accelerato il passo rispetto agli altri. Man, mano che si avvicina noto che sul suo viso c'è un vero e proprio sorriso. Questa cosa mi riempirebbe di immensa gioia e soddisfazione se non fosse che le parole di Veicht continuano a risuonare nella testa e mi gettano nello sconforto, oltre a farmi venire una quantità spropositata di sensi di colpa.
Ma non posso spiegare agli altri il mio stato d'animo, metterei in difficoltà Alanora più di quanto io non abbia già fatto, perciò sfodera un sorriso mellifluo e mi concentro la mia attenzione sul mio giovane amico.
«Ehi, Blazej, stai... insomma ti è piaciuta la... »
Lui si fa subito più serio e mi interrompe.
«Oh, piccola ficcanaso, non lo sai che agli artisti va chiesto il permesso per prendere le proprie opere?»
Splanco la bocca e inizio ad agitarmi. Mi rendo conto solo adesso di averlo scavalcato in tutto e per tutto. Forse non ha davvero apprezzato. Sento il calore diffondersi sulla mia faccia e a stento riesco a trovare le parole per spiegarmi.
«M-mi dispiace, m-ma sapevo che... c-che non avresti accettato s-se ti avessi detto cosa avevo in mente, i-io... t-ti chiedo scusa se ho invaso la tua p-privacy e... »
Balbetto e provo a fare una frase di senso compiuto, ma lui m'interrompe una seconda volta.
«Oh, sì lo hai fatto eccome, ma... »
In questo momento mi sento così piccola, tanto da non riuscire a sostenere il suo sguardo, perciò abbasso gli occhi intristita e colpevole.
«Hai fatto bene, anzi, devo solo ringraziarti per questo. Io... insomma non mi aspettavo questo successo e, se non fosse stato per te, non avrei mai saputo quanto potevano piacere le mie opere.»
Mi torna il sorriso e rialzo lo sguardo su di lui. Sono sollevata nel sentirli dire queste cose.
Felice ed entusiasta, mi mostra il foglio con le firme di tutti coloro che vogliono un suo quadro. Sono tantissimi, lo avevo già visto in precedenza, ma si sono aggiunti altri nomi, e questo a dimostrazione del fatto che Blazej ha davvero talento e che il resto del mondo lo nota a differenza di quello che crede lui.
Inizia a parlarmi di come vuole gestirsi il lavoro e di come procederà dando priorità a coloro che si sono iscritti per primi. Ha una luce diversa negli occhi, luminosa, è la luce della consapevolezza. Qualcosa in lui e scattato e sono sicura che con il tempo acquisirà molta più sicurezza in sè e nelle sue capacità.
Sono orgogliosa di me e dei miei aiutanti. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e il ringraziamento non sta solo nelle parole di Blazej, ma sul suo volto sul quale ora c'è un sorriso che fatica ad andare via.
Sono orgogliosa anche di lui, di come ha preso questa sorpresa. All'inizio avevo davvero paura si chiudesse in sé stesso, o che addirittura abbandonasse il locale e scappasse. Invece è rimasto e ha affrontato le sue paure, qualsiasi esse siano e ovunque derivino.
Immersa nei miei pensieri, non mi rendo conto che si è avvicinato a un palmo da me, finché non mi ritrovo avvolta dalle sue braccia.
«Non dimenticherò mai di quello che hai fatto per me Ratri.» Mi sussurra all'orecchio con dolcezza e io, dopo l'iniziale sorpresa per questo gesto inaspettato, ricambio l'abbraccio e lo stringo forte a me.
Era da tempo che non mi lasciavo andare in questo modo. Sì, Alanora mi abbraccia spesso, ma io ricambio solo per non essere scortese. In questo caso, invece, si tratta di un vero e proprio abbraccio, sentito, dato con trasporto da entrambe le parti. Come se fosse il suggellamento della nostra amicizia.
Ma questo momento di tenerezza tra di noi deve volgere al termine e sono io a porvi fine poichè, oltre le spalle di Blazej, scorgo Alanora intenta a strapparsi le unghie con i denti. Sciolgo quindi il nostro abbraccio con proposito di dire qualcosa in favore della mia amica, quando lei mi anticipa e parla per prima.
«Io penso che andrò a casa, sono un po'stanca.»
Balzej si volta verso di lei, come se si accorgesse solo ora della sua presenza.
«Non resti?» Le domanda deluso.
Ma cos'hanno tutti che non va? Alanora in primis.
È limpido come il cielo d'estate che tra me e Blazej c'è solo amicizia ed è chiaro che lui la vuole qui.
«No, davvero, non mi va, scusatemi.» Risponde con un'espressione di dolore sul volto, sembra davvero sofferente e forse è colpa mia.
Non da il tempo a nessuno di noi di provare a convincerla a restare, si congeda in tutta fretta, si volta e se ne va a grandi falcate. Balzej fa un passo in avanti con il braccio teso come a volerla riportare indietro, ma dalla sua bocca non esce alcun suono, solo un lieve sospiro. Infine riabbassa il braccio e china il capo sconfitto.
A lui si affiancano i fratelli. Veicht posa una mano sulla sua spalla, mentre Michey si limita a incrociare le braccia. Ed è solo quando Blazej incontra il suo sguardo che scuote la testa e, infine, gli rivolge un'occhiata di costernazione.
Li osservo con attenzione; questo è un altro di quegli scambi tra di loro a cui io non sono invitata. Lo rispetto, anche se alcune cose non mi sono del tutto chiare. Però una cosa l'ho capita e mi da un grande sollievo: anche Michey si è reso conto che non sono io l'oggetto d'interesse del suo fratellino. Spero che comprenda presto che anche da parte mia c'è solo puro affetto e alcun interesse romantico.
Vengo destata dai miei pensieri proprio dal maggiore dei fratelli, il quale si schiarisce la voce con vigore per poi spostare lo sguardo tra Blazej e me.
«Penso tu debba trovare un modo per sdebitarmi con Ratri, non credi, fratello?»
Blazej annuisce, ormai rassegnato all'idea che Alanora non tornerà. Mi guarda con un debole sorriso, so che in questo momento i suoi pensieri sono altrove. Io però lo anticipo, non voglio che si senta in debito.
«Oh, no, non c'è bisogno, siamo pari.» Mi affretto a dire e strizzo l'occhio a Blazej.
Lui però scuote la testa e mi si avvicina.
«No, ha ragione Michey, puoi chiedermi qualsiasi cosa, Ratri.»
Mi inumidisco le labbra e resto zitta. In realtà ci sarebbe una cosa che può fare per me. Avrei voluto avanzare questa richiesta fin dal primo istante che ho messo piede in casa e ho scoperto che lui era un pittore.
«Dipingi anche ritratti?» Mi serve la conferma prima di chiedergli direttamente quello che voglio.
«Vuoi un ritratto nuda, bestiolina? Come sei audace.»
Dovevo aspettarmi che avrebbe fatto una delle sue odiose battutine. Mi volto verso di lui e gli rispondo con disprezzo, pazienza se si offende o se si arrabbia.
«No, idiota!»
Mi fissa in tralice, ma non gli do modo di ribattere in quanto riporto la mia attenzione su Blazej.
«Se ti do una foto puoi riprodurla?»
Ci vado cauta, ho difficoltà a formulare la domanda in maniera limpida e senza che la voce si strozzi. Di certo la presenza di Veicht e le sue battute fuori luogo non aiutano.
«Certo che posso, di che foto si tratta?»
Prendo un respiro profondo e chiudo per un attimo le palpebre. Gli occhi mi iniziano già a diventare lucidi e a pizzicare. Quando li riapro parlo tutto d'un fiato.
«Una foto di me da piccola insieme ai miei genitori. Mi... mi sono sempre piaciuti i ritratti di famiglia e vorrei... ehm... vorrei averne uno, ecco.»
Mi guardo i piedi, strizzo gli occhi il più possibile, ma due delle lacrime, che ho cercato fino all'ultimo di trattenere, scivolano via dai miei occhi. Mi mordo il labbro e mi ripeto che non devo piangere.
Qualcosa molto freddo mi sfiora il viso e d'istinto alzo lo sguardo. Blazej mi accarezza la guancia e, non appena incontro il suo viso, mi regala uno dei suoi sorrisi più dolci. Sfiora le mie guance bagnate con il pollice, mentre con l'altra mano scosta una ciocca di capelli dal mio viso.
«Sarà il primo lavoro che farò.»
CIAOOOOO
SII, HO PUBBLICATO!
Beh, finire il capitolo in questo periodo è stato un calvario, ma posso dire che con questa parte si conclude totalmente il capitolo 14.
Allora, ditemi, che ne pensate?
Michey ha capito secondo voi che tra Ratri e Blazej non c'è nulla?
E riusciranno mai Alanora e Blazej a chiarirsi?
Fatemi sapere se vi è piaciuto con un commento o una stellina. Noi ci vediamo presto nel prossimo capitolo, sarà un capitolo particolare ve lo anticipo già, molto dialogato e dal punto di vista del nostro vampiro preferito.... VEICHT
Ah... non è il vostro preferito? Beh, non ditelo troppo a voce alta, potrebbe offendersi e farvela pagare 🙈
Un besito😘
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