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Capitolo 13 Amicizie consolidate

RATRI

La prima settimana all'università è stata davvero piacevole, sono riuscita ad ambientarmi con facilità ed è tutto merito di Alanora e Blazej. Mi sono creata una bella routine. Purtroppo io e Al non abbiamo lezioni in comune, tuttavia al mattino ci incontriamo in caffetteria per caricarci di caffeina prima di affrontare le rispettive lezioni. In seguito ci rivediamo per il pranzo che è diventato sacro per noi.

Lei mi ha aggiornata di tutti i gossip che ci sono in Ateneo, le varie ship che si sono create negli anni e mi ha raggugliata da chi stare alla larga. Nome in cima alla lista? Veicht.

Certo come se fosse facile! Ci vivo insieme evitarlo è un po' impossibile. Però devo dire che nell'ultima settimana non mi ha dato chissà quali problemi. Certo a casa è quello che mi riempie la cesta di vestiti, perlopiù già puliti e lo so che lo fa solo per infastidirmi, ma io non gli do modo di dire niente. Li lavo, li stiro, li piego e glieli lascio in lavanderia.
Col cavolo che rimetto piede nella sua stanza!

Però all'università non l'ho ancora incrociato. So che viene e so che frequentiamo due corsi ben distinti, quindi penso che sia normale non vederlo in maniera assidua, ma mi fa specie non vederlo mai nemmeno a pranzo.

La caffetteria tra mezzogiorno e le due di pomeriggio è sempre stracolma di studenti eppure lui non c'è mai.

Ora che ci penso meglio, però, non mi pare di aver visto mai nemmeno Blazej a pranzo. Di solito lo raggiungo in biblioteca nel tardo pomeriggio perchè torniamo a casa insieme e ormai anche questa nostra piccola routine è consolidata, eppure non riesco a ricordare nemmeno una volta in cui sia entrato in caffetteria.

È molto strano. Possibile che a nessuno dei due a un certo orario venga fame?

Oh, insomma Ratri. Saranno un po' affari loro se non vogliono mangiare in Ateneo.

Eppure più ci penso, più questa domanda mi martella nella testa, tanto più che nemmeno a casa si siedono mai a tavola. Quindi, non mangiano a casa non mangiano alla caffetteria, dove mangiano?

Mi sento un po' sciocca a farmi certe preoccupazioni, sembro la "nonnina" ansiosa. Scaccio dalla testa questa orripilante immagine di me stessa con i capelli bianchi cotonati intenta a seguire i fratelli Andrews per casa, minacciandoli con un mestolo al grido di: "AVETE MANGIATO?"

Controllo l'orario, fra dieci minuti ho la prima lezione di storia contemporanea. Approfitto di questi pochi minuti per andare in bagno.

Non appena entro però sento subito un vociferare fatto di risatine provenire da uno dei cubicoli e, non appena ci passo davanti, la porta di questo si spalanca rivelando i due "amanti focosi".

Veicht leggermente spettinato e i primi due bottoni della camicia aperta, mi guarda tutto compiaciuto. Mentre la ragazza, che secondo me deve avere "l'ormone impazzito", rimane avvinghiata a lui come una cozza e continua a ridere e depositare baci sul suo petto nonostante il loro tête-à-tête non sia più privato.

«Allora è vero che sei una spiona, bestiolina.» Mi dice lui mentre con le braccia sorregge la sua conquista che a me sembra del tutto fuori di testa perchè continua a ridere e aggrapparsi alla sua camicia mentre cerca le sue attenzioni.

«No, volevo solo andare in bagno, ma anche le mie vie urinarie sono rimaste raccapricciate da questa scena.»

Il mio sarcasmo lo smuove. Sposta di lato la ragazza ed esce dal cunicolo, si sistema la camicia e si piazza di fronte a me che d'istinto faccio ben tre passi indietro. Prima che però apra quella sua boccaccia per dire una suo sciochezza o chissà quale volgarità, lo anticipo.

«Perfavore, di alla tua dolce metà di non baciarti la camicia bianca con quel rossetto rosso. Sono difficili da smacchiare e si da il caso che sia io a fare il tuo bucato.»

Sta per dire qualcosa, ma io mi volto e scappo da quel bagno.

Dio mio, volevo sembrare sarcastica o acida, ma credo di essere passata per la mammina di turno.

Bene, è un passo avanti Ratri: da nonnina fissata col cibo a mammina preoccupata per il bucato. Decisamente è un'evoluzione.

Con la vescica ancora piena e un leggero nervoso che nemmeno mi spiego mi dirigo verso l'aula.


La lezione è durata circa due ore, gli argomenti sono stati interessanti. Abbiamo affrontato gli ultimi anni dell'ottocento fino ad arrivare alla prima guerra mondiale che approfondiremo nelle prossime lezioni.

Storia mi è sempre piaciuta, quella antica più di tutte a differenza di quella contemporanea, ma le due guerre mondiali mi è sempre piaciuto studiarle e approfondirle anche dal punto di vista sociale e non prettamente politico.

Il nostro professore sta facendo un ottimo lavoro in questo senso. Si parla solo della guerra di solito, delle azioni politiche e degli uomini in trincea. Lui invece si è concentrato nello spiegare anche il ruolo delle donne e la vita dei civili.

Posso dire di essere soddisfatta di questa prima lezione, ho anche riempito le pagine del mio quaderno di appunti.

Mentre sistemo le mie cose vengo avvicinata da un gruppetto, alquanto caotico, di ragazze mi si avvicina.
«Ehi, ma tu vivi insieme agli Andrews? Insieme a Veicht?»

Fantastico, si è sparsa la voce...

«Ehm sì, sono loro coinquilina.» rispondo solo alla prima domanda, perché mi sembra stupido rispondere anche alla seconda, mi sembra stupido anche che l'abbiano posta, ma dettagli.

«Wow, certo che sei proprio fortunata a vederlo ogni giorno.»

Fortunatissima proprio, il sogno della mia vita!

Non rispondo mi limito a incurvare le labbra in una specie di sorriso, ma forse mi è uscita una smorfia perchè le ragazze mi guardano in maniera strana.

«Uffa, oggi non è venuto.» esclama una di queste. Tento di ignorarle e continuare a sistemare le mie cose, ma la mia maledetta curiosità ha la meglio quando anche le altre si lamentano del mancato incontro con il biondino.

«Di che parlate?»

«Sai lui frequenta il corso di storia e doveva essere a lezione, invece non è venuto. Tu sai perchè?»

Oh sì, aveva il suo bel da fare in bagno.

«Ehm, a quel che so aveva un impegno difficile da scrollarsi di dosso.»

Beh, mi sembra una spiegazione piuttosto appropriata se ripenso a come la ragazza gli stava appiccicata come una cozza allo scoglio. Come gli baciava quel petto glabro e pallido, come gli toccava i capelli biondi e arruffati, mentre lui la teneva salda dai fianchi con le sue mani grandi dalle dita affusolate e le unghie bianche, pulite e perfette.

Oddio... perchè cazzo gli guardo le unghie?

Scaccio questi pensieri di cui mi vergogno e nemmeno so per quale maledetto motivo mi siano venuti in mente.

Finito di sistemare la borsa, saluto le ragazze che però mi ignorano in quanto sono troppo occupate a formulare ipotesi sul presunto impegno di Veicht. Mi verrebbe voglia di dir loro di andare in bagno per togliersi ogni dubbio perchè, poverine, secondo me questa notte non dormono senza una spiegazione, ma desisto dal farlo ed esco dall'aula.

Arriva il momento della giornata che più preferisco, quello in cui mi incontro con Blazej in biblioteca. Di solito a quest'ora non c'è mai nessuno e possiamo parlare in tranquillità nel posto più silenzioso e meno affollato dell'ateneo. Non appena lo vedo, come al solito in un tavolo isolato, mi avvicino e mi siedo accanto a lui.

Mi rivolge un sorriso smagliante e come al solito mi chiede come è andata la mattinata. Faccio un breve riassunto e racconto anche di aver beccato suo fratello che si dava da fare in bagno.

«E poi c'erano queste ragazza tutte preoccupate del fatto che non fosse venuto a lezione, non capisco proprio cosa gliene possa importare.» dico tra una risatina e l'altra.

«Oh, Veicht è... è molto amato.»
«Perdonami, ma lo trovo assurdo.» Commento con sarcasmo la sua affermazione, in quanto di amabile, a parte l'aspetto fisico su cui non si discute, Veicht non ha proprio niente.

«Le ragazze lo adorano, sì, sai per i suoi modi.»
Spalanco gli occhi e rimango interdetta. I suoi modi? Ah, perchè con le altre ha dei modi carini?

Beh, è plausibile, oppure la cretina super arrapata di questa mattina si era drogata con una sostanza davvero pesante.

«Oh, quindi è fastidioso e insopportabile solo con me? Ah, che fortuna.»

Blazej non sembra cogliere l'ironia, perchè si fa subito serio e si sporge in avanti per parlare sottovoce e dire:

«Vorresti la stessa attenzione che da alle altre? Nel senso...»

Capisco dove vuole andare a parare e lo blocco subito.

«No! Sei matto!? Certo che no.» Alzo la voce e mi agito sulla sedia a causa di quello che ho dato ad intendere. Scrolla la testa e mi spiego meglio.

«Dico solo che potrebbe essere meno odioso, tutto qui.»

Vedo Blazej rilassarsi e mettersi comodo, come se la mia risposta lo abbia in qualche modo tranquillizzato. Beh, non c'è proprio pericolo che mi trovi nei bagni dell'università a fare "roba" con suo fratello se è questo che lo preoccupa.

Voglio chiudere questa imbarazzante parentesi, perciò sposto l'attenzione sulle sue questioni amorose.

«Comunque, tu che racconti? Come va con Alanora?» Gli chiedo con sorrisetto malizioso.

«Alanora?»

Mi guarda come se non sapesse di cosa io stia parlando, ma non m'incanta. Ho più di una motivazione per fare questa domanda e siccome lui mi ha chiesto di Veicht, io mi sento libera di chiedergli del suo rapporto con Alanora.

Continua a fissarmi a bocca aperta, perciò mi viene naturale alzare gli occhi al cielo.

«Sì, non sono stupida, le vedo le occhiate che vi lanciate.»

«M-ma che dici Ratri, io e lei a stento ci parliamo.» Balbetta e si sistema quegli occhiali che, nonostante gli nascondano quei bellissimi occhi azzurri, gli danno un'aria più colta e fascinosa.

«Ah. Ah. Lo so, ma i vostri occhi parlano per voi.»
«Non penso proprio di piacere ad Alanora.» Scuote la testa e gesticola con le braccia come a voler marcare il concetto. Io, però, sono stufa di vederlo sempre calpestare la sua autostima, si autosabota in questo modo.

«Cavolo Bì, ma ti sei visto allo specchio ultimamente? Sei una gioia per gli occhi è ovvio che le piaci.»

«La bellezza non è tutto.» risponde piccato. Uff. Non volevo passare per superficiale, volevo solo tirargli su il morale, ma a quanto pare neppur far leva sulla sua bellezza statuaria funziona.

«Vero, ma tu sei anche intelligente. Sei un artista coi fiocchi e sei una persona premurosa e altruista. Mi conosci da quanto? Una decina di giorni? E guarda cos'hai fatto per me. Che cosa potrebbe volere di più una donna?»

Mi guarda stralunato con gli occhi e la bocca sbarrati.

Mi volto per capire se ho qualcosa di strano e inquietante dietro di me, perchè rimane immobile a fissarmi con quell'espressione sbalordita per diversi secondi che sembrano durare all'infinito.

Appurato che non c'è niente dietro di me e quindi il suo sbigottimento è dato dalle mie parole, riporto l'attenzione su di lui che deglutisce a vuoto e poi balbetta:

«T-tu... ehm... pensi davvero tutte queste cose di... m-me?»

Roteo gli occhi e sbuffo.

«No, le penso del muro. Blazej, cerca di essere obbiettivo. Sei bellissimo e sei colto, sai più cose di chiunque qui dentro, ieri mi hai spiegato un concetto filosofico meglio di un prof e nemmeno studi queste cose.»

«Ti ringrazio Ratri, ma... per quel che riguarda me e Alanora, le cose sono complicate.»
«Cosa c'è di complicato?» Chiedo tra un sospiro e uno sbuffo, perchè secondo me di complicato c'è solo il fatto che sono due bei addormentati.

«Oh, beh, inanzitutto le nostre famiglie e poi... Alanora mi ha fatto capire che non sono il tipo adatto a lei, ecco.»
«Oh... davvero?»

Mi sembra un po' improbabile dato che l'ho vista arrossire più di una volta in sua presenza e gli sguardi che gli lancia accompagnati da sorrisi inebetiti e occhi a cuoricino, a me hanno dato tutt'altra impressione.

«Sì, insomma, non lo ha detto esplicitamente, ma lo ha dato a intendere molto bene.» Si rabbuia e si stringe nelle spalle, come a volersi chiudere in un guscio, ma non glielo permetterò.

«E che ha detto?»
«Non ha molta importanza, fatto sta che non le piaccio e non le piacerò mai, sono rimasto scosso da quello che ha detto in realtà e affrontarla per dirle che... » Era partito in quinta, ma alla fine si blocca e si morde il labbro, infine sospira.

«Per dirle che?» Lo incalzo. Gli devo cavare le parole di bocca con le pinze.

«Che... invece io ho una buona opinione di lei, ecco... »

Una buona opinione...
Questi sono messi male, anzi malissimo.

Blazej parla come se avesse quindici anni anzi, no, facciamo pure dodici. Alanora deve aver detto qualcosa di sbagliato e non mi torna difficile crederlo dato che, fin da subito, si è dimostrata una ragazza senza freni e a volte questo la porta a parlare un po' troppo. Lui che ha già l'autostima sotto i piedi deve aver recepito il messaggio in maniera sbagliatissima.

Risultato? Un disastro.

Sospiro e mi accascio sulla sedia.

«Secondo me dovreste parlarvi, insomma, Alanora non mi sembra una che elargisce offese gratuite.»

«No, infatti credo che fosse involontario, ma questa cosa mi ha ferito.»

Bene almeno che Alanora a volte parla senza pensare lo sa, ma che cosa gli avrà detto di tanto spiacevole per farlo stare così con il muso appeso?

«Ma ti ha detto una cosa così brutta?» Ci riprovo, ma di nuovo non ottengo una risposta. Annuisce e abbassa lo sguardo.

Al, ma cosa cavolo combini!


Alla fine Blazej non ha voluto dirmi che cosa gli ha detto Alanora, perciò ho cambiato argomento e riportato l'attenzione su questioni più pratiche anche se meno interessanti, come l'università.

Mi ha aiutato a sistemare gli appunti. È davvero bravo in tutto ed è anche un po' troppo precisino per i miei gusti, ma è davvero un aiuto prezioso.

Finito la nostra piccola "lezione extra" così la definiamo, usciamo dalla biblioteca per raggiungere la sua auto.

Ma appena arriviamo nell'atrio sento la voce di Alanora chiamarmi.

«Ehi, ti ho cercata dappertutto, ma perche non rispondi ai messaggi?» Mi chiede piuttosto infastidita, ma subito si ravvede non appena si avvicina e tiene lo sguardo su Balzej. Anche io guardo il mio amico, spero davvero che si parlino.

«Io vado a casa, vieni con me?» Il suo tono indurito non coincide con l'espressione affranta che ha sul viso. Ma questa è la mia occasione per parlare con Alanora e capire cosa può aver detto per offenderlo a tal punto di non degnarla nemmeno di uno sguardo.

«No... mi faccio riccompagnare da Alanora. Sempre se per te va bene, Al.»
«Sì... io... ti porto io.» Conferma con lo sguardo basso e gli occhi fissi sulle sue scarpe.
«Ci vediamo a casa allora, buon proseguimento.» Mi dice Blazej, poi si rivolge alla mia amica.
«Alanora»
La saluta con un semplice gesto del capo, ma non aspetta nemmeno che lei risponda che ci volta le spalle e grandi falcate esce dalla porta principale.

La mia amica sospira e fissa la porta da dove il bel timidone è appena uscito.
«Al, ehm... ho visto che c'è un po' di attrito tra te e Blazej, mi sbaglio?»

Scuote la testa e le sue spalle si incurvano.

«Non sbagli. Non mi parla da una settimana. Credo di aver detto qualcosa di brutto senza volerlo e... l'ho offeso.»
«Che gli hai detto?» Chiedo e spero che almeno lei mi dia una risposta perchè, oltre a non capirci niente, ho il tarlo della curiosità che mi scava nelle viscere.

«Lascia stare, nulla di irrisolvibile, ma se l'è presa davvero a male.»

E figurati!

Nemmeno lei mi ha risposto. Inizio a pensare che gli abbia davvero detto le peggio parole se sono indicibili.

Siccome non so di cosa si tratta, provo a tirarle su il morale come meglio posso.

«Vabbè dai Al, lo pensavi quello che hai detto?»
«Certo che no!» risponde con fermezza, ma noto che ha gli occhi lucidi.

«E allora, dai, è solo un malinteso. Provate a chiarire no?»
La prendo per le spalle e la scuoto un pochino e spero di scuotere anche il suo animo.

«Se mi vorrà ancora parlare, hai visto prima? Nemmeno mi guardava in faccia.»
«I fratelli Andrews sono tutti un po' permalosi da quello che ho capito, ma Blazej è buono e sono sicura che se ti scusi tornerà tutto come prima.»

«Non credo, ma... tentare non nuoce.» Mi dice con debole sorriso, al quale ricambio con uno più ampio e un buffetto sulla fronte.
«Questo è lo spirito giusto!»

Questo un pochino la fa sorridere di più e, come sempre quando Alanora deve esternare i suoi sentimenti, mi abbraccia.
Per quanto ancora io non sia abituata, la lascio fare e sta volta ricambio con davvero molta sincerità perchè in questo momento ne ha bisogno.

Ciao a tutti, come state ?
Questa è la prima parte del capitolo 13.

Ratri inizia a consolidare le sue amicizie.

Fatemi sapere se vi è piaciuto con un commento e una stellina. Noi ci vediamo presto con la seconda parte.

Un besito😘

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