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Capitolo 11 Coraggio e determinazione (parte terza)

RATRI

Come già sapevo, l'ateneo si trova un po' fuori mano, ma con la macchina ci abbiamo messo circa dieci minuti. Blazej ha guidato con calma, mentre Veicht, appena uscito dal vialetto, è schizzato via con la sua Alfa.

"Figurati se non faceva lo sbruffone!"

Arrivati a destinazione, Blazej ferma l'auto nel parcheggio esterno all'università e poi insieme ci dirigiamo verso l'ateneo. L'edificio che mi si presenta davanti è molto grande, da quello che posso notare è stato costruito di recente. Chissà quanti studenti la frequentano, ancora non riesco a capacitarmi che in questa piccola città ci sia un ateneo così grande.


I grandi finestroni lo rendono un posto luminoso alla vista e per arrivare all'ingresso principale si deve attraversare un parco verde e ben curato, che vanta qualche panchina qua e là, sulle quali alcuni studenti sono seduti a parlottare tra loro.

È molto presto e presumo che le lezioni non siano ancora iniziate. Molti studenti, infatti, sono fuori nel parco, alcuni parlano, altri fumano, altri ancora, quelli più diligenti, sono già con i loro libri in mano a sfogliare i nuovi tomi delle loro imminenti lezioni.

Io e Blazej entriamo nell'edificio e superiamo l'ampio atrio fino a ritrovarci davanti ad una porta che reca sopra la scritta segreteria.

«Aspetta un secondo qui, vado a spiegare la situazione.»
«Grazie.» Gli dico con mezzo sorriso. Per quanto vorrei cavarmela da sola, se davvero agli Andrews è concesso tutto, forse in questo caso è meglio che io faccia un'eccezione e che lasci che Blazej mi dia una mano.

Mentre aspetto con pazienza che il mio coinquilino mi porti notizie dalla segreteria, osservo l'andi e rivieni dei ragazzi. Sono davvero tantissimi eppure Aima non mi sembra una cittadina che vanta così tante anime.

Tra i molti studenti che entrano frettolosi, la mia attenzione viene catturata da un paio di gambe lunghe e una massa di capelli rossicci. La mia nuova amica Alanora ha fatto il suo ingresso in tutto il suo splendore.

«Ehi, Al!» la chiamo a gran voce per attirare la sua attenzione. Lei, dopo un attimo di smarrimento, alza lo sguardo su di me e mi vede. Subito il suo viso si illumina e le sue labbra si incurvano in un sorriso a trentadue denti. Corre da me piena di felicità e, come sempre, mi abbraccia.

«Ma tu che ci fai qui!» mi dice tutta esaltata. Prima che io possa risponderle però, la porta delle segreteria si apre e Blazej viene verso di me con un plico di fogli.

«Ecco a te, hai il tuo primo compitino. Appena hai finito, portali dentro, la segretaria è stata informata di tutto.» Mi dice con un sorriso mentre mi passa le scartoffie.

«Sei stato veloce!»
«Sì, beh, in realtà... uhm..Veicht ha giocato d'anticipo, la segretaria aveva già preparato i fogli.» afferma incredulo tanto quanto me e si passa una mano tra i suoi capelli neri. Il contrasto che si crea è incredibile: la sua pelle diafana che si immerge in quelle ciocche nere come l'ebano, bianco e nero che si mischiano in un gesto di imbarazzo, ma rende questo ragazzo ancora più affascinante.

Alanora si schiarisce la voce e subito Blazej si volta nella sua direzione.

«S-cusami Al, non... sì ti ho vista, ma... uhm... perdonami non volevo essere scortese.» Il mio caro coinquilino si agita sul posto e gesticola di continuo, è a disagio e io... credo di aver capito perchè.

Guardo nella direzione di Alanora, un mezzo sorriso inebetito si è formato sulle sue labbra. Sono sicura che questi due non me la raccontano giusta. Non stanno insieme e questo è palese, ma aggiudicare dai loro rispettivi comportamenti secondo me si piacciono.

Ma allora perchè la mia amica ce l'ha su con tutti gli Andrews?

Devo vederci più chiaro in questa faccenda.

«Ciao, ehm... Bì.»
«Bì?» Chiede lui divertito dal soprannome che gli è appena stato affibbiato dalla rossa frizzante qui di fronte. Arriccia il naso in una smorfia buffa che spesso gli vedo fare quando gli si dice qualcosa di carino e alla fine sorride.

«Mi piace Bì.» dichiara soddisfatto e vedo che alla mia amica si illuminano gli occhi. Potrei giurare di averla vista arrossire.
Poi la vedo scrollare la testa e puntare i suoi occhi verdi su di me.

«Quindi ti sei iscritta anche tu ? Oddio sono così felice.»

Esprime tutta la sua gioia con sorrisi e saltelli degni di una bambina davanti a una bella bambola. Questa ragazza non contiene le emozioni, è un vulcano pronto a esplodere ogni qualvolta che qualcosa la rende felice.

«Oh, non che avessi molte possibilità, i due fratelli mi hanno costretta a iscrivermi, mi hanno minacciata di portarmi qui con la forza.»
«Ma davvero... ?» Chiede Alanora con occhi e bocca spalancata e rivolge uno sguardo gelido a Blazej.
«M-metaforicamente.» Risponde in imbarazzo lui.
«Mi hanno catturata e impedito di andare in camera mia. Fortuna che è arrivato Michey a salvarmi dalle loro grinfie.» Dico con sarcasmo e mi volto verso il mio coinquilino con un falso sorrisetto.

«Ma che diavolo... »
Nonostante io sia sarcastica e ironica nel raccontare i fatti, Alanora sembra davvero preoccupata, a volte penso che prenda le cose troppo sul serio.

«S-scherzavamo.» precisa Blazej mentre abbassa gli occhi come un cucciolo smarrito.

La mia amica non gli stacca gli occhi di dosso. Il sguardo è cambiato, ora è freddo, non c'è più traccia degli occhioni dolci che gli riservava fino a pochi minuti fa.
Possibile che non abbia capito che scherzavo?

Per stemperare la tensione, che in ogni caso non comprendo, decido di cambiare argomento.
«Dove posso comprare questi libri?»
Chiedo a entrambi e mostro loro la lista dei tomi che ho trovato tra i vari fogli che mi ha consegnato Balzej. Quest'ultimo risponde per primo, forse per togliersi anche lui dall'imbarazzo provocato dagli sguardi fulminei e incessanti di Alanora.

«C'è una libreria in centro, puoi ordinarli lì, nel frattempo però, puoi usare quelli della bibioteca, quando fra due ore ho un'oretta libera, ti faccio da cicerone... sempre se ti va.»
«Tu e il tuo biondissimo fratello mi avete costretta a venire qui, mi pare il minimo che tu possa fare.»

Lui si passa una mano tra i capelli e si morde il labbro, poi posa la sua mano sulla mia spalla e io mi volto a guardarlo.

«Sono sicuro che sarà una bella esperienza. Lo... lo abbiamo fatto per il tuo bene.»

Faccio schioccare la lingua al palato e scaccio le sue parole con la mano come fossero delle mosche fastidiose.

«Sì, sì, d'accordo. Ma tu mi aiuterai hai promesso.»

Lui mi sorride e mi fa un cenno con la testa per poi portarsi una mano al petto e dire con solennità:

«Ti ho dato la mia parola, Ratri.»

Azo gli occhi al cielo e gli do una leggera spinta sulla spalla.

«A volte dimentico che sei fratello di Michey, ti prego, almeno tu parla normale.»

Scateno una risatina generale, persino Alanora che fino a quel momento sembrava turbata, ha ripreso il suo solito buon umore.

Dopo poco, però, entrambi mi salutano per recarsi alle rispettive lezioni. Li guardo mentre si allontanano in direzioni opposte e salutarsi con un timido gesto della mano.

Non li conosco ancora bene, ma trovo che sarebbero una coppia perfetta così a occhio e croce. Si completano a vicenda, lei è briosa ed è tutta un fremito, lui posato, timido, a tratti quasi "blasonato" da tanto che è composto.

Qualsiasi cosa sia successo tra le loro famiglie, questi due si piacciono è chiaro come il sole.

Ora non posso approfondire, guardo il plico di fogli che ho in mano e sbuffo.

"Forza, al lavoro Ratri"

Ciao a tutti, come state?

Uff finalmente ho pubblicato l'ultima parte. Spero che apprezzate perchè è stata un'agonia.

Taglia, cuci, no sta scena la metto dopo, no sto dialogo non mi piace.

Uuuuuuuuh mi ha fatto penare.
Beh finalmente siamo in fondo.

Nmfatemi sapere se vi è piaciuto con un commento e una stellina.
Noi ci vediamo nel prossimo capitolo con Al.

Nel frattempo vi mando un besito a tutti 😘

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