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Capitolo 11 Coraggio e determinazione (parte seconda)

RATRI

Quando s'incammina a grandi falcate verso la porta, io inizio ad agitarmi.

《Ehi, ma... che fai... mettimi giù.》
Lui ignora le mie parole di rimprovero le quali, però, non coincidono con le mie azioni. Infatti, senza accorgermene e in un gesto istintivo, gli metto le mano dietro al collo per reggermi a lui.

Cosa passi per la testa di questo biondino non lo so, ma la presenza di Blazej, che ci segue da vicino, mi tranquillizza. Non penso che Veicht commetta qualche sciocchezza ora che c'è qui suo fratello, o almeno spero.

Superata la soglia della cucina, ed entrati di nuovo nella sala da pranzo, mi appoggia con delicatezza a terra. Appena il mio piede tocca il suolo, sciolgo di scatto la presa dietro al suo collo. Sono imbarazzata, di sicuro sono pure rossa in viso, per quanto mi sforzi e lui sia davvero odioso, stare a stretto contatto con lui mi ha fatto un certo effetto, non posso negarlo. È bello e magnetico come può esserlo qualcosa di proibito, di oscuro. Ogni fibra del mio corpo mi dice che in lui qualcosa non va, eppure, un'altra parte di me ne è attratta.

Distolgo lo sguardo da lui e faccio  qualche passo indietro.

《Sana e salva. E ora va a metterti un paio di scarpe.》Mi ordina. Sbuffo. Mi ha forse preso per una bambina?

《Ha ragione, insomma, dovresti prepararti no?》Blazej si intromette ed io lo guardo confusa. Dovrei prepararmi per cosa secondo lui?

《Ma di che parli?》

A questo punto e lui che mi guarda smarrito, come se la mia domanda non avesse senso.

《Dell'Università, Ratri, oggi iniziano le lezioni, tu la prima a che ora ce l'hai?》

Ahia, tasto dolente.
In questi giorni sono stata così concentrata sullo scoprire qualcosa in più circa le visioni che mi sono un po' isolata da tutti. Certo, a volte ho incrociato Michey e Blazej per le scale, ma non mi sono fermata a parlare con loro per troppo tempo. Avevo bisogno dei miei spazi per capire me stessa e loro non sono stati per nulla invadenti.
Perciò non è più capitato che toccassimo l'argomento "università" e adesso mi sento un pochino in soggezione a dover confessare di non essermi affatto iscritta.

Non che a loro questo dovrebbe importare, certo, ma dopo la sicurezza che avevo mostrato quella mattina a colazione, non penso che si aspettino di scoprire che, in realtà, non sono affatto così  "sicura".

《Ehm... io... io... non... non vengo, sì, beh, non mi sono iscritta.》

《Cosa?》 Dicono all'unisono e rimango attonita dalla loro reazione.

《Perchè?》 Mi chiede, solo Blazej questa volta, con gli occhi tristi.

Sento le guance in fiamme, provo una certa vergogna, forse Veicht fa bene a trattarmi come una bambina perché in questo momento mi ci sento tanto. Sì, una bimba sperduta che non ha fatto bene il suo dovere. Passo lo sguardo tra Blazej e Veicht, quest'ultimo ha l'aria delusa. Abbasso subito gli occhi, preferisco guardare i miei piedi che loro. La ragazza forte e spavalda ora è dormiente. Qui, davanti ai due ragazzi, c'è solo la fragile bambina che teme il giudizio degli altri.

《Avrei dovuto pagare la mora e... non...》

Mio Dio, quanto sono patetica non riesco nemmeno a finire la frase.

《Ah, ah, certo. E noi ti crediamo vero fratello?》Veicht chiede a Blazej con una punta di ironia. A questo punto alzo lo sguardo e quei due mi fissano sarcastici per poi scambiarsi un'occhiata complice.

《È la verità!》rispondo piccata e incrocio le braccia. Mi sono mostrata anche fin troppo fragile e ora che insinuano che io menta, mi metto sulla difensiva. Anche se, purtroppo, non hanno tutti i torti, ma ciò non significa che io debba dare conto delle mie azioni o scelte a loro due.

《Oh, la verità. Beh, allora è un falso problema, perchè si da il caso che a noi è concesso tutto, anche farti iscrivere senza pagamenti extra per la tua negligenza.》

La spiegazione di Veicht mi lascia perplessa e il tono calmo e tranquillo con cui l'ha esposta ancora di più.

Ma chi diavolo sono gli Andrews?
Come possono potersi permettere di fare come vogliono?

Certo, sono ricchi, eppure qualcosa mi dice che non sono i soldi la chiave che apre loro tutte le porte, c'è dell'altro ne sono certa.

《Sì, infatti. Dai, sei ancora in tempo, parliamo noi con la segreteria. Tu dovrai solo firmare un po' di scartoffie e perdere una buona mattinata, su questo purtroppo non possiamo farci nulla.》

Balzej alza le spalle, ma è così eccitato all'idea che mi fa sorridere. È su di giri come mai lo avevo visto fin ora. Non capisco perchè questi due si intestardiscano sulla mia iscrizione. Beh, Veicht lo posso capire, più o meno, uno che si impunta su delle stupide scarpe non non mi sorprende che s'impunti sull'università. Non posso far a meno di provare a tracciare il profilo psicologico di questo ragazzo. Mi vengono in mente una serie di disturbi che potrebbero affligerlo: ossessività compulsiva, narcisismo, disturbo borderline, a tratti anche la sociopatia.

Guardo Blazej che cerca una risposta da parte mia, solo che lui non sa che il problema vero non è l'iscrizione, quella era solo una bugia e se lui non se ne è reso conto, lo stesso non si può dire per il biondino. Lo capisco da come mi guarda che non se l'è bevuta nemmeno per un secondo.

《Tu, bestiolina, sei una fifona e anche una fallita.》Mi dice con tono sprezzante. Perchè vuole ferirmi, che cosa gli ho fatto per farmi detestare tanto. Sorride beffardo e poi si rivolge a suo fratello.

《Che ti dicevo Blazej? Non è molto intelligente questa cosetta.》
《Ehm, Veicht ti prego...》Prova a farlo tacere Blazej dopo aver visto con molta probabilità la mia faccia a dir poco furibonda.

《Ma come ti permetti, io non sono una fallita, io ho solo... beh, non me la sento, ok? Però non sono affari che vi riguardano.》Esclamo  a voce fin troppo alta, ma purtroppo questa mi trema. Incrocio le braccia al petto e faccio qualche passo indietro verso la porta. È istintivo, ma vorrei fuggire, mi sento sotto processo e mi irrita.

Mi dispiace essere scortese con Blazej, ma suo fratello mi ha fatta così tanto innervosire che ci è finito di mezzo pure lui.

I due si scambiano di nuovo un'occhiata complice e poi vedo con chiarezza Veicht fare un cenno del capo al fratello minore. Questo, allora, inizia a spostarsi, a passi lenti e calcolati, alla mia destra. Veicht, invece, fa la stessa cosa, ma alla mia sinistra. Passo lo sguardo da uno all'altro confusa dal loro strano modo di comportarsi. Solo quando fanno tre passi lunghi in avanti capisco le loro intenzioni: mi hanno accerchiata.

《Ehi, ma che... 》
《Se non vuoi venirci con le buone, bestiolina, ti ci porteremo di peso.》Mi dice Veicht, ma, quando mi volto verso di lui, noto che è serio, non c'è l'ombra di un sorriso sul suo viso, il che rende la situazione un pochino inquietante.
Blazej, invece, sghignazza e si avvicina di un altro passo.

"Oh, ma dai scherziamo?"

《Ragazzi, ma siete seri?》Alzo le sopracciglia scettica e allo stesso tempo sbigottita dal loro comportamento. Loro non mi rispondono, anzi, si guardano e poi entrambi alzano le mani come se volessero acciuffarmi.

E va bene, hanno voglia di giocare: bene, giochiamo!

Li osservo con estrema attenzione e poi guardo la porta: è vicina, se riesco a superare Blazej dovrei riuscire a scappare senza problemi. Con la speranza che questi due "bambinoni" non abbiano voglia di giocare ad "acchiaparella" per tutta la casa e per l'intera mattinata.

Se faccio un salto di lato e poi uno scatto in avanti nessuno dei due avrà il tempo di prendermi.  Li guardo con aria di sfida e con un finto sorrisetto. Loro sono impassibili e, sopratutto, immobili, come se davvero fossero concentrati su di me e sulle mie possibili movenze.

Io metto in atto il mio piano, ma non appena mi sposto di lato, sento dietro di me una presa sui fianchi.

Ha dei riflessi incredibili il biondino, ma potevo aspettarmelo, ha le gambe molto lunghe rispetto alle mie. Subito dopo vengo bloccata per le spalle da Blazej e mi ritrovo tra i due fratelli senza possibilità di fuga.

C'è però un'enorme differenza: mentre la presa del fratello più giovane è salda, ma morbida e ha un'espressione divertita abbellita da un dolce sorriso; la presa di Veicht sui miei fianchi è molto più forte e serrata. Sento tutte e dieci le sue dita attraverso il tessuto della mia vestaglia, tanto che saprei distinguere quale centimetro di pelle sta toccando ciascuna falange.

Mi sento come in una morsa. Le sue dita, come artigli, arpionano i miei finchi con fermezza.

"Il gatto che ha appena preso il topo."

《Ora che ti abbiamo presa, sei costretta a fare quello che diciamo noi e noi vogliamo che tu ti iscriva all'università.》

Blazej mi sorride e lascia la presa sulle mie spalle per afferrare con dolcezza le mie mani.

《Ragazzi, sul serio, non posso, non me la sento e voi due non potete costringermi.》quest'ultima frase la dico mentre mi volto per guardare Veicht, ma non riesco a vedere il viso. L'unica cosa che sento è il suo respiro contro I miei capelli e la sua stretta sui fianchi che, ogni secondo che passa, sento sempre più forte.

《Oh, sì invece.》dice Veicht mentre con un gesto deciso lascia i miei fianchi e mi da una spintarella in avanti che mi fa finire tra le braccia di Blazej. Lui mi afferra, per poi riprendere la mia mano e farmi fare una piroetta su un stessa.

《Op, op, principessa, credo che sia giunto il momento di andare.》mi dice Blazej con un mezzo inchino. È divertente quando vuole, questo ragazzo ha sorriso che è una meraviglia, ma il perchè sia sempre malinconico, questo ancora lo devo scoprire. Mi chiedo che cosa affligga la sua anima da rendere quegli occhi blu sempre tristi e cupi.

《Sai penso che non sia ancora convinta.》esclama Veicht e si avvicina a me pronto a prendere la mano che è rimasta libera, ma si blocca di colpo. Lo osservo confusa e poi rivolgo lo sguardo verso la porta dove lui tiene fissi i suoi occhi.

《Cosa diamine state combinando voi due?》Un Michey sconcertato e furibondo, fa il suo ingresso nella stanza e subito le risate si placano. I fratelli fanno un passo indietro e Blazej lascia la mia mano.

《Stavamo solo...》prova a dire il fratello più giovane, ma viene subito interrotto da Michey.
《Non è un giocattolo!》Dichiara con voce ferma e adirata.
Mi acciglio interdetta dalle sue parole, cosa significa che non sono un giocattolo?

《Ci stavamo solo divertendo un po', non è così bestiolina?》Veicht si rivolge a me e io mi desto dai miei pensieri. Gli sorrido sarcastica.
《Sì, a parte che siete due rompi scatole insistenti, sì, è stato divertente.》Rido, ma Michey non sembra prenderla bene. Si avvicina a noi, incrocia le braccia e passa il suo sguardo tagliente come lama, da un fratello all'altro.

《Con voi due faccio i conti dopo, sopratutto con te!》Esclama e punta il dito contro Veicht. Forse ci ha sentiti litigare, o forse ha sentito la mia caduta... non capisco, ma non ho il tempo di pormi altre domande perchè Michey prende di nuovo parola.

《Adesso voglio sapere che cosa è successo e perchè la stavate... uhm... cosa le stavate facendo, insomma?》
Stringe i pugni e si avvicina al fratello di mezzo con aria minacciosa. Non capisco perchè reagisca di questo modo, ma qualcosa dentro di me mi dice che farei meglio a non raccontare del mio battibecco con Veicht. So che si meriterebbe una strigliata per avermi fatta cadere di proposito, ma poi, la sua preoccupazione perchè non mi tagliassi i piedi con i cocci e il nostro gioco insieme a Balzej, non so... mi sento in dovere di difendere entrambi i fratelli, perciò sono io a parlare per tutti e tre.
《Questi due voglio a tutti i costi che io m'iscriva all'università, ma io non mi sento pronta, la verità è questa.》Dichiaro e cerco di concentrare tutta la conversazione sui miei studi. Per me è uno strazio, ma almeno eviterò di far litigare i fratelli, anche perchè Michey mi sembra molto arrabbiato in questo momento.

Quando, però, sente la mia voce, porta tutta la sua attenzione su di me. Il suo sguardo profondo mi avvolge e i suoi occhi grigi come la foschia, si immergono nei miei. Sento una piccola scarica elettrica lungo la schiena, ogni volta che ci guardiamo negli occhi io e lui, si crea un breve contatto, qualcosa di profondo che, però, va al di là della mia comprensione.

Le sue labbra si incurvano in un dolce e luminoso sorriso, la sua rabbia è sparita e, il solito galante e gentile Michey, prende le mie mani fra le sue.
《Ratri, cara , per quanto io sia dell'idea che bisogna rispettare le decisioni altrui, i miei giovani e infantili fratelli, non hanno tutti i torti. Hai una grande opportunità non sprecarla.》

《E solo che... non so, sento come se qualcosa mi bloccasse da fare questo passo.》
《Mia cara, la paura è nemica del controllo. Non lasciarti mai sopraffare, tu sei destinata a grandi cose, ne sono certo.》Dichiara solenne come se fosse un re al suo ennesimo discorso di stato alla popolazione.

Beh, di certo ha delle doti da oratore niente male, ma anche se trovo le sue parole molto confortevoli, credo anche che siano un pochino esagerate. Insomma, una laurea in sociologia di certo non mi permetterà di fare "grandi cose" come dice lui, di sicuro però ha alzato l'asticella della mia autostima.

《Dai, Ratri, ti posso aiutare con gli studi e per libri, o approfondimenti, c'è un'enorme biblioteca che conosco come le mie tasche.》Mi dice Blazej con un ampio sorriso. Ho capito che non accetteranno un no come risposta. Faccio una smorfia di finto dolore.

《E a quel che so ci sarà anche Alanora. Sono convinto che sara felice di vederti lì.》 Michey mi strizza l'occhio e io mi lascio andare a un sorriso arrendevole. Hanno vinto e lo sanno, ma prima che io possa dire qualsiasi cosa e confermare quello che già si legge sul mio viso, Veicht prende la parola.
《Se è per questo ci sono anche io.》afferma infastidito. Michey scosta la testa di lato per avere una migliore visuale del fratello e lo guarda con sufficienza.
《Ti ho omesso di proposito. Se dovessi convincerla solo nominando te, direi che non ho buone chance di farlo.》

Blazej scoppia a ridere e ciò provoca l'irritazione di Veicht che gli si avvicina e gli dà un pugno forte sulla spalla, al quale Blazej non reagisce, rimane immobile e continua a ridere come se non lo avesse nemmeno sfiorato. Forse non glielo ha dato poi così forte, forse il contatto con il tessuto ha prodotto un rumore più acuto. Fatto sta che Blazej sta benissimo, mentre Veicht sembra sempre più nervoso, di sicuro è un tipo permaloso, ma questo lo avevo già notato in precedenza.

《Allora Ratri, andiamo?》Mi chiede per l'ennesima volta Blazej. Io alzo gli occhi al cielo, mi sono già arresa da un po' in realtà, ma per farli contenti, lo dico a voce alta.
《E va bene, va bene, avete vinto tutti e tre.》

Blazej esulta con un "si!" di soddisfazione, Michey batte le mani tutto contento e compiaciuto, e Veicht... beh, lui si limita a farmi un cenno del capo.

Corro in camera mia per prepararmi. Sono nervosa lo ammetto, ma chissà, gli Andrews potrebbero avere ragione e io sto solo sprecando il mio tempo dietro a stupide paure che mi limitano e basta. Avevo detto che volevo ricostruire la mia esistenza e darmi un nuovo scopo, il modo migliore per farlo è prendere in mano la mia vita e prendere decisioni giuste e questa credo proprio che lo sia.


Ciao a tutti, come state ?

Finalmente ho pubblicato la seconda parte di questo capitolo. Devo dire che mi ha dato qualche problemino sistemarla, quindi spero che vi piaccia.

Ratri ancora convinta che Veicht fosse preoccupato per lei ahahhahahahaha Madonna mi diverto io a vederla così ingenua hahahaha

Fatemi sapere se vi è piaciuto, noi ci vediamo presto con la parte tre.

Un besito😘

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