Prologo
19 anni prima...
Ero un po' agitata quella mattina: la signorina Elizabeth mi aveva raccomandato di indossare il mio vestito migliore mentre mi intrecciava i capelli cercando di non lasciar fuoriuscire nessuna ciocca.
"Perché mi devo preparare come se fosse il mio compleanno? Che giorno è oggi?" Chiesi titubante.
"Oggi è come se fosse il tuo nuovo compleanno. -mi disse lasciando perdere per un attimo i miei capelli e chinandosi per arrivare al mio livello- Vedrai che ricorderai questo giorno per sempre"
"Perché?"
"Perché qualcuno dal Cielo ha deciso finalmente di far arrivare da te una nuova mamma e un nuovo papà" mi disse sorridendo nel modo rassicurante che ero ormai abituata a vedere.
Le sue parole, però, avevano creato una specie di buco all'altezza dello stomaco. Da quando avevo memoria, ero sempre stata all'istituto con la signorina Elizabeth e gli altri bambini. Di tanto in tanto venivano dei signori per conoscerci, giocavano qualche ora con noi, ci chiedevano cosa ci piaceva mangiare, quali cartoni guardavamo in tv, e poi andavano via. Qualcuno tornava ancora e si portava via anche qualcuno di noi, ma non io. Io ero sempre rimasta in quel posto, al sicuro tra quelle mura che mi sembravano così familiari e avrei voluto che continuasse così per sempre.
"Non voglio andare via" piagnucolai gettandole le braccia al collo. Lei mi accarezzò dolcemente la schiena e la sentii sorridere con le labbra premute sulla mia spalla.
"Andrà tutto bene tesoro, sarai felice con loro e renderai felice anche me" mi disse.
"Non sei felice se resto qui?"
"No, perché il mondo è la fuori, è bello, colorato, pieno di cose da vivere e conoscere e tu non meriti di rimanertene in un angolino buio mentre tutto il resto corre intorno a te. Ricorda sempre queste parole, me lo prometti?"
In quel momento non le capii al cento per cento e mi limitai ad annuire mentre lei mi asciugava le lacrime.
"Ora andiamo" mi disse prendendomi per mano e iniziando a scendere la lunga rampa che mi avrebbe portato nell'atrio.
Prima di imboccare gli ultimi scalini li vidi: mi ricordavo di loro. Erano venuti tante volte a trovarmi e mi avevano portato tutto quello che avevo detto loro mi piacesse, mi sorridevano sempre e mi facevano tante domande. Mi piaceva stare in loro compagnia: lui aveva un tono di voce rassicurante e calmo mentre lei uno sguardo dolce e affettuoso. Però non sapevo come sarebbe stato vivere con loro per sempre.
Quando arrivai alla fine delle scale, accanto a loro c'era una bambina: aveva le trecce, come me, ma i suoi capelli erano biondi a differenza dei miei di un castano scuro. Anche lei mi sorrideva e reggeva una bambola che sembrava la più bella che io avessi mai visto. Aveva gli occhi azzurri e le ciglia lunghe e un bellissimo vestitino rosa. Quanto avrei voluto stringerla per un attimo.
"Ciao Martha, ti ricordi di noi?" Mi sorrise la donna abbassandosi davanti a me. "Io sono Caroline e lui è Vincent" disse facendo segno alle sue spalle.
Io mi limitai ad annuire ancora troppo intimidita.
"Lei è Arizona, nostra figlia, e se lo vorrai sarà anche tua sorella" mi disse questa volta lui.
"Ciao" mi sorrise la bambina "questa è per te" continuò allungando la bambola nella mia direzione.
"Tu non la vuoi?" Chiesi titubante. Era davvero bella.
"È tua. È un regalo. L'abbiamo comprata pensando a te".
La mia bocca assunse la forma di una O.
"È nuova? Non è un tuo vecchio gioco?" Chiesi sempre più stupita.
"Esatto, è nuova e a casa ci sono tanti altri giochi per tutte e due. Vieni con noi?" Mi chiese Arizona allungando la mano nella mia direzione.
Le sorrisi anche io questa volta e mi voltai verso la signorina Elizabeth che mi stava già aspettando a braccia aperte.
"Hai visto che non sono tanto male? -mi disse all'orecchio- ricordati che ti voglio tanto bene"
"Da qui fino al cielo?" Chiesi come facevo ogni volta che me lo diceva.
"Da qui fino alla luna e ritorno" mi rispose come faceva sempre.
Questa volta anche lei aveva gli occhi lucidi: per me era stato quanto di più vicino ci fosse ad una mamma e dentro di me sapevo che stavo per chiudere per sempre quel capitolo della mia vita, pronta a scriverne un altro.
"Ciao signorina Elizabeth" le disse con il naso schiacciato contro il vetro dell'auto, mentre questa si allontanava dall'unico posto che per me era sempre stato casa.
Speravo di trovarne un'altra al fianco di queste persone che avevano lottato per avermi.
Eccomi! Questo è il prologo della nuova storia. Vi prego di votarla se vi ha coinvolto e lasciare un commento, giusto per capire se vale la pena pubblicarla. Fatemi sapere cosa ne pensate, perché per me è importante. Ho cercato di descrivere nel modo migliore un momento delicato come può esserlo un'adozione e spero di non aver combinato un casino! A presto
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