Capitolo 6
Quel pomeriggio Marcus finì i lavori all'interno del bagno padronale e si dedicò al corrimano della scala che portava al piano terra affinché Terry non si facesse male. Uscì tardi dalla villa, però, quando tornò a casa sua si mise subito al computer: doveva mantenere la promessa fatta alla sua amica.
Così si versó un bicchiere di vino di rosso e si sedette sul divano col pc in grembo. Accese la televisione per avere un rumore in sottofondo che lo confortava sempre non appena avvertiva la solitudine coglierlo, cosa che succedeva spesso la sera.
Era single da tanto tempo.
Certo, aveva avuto la sua dose di relazioni, ma nessuna donna era paragonabile a Terry. Peccato che lei lo vedesse soltanto come un amico e Marcus preferiva non rovinare il rapporto armonioso che possedevano.
«Allora, vediamo chi sei in realtà...» mormorò, digitando il vero nome di Peter sulla tastiera.
Attese un istante e la schermata si riempì di risultati. Decisamente troppi per controllarli tutti, così ripensó alla conversazione avuta con Terry e inserí il temine "campus" alla ricerca: forse gli Albert Stone che insegnavano erano un numero minore.
E così fu.
Marcus trovò un risultato soddisfacente. Si trattava del professor Albert Stone, insegnante di matematica all'università FortHill, un ateneo piccolo ma efficiente, che si trovava in una città a un centinaio di chilometri da dove vivevano Marcus e Terry.
Ma perché mentire sulla sua identità?
Questa era la domanda chiave.
Voleva soltanto frequentare più donne allo stesso tempo oppure vi era un motivo più profondo?
Marcus si passò una mano fra i capelli, scompigliandoli, e sbuffó sonoramente prima di scolarsi l'ultimo sorso di vino. Chiuse il computer portatile e salì al piano superiore per farsi una veloce doccia dopodiché si mise a letto: aveva un impegno importante il giorno dopo.
A casa di Terry, invece, l'atmosfera era densa di imbarazzo e timore: un connubio che Peter percepiva distintamente. Era accaduto qualcosa che aveva intaccato il rapporto tra lui e la signorina Sweet.
«Cosa mi racconti?» le domandò in tono colloquiale, passandole il sale.
La donna aveva cucinato una cenetta coi fiocchi, che entrambi gustavano a metà. Terry perché era preoccupata e Peter perché era roso dal tarlo del sospetto. Tutti e due mangiavano e bevevano in maniera circospetta come se una parola sbagliata potesse rovinare il fragile equilibrio che vi era fra loro.
«Nulla di interessante. Oggi abbiamo finito il salone e Marcus ha sistemato il bagno padronale. Ancora un paio di settimane e potrai trasferirti nella villa» gli rispose Terry, masticando distrattamente una foglia di insalata.
«Non dirmi che ti stai occupando della mia casa e basta» ridacchió Peter, prendendola in giro mentre sorseggiava il vino.
«No. Certo che no. Faccio jogging come sempre» affermò lei in tono poco convinto «Il mio lavoro mi piace. Ristrutturare è la mia passione.»
Non può sapere che ho incontrato Claire!
«Tu, invece? Che mi racconti? Com'è fare il pendolare?» ribattè Terry, finendo il suo filetto di manzo e poggiando le posate sul piatto.
«Stancante» sentenzió Peter, fissandola intensamente negli occhi «Non vedo l'ora di stabilirmi in un posto e mettere radici.»
«Ancora un po' di pazienza e avrai una casa strepitosa» commentò Terry, alzandosi per sparecchiare.
Peter la imitó e si ritrovarono in cucina a sistemare le stoviglie assieme: lei lavava mentre lui asciugava e metteva a posto.
«La villa è decisamente troppo grande per una persona sola» osservó Peter, rigirandosi fra le dita il coltello in ceramica che Terry aveva utilizzato per tagliare la carne «Potresti venire da me qualche sera. Oppure in... pianta stabile? Che ne dici? Lo so che ci frequentiamo da poco tempo, però...»
«Io... non so che dire. Davvero» balbettó Terry, abbassando gli occhi sul coltello con cui l'uomo continuava a giocherellare.
«Allora, dimmi di sì. Io ti amo e tu ami me» asserí Peter, con estrema convinzione, stringendo il manico del coltello con forza.
«Certo, ma...» farfuglió Terry, allontanandosi dal lavello e da quell'uomo che prima l'aveva affascinata mentre ora quasi la spaventava «Credo che sia troppo presto. Ci conosciamo da poco tempo. È successo tutto così in fretta e...»
«Capisco» sussurró lui al suo orecchio.
Terry avvertì l'oscura presenza di Peter alle sue spalle e il suo corpo fu attraversato da un brivido gelido: la donna riuscì a rimanere immobile soltanto utilizzando ogni oncia della sua forza di volontà.
Si rammaricó enormemente di aver dato la sua approvazione per il piano di Marcus. Non era lui che doveva stare nella stessa casa con un uomo inquietante la cui identità era ignota a tutti.
Peter cinse la vita di Terry con dolcezza e allungó una mano per poggiare il coltello sul ripiano di fronte a lei. Una goccia di sudore cadde dalla fronte della donna, perdendosi a terra: pensava davvero che lui l'avrebbe uccisa. L'espressione del suo volto e lo sguardo vuoto con cui fissava la lama glielo avevano fatto credere.
«Mi dispiace» si sentì in dovere di dire per riempire il silenzio che si era venuto a creare.
«E di cosa dovresti dispiacerti?» replicó lui, posandole la bocca sul collo e dandole un leggero bacio.
«Io... non mi sento ancora pronta a convivere» disse Terry, girandosi fra le braccia di Peter e fronteggiandolo con espressione aperta e sincera.
Il viso dell'uomo era una maschera di impassibilitá e pacatezza come se stessero facendo una conversazione normale e non pianificando il loro futuro. Anche quello contribuí ad aprire gli occhi a Terry: man mano che frequentava Peter, la sensazione che qualcosa di oscuro si nascondesse in lui continuava a crescere sempre di più. Lo notava nei piccoli atteggiamenti come la tensione nelle spalle oppure lo sguardo da predatore che, ogni tanto, aveva quando la fissava.
E poi tutto ciò che le raccontava era poco o nulla.
Di fatto, Terry non sapeva che lavoro faceva Peter né conosceva i suoi amici o i suoi familiari.
Le pareva strano non essersene accorta prima, ma era rimasta letteralmente travolta dal misterioso signor White che non si era posta tante domande.
Domande che ora le riempivano la mente, facendola rabbrividire.
Domande a cui voleva, anzi doveva trovare una risposta.
Sarà una lunga notte...
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