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Capitolo 4

Terry non ne parlò subito con Peter: lui era tornato tardi da un viaggio di lavoro e lei non voleva tediarlo, raccontandogli l'incontro avuto con Claire. Così la donna aveva accolto il fidanzato con un sorriso in volto e avevano fatto l'amore.

Il giorno dopo, però, Marcus notò che la sua amica aveva la testa da un'altra parte, soprattutto quando la vide che sistemava i cuscini del sofà sul ripiano della cucina.

«Ehi, Terry. C'è qualcosa che ti preoccupa?» le domandò, allungando una mano verso di lei e muovendola davanti ai suoi occhi.

«Cosa? No, io... Cos'hai detto, scusa?» bofonchió  la donna, scostandosi dal ripiano come se scottasse.

Terry si passò una mano fra i capelli e tolse l'elastico che li racchiudeva: una cascata dorata le coprí le spalle e fece sospirare Marcus. L'uomo si ritrasse e ripeté la domanda, fissandola in viso.

«Beh, ecco... Ieri è successa una cosa strana, ma...» esordí lei, trovando il coraggio di parlarne con qualcuno, dopotutto il suo socio era anche il suo migliore amico «Allora, ero in giardino e stavo facendo una lista di tutti i lavori di cui il parco necessitava, quando una donna mi si è avvicinata. Diceva cose assurde riguardo a Peter. Ovviamente non le ho creduto, però ha voluto lasciarmi il suo numero di telefono. Sembrava sicura che l'avrei usato.»

Marcus chiuse gli occhi un secondo per riflettere e, quando finalmente parlò, lo fece con tono pacato e scevro da qualsiasi sentimento di odio o gelosia.

«Se fossi in te, prima farei un controllo su quella donna dopodiché le farei una chiamata. Non dico di crederle, però parlarle non può farti male. Dopotutto, cosa sai realmente sul conto di Peter White?»

Terry ascoltò l'uomo con attenzione, pronta a ribattere a ogni sua parola, ma si ritrovò a corto di argomentazioni. Il suo migliore amico aveva ragione: non conosceva molto bene Peter. Certo, sapeva che lavorava a Seattle per una grande azienda eppure...

«Va bene. Faremo a modo tuo» mormorò la donna, girandogli le spalle per andare a recuperare il computer portatile dalla borsa che aveva lasciato all'ingresso.

Un istante dopo fu di ritorno. Mise il pc sul ripiano della cucina e digitó il nome della ragazza che le aveva fatto visita in giardino: trovò un profilo Facebook che non veniva aggiornato da svariati mesi e poco altro. Nulla di significativo o sospetto. Non che Terry si aspettasse qualcosa di diverso.

«Direi che pare una ragazza innocua» osservó Marcus, che si era posizionato alle spalle della sua amica «Vuoi provare a chiamarla?»

Ottima domanda...

«Io... non saprei. Dici che dovrei?» ribattè Terry, confusa come non mai e incerta su come procedere.

Fino a un istante prima possedeva ferree certezze mentre ora non comprendeva più ciò che era reale da ciò che era falso: davvero Peter le aveva mentito?

«Certo. Ma se non te la senti, le telefono io» si offrì Marcus, sempre disponibile e solido come una roccia.

«No. Credo che sia una cosa che devo fare io» affermò la donna, stringendosi nell'abbraccio rassicurante del suo amico «Però ti ringrazio.»

«Per cosa in particolare?» replicó Marcus, con un sorriso nella voce.

Gli piaceva stringere il corpo esile e asciutto di Terry, per questo si rammaricó quando lei mise fine all'abbraccio, ma non la trattenne.

«Per essere sempre al mio fianco» rispose la donna, voltandosi e dandogli un lieve bacio sulla guancia.

Dopodiché si allontanò da lui, prese la sua borsa e uscì di casa con la promessa di tornare nel pomeriggio.

Appena fuori casa, Terry, prese il telefono e digitó il numero di telefono di Claire: l'aveva letto così tante volte che ormai lo conosceva a memoria. La ragazza rispose al primo squillo, con voce chiara e trionfante.

«Sapevo che mi avresti chiamata. Vediamoci al bar in centro fra dieci minuti. Suppongo che tu abbia qualche domanda da farmi» disse Claire, prima di chiudere la telefonata.

È irritante...

«Ok...» brontoló Terry, mettendo in cellulare in borsa e avviandosi verso la macchina per recarsi in centro.

La donna ancora non sapeva se ciò che stava facendo era davvero la cosa giusta, ma ormai il tarlo del dubbio le si era insinuato nel cervello e finché non avesse trovato le conferme che cercava non avrebbe trovato pace. Anche per questo era grata di avere Marcus al suo fianco: era un uomo affidabile e coi piedi per terra, che le forniva sempre il consiglio giusto.

Quando giunse al bar, trovò la ragazza seduta a uno dei cinque tavolini esterni, che sorseggiava un cappuccino, mentre scrutava la folla, probabilmente alla ricerca della figura slanciata di Terry. La donna, invece, le arrivò alle spalle, prendendola di sorpresa, e si accomodó sulla seggiola in ferro battuto di fronte a lei.

«Scusa il ritardo» esordí la signorina Sweet, accavallando le gambe e ordinando un caffè nero al cameriere che era arrivato al tavolo «Allora, veniamo subito al motivo per cui mi trovo qui. Affermi di conoscere Peter e che quello non è il suo nome. Hai le prove di tutto ciò?»

«Eravamo fidanzati» riveló Claire, posando la tazza con sguardo appannato di lacrime di rabbia «Ed era tutto perfetto finché non ho incominciato a notare delle... incongruenze. Mi diceva che era al lavoro mentre una mia amica l'aveva visto in un campus universitario. Lui mi aveva sempre detto che lavorava in una grande multinazionale quindi cosa faceva in un ateneo? Poi, quando ho provato a conoscere i suoi amici, lui non aveva mai un attimo di tempo per organizzare una cena. Così ho iniziato a controllare fra le sue cose e l'ho seguito un paio di volte. Ed è un questo modo che ho scoperto il suo segreto: Peter White non esiste.»

Terry ascoltava rapita il racconto di Claire, rammaricandosi del fatto che Marcus non fosse accanto a lei: aveva bisogno del suo sostegno, del suo calore, del suo raziocinio. La donna non capiva cosa stava succedendo. Il suo cervello si rifiutava di accettare ciò che la ragazza davanti a lei stava dicendo.

«Quindi...» Terry umettó le labbra e si fece coraggio «Qual è il vero nome di Peter? Tu l'hai scoperto vero? E perché sei venuta da me?»

«Mi ci sono voluti pochi giorni per scoprire che si chiamava Albert Stone, però lui si è reso irreperibile. Fino a quando non ho visto quella foto sul sito della Ditta Sweet. Allora ho pensato che dovevo avvisarti prima che lui rifilasse le sue bugie a qualcun'altra» rispose Claire, con sguardo aperto e fiero.

«Io... non so cosa dire» sussurró Terry, prendendosi la testa fra le mani.

«Fossi in te, chiuderei ogni rapporto con lui» sentenzió la ragazza in tono serio, prima di alzarsi e andarsene.

Se solo fosse così facile...

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