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Capitolo 7

<<D'accordo Ethan. Sono convinta che le nostre clienti saranno soddisfatte dei tuoi prodotti sia come qualità sia come prezzo.>>

Debra si alzò dalla sua sedia e porse la mano ad Ethan. Grace trovò un po' buffa quella situazione, sembrava un' accordo tra due capi grossi di aziende multimiliardarie, era troppo esagerato come accordo. Riteneva che Debra fu colpita dall'aspetto d'angelo del ragazzo ma con lei non funzionava. Non voleva che capitasse come anni prima, quando un rifornitore aveva proposto prezzi bassi e poi aveva minacciato il supermercato di una querela, per averlo truffato.

Ethan, rimasto in piedi per tutto il tempo, ricambiò la stretta come per sigillare l'accordo. Si rivolse a Grace allungando la sua mano, sorridendo compiaciuto. Grace tentennò un attimo, però preferì ricambiare allungando la sua mano, tremolante, verso quella di Ethan. Le due mani si toccarono e Grace poté sentirne la consistenza, morbida, come se fosse di velluto. Una strana scarica percorse il corpo di Grace e immediatamente ritirò la mano di scatto.

<<Allora è fatta. Grazie mille per l'opportunità.>> disse Ethan mentre diede una rapida occhiata a Grace.

<<Non ancora. Devi firmare qualche scartoffia. Sai la solita burocrazia inutile...>> interruppe Grace.

Durante la riunione non aveva proferito parola, rimanendo in piedi ad ascoltare le proposte di Ethan. Le piaceva ascoltare, soprattutto capire le intenzioni di nuove persone nel mondo lavorativo e non solo, tuttavia, questo nuovo rappresentante era impenetrabile. Notava che con il suo bel faccino sapeva conquistare e avere le carte al suo vantaggio. A tratti sicuro di sé, altre timido, come il fugace sguardo che le aveva riservato pochi secondi fa. Tutto ciò che aveva intuito era la sua voce, il classico timbro maschile, roca e profonda, che trovava seducente. A Grace piaceva osservare ma quell' uomo le dava disagio, lei sembrava leggerle dentro mentre lei non sapeva fare altrettanto con lui.

<<Ah. Non è un problema fare qualche firma, anzi, ne sono lieto.>> sorrise lui.

Grace rimase impassibile, un sorriso voleva dire per lei arrendersi al primo colpo soprattutto quando aveva capito che con lui bastava quello per farlo vincere.

<<Ti preparo i fogli. Un attimo solo che vanno stampati, intanto puoi prendere la penna.>> disse Grace.

Accese il computer perennemente in stand-by e cliccò su alcuni file nel desktop, azionò la stampante e fece partire l'operazione. Aveva imparato, quando Debra l'assunse cinque anni e mezzo fa, la donna riponeva grandi fiducia in lei, soprattutto nelle parti burocratiche, dove Grace non aveva competenze.

<<Dovrebbe metterci un pochino, pc e stampante sono dell' età della pietra. Non siamo come nei grandi supermercati della zona.>> replicò Grace.

<<Non c'è problema, l'importante è lavorare. Rosewood è una città piccola e comunque sia molto unita. Voi non perderete i vostri clienti.>>

<<Giusto, la nostra piccola comunità sa sempre come aiutare un cittadino in difficoltà.>> disse Debra.

<<È questo il bello, nelle grandi città non esiste tutta questa solidarietà.>>

Grace ripensò al suo momento di difficoltà, sperando che Debra non lo menzionasse. Talvolta era un po' ingenua quella donna, si perdeva nelle chiacchiere e spifferava senza accorgersene. Non voleva sbandierare al mondo intero ciò che aveva subito soprattutto a persone sconosciute. A volte lo avrebbe voluto urlare dalla finestra, come liberare il groppo di dolore che teneva dentro ma non credeva che sarebbe servito a molto. Quel peso sul petto le sarebbe rimasto a vita... In quel momento però la "fortuna" girò dalla sua parte, la stampante sputò l'ultimo foglio e Grace li ammucchiò, prese la puntatrice e li puntò insieme.

<<Ecco, devi firmare qui e pure lì.>> disse mentre indicava gli spazi da compilare.

Ethan firmò con le sue iniziali con una grafia impeccabile, Grace osservò pure quello con attenzione. Sapeva che con la calligrafia si potevano scoprire tratti del carattere di una persona.

<<Perfetto, grazie mille. Posso chiedervi un ultimo favore? >>

<<Certamente Ethan. Sei ormai di famiglia...>> disse Debra.

<<Dopo aver parlato mi si è letteralmente prosciugata la saliva. Posso prendere un caffè?>>

<<Certo, Grace lo puoi accompagnare? Devo sistemare alcuni ordini al telefono. Arrivederci Ethan.>> lo congedò Debra.

Grace rimase allibita. Sperò di aver compreso male ma alla fine annuì ed accompagnò Ethan nel piccolo stanzino adibito a sala relax, con tanto di macchinetta del caffè.

<<Prendi qualcosa Grace?>>

<<Del thè caldo.>> rispose lei abbozzando un sorriso.

Ethan inserì un paio di monetine e schiacciò il pulsante del thé. Ripeté la stessa operazione con il suo caffè e intanto offrì il thè a lei.

<<Grazie, ti do subito i soldi. Non voglio che paghi tu.>>

<<Ti prego di accettare Grace.>>

<<Ok, mi arrendo. Però la prossima volta pago io.>>

Grace si rese conto poco dopo della frase che aveva pronunciato. Capì che era proprio quella l'intenzione del bel faccino d'angioletto, uscire e provarci con lei.

<<Ci conto!>> esclamò Ethan mentre sorseggiava il suo caffè.

<<Ora si è fatto tardi. A presto Grace.>> la salutò lasciandola interdetta

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