Capitolo 28
<<Grace è ora di svegliarsi.>>, la strattonò con dolcezza Ethan, strappandola dal suo sonno ristoratore.
<<Mmm, altri cinque minuti!>> replicò Grace con la voce impastata di sonno e ancora con gli occhi chiusi.
<<Sono quasi le undici di sera, ci siamo addormentati...>>
<<Cavolo! È tardissimo!>> imprecò Grace sollevandosi di corsa, come un fulmine.
<<Che succede?>> chiese Ethan preoccupato, notando l'agitazione della donna.
<<No nulla, dovevo passare dai miei genitori, insomma ancora non ho trovato modo di parlare di te e perciò non sanno nulla. Spero che non stiano dormendo, devo lasciare a mia madre una teglia che mi ha prestato ...insomma glielo avevo promesso.>> disse Grace allacciandosi il bottone dei jeans.
<<Ah mi dispiace. Non volevo farti tardare.>> rispose un po' deluso Ethan.
<<Ehi ehi, tu non mi hai fatto fare nessun ritardo. Mi sono addormentata tra le tue braccia perché mi sono sentita come in paradiso. Era da tantissimo tempo che non provavo emozioni così forti!>>
Grace si strinse dapprima nelle sue braccia, un po' a disagio per la piccola confessione ma poi si parò di fronte all'uomo e lo abbracciò così forte da fargli mancare il respiro.
Si sentiva in torto, aveva notato lo sguardo di delusione di Ethan e tutto questo era per colpa delle sue stupide frottole, anche se lui non comprendeva ancora ciò che lei nascondeva. Respinse via le lacrime e cacciò giù per lo stomaco il nodo che gli si era formato in gola.
<<Davvero, mi sento tanto felice Ethan. Non mi sentivo così da anni e per questo la prossima volta dobbiamo parlare del mio passato. Non è semplice aprire una ferita ancora sanguinante ma meriti di sapere se vuoi diventare il mio compagno.>> sputò tutto d'un fiato.
<<È una cosa brutta?>> replicò Ethan.
<<Sì abbastanza, è una cosa che mi ha segnato profondamente.>>
<<Mi dispiace tantissimo Grace, spero che ora possa alleviare le tue pene.>>
<<Che domande Ethan, mi piaci molto. Hai risvegliato il mio cuore anestetizzato, ti pare poco?>>
<<Assolutamente no amore mio. Ti amo più della mia stessa vita, ti pare poco? Cioè, molti al suono di queste parole o semplicemente alla vista della nostra storia, potranno dire che è ancora presto ma io lo provo seriamente e pure tu, se no certi passi non li avrei neanche fatti. Ho intenzione di godermi di ogni singolo momento e di dire ciò che provo subito!>>
Grace lo strinse forte a sé e fece segno di no con la testa per via della sua domanda e si appoggiò al petto nudo di Ethan.
Lui accarezzò dolcemente i capelli di Grace per poi posarle la mano sul viso. Le accarezzò le guance morbide e con la bocca lasciò piccole scie di baci sugli occhi, sul naso e sulla bocca. Grace aprì gli occhi e poi avendo la conferma di ciò che sentiva li chiuse immediatamente.
<<Non voglio farti fare ulteriore ritardo Grace. Allora a domani!>> disse Ethan staccandosi da lei. Finì di sistemarsi e la baciò di nuovo.
<<Grazie per la bellissima serata Ethan. Allora ci vediamo domani!>> disse Grace accompagnandolo alla porta.
<<D'accordo, buonanotte Grace. Ti amo!>> disse Ethan baciandola di nuovo mentre lei ricambiava il contatto.
Ethan si avviò sul vialetto e poi infine partì con la sua Mercedes, Grace fece lo stesso con la sua auto, pronta a dare spiegazioni ai suoi genitori una volta arrivata, dato che erano all'oscuro di tutto.
***
<<Perbacco Grace sono le undici di sera. Ci hai fatto preoccupare tutti quanti! Bryan si era addormentato sul divano ma come vedi appena ti ha sentita si è svegliato.>> disse Bruce con le braccia conserte, sulla soglia della porta.
<<Buonasera anche a te papà! Mi sono addormentata sul divano e quando mi sono svegliata mi sono accorta di essere in super ritardo!>>
Bryan, arrampicato sulla gamba del nonno, accennò uno sbadiglio e poi prese parola, <<Non si dicono le bugie mamma!>>
<<È la verità Bryan, mi sono addormentata...>>
<<Ed Ethan? Anche lui si è addormentato? Lo sai anch'io prima, magari potevamo riposare tutti insieme...>> replicò ingenuamente il bambino.
Grace fece una faccia contrariata ma alla fine suo figlio aveva sputato fuori la verità, cosa che lei non riusciva a dire per paura del giudizio degli altri. Bruce spalancò gli occhi, allibito da ciò che aveva sentito, poi girò lo sguardo in direzione delle scale e incominciò ad urlare il nome della moglie.
<<Catherine! Vieni in salotto, nostra figlia ci deve parlare!>>
Bruce fece segno con la mano a Grace di accomodarsi sul divano, come per preannunciare un discorsetto bello lungo.
Lei si sentiva che presto, non appena la madre fosse scesa, le avrebbero fatto il terzo grado, anche alle undici e mezza di sera. Potevano essere anche le quattro del mattino ma i suoi genitori le avrebbero fatto un' interrogatorio, con tanto di lampada puntata contro il viso.
<<Grace è successo qualcosa di brutto?>> disse Catherine scendendo di fretta le scale.
<<No assolutamente cara. Nostra figlia ha una relazione.>> si intromise Bruce.
Grace fece un profondo respiro e alzò gli occhi al cielo, pronta per le tanto attese raffiche di domande che l'attendevano.
<<Sì è vero. Non ne ho fatto parola con nessuno, tranne con Allison e Bryan perché era troppo presto ma la cosa sta diventando più importante...>> si giustificò lei.
<<Oh dicci figliola, come si chiama? Quanti anni ha e soprattutto che lavoro fa?>> disse Catherine con aria sognante. Il suo viso, specialmente il suo sorriso, alla notizia della relazione della sua unica figlia, si allargò sempre di più.
<<Si chiama Ethan, ha una trentina d'anni e lavora come rappresentante di prodotti per la casa in vari supermercati della zona tra cui anche dove lavoro io.>> rispose Grace in modo meccanico.
<<Fantastico tesoro, io e tuo padre siamo così felici.>> replicò sua madre e Bruce acconsentì con la testa.
<<Sì davvero fantastico, di sicuro Ethan ci capirà di più di mamma sui giochi da maschio...>> commentó il piccolo.
Era contenta che i suoi genitori l'avessero presa bene, in fondo erano stati i primi a volere che lei ricominciasse la sua vita da capo, senza perdere il ricordo di Jared e senza trascurare il suo bambino.
Lei aveva fatto sempre intendere loro di lasciare il suo mondo così come stava fino a quando il destino non avesse cambiato le carte in tavola.
<<E a Giselle e Adam glielo dirai?>> commentò Catherine.
Ecco a quel genere di domanda e di momento non era per niente preparata...
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