Capitolo 17
I camerieri iniziarono a portare la prima portata con vassoi ricolmi di pasta, gamberetti e zucchine. Il piatto era già gustoso alla vista ma al palato sarebbe stata una visione celestiale.
Grace notò Cristine estrarre il suo smartphone e fotografare il cibo appena servito. Sicuramente quella foto stava già viaggiando sullo schermo di centinaia di cellulari tramite social network, di cui lei non comprendeva l'utilità.
Trovava sciocco mostrare attimi di vita ogni secondo, parlare e trasmettere emozioni con un semplice messaggino e non vedere il volto dell'interlocutore.
Era una cosa fredda come il ghiaccio e negativa.
<<Allora Grace, non ti ho ancora chiesto il motivo per cui non mi hai telefonato o scritto un sms...>> disse Ethan.
Grace masticò lentamente e mandò giù il boccone rumorosamente, cercando le parole giuste da dire.
<<Ehm, vedi Ethan, non ho avuto tempo tra lavoro e cose varie. Avevi bisogno di aiuto?>> approfondì lei.
<<Per prima cosa c'era in ballo un caffè fuori dall'ambiente lavorativo, uno di quelli con sapore, mentre la seconda cosa era un tour di Rosewood e dintorni. Io non ti ho detto che mi sono trasferito qui due settimane fa e tra trasloco, pacchi e burocrazia non ho avuto tempo per conoscere il luogo.>>
<<Oh,>> sorrise Grace, <<scusami non immaginavo proprio. Comunque c'è ancora tempo per recuperare. Magari, non so, domani può andare?>> arrossì.
Ethan sorrise e prima di risponderle, bevve un sorso di vino color ambrato.
<<Controllo l'agenda...>> ridacchiò, <<sì sono disponibile questa domenica, ovvero domani signorina Grace.>>
Grace ridacchiò e a sua volta inumidì le sue labbra con il liquido contenuto nel suo calice.
Ad un tratto però sentì il suo vicino, Laurent, riservarle qualche calcio sotto il tavolo.
<<Ahi, ma che ti prende?>> mormorò Grace a voce bassa.
<<Uuuh, spero che tu abbia notato che Ethan ci prova con te!>>
<<Dici Laurent?>> arrossì Grace, portandosi alla bocca l'ultima forchettata di pasta.
<<E dai, sarò anche omosessuale e non esperto con il genere femminile ma si nota benissimo. Ti sta seducendo e pure tu cara, sarà assurdo per i vostri occhi ma non per il vostro cuore.>>
Grace fece per ribattere ma una voce femminile in tono provocante la fece voltare. Quella sciacquetta da quattro soldi era dinnanzi a loro, intenta a conversare in modo civettuolo con Ethan, che indifferente rispondeva. Era incuriosita da tanta indifferenza, di solito gli uomini le cadevano ai piedi mentre lui si dimostrava fedele ai suoi ideali. Magari prima o poi ci sarebbe cascato, non si ostinava a dare giudizi troppo presto.
<<Buonasera, non mi sono presentata, che maleducata! Io sono Cristine, ma tutti mi conoscono come Cris , l'amministratrice legale del supermercato e la bellezza di Rosewood.>>
<<Siamo ai limiti del porno dato che per la chirurgia plastica ci siamo già.>> asserì Laurent con nonchalance e in effetti non aveva tutti i torti.
Cristine aveva trascinato una sedia accanto a Ethan ed era seduta ai limiti della decenza per fargli comprendere a cosa era disposta. La gonna micro era sull'orlo dell'inguine, lasciando poca immaginazione alle mutandine che portava, perizoma nero in pizzo. Di solito mandavano in estasy gli uomini questi indizi lanciati dalla donna ma Ethan non fece una piega.
<<Sono Ethan Reed, il nuovo rifornitore del supermercato, piacere di conoscerla.>> rispose con professionalità e indifferenza.
<<Oh giusto, Karl se ne è andato. Che peccato, era così gentile con me... Comunque spero di conoscerti meglio.>> ridacchiò lei, come una gallina soffocata, <<Ah, dato che sei intimo con questi due, stai attento, sono invidiosi di me perché io sono migliore di loro. Insomma chi se li calcola?>>
<<Sbagli, sono bravissime persone.>> commentò Ethan ma ormai era già lontana.
<<Ha buttato l'esca, non abboccare Ethan.>> lo avvertì Laurent.
<<Tranquillo, ripeto, non mi piacciono le donne troppo volgari. Non ne vale la pena rovinarsi la vita per una così.>>
<<Però a volte il sesso ha la meglio su voi maschietti e mi piace il tuo modo di pensare.>> rispose Grace.
<<Grazie.>>
<<Inoltre con quella ti puoi prendere una malattia venerea solo respirando vicino a lei.>> ridacchiò Laurent.
I camerieri portarono il secondo piatto, un misto di carne e pesce,sparecchiando i piatti inutilizzati.
Questa volta gustarono il piatto senza proferire parola.
<<Gradite del caffè?>> esordì Debra.
Dopo un momento di vociferio, i commensali presero le ordinazioni al bar mentre Grace e Ethan rifiutarono.
<<Odio il caffè di sera, non mi fa prendere sonno.>> disse Grace.
<<Concordo, un buon bicchiere di vino è meglio.>>
<<Decisamente.>> sorrise lei, <<ora è tardi, mi tocca andare. Allora ci si vede!>>
Grace salutò Ethan, Laurent e tutti i presenti ovviamente escludendo Cristine che da lontano le lanciò uno sguardo di sfida.
<<A domenica Grace. Tra cinque minuti me ne vado pure io.>> sorrise Ethan.
Grace tornò a casa, accendendo tutte le luci poi sistemò gli oggetti lasciati in disordine e rispense l'interruttore.
Si tolse i tacchi nel corridoio e giunta in camera si infilò il pigiama.
Prima di coricarsi inviò un messaggio a Ethan.
"Buonanotte Ethan e grazie per la serata!"
La risposta non tardò ad arrivare, illuminando lo schermo ma anche la stanza buia.
"Grazie, anche per me è stata una magnifica serata. A domani, buonanotte Grace."
Si trovava come una notte stellata, il suo percorso illuminato e brillante.
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