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Capitolo 34


"Improvvisamente il suo cuore riprese vita e una piccola emozione sembrava spuntarle dal petto."

Sbatté più volte le palpebre non riuscendo ad aprire gli occhi del tutto. Voleva dormire ancora, eppure voleva anche alzarsi. Ma il suo corpo era inerme. Dopo vari tentativi, riuscì ad aprirli e provò a mettere a fuoco le facce di chi le stava attorno. Non fu facile, dato che si muovevano tutte. Le sembrava che stessero facendo un girotondo, o magari, era lei che le vedeva così per via dei capogiri. Non si sentiva nemmeno più la testa, che in realtà, era poggiata su una pila di cuscini che le facevano da spessore. 

 - Ti sei svegliata - constatò Jackson prendendole la mano. Insieme a lui c'erano Rose e Tobias. Brigitte li guardò straniti: non erano arrabbiati con lei? 

 - Come mai siete tutti qui? - chiese la giovane provando ad alzarsi ma con scarsi risultati. Non aveva forze e per di più, si sentiva il braccio destro paralizzato - Sto bene - li rassicurò anche se era evidente che stesse tutto il contrario. - Io non credo proprio - affermò scorbuticamente Tobias, seguito da uno gomitata di Rose che lo invitava ad essere più gentile. - Mi dispiace per quello che è successo - le rivelò poi avvicinandosi. Aveva un'espressione triste sul viso. Non era la pietà che bramava, quando aveva deciso di andare dal Capo.

 - Cosa avevi intenzione di fare andando da lui eh? - continuò Tobias, cercando di essere meno duro ma gli era quasi impossibile in quel momento.

 - Ucciderlo? - le domandò perdendo completamente le staffe.

 - Ci sarei riuscita se solo non mi avessi fermato! - gli fece notare Brigitte quasi ringhiando, anche se il suo era solo un fievole sussurro. 

 - Basta, Tobias! Non vedi in che condizioni sta? A malapena riesce a parlare - la difese Jackson, aspramente. Non era difficile rivolgersi a Tobias in quel modo. 

 - Smettetela - disse appena Brigitte, afferrando debolmente la mano di Jackson ed evitando così che scoppiasse un'altra lite fra loro. Come sempre la sua mano era calda come un camino acceso. E lui gliela stringeva più forte, dandole il conforto che le mancava. Un gesto che diede particolarmente fastidio a Tobias, dato che si zittì subito e iniziò a guardarli con disprezzo.

 - È meglio se me ne vado. Rimettiti presto - si dileguò, non riuscendo a digerire i loro atteggiamenti sdolcinati. Anche se non sarebbe mai stato capace di odiarla, gli faceva ancora male vederla con lui. 

 - Forse...dovrei andare via anch'io - intervenne Rose, quasi balbettando.

 - No, rimani - si affrettò a dire Brigitte. Voleva cercare di mettere le cose a posto con lei - Ti va di parlare? - aggiunse.

 - Certo - rispose, prendendo posto su una sedia presente accanto al suo letto.

 - Vi lascio parlare da sole - disse Jackson, dopo l'occhiata fugace di Brigitte. Anche se gli costava doverla lasciare da sola con Rose, non poteva fare altrimenti. Sperava soltanto che non discutessero. 

 - Scusami se sono stata assente in questo periodo - esordì Brigitte, mentre si metteva a sedere sulla branda. Era stanca di stare sdraiata - E poi non dovevo spingerti a fare cose che potevano farti male - finí di dire mortificata. 

 - Scusami tu - la seguí a ruota Rose - ero nervosa, e me la sono presa con te. Non avrei dovuto - e poi le prese la mano come in segno di scuse. Brigitte le sorrise lievemente, lasciando parlare il silenzio. Ma subito dopo, arrivó la domanda tanto temuta. 

 - Perché l'hai fatto? Che cosa ti era saltato in mente? - le chiese Rose un po' alterata, ricordandosi il motivo per cui ora si ritrovava stesa con una ferita al braccio.

- Pensavo che se fossi riuscita ad uccidere il Capo, ora saremmo tutti liberi e ognuno avrebbe riavuto la propria vita - mentí in parte Brigitte, nascondendo il vero motivo per cui l'aveva fatto. Se le avesse detto che sarebbe stata disposta pure a morire solo per saperlo morto, che avrebbe pensato di lei? 

 - Da quando sono qui, almeno ogni anno, c'è sempre qualcuno che ci prova. E sai che fine fa? Viene ucciso già dalle guardie prima che possa accedere alla tana del Capo - le riferì quasi con sguardo assente - É un miracolo se sei ancora qui. Spero che non ti succeda più niente - le disse ora con gli occhi lucidi e un leggero tremolio nella voce. Era allora veramente dispiaciuta? Brigitte protese con fatica le braccia verso di lei, in richiesta di un abbraccio che Rose ricambió immediatamente. Quasi la stritolò, facendole male al braccio, ma non disse nulla. Perché nessun dolore può essere più forte di un gesto d' affetto.

 - Promettimi che non farai più niente del genere, okay? - le domandò premurosamente, come farebbe una madre con sua figlia.

 - Promesso - rispose dopo un po' Brigitte, non sapendo in realtà che dirle. Non poteva prometterle nulla. La vita è troppo imprevedibile per poter fare promesse. Le sorrise ancora una volta per rassicurarla, e Rose si cacciò qualche lacrima dal viso. Era strano per Brigitte vedere qualcuno soffrire per lei. E non era nemmeno una bella sensazione. Credeva che uccidere il Capo e, morire addirittura per lui, avrebbe reso le loro vite migliori. Ma forse non era così. Ora non le restava che cercare di mantenere la promessa fatta, anche se per lei le promesse erano solo delle illusioni.










Non si era accorta di essersi addormentata di nuovo fino a quando, svegliandosi, aveva visto Jackson sonnecchiare sulla sedia accanto al suo letto. Contemplò il suo viso, che in un certo senso le dava una sorta di pace. Se fino a qualche mese prima era il canto degli uccellini a svegliarla, ora, era l'apparizione di un angelo a farlo. Rimase a osservarlo per alcuni minuti, non avendo il coraggio di svegliarlo. Poi pensò che doveva stare scomodo lì seduto, e allora lo chiamò a bassa voce.

 - Jackson, svegliati - gli disse almeno tre volte con tono soave. Alla quarta, si svegliò disorientato. 

 - Stai bene, vero? - le chiese agitandosi. Sembrava spaventato. 

 - Sì, sto bene - gli rispose Brigitte sorpresa, non capendo il perchè del suo atteggiamento. Era successo qualcosa mentre dormiva?

 - Allora sarà stato un brutto sogno - disse Jackson, strofinandosi gli occhi per riacquistare lucidità. In effetti ora era più calmo, e la guardava come se fosse l'unica cosa che avesse al mondo. 

 - Non lo fare più, okay? - poteva dire tante cose e invece, aveva deciso di dirle solamente questo. Non era un avvertimento o un rimprovero come avrebbe fatto suo padre ad esempio. Era quasi una supplica. Il suo sguardo, e il modo in cui aveva appoggiato la mano sulla sua erano un invito a non andarsene. E per la prima volta, sentiva di essere importante per qualcuno. Improvvisamente il suo cuore riprese vita e una piccola emozione sembrava spuntarle dal petto. E, come il bruco si trasforma in una farfalla, così quell'emozione si trasformò in un delicato bacio sulla guancia. Fu allora che Jackson inclinò la testa per ricambiare il bacio, questa volta sulle labbra. E proprio mentre loro si sfioravano, ed erano così vicini, che bussarono alla porta. Non fecero nemmeno in tempo a rispondere, che Tobias irruppe con prepotenza. Immediatamente si staccarono, nonostante non stessero facendo nulla di male. Era evidente che non erano loro il problema. 

 - Brigitte, il Capo vuole vederti - disse freddamente, come se stesse trattenendo le emozioni - Mi dispiace - aggiunse mostrandosi cupo. Cosa voleva dire? Non c'era più nessuna speranza per lei? 

 - Cosa vuoi dire? - la lesse nel pensiero Jackson, chiedendo al posto suo quello che lei non aveva più coraggio di chiedere. Aveva un nodo alla gola che le impediva di parlare. Non poteva morire adesso, sapendo che qualcuno avrebbe sofferto per lei. Jackson non se lo meritava. Anche lui era sconvolto.

 - Non so che intenzioni ha il Capo - puntualizzò Tobias - Comunque non devono essere buone - disse distogliendo lo sguardo. L'atmosfera non era più come quella di un momento prima. Era pesante, quasi stagnante. Come se un fuoco avesse incendiato l'intera stanza. 

 - Quando? - fu l'unica parola che riuscì a pronunciare, lasciando la sua voce intrappolata dentro di lei. - Adesso - replicò Tobias neutralmente. Non avrebbe mai mostrato il suo sconforto a nessuno. Brigitte si alzò, come per obbedire al suo destino, ma subito Jackson la bloccò. 

 - Non puoi andarci da sola - fece lui preoccupato, guadagnandosi un'occhiataccia da Tobias - Vengo anch'io - si fece avanti prendendola di nuovo per mano.

 - Dovremmo avvisare Rose - riferì loro Tobias, spezzando il momento magico che si era creato. 

- No - lo fermò subito Brigitte - Non voglio farla preoccupare - aggiunse subito dopo - Non mi succederà nulla - dichiarò, cercando di convincere gli altri ma soprattutto se stessa. 

 - Allora andiamo - rispose l'uomo, e i due giovani iniziarono a seguirlo. Fortunatamente non sentiva più tanto dolore al braccio. Anche se ora quel malessere era del tutto irrilevante. Infatti, la mano che intrecciava quella di Jackson, era ormai madida di sudore sebbene stesse facendo di tutto per rimanere tranquilla. Non voleva che anche lui si agitasse. Ma era inevitabile, soprattutto dopo il sogno che aveva fatto quel pomeriggio. O almeno, era convinta che lo fosse, dato che aveva perso totalmente la cognizione del tempo. 

 - Entrerai in una stanza dove parlerai con il Capo - la informò Tobias, continuando a camminare avanti - Potrai solamente sentirlo ma non vederlo. Nemmeno prima di morire avrebbe avuto questo privilegio. Le sembrava ormai una condanna non poter conoscere l'unico responsabile della rovina di migliaia di vite. Intanto Brigitte annuì nervosamente anche se Tobias non poteva vederla. Non ci volle molto ad arrivare. Camminarono ancora per un paio di minuti, e l'uomo si fermò non appena giunsero dinanzi alla porta della famosa stanza. 

 - Ora tocca a te - disse lui con fermezza, infondendole quella forza di cui adesso era carente. Brigitte fissò la porta per alcuni secondi e prima di entrare Jackson l'abbracciò, come se potesse trattenerla per sempre con lui. 

 - Ti amo - le sussurrò all'orecchio, come se, ricordarle che l'amava, fosse un motivo in più per spingerla a restare. La strinse ancora di più a sé, e per un istante, Brigitte si sentì mancare il respiro. Si staccò, e gli sorrise prima di varcare la soglia di quella porta. E ora, più delle altre volte, si sentiva veramente coraggiosa. Doveva trovare solamente il modo di restare.









La camera non aveva nulla di particolare, anzi, era uguale a tutte quelle che c'erano al Cave. Tranne che aveva una poltrona girevole e una scrivania al centro. Brigitte si guardò attorno sospetta, ed effettivamente c'era solo lei nella stanza. 

 - Si accomodi, signorina Smith - la esortò una voce metallica, che ovviamente camuffava quella del Capo. 

 - Sto bene anche in piedi - rispose acidamente, incrociando le braccia. E se quella poltrona fosse in realtà mortale? Non poteva prendersi il lusso di sbagliare.

 - Vedo che è diffidente - insistette la voce - Non si preoccupi, può sedersi. Non le farò del male - continuò a dire tranquillamente, comprendendo l'atteggiamento della ragazza - Dopotutto, sono io che dovrei preoccuparmi visto quello che è successo ieri - disse il Capo, tentando di suscitare in lei quel senso di rimorso che mai avrebbe avuto - Perciò si sieda - concluse, questa volta enfatizzando sull'ultima frase. 

 - Come fa a sapere se mi siedo veramente? - gli chiese con tono aspro. Doveva farsi vedere sfacciata, spavalda come nessun'altra ragazza avrebbe fatto. 

 - Anche se lei non può vedermi, io invece posso grazie alla telecamera che abbiamo installato proprio nel posto in cui si trova - le spiegò cautamente, come se non ci fosse alcuna fretta - Ora che ha capito, la invito a sedersi - ripetè, incominciando a stufarla. 

 - Perché ci tiene tanto a farmi sedere? - iniziò a dargli filo da torcere Brigitte. Anche se quella poltrona poteva essere totalmente innocua, il Capo voleva che ognuno di loro obbedisse ai suoi ordini, anche al più sciocco. 

 - Sbaglio, o ieri mentre tentava di raggiungere il mio studio si è ferita ad un braccio? - le ricordò, come se non lo sapesse - Quindi ha bisogno di riposo - affermò giustificando perfettamente la sua richiesta. Dopo che il Capo ebbe insistito così tanto, Brigitte si sedette con prepotenza sulla poltrona. Odiava essere comandata. - Ora che si è seduta, possiamo parlare tranquillamente - disse - Cosa si aspetta che faccia dopo quello che è successo? - le domandò con calma.

 - Non lo so. Vuole farmi fuori come fa con tutti? - gli chiese ironicamente, senza rispondere veramente alla sua domanda. Il Capo iniziò a ridere di gusto, provocandole così una smorfia che non passò affatto inosservata. Infatti quella risata robotica rimbombava in tutto l'ambiente, ed era tutto tranne che divertente. 

 - In realtà avevo piani migliori per lei, signorina Smith - proferì affabilmente - Se però lei preferisce fare la fine di tutti gli altri, non potrei mai costringerla - addusse con una punta di sarcasmo. 

 - Allora, sentiamo quali sono questi piani - controbatté Brigitte, dondolandosi appena sullo schienale della poltrona e cercando almeno di sembrare tranquilla. In realtà avrebbe voluto strapparsi le unghie, e anche i capelli se avesse potuto. Solo l'idea di dover stare a contrattare con quel maniaco, le faceva rizzare la pelle.

 - Deve sapere, signorina Smith, che è ormai da anni che lavoro per una missione molto importante - le spiegò il Capo - e voglio che sia lei a guidarla - concluse facendola sfociare in una risata isterica. Brigitte non poteva crederci: lui stava chiedendo alla persona che aveva tentato di ucciderlo...di aiutarlo? 

 - Cosa le fa credere che accetterò? - provò a stuzzicarlo, ma anche a questo il Capo ci aveva già pensato. 

 - Credo che lei non abbia altra scelta - disse sicuro - E poi sarebbe un peccato buttar via le sue qualità, non pensa? - precisò il terrorista, e Brigitte non poté  che trattenere l'irritazione arricciando le labbra e incrociando le braccia come se fossero uno scudo. 

 - Vuole davvero affidare la missione alla persona che ha provato a ucciderla? - gli chiese questa volta alzando di poco i toni. Come faceva ad essere sempre così pacato? Era tranquillo come un cielo grigio prima di temporale.

 - In diverse occasioni ha dimostrato di essere coraggiosa - riprese a parlare la voce metallica - e anche ieri me ne ha dato la conferma - aveva una risposta per tutto. Ogni cosa era stata perfettamente studiata. Eppure era certa che le sue intenzioni non fossero così buone come voleva fare intendere. Anche se non poteva cambiare le carte in tavola, non voleva accettare. Per la prima volta rimase in silenzio, non avendo più domande da fare. 

 - Le conviene accettare - proseguì il Capo leggendo la sua indecisione sul viso - o in caso contrario qualcuno ne andrà di mezzo - la minacciò, facendo apparire un ricatto come una semplice cortesia.

 - Farò come lei dice - si arrese una volta per tutte la ragazza, dopo alcuni secondi di esitazione. Sembrava che le parole fossero state trainate da un carro, dato lo sforzo che ci stava mettendo. In quello stesso momento si sollevò, non volendo stare un minuto di più in quella stanza. 

 - Aspetti - la esortò nuovamente - non ho ancora terminato - e allora, Brigitte fu costretta a sedersi di nuovo - Comincerà da oggi stesso. Dovrà seguire delle direttive molto precise per cui le consiglio di non perdere la lucidità. Ne avrà bisogno - la sfidò ulteriormente il Capo, mostrando come sempre la sua autorità - Prego, può andare - la dileguò e, senza nemmeno ripeterglielo due volte, Brigitte si alzò di scatto desiderando solamente fuggire da lì.  




Buonaseraaaaaa! Ecco qui il 34 capitolo ;) Secondo voi cosa succederà nel successivo? In qualsiasi caso, ci vediamo sabato con l'altro  :))))

Baci baci :

                                                                                                                                      Your  Alicia

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