Capitolo 23
"A volte, ti senti diverso perché vedi le vite degli altri così lontane dalle tue. Ma poi ti accorgi che c'è un filo che le lega tutte e vorresti urlare e chiedere al mondo perché è così crudele."
Quel povero specchio sbiadito rifletteva l'immagine di una ragazza pronta a conquistare ciò che era suo. Brigitte si scrutò per un'ultima volta. Il suo sguardo severo le faceva da scudo grazie a quegli occhi di cristallo. Recuperò una ciocca ribelle che le era fuoriuscita e perfezionó l'acconciatura. Aveva raccolto i capelli in una coda bassa affinché non la distraessero durante la prova. Si sistemò un attimo il completo verdone che, essendo un po' troppo aderente, percorreva dolcemente le sue sinuose curve seppur misurate. Aveva l'impressione che il Cave l'avesse cambiata anche fisicamente: la sua presenza era ormai dominante e si sentiva più forte grazie a tutta quella massa muscolare che aveva acquisito in così poco tempo. Forse era più pronta di quanto lei pensasse. Uscí dal bagno e raggiunse Rose che la stava aspettando fuori. E non era l'unica. Tutti erano così impazienti che avevano deciso di cominciare ad avviarsi verso la palestra. Era lì che si sarebbero radunati prima di partire. Le due giovani pensarono bene di seguire la massa, anche se ad un certo punto una voce richiamó l'attenzione di Brigitte.
-Pronte per l'esercitazione? - chiese David euforico. Come riusciva ad essere tanto tranquillo anche in una situazione del genere? Probabilmente lo faceva per mascherare l'ansia.
-Mai quanto te! - rispose Rose usando i suoi stessi toni. Brigitte invece, rimase alquanto seria. Non era né il luogo, né il momento giusto per scherzare. Doveva rimanere il più concentrata possibile per poter vincere. Intanto David si accorse che la sua amica era su un altro pianeta e la lasció stare dopo una breve risata. Evidentemente anche lui era nervoso e aveva capito che non era il momento più adatto per parlare. Tutti giunsero in palestra aspettando l'arrivo di Tobias. Nonostante ci fossero soltanto cinquanta ragazzi nell'enorme sala, il silenzio regnava sovrano. Nessuno parlava, nemmeno per scambiare le proprie ansie. Si udivano solamente i passi frettolosi di quei ritardatari che si presentavano all'ultimo. Eppure in quell'apparente tranquillità, si nascondeva una certa tensione. Evidentemente tutti avevano lo stesso obiettivo di Brigitte e cercavano di tenere sotto controllo la situazione. E forse non sprecare il fiato e rimanere zitti poteva aiutarli. La ragazza si guardò attorno e si sentì circondata solamente da volti estranei. Avrebbe dovuto combattere contro di loro stracciandoli completamente. Ma non sapeva se sarebbe riuscita a distruggerli se ne fosse stato necessario. Sicuramente avrebbe dovuto fare del male a qualcuno per vincere. Al solo pensiero, un brivido le attraversò la schiena. Malgrado tutti quei coetanei fossero soltanto degli sconosciuti per lei, ferirli voleva dire anche ferire se stessa. Disgraziatamente era proprio questo l'obiettivo del Capo e purtroppo un solo sbaglio avrebbe segnato le loro vite. Erano le sette in punto e Tobias era piombato lì proprio allora, ovvero all'orario concordato per il raduno. Stavolta non fece nulla per attirare l'attenzione dei suoi allievi visto che il suo arrivo bastò a destabilizzarli. Ma a turbarli veramente non fu la sua presenza, quanto una busta che aveva tra le mani.
- Buongiorno a tutti. Come ben vedrete, proprio qui ho il regolamento per l'esercitazione di oggi - esordì Tobias, mostrando la busta quasi come se fosse un trofeo. Alcuni cominciarono ad avvicinarsi a lui per poter udire bene le sue parole. Sapevano che non avrebbe riletto il regolamento una seconda volta, e che quindi quella sarebbe stata l'unica.
- Qui dentro c'è scritto tutto quello che c'è sapere. Ascoltate bene, perché non avrete una seconda opportunità se sbagliate. Inutile dire che in tal caso verrete squalificati - premise Tobias, suscitando la paura dei presenti. Brigitte iniziò a preoccuparsi più di prima. Aveva lo stomaco sottosopra e le tremavano le mani. E se invece non era all'altezza di quella prova? Scappare forse sarebbe stata l'unica soluzione. Ma la escluse a prescindere, era troppo tardi per tornare indietro. Nel frattempo, Tobias iniziò a scartare la busta. In quel clamoroso silenzio, si udiva solo il leggero scartocciare della carta mentre tutti quei ragazzi erano rimasti immobili dal timore. Sembrava che il tempo si fosse fermato e che Tobias ci stesse impiegando un'eternità per svolgere un'azione così semplice quanto preoccupante. In quel momento Brigitte provava le stesse sensazioni che aveva prima di una verifica a scuola: le sudavano le mani, il cuore batteva a mille come il suo respiro e l'ansia le corrodeva lo stomaco. Nonostante avesse sempre studiato, temeva i compiti in classe e l'attimo in cui il docente le consegnava la traccia era il più terrificante. Eppure proprio adesso, una sensazione in particolare le stava facendo capire che non si trattava di una semplice prova come quella della scuola. Se sbagli un compito puoi sempre recuperarlo, o al massimo ti ritroverai con un voto rosso in pagella. Ma mai, assolutamente mai, proverai la sensazione di perdere la tua vita prima di una verifica. Perchè nessuna verifica potrà metterti in pericolo a tal punto da avere paura di morire. Brigitte covava questo terrore già da tempo, da quando si svegliava al mattino e si ricordava improvvisamente che era finita al Cave, che non aveva più una famiglia, che non andava più a scuola e soprattutto, non era mai tranquilla perchè non sapeva cosa il destino le avrebbe riservato quel giorno. Però una cosa l'aveva capita: vincere la prova di stamani non voleva dire che la paura avrebbe smesso di perseguitarla. Aveva ben chiaro che dopo di questa ce ne sarebbero state altre, e poi altre ancora, fino a quando non avrebbe più provato quel timore. Eppure soltanto qualche secondo dopo, anche se sembravano essere trascorsi anni, Tobias iniziò a leggere il regolamento tanto atteso.
-Carissimi allievi del Cave, ho il piacere di comunicarvi che siete stati scelti per partecipare all'esercitazione più importante dell'anno. Come ben saprete, chi riuscirà ad individuare il maggior numero di bersagli tra i mille installati, vincerà. A ognuno di voi sarà attribuito un fucile spara frecce registrato con il vostro nome e avrete soltanto trecento frecce. Perciò, fatene buon uso. Rimanete sempre in guardia e state attenti a ciò che vi circonda. Buona fortuna a tutti - quando Tobias ebbe finito di leggere, tutti ripresero fiato tranne Brigitte che non riusciva a mantenere la calma. Infatti nonostante quelle parole fossero rimbombate nell'intera sala, in realtà erano completamente mute. Innanzitutto non si trattava di un regolamento, ma di una lettera del Capo che per di più, non aveva detto nulla di nuovo . Anche Tobias era rimasto deluso dopo la lettura. Le dedicò un'occhiata fugace e questo poté confermare il suo brutto presentimento. In effetti l'affabilità del Capo faceva paura. Il suo messaggio era stato diretto, chiaro e concreto. Non c'era nulla che avesse potuto allarmarli. Pertanto, l'intera folla uscì dalla palestra per poi dirigersi verso l'uscita del Cave. Brigitte seguì i suoi compagni e notò quanto fossero emozionati. Dopo tanto tempo sarebbero tornati ad apprezzare la luce del sole che al mattino li svegliava. Al contrario suo, nessuno sembrava più preoccupato. Eppure lei sapeva che non poteva aver avuto torto. Tobias non sarebbe mai stato capace di riferirle qualcosa di sbagliato. Ma soprattutto, Jackson non le avrebbe inviato una lettera se non fosse così importante. E allora dov'era il problema? Brigitte si sforzò di ricordare quasi parola per parola, la lettera del Capo e le ripeteva continuamente fino a quando giunsero all'uscita del centro d'addestramento. Gli allievi si stupirono nel vedere quel fatidico ascensore. Tobias e altri dipendenti iniziarono a formare gruppi da cinque, ovvero il numero massimo di persone che poteva entrare in quella scatola tecnologica. Lei faceva parte dell'ultimo. Mentre aspettava il suo turno, continuò a pensare e a ripensare a ciò che aveva sentito e iniziò a fare migliaia di collegamenti, rammentandosi anche di quel biglietto che aveva ricevuto lei la sera prima. Non ci aveva fatto caso fino ad ora, ma nessuno indossava un completo simile o uguale al suo. Questo voleva dire che lo aveva avuto solo lei? Forse sarebbe stato meglio se ne avesse parlato prima con Tobias. Ora però era decisamente impossibile.
- Non pensi che sia una figata? - le chiese David, scuotendole un braccio per attirare la sua attenzione. Non si era accorta di aver passato tutto il tempo incantata a seguire il sali e scendi dall'ascensore fino a quando il suo amico non le ebbe rivolto la parola. - Cosa? - domandò Brigitte confusa. L'uscita si era ormai svuotata. Mancava un altro gruppo prima del suo. Tutti quei pensieri l'avevano distratta a tal punto da perdere la concezione del tempo. Quei dieci minuti sembravano essersi trasformati in secondi.
- Il fatto che dopo tanto tempo possiamo finalmente uscire di qui. Non credi sia fantastico? - disse commosso il ragazzo non rendendosi conto che di lì a poco avrebbe dovuto affrontare un'esercitazione.
- Sì, certo che lo è - si limitò a rispondere Brigitte, distogliendo lo sguardo e chiudendosi in se stessa per aver sentito un brivido di freddo.
- Tu sarai pure arrivata qui da poco, ma io non ricordo nemmeno quand'è stata l'ultima volta che ho visto il mondo là fuori - le rivelò con rammarico, facendo cenno con la testa verso l'uscita del Cave.
- Mi dispiace....ti andrebbe di parlarne? - gli chiese Brigitte intristita. Forse anche lei avrebbe dovuto apprezzare un po' di più quell' evasione dalla struttura, perchè probabilmente sarebbe stata l'ultima.
- Sinceramente non ricordo bene quel giorno. Dovevo avere circa cinque anni e decisi di scappare di casa. I miei litigavano di continuo e non ne potevo più...e poi non ricordo nient'altro - Brigitte gli diede una pacca sulla spalla senza sapere cosa dire. David che era sempre allegro, aveva anche lui un passato da dimenticare. Riuscì a intravedere tanta tristezza nei suoi occhi. Come poteva un bambino meritarsi tutto questo? E invece è proprio da piccoli che ti tocca affrontare le sfide più grandi che poi ti segneranno per sempre e definiranno quello che sei oggi. Eppure David era riuscito a fuggire dal quel bambino, diventando un bravo amico sempre disponibile e cordiale. Tuttavia a Brigitte dispiaceva che i suoi amici avessero sofferto tanto quanto lei. A volte, ti senti diverso perché vedi le vite degli altri così lontane dalle tue. Ma poi ti accorgi che c'è un filo che le lega tutte e vorresti urlare e chiedere al mondo perchè è così crudele. Anche se in fondo, la sofferenza ti rende più forte. E forse era questo che accomunava gli allievi del Cave. Tutti loro in qualche modo avevano sofferto, perdendo ogni cosa, anche la sensibilità.
- Dai, andiamo - disse loro Rose, che era stata lì per tutto il tempo senza intervenire nella conversazione. Era stata così silenziosa che sembrava non esser stata lì. Intanto loro tre e altri due che non conoscevano, entrarono nell'ascensore che li avrebbe condotti alla via di fuga. Tobias si accodò e insieme emersero finalmente in superficie. Si guardarono intorno meravigliati e ignari di ciò che il Cave avesse nascosto loro fino ad allora. Brigitte finse di essere stupita anche lei per non dare nell'occhio. Guardò per un attimo Rose e vide che un sorriso stava spuntando sulle sue labbra. La luce del sole quasi le faceva brillare gli occhi. Le faceva piacere vederla così serena nonostante sapesse a cosa andavano in contro. Ma purtroppo, non c'era tempo di esplorare l'ambiente circostante visto che il loro istruttore li stava invitando a salire su un pullman nero dove vi era il resto della squadra. Trovarono gli unici posti vuoti avanti e si sedettero lì, mentre Tobias rimase in piedi accanto all'autista. Brigitte aveva l'impressione di averlo già visto, forse a quella fatidica cena. Era un po' anziano e robusto. Provò a ricordare ma aveva la mente completamente annebbiata. Ancora non riusciva a darsi pace per la lettera del Capo. Doveva esserci per forza qualcosa di strano in tutta questa situazione. Decise di chiudere gli occhi per un istante, per darsi un po' di tregua prima della grande missione. Quando li aprì un secondo dopo, rivolse lo sguardo verso il finestrino e vide scorrere davanti a lei quel sorprendente paesaggio. Gli alberi spogli, le foglie e i cespugli sfuggivano ai suoi occhi man mano che il veicolo si spostasse. Tra questi però, riuscì a notare un piccolo cervo. Forse anche lui si era perso e stava cercando sua madre. Intanto, mentre continuava a guardare la natura, le venne in mente un dettaglio della lettera che aveva omesso: "Rimanete sempre in guardia e state attenti a ciò che vi circonda" era stata questa l'ultima frase che aveva comunicato e soltanto due potevano essere le ipotesi. La prima era che il Capo l'avesse detto giusto per dire, e la seconda, era che bisognava prestare davvero attenzione dato che ci avevano messo il loro zampino. Essendo un terrorista cinico e calcolatore, non poteva assolutamente permettersi di dire le cose a suo piacere. E poi, era giunta ad un' ulteriore conclusione : i bersagli dovevano avere a che fare con tutto questo. Jackson era diventato armiere e per di più si occupava di costruire armi, quindi era chiaro che sapesse qualcosa e che avesse voluto dirglielo tramite quella lettera. Di una cosa era certa: doveva stare lontano da quei bersagli una volta identificati. Era la cosa più sicura che poteva fare. Dopodichè giunsero finalmente sul campo di battaglia. Rimasero un po' tutti delusi visto che si trattava di un semplice terreno di campagna. Scesero dal pullman, e Brigitte approfittò di quel momento per tirare un pizzicotto a Rose e catturare così la sua attenzione.
- Che cosa? - le chiese a bassa voce senza che nessuno la notasse. - Non ti avvicinare tanto ai bersagli per colpirli - l' avvertì Brigitte, utilizzando lo stesso tono della sua amica.
- Perchè? - le domandò ingenuamente, mostrando un'espressione abbastanza confusa.
- É difficile da spiegare...fa' come ti dico - replicò semplicemente la ragazza. Si disposero tutti in fila indiana per ricevere il proprio fucile. Venivano distribuiti in ordine alfabetico, quindi erano loro a chiamare. Ogni volta che nominavano qualcuno, le sembrava di sentire il suo nome. Non stava più nella pelle. Probabilmente se un ago l'avesse punta sarebbe scoppiata proprio in quell'istante. Tobias iniziò a consegnare al primo ragazzo, al secondo e poi al ventesimo, al trentesimo, al quarantesimo e infine a lei, che era l'ultima. - Smith - la chiamò nonostante non fosse rimasto più nessuno di loro. Brigitte gli andò incontro con passo sicuro anche se avrebbe voluto sparire dalla faccia della terra. Tobias le affidò l'arma e mentre lo faceva, si sporse un po' di più verso di lei per sussurrarle qualcosa all'orecchio:
- Qualsiasi cosa accada io continuerò a credere in te - la sua voce calda la riscaldava dal freddo di fine novembre. Brigitte arrossì per l'incoraggiamento e dopo avergli sorriso lievemente, andò a mettersi in riga insieme agli altri. Tobias si avvicinò all'intero esercito per dargli le ultime raccomandazioni.
- I vostri fucili sono inattivi adesso. Quando si illumineranno di verde, saranno pronti all'uso. L'esercitazione sarà terminata nel momento in cui si spegnerà quella luce. Sul manico del fucile c'è scritto il numero di frecce disponibili, quindi state attenti a non sprecarle - alcuni di loro, Brigitte compresa, cominciarono ad analizzarlo per capire come fosse fatto. Sembrava quasi un gioiello da trattare con cura. - Come facciamo ad individuare gli obiettivi? C'è un percorso da seguire? - chiese un ragazzo bassino mai visto prima. Sembrava alquanto spaventato.
- No. Il campo è vostro. Aprite bene gli occhi ed esaminate tutto ciò che vi circonda. Chi cerca, trova, non è così? - rispose in segno di sfida Tobias. Qualcuno sbuffò, non apprezzando il suo tentativo di ironia.
- Non è giusto così - controbatté una giovane dai capelli rossi, a dir poco smorfiosa.
- Senti ragazzina, questa è la prova - le rispose scorbuticamente Tobias avvicinandosi a lei.
- Non penso che tu abbia altra scelta se non quella di perdere. Perciò, fammi il piacere di tenere la bocca chiusa. É chiaro? - la zittì subito l'istruttore mentre la poverina distolse lo sguardo. Dinanzi alla sua reazione, anche gli altri rimasero in silenzio. Aspettarono taciturni il tanto atteso momento in cui si sarebbero illuminati i fucili. Brigitte cominciò già a scrutare il posto per poi scattare quando sarebbe finalmente comparsa la luce. Nemmeno a dirlo, notò un raggio verde provenire dalla sua arma. Rivolse uno sguardo fugace a Tobias, e senza perdere tempo si mimetizzò con gli altri nella grande selva. Il cuore le batteva a mille, le gambe correvano senza che lei riuscisse a gestirle, e gli occhi erano ormai spianati. Questo voleva dire soltanto una cosa: la battaglia era appena cominciata.
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