Capitolo 19
"Anche rivelare le proprie ferite può essere considerato un atto di coraggio. Il problema non sta nel mostrare le proprie vulnerabilità ma saperle proteggere e difendere da noi stessi. Nessuno potrà colpirci più forte del nostro stesso ego."
- Dai, andiamo - le disse delicatamente Tobias, mentre le accarezzava ingenuamente il viso e asciugava quelle lacrime che l'avevano totalmente sconvolta.
- Dove? - domandò semplicemente Brigitte, con un tono di voce così innocente che sembrava quello di una bambina. Suo padre l'avrebbe rimproverata per questo suo atteggiamento. Doveva essere sempre forte e pronta a combattere ma soprattutto, non doveva piangere. Le diceva che soltanto le persone deboli piangevano. Lei invece doveva essere diversa: dura come una roccia e spinosa come una rosa. Non doveva essere una perdente. Eppure tutti quei comandi e quei divieti, l'avevano resa soltanto schiava della rabbia. Ora invece aveva capito che pure piangere poteva essere una forma di sfogo e che soprattutto non la rendeva fragile. Anche rivelare le proprie ferite può essere considerato un atto di coraggio. Il problema non sta nel mostrare le proprie vulnerabilità ma saperle proteggere e difendere da noi stessi. Nessuno potrà colpirci più forte del nostro stesso ego. Questo Brigitte lo aveva capito solamente vivendo, perchè fino ad allora, aveva vissuto in una campana di vetro. Sicuramente i sentimenti avevano abbattuto l'armatura che si portava dietro ogni giorno, ma in cambio l'avevano resa più forte anche senza alcuna protezione. - Voglio farti vedere un posto - rispose frettolosamente Tobias mentre le prendeva la mano per uscire dalla sua stanza. Una volta aperta la porta, si guardò intorno nel caso in cui qualcuno li vedesse insieme. Subito si diressero verso quell'uscita che Brigitte aveva notato non appena si era ritrovata nel suo corridoio. Tutto stava succedendo così velocemente che non era capace di interpretare il suo comportamento. Tobias era come lei, così imprevedibile da non riuscire a stare al passo e da non capire mai la mossa successiva. Questo però non faceva altro che incuterle timore perchè quando stava con lui aveva la costante paura che potesse farle del male. Tuttavia in quel momento non aveva altra scelta che seguirlo e farsi trasportare come una foglia trascinata dal vento. Tobias spalancò la grande porta verde e si ritrovarono in una stanza circolare con al centro una cabina nera. Intorno vi erano altre tre porte come quella, dovevano essere altre uscite. Non si soffermò molto sui dettagli dato che in un batter d'occhio entrarono in quel che sembrava essere un ascensore: bastò un solo pulsante per entrarvi e un altro per salire in superficie. Lo spazio che divideva i due era davvero pochissimo. Il cuore di Brigitte iniziò a battere freneticamente e le sue labbra, prima inzuppate dalle lacrime, ora erano secche come se non conoscessero affatto la sensazione di bagnato. La testa le scoppiava senza un motivo. Era talmente confusa da non sapere se la sua agitazione fosse legata al fatto che si stesse allontanando dal Cave. Tante emozioni si stavano mescolando assieme e non era in grado di distinguerle. Non sapeva se fosse ansia, paura, felicità o tristezza. Ogni secondo che passava, si accorgeva che stavano salendo sempre di più e preferiva puntare lo sguardo verso l'alto invece di perdersi negli occhi tenebrosi di Tobias.
Presto si trovarono in quella caverna che dava accesso al Cave. Tobias fu il primo ad uscire dall'ascensore ed emise un sospiro non appena si guardò attorno. Era da un po' che non vedeva la luce del sole anche se in realtà, a differenza degli altri, era libero di uscire quando voleva. Si voltò verso Brigitte e un piccolo sorriso risplendeva sul suo viso. Ammirava estasiata la bellezza di quella grotta, e finalmente, dopo tanto tempo, poteva percepire la brezza mattutina sulla sua pelle. L'aria fresca le scalfiva il viso tanto da farlo diventare rosso, ma questo non le dava fastidio, perchè stava riassaporando il senso di libertà che aveva perduto. Tobias si incantò a guardarla, ed era contento di esser stato il responsabile di quel sorriso. Poi però si ricordò del giorno in cui l'aveva portata lì. Effettivamente lei non poteva conoscere quel posto. In quel momento dormiva beatamente tra le sue braccia come un angelo caduto dal cielo. Era tanto innocente allora quanto adesso e le aveva fatto soltanto del male trasferendola al Cave. La struttura era troppo spietata per lei e pian piano avrebbe continuato a distruggerla, spaccando le crepe che si erano create in lei. Allora si sentì estremamente in colpa. In fondo non aveva mai fatto del bene per nessuno, era bravo solamente a ferire la gente e farle del male costantemente. Cosa poteva farci, lui era così e non sarebbe cambiato. Non avrebbe mai capito le persone, perchè non era capace nemmeno di capire se stesso.
- Davvero ci troviamo fuori dal Cave? - chiese Brigitte incredula. Sembrava aver reso contenta una bambina. Quando non hai nulla è più facile meravigliarsi ed essere felici. Tobias la guardò imbarazzato e si accorse che un flebile raggio mattutino rifletteva nei suoi occhi risaltando quell'azzurro cristallino. Perciò si portò una mano alla fronte per evitare che quel sole continuasse a darle fastidio. Tobias invece, accennò un triste sorriso e proseguì verso l'uscita della caverna aspettando che lei lo raggiungesse. Alla fine di quella grotta, Brigitte vi trovò un panorama più sensazionale: migliaia di foglie tinte di giallo, arancio e poi rosso e marrone, andavano a formare un enorme tappeto variopinto sulla terra spoglia. Istintivamente alzò la testa per ammirare con quei suoi occhioni, gli alberi che la circondavano, ed erano così grandi da farla sentire proprio come una di quelle foglie. I rami nudi invece, si intrecciavano lasciando intravedere il cielo ora azzurro e limpido. Era una di quelle giornate, dopo tanta pioggia, in cui il sole risplende, il cielo è celeste ma il freddo ti fa rizzare la pelle. Brigitte chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dal cinguettio degli uccellini e dall'odore pungente dell'umidità.
- Dobbiamo proseguire oppure ci troveranno - disse Tobias, risvegliandola da quel sogno fugace. Non sapeva perché, ma era tornato ad essere il solito distaccato di sempre. C'era qualcosa in lui che lo rendeva freddo e insensibile. Ma non aveva ancora capito cosa lo turbasse. Insieme ripresero a camminare, scendendo un lungo sentiero. Durante il tragitto, Brigitte era stata al punto di cadere per due volte. La terra era bagnata per via della pioggia e in alcuni tratti, le scarpe restavano intrappolate nel fango come se fossero sabbie mobili. Fortunatamente Tobias non si era accorto di niente, o almeno era quello che pensava lei. Infatti ogni tanto si voltava chiedendole se stesse bene e Brigitte annuiva come se non fosse accaduto nulla. Finalmente dopo una ventina di minuti, giunsero al posto di cui le aveva parlato. Brigitte emise un respiro di sollievo una volta arrivati. Doveva ammettere che quello, era stato il tragitto più imbarazzante della sua vita. Non avevano parlato affatto durante tutto il cammino e questo non aveva fatto altro che peggiorare la situazione. Inoltre aveva la perpetua ansia di cadere ed era proprio questa poi a farla cascare. Si era sempre sentita così sicura, non sapeva perché si era comportata da mocciosa impacciata. Allontanò per il momento quelle ansie, e si dedicò alla meravigliosa vista che aveva davanti. Un piccolo lago rifletteva le rovine di un antico castello. Dovevano trovarsi in una remota zona di Palermo, dato che non l'aveva mai vista. Conosceva ormai bene la sua città, eppure non aveva mai visto qualcosa del genere. - Vieni spesso qui? - domandò Brigitte, scacciando col piede un piccolo sasso. - Soltanto quando ho voglia di cambiare aria - rispose semplicemente l'uomo, perdendosi silenziosamente nello specchio d'acqua che aveva di fronte. E rimase così ancora per qualche minuto fino a quando Brigitte sfilò il silenzio che avevano tessuto fino ad allora. - C'è qualcosa che ti turba, lo so. Pensi di volerlo nascondere, ma i tuoi occhi urlano il contrario - gli fece notare la ragazza, cercando di seguire il suo sguardo fermo.
- Tutti abbiamo qualcosa da nascondere - iniziò a dire il suo istruttore - Guarda questo lago. All'apparenza riproduce l'immagine di un castello, ma in realtà tutto ciò che si cela sotto non ha nulla a che fare con il castello - Brigitte non si sarebbe mai aspettata un simile parere da lui. Forse era proprio questo che stava provando a dirle: non sempre ciò che vediamo è la risposta a quello che stiamo cercando. - Se è davvero come dici tu, sono sicura che questo lago sarebbe più limpido se rivelasse almeno una parte di sé - continuò il suo discorso Brigitte, ma era chiaro che non stessero davvero parlando del lago - C'è un velo sottile che ricopre le persone rendendole più belle, migliori, ma non reali. E se a volte ci disfacessimo di questo velo, sarebbe più semplice comprendere ciò vogliamo veramente da noi stessi - Brigitte e Tobias erano così simili eppure così diversi. Insieme formavano un eclissi, facendo predominare a volte il buio e altre volte la luce.
- Non sempre è facile parlare di sé. Ho sempre tenuto il mio passato stretto, per paura di perderlo - si sincerò Tobias, confidando qualcosa che non avrebbe mai detto a nessuno - Sai non ho avuto un'infanzia felice. Sono cresciuto fino all'età di diciott' anni in un orfanotrofio nelle periferie di New York. Non ho ho mai conosciuto i miei genitori e non so nemmeno chi siano - rivelò finalmente l'uomo, motivando quell'oscurità che continuava a torturarlo. - Mi dispiace - bisbigliò solamente, comprendendo a pieno il vuoto che sentiva - Ma non hai mai provato a cercarli? - Compiuti i diciotto anni ho dovuto lasciare l'orfanotrofio. Non avevo nulla, né un posto dove vivere nè un lavoro. Fortunatamente non durò molto perché il Capo mi trovò e mi portò qui a Palermo, aiutandomi a risollevarmi. Sono passati tanti anni da quando ci conosciamo ma io continuo ad essergli grato - affermò Tobias. Intanto le labbra di Brigitte si chiusero in una smorfia, pensando a come il Capo potesse davvero amare qualcuno e soprattutto si chiedeva come facesse Tobias a riporre tanta fiducia in lui.
- Ed è per questo che si fida di me. La maggior parte delle decisioni le prendiamo insieme - ultimò, confessandole tutto ciò che c'era da sapere su di lui. Brigitte avrebbe voluto fargli migliaia di domande, ma non sapeva se ne fosse davvero il caso. Pertanto decise di porgliene soltanto una, la più importante. - Quella sera al ristorante parlavate di un progetto. Di che cosa si tratta? - Non lo so. É quello che sto cercando di capire. Sicuramente sta architettando qualcosa visto che passa la maggior parte del tempo nel suo studio senza parlare con nessuno - Brigitte annuì senza sapere cosa dire. Scrutò il suo viso cercando di capire se stesse mentendo. Sembrava esser stato sincero anche se non poteva averne l'assoluta certezza. - A volte mi chiedo quale sia il suo scopo. Che senso ha provocare tutte queste vittime? Non so davvero come tu faccia a ringraziarlo. Avresti potuto avere un futuro migliore, qualche famiglia ti avrebbe adottato o ti saresti fatto una vita prima o poi, e così non avresti dovuto sopportare tutto questo - dichiarò disgustata la ragazza, incrociando le braccia e cominciando a sentir freddo. - Il destino non si può cambiare. Questa è ormai la mia strada - disse duramente l'uomo - guardandola ora fissamente negli occhi - Sai, non mi è mai interessato niente del mio futuro. Ho sempre vissuto alla giornata perchè non ho nulla da perdere. Quando ti ho conosciuto ho visto che anche tu eri pronta a morire pur di vendicare ciò che hai perso. Eppure, non penso che tua madre voglia che tu ti sacrifichi per lei - le fece notare Tobias quasi egoisticamente, perché in realtà, anche se non voleva ammetterlo, aveva paura di perderla. - Come fai ad essere così egocentrico? Credi davvero che lo faccia solo per mia madre? Questo animale ha rovinato migliaia di vite, e quel vuoto che mi porto dietro ogni giorno è uguale a quello di tante altre persone che hanno dovuto sopportare la perdita dei propri cari a causa sua! - esclamò come una furia Brigitte, facendogli capire che non avrebbe mai cambiato idea. Non poteva accettare quello che le aveva detto Tobias. Sembrava che per lui quello che stava facendo era del tutto inutile. - Non capisci che così morirai e sarai soltanto l'ennesima vittima? - i suoi occhi neri incrociarono quelli rabbiosi di Brigitte, ed era come se due fulmini si stessero scontrando contemporaneamente. - Tanto morirò comunque! Da quando sono qui, ogni giorno corro un pericolo diverso e se devo morire voglio farlo per una buona causa. Non ho chiesto la tua opinione - disse con amarezza la giovane e marcò le ultime parole, facendogli comprendere che aveva preso già una decisione - Come hai detto tu, il destino non si può cambiare e questo, è il mio destino! - detto ciò, si voltò tornando indietro. Non aveva più voglia di parlare con lui. Aveva perso di vista la ragione per cui era andata a fargli visita. Tobias non poteva risolvere il problema di Rose, perciò se la sarebbe cavata da sola. Non aveva bisogno di aiuto. Brigitte iniziò a camminare velocemente ma lui riuscì a raggiungerla e l'afferrò dalle spalle - Non permetterò a nessuno di farti del male. Okay? - provò a rassicurarla l'uomo - non puoi sprecare in questo modo la tua vita - le disse dolcemente, mentre lei aveva lo sguardo rivolto verso il basso. - Lo stesso potrei dire di te. Tu non sei cattivo. Quindi smettila di obbedire agli ordini di un maniaco e comincia a pensare a te stesso. Non è colpa tua se i tuoi genitori ti hanno abbandonato! - disse alzando lo sguardo e, puntandogli il dito sul petto, gli sputò la verità in faccia. Le parole di Brigitte erano vere ma crudeli. Tobias si sentiva quasi in debito col Capo e pensava che gli avesse fatto soltanto un favore. Invece era solamente uno fra i migliaia di burattini che voleva addestrare al Cave. Nonostante volesse mostrare il contrario, Tobias in realtà era fragile. Gli era sempre mancato l'amore di una famiglia e il fatto che il Capo lo avesse accolto nella sua struttura, gli faceva credere che gli importasse qualcosa di lui. Invece lui voleva soltanto avere un'altra persona dalla sua parte per manipolarlo e renderlo suo schiavo. Aveva ragione Brigitte. Il suo futuro sarebbe potuto essere diverso. Anche se avesse vissuto nella miseria, non sarebbe mai arrivato al punto di uccidere, rapire, picchiare solo per una persona che gli ha dato un tetto sotto il quale vivere. Doveva assolutamente scoprire ciò che stava architettando il Capo per evitare che gli allievi del Cave compiessero il suo stesso sbaglio. Non potevano sprecare la vita per lui. - Hai ragione. Ora dobbiamo andare. Rose ti starà aspettando. A proposito di questo, non preoccuparti farò di tutto per aiutarvi - il tono della sua voce era così dolce che Brigitte non riusciva a capire come in così poco tempo potesse passare dalla durezza alla gentilezza. Si comportava proprio come una sinfonia di Chopin, passando dai toni gravi a quelli più delicati in un batter d'occhio. Era assurdo. Ripresero a camminare, notando che ormai il sole fosse già alto nel cielo. Per tutto il tragitto entrambi rimasero in silenzio. Avevano bisogno di riflettere. Una sola mattina bastò per unire il destino di entrambi. Brigitte non lo sapeva ancora, ma Tobias era disposto ad aiutarla e a rivendicare tutte quelle vite che il Capo continuava ad abbattere senza pietà. Lo doveva fare per gli altri, ma soprattutto per se stesso.
Buona domenica ragazze! Per farmi perdonare, ho scritto un nuovo capitolo per voi. Svelato il mistero su Tobias...che tne pensate? Aiuterà Brigitte nella sua impresa? Fatemi sapere nei commenti. Un bacio 😘
Your Alicia
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