Capitolo 17
"L'oscurità sembrò ricomparire nonostante avrebbe voluto aprire le persiane del suo cuore per fare entrare un po' di luce. Ma adesso era ancora troppo presto per svegliarsi."
Non poteva credere ai suoi occhi. Sembrava che il mondo le stesse letteralmente crollando addosso. In tutti questi anni aveva vissuto in una bolla d'acqua, e adesso, in un solo istante era scoppiata. Avrebbe voluto fuggire da quel mondo crudele e rifugiarsi nel suono del mare. Perchè non pensi che certe cose succedano davvero fino a quando non te le ritrovi davanti, come la pagina di un libro che non vuoi leggere. Ma non sempre si può voltare pagina, a volte devi soffermarti su quella e analizzare ogni singola parola, anche se può ferirti. E fu allora che Brigitte decise di riprendere in mano la situazione reagendo allo spaventoso scenario che aveva davanti. Nessuno si accorse di lei fino a quando le sue mani deboli divennero roccia e strattonarono uno dei suoi due coinquilini facendolo cadere a terra. L'altro che stava semplicemente guardando, quasi si risvegliò dal sogno che stava vivendo. Perchè fare del male ti fa sentire forte e potente, quando in realtà sei soltanto un vigliacco. Non si dovrebbe provare piacere a vedere una persona soffrire, ma come si fa a fuggire da chi vuole farti solo del male? Dove si trova la forza smarrita dopo esser stata schiacciata dal dolore? Brigitte avrebbe voluto dare una risposta a tutte queste domande, ma non era il momento giusto di pensare. Afferrò la mano della sua amica, come se la stesse salvando dalle grinfie di un mostro cattivo. Forse era davvero così. Scapparono immediatamente da quei serpenti, ma Brigitte non riusciva nemmeno a guardare Rose in faccia. Si sentiva colpevole per quello che era accaduto, per aver pensato che l'unica a soffrire lì, fosse lei. E invece, c'era chi si teneva il dolore a denti stretti come la sua compagna di stanza. Avrebbe voluto portarla in un luogo lontano, dove nessuno l'avrebbe più toccata. Brigitte era ormai in preda al panico, non sapeva dove andare. Nessun angolo di quella struttura poteva essere abbastanza sicuro in quel momento. Inoltre, vedere tremare Rose come una foglia non aiutava. Chiuse per un attimo gli occhi e provò a tranquillizzarsi. Allora si ricordò di suo padre che sin da quando era bambina le diceva di mantenere la calma anche nei momenti peggiori. E quasi istintivamente, le venne in mente la camera in cui era stata un'ora prima con Jackson. Sicuramente non era il posto adatto, ma non poteva fare altrimenti. Perciò strinse ancor più forte la mano della sua amica, trascinandola nel luogo più speciale della struttura. Camminavano rapidamente per evitare di incontrare qualcuno, ma in realtà volevano soltanto fuggire, o meglio, dissolversi completamente.
Una volta arrivate, la mora l'abbracciò come avrebbe fatto una qualsiasi sorella. Per la prima volta nella sua vita, Brigitte sentì di doversi prendere cura di qualcuno, di dover aiutare Rose a rifiorire.
La ragazza rimase impassibile, così impaurita da poter reagire. I suoi occhi color nocciola erano ora vitrei, incapaci di piangere. Al contrario del suo cuore, ormai prosciugato dalle troppe lacrime versate. Brigitte provò a superare quel suo sguardo assente e a leggere con empatia le sue emozioni. Cercò di andare oltre quei lividi che le avevano sporcato lo zigomo sinistro del viso, le braccia e soprattutto il cuore ormai divenuto violaceo. Eppure era difficile non soffermarsi su quei dettagli che avevano fatto di lei un essere indifeso. Si adagiarono sul parquet, come se rimanere in piedi fosse diventato faticoso. Anzi, come se vivere lo fosse. Brigitte le circondò le spalle con un braccio, e con una mano le accarezzava i capelli dorati, ora scompigliati e mossi, come spighe di grano scosse da un venticello estivo. Peccato che l'inverno era appena giunto e l'estate non sarebbe tornata ancora per molto tempo. Passarono lunghi minuti di silenzio, che sembravano ormai ore. Brigitte non faceva altro che contemplare la sua amica e avrebbe tanto voluto che le mostrasse la tempesta che aveva dentro. Perché sapeva che c'era. Riusciva addirittura a sentire il frastuono dei tuoni provenienti dal suo cuore. Per quanto potesse esser difficile, sperava che tirasse fuori quei demoni dalla sua testa. Allora decise di essere la prima a parlare. Se avesse cominciato lei a dire qualcosa, forse sarebbe stato più semplice per Rose esprimersi. Così spezzò quella quiete straziante che supplicava in ginocchio di essere interrotta.
- Sai una cosa? - Al richiamo della sua amica, Rose si voltò appena nella sua direzione temendo il seguito del discorso - da piccola pensavo che i sassi fossero dei comuni essere viventi, ma che non lo davano a vedere perchè avevano paura di noi umani. Infatti per un periodo la mia casa era sommersa di pietre. Alcune le lasciavo sul pavimento della mia camera e la notte mi svegliavo per controllare se fossero ancora lì. Ho smesso di farlo quando ho capito che non si sarebbero mosse nemmeno per un milione di euro - La voce di Brigitte era roca, come se avesse parlato per tanto tempo ma in realtà era come se non fosse più abituata a farlo. Dinanzi alle sue parole, Rose accennò un lieve sorriso, forse per educazione. Brigitte era consapevole che in un momento come quello i suoi sassi erano l'ultima cosa a cui stesse pensando quella ragazza. Eppure, le sembrava la soluzione migliore per distrarsi un attimo dai grandi dolori della vita. Per questo a volte le piaceva tornare bambina, rimembrando gli anni in cui credeva che il mondo fosse ancora il posto migliore in cui vivere.
- Io ricordo quando da piccola non vedevo l'ora che arrivasse la mattina del trentuno dicembre per poter assaggiare i deliziosi cannoli di mia madre - disse Rose ad occhi chiusi, facendo riaffiorare poco a poco il ricordo di un'infanzia perduta - Ogni volta me li mangiavo quasi tutti io, e quando si accorgeva che erano quasi finiti cominciava a inseguirmi con un mattarello in mano - continuò a raccontare mentre un sorriso iniziava a dipingersi sul volto. A volte sognare aiuta ad allontanarti dagli incubi. E alla fine dei conti era quello che stava tentando di fare Rose: ricordarsi che la vita non è fatta solo di cose brutte. - Ma ogni anno lo faceva sempre con uno diverso dato che li rompeva tutti - proseguì, come se ogni secondo che passasse fosse così prezioso da permetterle di ricordare il periodo più bello della sua vita. Quella comica scena suscitò una piccola risata in Brigitte, che immaginò una bambina vivace scappare per non essere picchiata dalla madre. Quanto avrebbe pagato per avere un ricordo come quello. Ma neanche i soldi avrebbero potuto comprare l'esistenza di una madre. Allora Rose iniziò a ridere, come se fosse stata contagiata dalla sua amica. Sembrava una risata spensierata, ma in realtà era più uno sfogo. Dicono che ridere sia il sospiro dell'anima, ti fa essere felice anche quando non hai un motivo per esserlo. Tuttavia, tutto poi ritorna come prima. Infatti un attimo dopo, Rose si sentì di nuovo sprofondare come se stesse cadendo dall'ultimo piano di un grattacielo. L'oscurità sembrò ricomparire nonostante avrebbe voluto aprire le persiane del suo cuore per fare entrare un po' di luce. Ma adesso era ancora troppo presto per svegliarsi. Ci voleva ancora del tempo affinché uscisse da quel coma e iniziasse a vivere. Probabilmente, aveva bisogno di confidarsi per riprendere vita. Pensava che se si fosse confidata con qualcuno, parte del dolore sarebbe volato via. Non poteva più tacere. Doveva urlare il silenzio che aveva mantenuto sin da quando era al Cave. - A volte crediamo che accettare tutto ciò che ci capita nella vita voglia dire essere forti - enunciò Rose, con gli occhi rivolti verso la famosa scultura di pietra. Adesso più che mai, erano come un fuoco acceso in piena notte. Ardevano di rabbia. - Sei sicura di volerne parlare? - chiese timidamente Brigitte, ammirando il coraggio
- Sì. Anzi, avrei dovuto farlo prima. Mi sarei dovuta ribellare sin da quando ho messo piede qui dentro. Ma mi sentivo tanto inutile e sola. Non avevo più una famiglia, degli amici. Non sapevo più chi ero. Ed è così che sono diventata il loro fottuto burattino - affermò la ragazza in preda alla disperazione. Quelle parole uscivano dalla sua bocca come il sangue che sgorga da una ferita. Si passò nervosamente una mano tra i capelli, mentre le lacrime scendevano velocemente come pioggia a catinelle. - Tutto è iniziato tre anni fa. Dovevo andare ad una cena con il mio fidanzato per il nostro primo anniversario. Ricordo che in quel periodo mi sembrava di toccare il cielo con un dito. E invece persi completamente la testa, quando il ragazzo che avrebbe dovuto amarmi, mi consegnò a loro. Mi sento così sciocca per esserci cascata - disse con fare rassegnato senza smettere di piangere. - Non devi fartene una colpa. Non sei tu la responsabile della loro cattiveria - la consolò Brigitte, prendendole dolcemente la mano. - Ma lo sono di me stessa. Ho sempre pensato al bene degli altri ma mai al mio. Ho perso tutto: i miei parenti, i miei amici, la mia vita, la mia dignità e soprattutto la vecchia Rosalia. Non è rimasto più niente di me...e la colpa è solo mia! - urlò tra un singhiozzo e l'altro, mentre le sue parole riecheggiavano in quella stanza quasi vuota. Brigitte doveva dirle qualcosa per sollevarla ma non era affatto brava con i discorsi. Tuttavia, riusciva a sentire sulla sua stessa pelle tutto ciò che stava provando Rose, come se le stesse lasciando un marchio indelebile.
- La colpa è solo mia se hanno pensato di potermi prendere in giro. E ci sono riusciti. Mi sono mostrata così indifesa e impacciata, che non ero capace di combattere come gli altri. Ero talmente ingenua che non avrei fatto del male nemmeno ad una mosca. Questo posto è soltanto per chi è forte e io...sono finita nel luogo sbagliato - a volte si fermava mentre raccontava. Come se le parole venissero tirate da un pozzo con una fune. Era la prima volta che diceva a qualcuno ciò che le era successo. Forse perchè Brigitte era l'unica persona di cui poteva fidarsi veramente. - Se fossi stata debole, non saresti ancora qui. Invece sei coraggiosa. Non è facile rivelare ciò che fa male - la rincuorò Brigitte, cercando di infonderle speranza. Infatti Rose accennò un sì con la testa, come se avesse avuto la carica necessaria per terminare il discorso.
- Il peggio è arrivato quando hanno deciso che io non valevo nulla e per questo volevano uccidermi. Non mi avrebbero mai riconsegnato alla mia famiglia perché temevano che io svelassi i loro segreti. E fu allora che, disperata, accettai di tutto pur di continuare a vivere. Iniziarono a trattarmi come una prostituta. Ogni notte la passavo con un uomo diverso e tutto sentivo tranne che piacere. E sempre ogni notte, sentivo di perdere un pezzo di me - disse, portandosi le mani al viso per coprirsi dalla vergogna. - Nell'ultimo periodo poi, sono diventata la marionetta dei nostri attuali coinquilini. Recentemente però, dicevano che non riuscivo più a soddisfarli come prima. Perciò hanno iniziato a picchiarmi. Dicevano di provare piacere nel vedermi soffrire, nonostante cercassi di nasconderlo - finalmente concluse Rose tutto d'un fiato, calcando sulle ultime parole . Non ce la faceva più a tenersi tutto dentro ma anche parlare le risultava difficile. Non è facile spogliarsi dei propri segreti e rimanere vulnerabili agli occhi degli altri. Ma ormai, non aveva più nulla da perdere. Sentiva il bisogno di liberare quella parte di sé che aveva serrato per troppo tempo. - Rose, non mi interessa sapere altro. Sappi che io sto, e starò sempre dalla tua parte. Ne usciremo insieme da qui, te lo prometto - dichiarò convinta Brigitte, con un motivo in più per lottare. Doveva trovare per una buona volta quel maledetto Capo. La voglia di annientarlo e farlo fuori si faceva sempre più forte, anche se sapeva che non ce l'avrebbe mai fatta da sola. Fortunatamente aveva un'amica che l'avrebbe accompagnata in questa avventura. Ora come ora, dovevano dire addio al passato, tirare una linea e andare a capo.
Buon domenica ragazze! Lo so, forse ora mi starete odiando per questo capitolo. Ma sono dell'idea che questi problemi vadano trattati. Un libro non deve essere solo piacevole, ma deve anche educare e trasmettere emozioni. Spero di esserci riuscita! Fatemi sapere nei commenti ;)
Un bacio :*
Your Alicia
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