Capitolo 15
"Come se entrambi stessero sfogando la loro rabbia, il loro dolore in quel bacio. Entrambi stavano cercando di appropriarsi del dolore altrui, di non farlo pesare all'altro"
- Per oggi abbiamo finito - enunciò Tobias, quasi ritornando dal suo stato di trance - Vi ricordo che oggi verrà celebrato il 17° anniversario del Cave. Siete pregati di non mancare. D'altronde, è l'unico evento che festeggiamo durante tutto l'anno - continuò lui, attirando l'attenzione dei suoi allievi. Essendo il loro allenatore, riusciva ad avere il pieno controllo su tutti. Per di più, era sempre molto chiaro e diretto. Qualità non facili da avere, ma non difficili da sviluppare.Quando Tobias finì di parlare, la folla di giovani formatosi attorno a lui si disgregò immediatamente e Brigitte non fece altro che seguire Jackson, il quale stava cercando in tutti i modi di evitarla.
-Oh, andiamo, che è successo tra te e Tobias? - gli chiese la ragazza senza troppi giri di parole, afferrandolo da un braccio. Aveva visto le occhiate minacciose che si scambiavano, e il desiderio di sapere cosa fosse accaduto al suo amico la logorava sin da quando si erano ritrovati.- Niente. Non è successo niente - dichiarò Jackson, scandendo ogni parola a denti stretti. Poi, si voltò, continuando a percorrere il corridoio che lo portava alla sua camera.
- Non penserai che io ti creda. Ti comporti così da quando ti ho chiesto dei lividi che hai sul volto - sbottò Brigitte acidamente, iniziando a perdere la pazienza.
- E va bene... - proferì Jackson, e questa volta fu lui a strattonarla dal braccio e a dirle di seguirlo nella sua stanza.
- So che ora penserai che sono un orgoglioso, un codardo, un vigliacco e tutto quello che vuoi - fece lui, chiudendosi la porta alle spalle - ma non ce l'ho fatta - pronunciò piano quelle ultime parole che risuonavano impotenti e insicure.
- Non ce l'hai fatta a fare cosa? - insistette lei, tentando di estrapolargli la verità.
- A venirti a cercare stanotte. Non avrei mai voluto lasciarti in pasto a quei maiali. Non te lo meritavi e non te lo meriti tutt'ora - il suo sguardo sembrava quello di un cagnolino impaurito, o semplicemente quello di un ragazzo che si sente in colpa per non aver aiutato la persona che ama.
- Non ho mai pensato che fossi un codardo. E non ti faccio una colpa per non essere venuto a cercarmi. D'altronde, non penso che avresti potuto fare molto.
Brigitte si avvicinò a lui, ancora appoggiato alla porta, e gli prese dolcemente la mano. La guardò per qualche secondo, e gliela accarezzò piano scoprendo come fosse forte e grande. Lui si irrigidì a quel contatto, ma quasi si sciolse quando la mano della giovane sfiorò il suo viso soffermandosi su quelle macchie violacee e verdastre che gli coloravano la guancia destra e poco più su. Le toccò delicatamente per paura di suscitargli dolore. Ma l'unica cosa che gli provocò fu sollievo. Il sollievo che si sente quando hai finalmente superato il dolore.
- E questi ematomi? - domandò Brigitte, sentendo che mancava ancora un tassello del puzzle.
-C'è una cosa che non ti ho detto. Durante la notte, mi ero alzato perché volevo trovarti. Non riuscivo a dormire sapendoti in pericolo. Ma quando ho provato a farlo... - si interruppe, perché ciò che stava per dire avrebbe potuto ferirla. O meglio, avrebbe potuto ferire lui e il suo orgoglio - Tobias mi ha steso - concluse semplicemente, senza andare troppo nel dettaglio. Aveva gli occhi lucidi, velati da quelle lacrime che rimangono intrappolate quando non vogliono uscire. Brigitte si mise in punta di piedi, e gli scoccò un profondo bacio. Le loro lingue si intrecciarono cercandosi disperatamente, mentre le mani del ragazzo le cingevano con forza il bacino per avvicinarla più a sé. Brigitte gli avvolse il collo con le sue candide braccia e per la prima volta, si sentì più leggera. Come se entrambi stessero sfogando la loro rabbia, il loro dolore in quel bacio. Entrambi stavano cercando di appropriarsi del dolore altrui, di non farlo pesare all'altro.
Per quanto potesse sembrare banale il gesto di Jackson, Brigitte sapeva perfettamente come si sentiva. Anche lei provava quello sconforto, al pensare che fino a quel momento non aveva fatto niente per rivendicare sua madre. E ora che era a un passo dal Capo, si sentiva troppo impotente per agire.
Quel bacio sembrava non aver fine. Entrambi lo bramavano ormai da tempo. Lo sentivano nei loro cuori che ognuno aveva bisogno dell'altro. Eppure quel magico momento venne subito spezzato dalle parole di Jackson.
- Ora mi dirai tu cosa ti è successo? - le chiese teneramente. Brigitte sapeva chiaramente che prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella questione.
- Ricordi Mike? Lui lavora qui. Come punizione, avrebbe dovuto frustarmi - iniziò a dire la ragazza, ma si fermò quando vide gli occhi del giovane chiusi e le sue labbra serrate come se lo aiutassero a trattenere la rabbia.
- Ehi, tranquillo. Non è successo niente di tutto ciò. Per fortuna mi hanno liberato, prima che lo facesse - spiegò lei, velocemente prima che quel racconto potesse amareggiare tutti e due.
- Chi ti ha liberato? - domandò lui, anche se in realtà sembrava già lo sapesse.
- Tobias. Poi mi ha riportato subito qui - tagliò corto Brigitte, per evitare di continuare a mortificarsi.
- L'importante è che ora siamo insieme. Quel che è passato, è passato. Lasciamoci tutto il resto alle spalle, per piacere - quasi lo supplicò Brigitte, sussurrandoglielo all'orecchio. E fu quando stavano per darsi un altro bacio, che qualcuno bussò alla porta. I due giovani sussultarono imbarazzati e sistaccarono immediatamente. Brigitte si spostò e si sedette rapidamente su una delle loro brande e cominciò ad attorcigliarsi una ciocca di capelli, con noncuranza. Intanto, entrarono i coinquilini di Jackson facendo un gran baccano.
- Ehi, chi si rivede! Stasera ci sarà da divertirsi. Venite, vero? - fece un ragazzo dalla pelle scura. Lo guardò meglio ed era quello che in palestra si era rivolto a Tobias. Era il quarto coinquilino che non aveva ancora conosciuto.
Brigitte e Jackson si scambiarono un'occhiata veloce, ma non risposero.
- Ma che è successo qui! Sembra un mortorio. Comunque, il mio nome è David ma puoi chiamarmi come vuoi, tesorino - si presentò alla giovane, con fare molto espansivo. Solitamente non amava le persone che si prendevano la confidenza così facilmente. Eppure stranamente, quel ragazzo le stava simpatico. Jackson non poteva dire lo stesso visto che lo stava trucidando con uno sguardo feroce. Evidentemente pensava che ci stesse provando. Ma per Brigitte, era più un'amica che un amico. Era esuberante e affascinante con quegli occhiali da sole, ma soprattutto aveva modi decisamente femminili. Quindi sin dal primo momento, escluse il fatto che stesse flirtando con lei e gli sorrise quando si presentò.
- Io sono Brigitte. Piacere di conoscerti.
-Il piacere è tutto mio! Allora venite o no? È l'evento dell'anno, non potete mancare! - continuò David, con la sua vivacità. Sembrava sprizzare felicità da tutti i pori. Forse avrebbero dovuto apprendere qualcosa da lui.
- Smettila David, la starai spaventando - intervenne Jackson, sembrando il più distaccato possibile e cercando di nascondere la sua gelosia.
- Scusalo, si comporta sempre così quando c'è una festa - lo difese Christian, mentre si cambiava una maglietta lasciando intravedere il busto scoperto.
- Ma no, non ha fatto nulla di male. Forse è meglio che vada. Ci vediamo stasera allora - replicò Brigitte scoccando un'occhiata veloce a Jackson mentre usciva dalla camera.
- Sembra che oggi qualcuno abbia fatto colpo - affermò Marco dandogli una pacca sulla spalla.
- Dai Jackson, raccontaci quello che è successo! Quella ragazza è un vero amore - si intromise David con noncuranza mentre sceglieva cosa indossare per la grande serata.
- Lasciatela stare - disse il giovane digrignando i denti prima di sbattere la porta e andarsene. Non era solito essere così scorbutico con nessuno. Eppure più passava il tempo, e più gli eventi della vita lo costringevano ad esserlo anche contro la sua volontà.
Quando Brigitte rientrò in camera, trovò finalmente Rose ad aspettarla. Era dalla sera precedente che non la vedeva ed era piuttosto silenziosa. Quasi non si accorse della sua presenza. Pertanto, richiamò la sua attenzione salutandola.
- Ehi, tutto bene? - rispose con aria preoccupata probabilmente per quello che era successo il giorno prima.
- Benissimo - contestò Brigitte con un sorriso sul volto. Non era ironica anzi, stava bene davvero -Tu, piuttosto...come stai? Non ti vedevo da ieri sera, ti è successo qualcosa? - le chiese incerta, sperando di non risultare troppo invadente.
-Ho avuto parecchio da fare - replicò Rose, titubante. Aveva uno strano brillio negli occhi, forse lo stesso di quella sera all'hotel - Comunque ti è arrivato un pacco - sviò il discorso, facendo riferimento ad una confezione posta proprio sul suo letto.
La ragazza si avvicinò e prese tra le mani quella scatola argentata avvolta da un fiocco rosa. L'aprì con cura, cercando di non rovinarla. Al suo interno vi era un tubino di seta rosa cipria con delle sottilissime bretelline e uno scollo a V non molto profondo. Lo annusò, affondando il viso in quel vestito dal profumo inebriante. Non aveva nulla a che vedere con il Cave e con l'odore di sudore e metallo che erano costretti a indossare sulla pelle ogni giorno.
Sotto l'abito, c'era un piccolo pacchetto che non aveva notato prima: una bellissima collana d'argento con un diamante nero. In tutta la sua vita non aveva mai prestato attenzione all'abbigliamento e ai gioielli. Tuttavia da quando era lì aveva perso completamente la sua femminilità e ritrovarla, fu un po' come ritrovare anche una parte di sé.
- Starai benissimo con quel vestito - le disse sinceramente Rose, prendendolo e appoggiandolo sulla sua figura - Sarai favolosa - Brigitte arrossì per il complimento e subito dopo qualcuno bussò alla porta.
Andò ad aprire e trovò un'ulteriore scatola dorata collocata sul pavimento. Questa era più piccola rispetto a quella dell'abito. Non perse tempo, e sfilò rapidamente il fiocco rosa che la richiudeva. Doveva esser stata la stessa persona a mandargliela.
Dentro c'erano delle décolleté nere lucide che si abbinavano perfettamente con la collana.
-Ora hai praticamente tutto. Per il trucco e parrucco me la vedo io! - affermò Rose, con un sorriso a trecentosessanta gradi che le spuntava sul volto.
Se non fossero state rapite e non vivessero in un centro d'addestramento sotterraneo, Brigitte e Rose sarebbero state semplicemente due amiche che si preparavano per una festa e che dovevano preoccuparsi solamente di apparire desiderabili agli occhi dei ragazzi. Esclusivamente per quella sera, omisero quei particolari e si concentrarono completamente sul loro aspetto e per quanto fosse possibile, provarono semplicemente a comportarsi come due amiche che si divertono insieme.
- Buonasera a tutti membri del Cave. Soltanto 17 anni fa, il sogno di realizzare questo posto è divenuto realtà e noi ricordiamo con orgoglio quel giorno - esordì Tobias, su un palco che avevano montato appositamente per quel giorno - Vita lunga al Cave, e soprattutto al Capo! - dichiarò, sollevando un flûte di champagne mentre gli altri fecero lo stesso. La sala era ormai gremita di ragazzi che esultavano e urlavano, acclamando il Capo e anche Tobias.
Brigitte non riusciva a credere come potessero avere tutta questa stima per coloro che li avevano decisamente strappato il futuro. Intanto, se ne stava in piedi da sola sorseggiando il suo spumante e aspettando che Rose si prendesse qualcosa da bere.
- Sei un incanto - le bisbigliò qualcuno all'orecchio, prendendola per i fianchi.
Brigitte sussultò a quel contatto così ravvicinato e il suo cuore cominciò a battere forte. Si voltò, ritrovandosi Tobias davanti.
- Sapevo che sarebbe stato perfetto per te - le disse accostandosi a lei. Quando aveva ricevuto quei pacchi, Brigitte non aveva pensato a chi fosse stato tanto gentile da farle dei regali. Intanto lui osservava stupito come quel tubino di seta ammantasse perfettamente il suo corpo magro ma muscoloso e di come quel diamante nero richiamasse i suoi occhi azzurri accentuati da una linea di eyeliner. Poi le prese la mano facendole fare un giro su se stessa. Brigitte rimase tesa per tutto quel tempo, temendo che Jackson potesse vederla con lui.
Tobias ignorò completamente la sua rigidità e l' attirò verso di sé per ballare un lento. Fino a quel momento non si era nemmeno accorta che avevano messo la musica. Era talmente dolce e sottile che quasi le parve di non sentirla.
- Non ti dispiace se balliamo, vero? - le mormorò all'orecchio, e per la prima volta la sua voce sembrava più delicata. Brigitte non rispose, rimanendo impalata come una statua di pietra. Fu quando cercò di parlare, con le labbra schiuse, che l'uomo l'anticipò:
- Lo prendo come un sì - troppo tardi pensò la giovane. Ci aveva messo troppo tempo a rispondere e questo la mandava in fumo. Doveva staccarsi da lui sin da subito, ma non l'ha fatto. Doveva rifiutare la sua richiesta, ma non l'ha fatto. Si sentì così sciocca per non essere riuscita a resistere al suo fascino.
Le mani robuste e possenti di Tobias le circondavano i fianchi con sicurezza mentre le sue, incerte, afferravano appena le sue spalle senza provocare alcuna pressione.
- Vedo che non avete badato a spese - constatò Brigitte, riferendosi alla festa. Effettivamente la palestra, che era la sala più grande del Cave, era stata allestita tanto da non sembrarlo. Ad un angolo, vi era un buffet lungo almeno cinque metri e accanto un tavolo per i drink.
Brigitte non aveva mai bevuto tanto da ubriacarsi: l'alcol offusca la mente e lei voleva rimanere sempre lucida. Tuttavia poteva scommettere che qualunque cosa avesse chiesto, gliel'avrebbero offerta senza problemi. Migliaia di bottiglie di differente colore e dimensione giacevano alle spalle del barman. Incredibile pensò.
Dal soffitto invece, scendeva un raffinato lampadario di swarovski mentre sparse qua e là vi erano delle lanterne bianche illuminate soltanto da dalle candele. In quel momento infatti, quelle luci spiccavano nel buio conferendo un'atmosfera un po' troppo romantica considerando il posto in cui si ritrovavano. Anche le pareti erano diverse poiché rivestite da una carta da parati bordeaux che ricopriva quelle grigie e sporche della palestra.
- Il Cave è la nostra priorità - rispose Tobias - così come lo sono gli ordini del Capo.
- Quindi mi vorresti dire che rapire ragazzi e rovinar loro la vita è la vostra priorità? - domandò Brigitte con più impeto rispetto a prima.
- Io non la metterei così. Ci sono giovani che prima di iniziare a far parte del Cave vivevano per strada. Non avevano un lavoro. Non avevano una famiglia e noi li abbiamo dato un futuro. Siamo stati alquanto generosi.
- Semplicemente avete deciso voi il loro futuro senza dare la possibilità di scegliere. E questo non ha nulla a che vedere con l'essere generosi - dichiarò Brigitte senza batter ciglio; e con queste ultime parole si separò bruscamente da lui, spintonandolo leggermente. Non si era ancora arresa al fatto di passare il resto della sua vita lì dentro. Con quegli occhi iniettati di sangue, cercava vendetta: per sua madre, per suo padre, per lei...e per Jackson.
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