53. La freccia d'oro
Stiamo preparando la cena per capodanno, tutti danno una mano, ovviamente tranne i ragazzi. Sto affettando una cipolla e gli occhi iniziano a lacrimare, poco dopo vicino a me compare Jacob con l'aria preoccupata, «Perché piangi?» Io con il coltello, in risposta, indico il tagliere sul quale c'è una cipolla tagliata a rondelle. Lui annuisce e mi fa cenno di seguirlo in camera sua. Mi lavo un attimo le mani prima di seguirlo.
Appena chiudo la porta non mi dà nemmeno il tempo di voltarmi che mi blocca la schiena contro l'asse di legno e poi con estrema delicatezza posa le labbra sulle mie, sono alla sua mercé, ho ancora i polsi bloccati dalle sue grandi mani. Dalla bocca passa a baciarmi la mandibola e poi sotto l'orecchio, mi fa venire i brividi. Boccheggio e ansimo, ogni sua carezza, ogni suo bacio mi mozzano il respiro. Torna a baciarmi le labbra, ma in modo un po' più aggressivo, lo assecondo, mi morde il labbro inferiore e vengo catapultata nel passato.
Jacob:
Le sto mordendo il labbro inferiore, «Lasciami» ansima. Io non riesco a capire e continuo a baciarla, in un attimo si dimena e mi spintona sul petto. La lascio subito, la guardo senza capire il motivo dei suoi gesti. Ha il fiato corto, ma respira sempre più superficialmente, «Sasha?» Tento di avvicinarmi, ma lei alza una mano, si posa l'altra sul petto e stringe forte la maglietta, si porta le mani in fronte e si lascia scivolare con la schiena vicino alla porta sedendosi infine a terra. Non riesco a capire cosa stia succedendo. Mi inginocchio con un po' di distanza e la guardo, ha gli occhi pieni di: panico. Cosa ho potuto fare che l'ha mandata in tilt? E' totalmente succube della paura. Forse quando le ho preso tra i denti il labbro, ma sono sicuro di non averla fatta male, l'ho solo tirato, però delicatamente... Forse non sono il primo a farglielo, forse prima di me glielo ha fatto Thomas.
«Sasha parlami» sussurro, lei mi guarda, ma non mi vede realmente, mi fissa come se stesse cercando di vedere qualcosa che non c'è, ma che dovrebbe esserci. Le tocco una mano, lei non la ritrae. Il respiro lentamente le torna normale e sbatte le palpebre ripetutamente prima di sospirare e rivolgermi uno sguardo profondo. La leggo la paura negli occhi, ma non paura di me, timore che quel che è accaduto abbia cambiato qualcosa tra me e lei. Annuisce e distoglie lo sguardo dal mio volto, fa per alzarsi tuttavia le blocco l'uscita. Una singola lacrima le riga la guancia, bagna la pelle lentamente, percorre la gota con una certa decisione, come se volesse segnare quella cute giovane che tanto amo. Non so cosa possa aver capito dal mio sguardo, ma non lascerò che dei ricordi mettano fine alla nostra relazione, quella per la quale sono cambiato o almeno ci ho provato, «Non scappare, sia io che tu lo abbiamo fatto troppe volte, ma adesso basta, insieme possiamo farcela, insieme possiamo cancellare quei ricordi e sostituirli con altri stupendi».
Le bacio la guancia proprio dove la lacrima si stava soffermando di più. Lei chiude gli occhi facendo cadere altre lacrime, io le asciugo nello stesso modo: con le labbra. Quando le sue guance non sono più rigate da gocce salate, le quali hanno lasciato spazio ad un leggero rossore, lo stesso che si può notare sul volto di un bambino innocente, mi osserva da sotto le lunghe ciglia scure, sorride e faccio lo stesso anche io. Sentiamo bussare, lei si allontana un po' per permettermi di aprire, è Nick, oh cazzo! No, dico sul serio, oh cazzo!
«Sasha ci lasci soli per favore?» Lei annuisce, il biondo sta usando tutta la delicatezza con lei ma so che non sarà altrettanto gentile con me.
«Grandissima testa di cazzo che intenzioni hai?» Chiede minaccioso il ragazzo, appena la sua amica chiude la porta.
«Nicolas, sai cosa provo, non le farei mai del male».
«Mi prendi per cretino, secondo te non ho notato i suoi occhi arrossati?»
«Ha ricordato qualcosa mentre ci stavamo baciando».
«Ah, quindi già state insieme?» Annuisco, non avrei potuto fare altrimenti, è troppo astuto. Vedo il suo cipiglio farsi più minaccioso, «Non reagire in questo modo, dovresti essere contento».
«Io contento?!» Sbraita, mi preparo sulla difensiva aspettandomi il peggio... Che però non arriva, scoppia a ridere, lo guardo sbalordito. «Sono felice per voi e non vi preoccupate, terrò il segreto». Tiro un sospiro di sollievo. D'un tratto serio esclama minacciosamente «Ma se fai lo scemo non esiterò a staccarti le palle e fartele ingoiare». Io dichiaro «Ricevuto il messaggio». Usciamo insieme, dato che Sasha non è sul divano chiedo a Sam dov'è, lei indica la veranda.
Fa davvero freddo, c'è poca neve a imbiancare il pavimento, lei ha il cappuccio sulla testa e una nuvola di fumo si forma vicino al suo volto, non mi ha sentito arrivare. Appena mi scorge, sorride «All'apparenza sembri tutt'intero», sorrido e chiedo «Sapevi che mi avrebbe fatto quel discorso? Ma certo, ah e grazie per l'aiuto, hai sacrificato te stessa per fermarlo. Comunque mi ha confidato che è felice». Lei sghignazza e dubbiosa dice «Sicuro? Neanche una minaccia?» Io rido, lo conosce proprio bene, annuisco e guardo il panorama: la luna argentea è alta dietro gli alberi.
«Perché stai fumando?» Chiedo distrattamente, lei mi squadra e poi getta a terra la sigaretta, la calpesta e la va a buttare nel posacenere; nel mentre, un piccolo sorriso di vittoria mi increspa le labbra. «Avevo bisogno di fare qualcosa che mi facesse rilassare un po'». Mi volto e domando «Ha funzionato?» Lei scuote la testa lentamente. Dopo un po' sussurro «Parlane con me», lei sembra titubante, ma poi inizia «Non lo so di preciso come, ma ogni tanto è come se ritornassi a vivere lì... Ed è così reale che penso che questo sia tutto un sogno». Sentiamo la porta di vetro sbattere e ci voltiamo di scatto, «Ragazzi mancano dieci minuti!» Esclama Michael.
Sasha:
Entriamo dentro, sul bancone già sono allineati i bicchieri per lo champagne. Inizia il conto alla rovescia io e Jake abbiamo gli occhi incastrati, tutti si baciano, io sorrido e lui posa le labbra sulle mie. Appena ci stacchiamo posso leggere lo stupore su tutti i volti, e per confermare il gesto Jacob mi attira a sé e mi posa un bacio sulla testa. Brindiamo e ci scambiamo gli auguri, ci prepariamo ad uscire.
Indosso un abito rosso che mi arriva al ginocchio, in vita è presente una cintura sottile di paillette, per il resto è semplice. Betty mi aiuta a fare una treccia che parte dalla fronte, mi trucco poco, giusto un filo di mascara e un po' di lucidalabbra. Stranamente Jacob indossa una camicia bianca, mi prende per mano, io sto per lasciarla, ma ricordo che gli altri lo sanno. Andiamo tutti in macchina, per viaggiare in moto fa troppo freddo. La città è completamente illuminata, sembra quasi giorno per quanta gente passeggia sui marciapiedi. Mi stringo nella pelliccia nera, e guardo ammirata in ogni direzione. Sono ammaliata da tutto quel che mi circonda, Jake sorride, e mi perdo nell'ammirare il suo viso. Il capodanno scorso l'ho trascorso chiusa in camera con la scusante di non sentirmi bene. Nella speranza che, Thomas, per una volta, mi lasciasse in pace, ma non fu così. Almeno la sera ho dormito da sola, tuttavia il cuscino si bagnava, inerme raccoglieva e cercava di asciugare le mie lacrime. Alzo gli occhi al cielo e mi accorgo che dei piccoli fiocchi di neve si stanno posando sul mio volto, sorrido, è incredibile quanto possano danzare delicatamente questi piccoli batuffoli innocenti. Qualcuno mi tocca una spalla, mi volto e incontro i mari caraibici che tanto amo, lui fissa le mie labbra e ci baciamo con passione, per un momento è come se tutti e tutto intorno a noi scomparissero. Pensavo che questo accadesse solo nei romanzi o nei film, ma vi posso giurare che è veramente così. La neve pian piano fa sentire la sua temperatura un po' fredda, così decidiamo di entrare in un pub. Incontriamo, per caso, i compagni di classe di Jake e per pochi giorni sono stati anche i miei. Una chioma bionda, inconfondibile, sta flirtando spudoratamente con il barista, Jacob fa per andarsene, ma io scuoto la testa per fargli capire che non fa niente, e quando noto Nick e Betany sono più decisa a voler rimanere qui.
Facciamo un cenno al cameriere per prendere ordinazioni, però il locale è troppo pieno e il poveretto nemmeno ci vede. Intanto prendiamo posto in un angolo in disparte, e Jacob si offre di andare a ordinare i drink, sa che sua sorella e il mio migliore amico hanno in serbo per me molte domande sulla nostra relazione.
«Da quanto?» Chiede Betty, so a che si riferisce, «Poco» rispondo.
«Quando pensavi di dircelo?»
«Non lo so, è ancora una cosa nuova».
Jacob ritorna ma con un'ospite indesiderata, ebbene sì, Claire è appoggiata alla sua spalla, posso quasi sentire le sue fusa. Lui, infastidito, la guarda e cerca di allontanarla, lei sbuffa e ci prova con Nick, sia io che Jake ci precipitiamo a mantenere Betany. Stufa mi volto verso la bionda, «Senti, è chiaro che qui nessuno ti vuole, il locale è gremito di gente, ci sarà sicuro qualcuno a cui puoi fare un servizietto, noi qui non siamo interessati!» Tutti e quattro mi guardano sbalorditi, e Claire mi punta un dito contro e apre le labbra imbrattate da chili in eccesso di rossetto «Cara, i servizi li fai meglio tu, dato che sei bassa!» Io non mi scomodo a questa provocazione e rispondo calma e con ovvietà «Sì, ma non tutti possiedono una lunga lingua biforcuta come la tua, sono sicura che sei molto richiesta». Lei apre la bocca, ma non fa uscire alcun suono, si volta e, prima che se ne vada, le do il colpo di grazia dicendo «Ah e vedi di non strozzarli mentre li baci, sai è difficile gestire una lingua lunga, ma spero per te che ci riuscirai, altrimenti dovrai risarcire il danno». Cautamente mi siedo, come se non fosse successo nulla. «Devo ricordarmi di non farti mai arrabbiare» dichiara Betany. Jake confida «Sa fare anche di peggio» sorrido ricordando quando gli feci male nel garage e poi dissi a Michael che stava recuperando fiato... Quanto è cambiato, il ragazzo che ho davanti, da allora. Arrivano i nostri drink, ne sorseggio un po' il contenuto, «Menomale che oggi i negozi sono chiusi» sospira Nick. Betty lo guarda storto e io per provocarlo affermo «Dai che in fondo ti piace fare shopping, il momento migliore è quando tiri fuori la carta di credito». Lui assottiglia gli occhi e poi mi supplica «Ti prego non dare corda a Betty», sorrido e lui riceve un piccolo schiaffetto sul braccio dalla sua fidanzata.
Usciamo dal pub; ormai, anche se stavamo seduti, a causa della quantità di persone che c'era, venivamo spinti a destra e a sinistra.
Sono le due del mattino, l'aria è troppo fredda e la strada è ricoperta da un bel po' di neve. Chiamiamo gli altri per sapere dove sono e se hanno ancora voglia di passeggiare, ma, come sospettavo, ritorniamo tutti a casa.
Jacob mi accompagna fino alla porta della mia camera, fa per andarsene, tuttavia lo fermo.
«Aspetta un attimo» gli comunico, «Cosa c'è?» Chiede, frugo nel cassetto del mio comodino, ed ecco la scatolina, la apro e prendo il ciondolo, mi avvicino cautamente, mi sporgo a dargli un bacio sulla guancia e gli infilo il ciondolo in tasca, poi mi allontano e chiudo la porta.
Jacob:
Entro nella mia stanza, infilo la mano in tasca non capendo cosa Sasha ci avesse infilato. Resto senza fiato quando mi ritrovo in mano la piccola freccia d'oro.
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