Capitolo 16.
Capitolo 16: Più Che Altro Non Le Sognare
“So honey now
Take me into your loving arms
Kiss me under the light of a thousand stars
Place your head on my beating heart
I'm thinking out loud
Maybe we found love right where we are”
- Thinking Out Loud, Ed Sheeran
Un paio di labbra premevano sulle sue con insistenza, due braccia muscolose la stringevano sui fianchi, le stavano bruciando la pelle, ma allo stesso tempo sentiva brividi in tutto il corpo e non era abbastanza vicina. Voleva stringersi di più al petto che la sorreggeva e inalare di più quel profumo, le stava dando alla testa.
Portò le braccia dietro al collo di lui e affondò le mani nei capelli biondi, il ragazzo inalò bruscamente. Le sue mani si spostarono dietro alla schiena di lei e strinsero ancora, più vicino.
Scorpius si sentiva perso in un mare di sensazioni sconosciute. Avrebbe voluto toccarle la pelle, baciarle i lobi, il collo, l'incavo dei seni e più giù, eppure non osava lasciare quelle labbra: ne sarebbe morto, erano troppo buone. E delicate, e profumate e perfette.
E temeva che se si fosse mosso lei sarebbe tornata alla realtà e questo l'avrebbe sicuramente ucciso, si sentiva attratto sempre più e l'idea di interrompere i brividi che gli correvano lungo la schiena e il piacere che lo scaldava era impensabile.
Rose, persa in un sogno, o forse un incubo, fece scivolare la mano sulla schiena di Scorpius nel tentativo di premersi di più contro quel corpo e quel profumo, annullare una distanza che non esisteva.
E il ragazzo fu preso alla sprovvista e mosse velocemente il bacino indietro, il mio corpo sta veramente reagendo così a un bacio? Se se ne accorge, rischio di rovinare tutto. Come poteva essere, per un fottuto bacio!
Si immobilizzò turbato e fermò le labbra, interrompendo il bacio; Rose se ne rese conto e si bloccò. La sua mente tornò a funzionare e la realtà le si rovesciò addosso come una bacinella d'acqua gelata. Ho ricambiato il bacio di Scorpius Malfoy di mia spontanea volontà. OH CAZZO. E lui si è fermato. Oh no, nonononono.
Si sentì umiliata e percepì il calore affiorarle sulle guance: l'aveva baciata e poi si era tirato indietro. Le sembrò di precipitare, un flusso di emozioni che le vorticava dentro: vergogna, imbarazzo, tristezza, dolore e rabbia. Si aggrappò a quest'ultima in cerca di una difesa e prima che se ne rendesse conto stava di nuovo urlando con quanto fiato aveva in gola. “LO HAI FATTO DI NUOVO!”
Scorpius la guardava con un'espressione vuota, ancora immobile, e Rose continuò “La devi smettere di trattarmi così! Non sono il tuo giochetto personale! Non sono qualcosa che puoi usare quando ti annoi. Non sono come le altre. Non voglio nemmeno essere come le altre. Credi che sia qui solamente per far divertire te?” Le parole le uscivano senza che riuscisse a capire cosa stesse dicendo. “Credi che il mondo sia al tuo servizio? Sì, evidentemente. Ma non è così. IO NON SONO AL TUO FOTTUTISSIMO SERVIZIO.”
Malfoy la stava ancora fissando, non aveva mosso un dito; Rose si sentì ancora peggio e pensò che avrebbe vomitato. Ricambiò per qualche secondo lo sguardo perso del ragazzo, si sentiva stanca, stravolta, stremata; quasi sussurrò “Non ti avvicinare mai più. Hai capito? MAI. PIU'.” Prima di voltarsi, spalancare la porta e sparire all'interno della camera.
La porta venne sbattuta con violenza e fu il suono a ridestare Scorpius. Rimase a fissare la porta dietro alla quale era sparito l'oggetto del suo desiderio e poi sprofondò sul divano.
Continuava a ripetersi le parole di lei senza comprenderne davvero il senso. Tutto ciò che riuscì a percepire fu un vuoto immenso.
***
Quando la mattina dopo Rose tentò di alzarsi non ci riuscì: la testa le girava e credeva che sarebbe scoppiata da un secondo all'altro. Non capì subito come mai, e poi tutto le tornò di colpo.
Malfoy.
Oh fottuto Merlino.
Ma si impedì di ripiombare e nascondersi tra le coperte, buttando i piedi oltre il bordo del letto e stabilizzando l'equilibrio in posizione eretta.
Quando la stanza smise di girare, si costrinse a camminare fino al bagno e nascondere alla meglio gli occhi rossi gonfi e le occhiaie nere dietro a uno strato di fondotinta, che non usava mai. Sembra che qualcuno mi abbia picchiata. Mmmmh, magari potrei dire che è stato Malfoy. Lo odierebbero tutti.
- Nessuno ti crederebbe.
- Oh ma stai zitta. Non infierire
- Secondo me dovresti dirglielo.
- Certo. 'Hei Malfoy! Come va? Io? Ah, io tutto bene. Tra l'altro, credo di essermi innamorata di te...'E sai quando ti ho urlato contro non era perché ti odio. Oh, e grazie per avermi baciata e poi allontanata...'
- Non è male, ma puoi fare di meglio...
- ERO. SARCASTICA. Taci, che è meglio.
Sospirò, snervata: sarebbe stato un pessimo lunedì.
***
Malfoy saltò la colazione e anche la prima lezione, arrivò in ritardo a Trasfigurazione e così dovette passare l'ora di pranzo a sistemare la cattedra della Professoressa Gordon.
Dopo una mattinata così disastrosa decise di prendersi il giorno libero: disse ad Albus di sentirsi poco bene, ignorò le domande dei Professori del quadro – stavano formulando una teoria sull'esageratamente chiara colorazione dei suoi capelli – non rivolse nemmeno un'occhiata al 'suo' divano e si rifugiò in camera.
Saltò sul letto e ci rimase fino a notte fonda, quando il suo stomaco cominciò a brontolare e dovette, facendo attenzione a non far rumore, scendere fino alle cucine.
Aveva cercato tutto il giorno di non pensare alla sera prima e di ignorare la sensazione soffocante che gli opprimeva il petto; non è dolore, non è dolore per Rose Weasley,continuava a ripetersi come una filastrocca. Ma era tutto inutile.
Mentre ritornava alla stanza dei Capiscuola con un vassoio impalato di panini e una fetta di torta al cioccolato non riuscì più a impedirsi di pensare e la scena lo colpì duramente: Rose in piedi davanti a lui che urlava, le sue labbra sulle sue, il piacere che aveva provato, la sorpresa a questo piacere, di nuovo Rose che gridava.
Scorpius non aveva idea di cosa fosse successo, non capiva come fosse potuto precipitare tutto così in fretta in un pozzo nero. E non comprendeva il significato delle sue parole. Cosa vuol dire che non è come le altre? Certo che non lo è, e mai l'ho trattata come lo fosse. O forse sì? L'ho baciata. Ma l'ho baciata perché, perché non avevo scelta... Era lì.
La loro Sala Comune era deserta, il fuoco si stava spegnendo nel camino; si sedette sul divano e, morso dopo morso, smise di lottare contro il suo cervello, cercando di ragionare.
Quello che sapeva era che l'aveva baciata e lei aveva risposto con passione, ma poi, esattamente come le altre volte, l'aveva respinto furiosa. Ma era innegabile anche lei sentisse l'attrazione che provava lui, no? O non l'avrebbe baciato così.
Però non era solo attrazione: voleva di più, voleva parlare come avevano fatto nelle vacanze di Natale e voleva abbracciarla. Oh no, voglio abbracciarla?! Sono fottuto: io voglio lei, e lei non vuole me.
Come avrebbe fatto ora? Era assolutamente certo di essere innamorato della ragazza, ma lei sarebbe uscita con Zabini quello stesso week-end!
Eppure, eppure, non poteva essere. Rose Weasley non era per Marcus Zabini, non aveva nulla a che fare con lui e lui non la meritava. E probabilmente nemmeno io.
La sensazione delle mani della ragazza tra i suoi capelli lo avvolse di nuovo provocandogli un brivido di piacere e un immenso senso di frustrazione: quello che era successo non poteva essere 'nulla', doveva significare qualcosa anche per lei.
Scorpius si sentì stremato all'idea di altre urla e disgustato al pensiero di non poterla più baciare.
Doveva parlarle.
***
“Ahia!” Qualcosa di rotondo la prese in pieno viso, e dovette aggrapparsi al manico per evitare di essere scaraventata giù.
“Avevi solo da fare più attenzione!” Hugo le urlò dall'altra parte del campo. “Se fossi concentrata sul volare, magari non sarebbe successo.”
“Io sono concentrata” Gli urlò di risposta Rose mentre volava verso il terreno. “Se la Pluffa mi è arrivata addosso non ci posso fare nulla.” Si portò le mani al viso e provò un intenso dolore.
“Rose! Hai il viso ricoperto di sangue!” Lily era atterrata accanto a lei, il viso atterrito.
Ora l'intera squadra la circondava “Credo si sia rotta il naso” Il fidanzato di Amanda la fissava a metà tra il preoccupato e il divertito “Come hai fatto a non vederla?”
“La domanda vera è: che ci facevi ferma in mezzo al campo?” Roxanne era decisamente divertita.
“Non ero ferma in mezzo al campo! Mi ha colpita: l'hai tirata male!” Protestò indignata.
“Non credo proprio.” Ribatté la cugina. “E' tutto l'allenamento che ti distrai e ti fermi all'improvviso”
Rose si sentì arrossire e sperò vivamente che con tutto quel sangue addosso nessuno se ne sarebbe accorto.
“Non ha importanza ora cosa stesse facendo. Sicuramente non attenzione...” Rose tentò di interromperla ma Lily glielo impedì, alzando la mano “Ma, devi assolutamente andare da Madama Pomfrey”
“Non può aggiustarselo da sola?” Hugo aveva l'aria decisamente contrariata.
“Stai scherzando vero? Non avrei mai le capacità per una simile cosa.” Lo guardò malissimo “Sono contenta la mia salute ti stia così a cuore.”
Hugo ebbe il buon senso di arrossire imbarazzato “E' che sai fare quasi tutto...”
Rose sorrise ironica a suo fratello “ Ma certo.” Poi vide che il ragazzo sembrava davvero mortificato e si addolcì “Lo so che l'allenamento è importante. Mi dispiace. Voi continuate.”
“Io l'accompagno” Asserì Lily.
“Per domani sarà a posto, comunque.” Disse Luke “ Anche a me era successo.”
“Ok. Lily vai con lei. Gli altri sulle scope: ripassiamo l'ultimo schema e poi vi lascio andare.” Hugo spinse i piedi a terra e si alzò verso il cielo.
“Dai vieni.” Lily sospinse Rose verso il castello. “Cosa stavi facendo allora?”
Rose non rispose subito, bacchetta puntata contro al naso mormorò un paio di parole cercando di fermare la perdita di sangue e fece tutto con estrema lentezza, sforzandosi di pensare a una risposta da dare a Lily.
“Nulla. Mi sono distratta”
“Ti distrai molto ultimamente.” Gli occhi della cugina ridotti a due fessure “Pensavi al tuo week end romantico con Zabini?” Ironia che trasudava da ogni parola.
“Ehm... Non proprio no” Pensavo a come dirgli che non ero interessata.
“Rose.”
“Ok. E' solo che non credo di voler uscire con lui.” Nemmeno un po'.
“E come sei arrivata a tale constatazione?”
Scorpius Malfoy. “Non lo so.”
“Perché hai accetto allora?”
“Non lo so” E questa volta rispose sinceramente.
“Come glielo dirai?”
Rose storse il naso e la bocca per esprimere tutto il disgusto verso quell'idea, ma si rese conto troppo tardi che era stata una pessima idea: sbiancò dal dolore.
“Ok, non parlare più.”
Raggiunsero l'Infermeria e non appena vide la faccia di Rose, Madama Pomfrey le ordinò di sedersi e cominciò a sistemare il naso e curare i lividi che le si erano formati sotto gli occhi; ogni due o tre secondi borbottava qualcosa senza che le cugine riuscissero ad afferrare l'esatto significato delle frasi, tutto ciò che distensero fu “fortunata” “Per Merlino!” “famiglia di scapestrati” “senza ossa”.
Dopo un'ora però Rose fu libera di andare e le due si diressero affamate a cena.
Hugo e il resto della squadra fu sollevato nel vedere che la ragazza stava bene e anche Albus, a cui era giunta voce, venne ad assicurarsene prima di andare a sedersi al suo tavolo, accanto a una testa incredibilmente bionda.
Rose imprecò sottovoce mentre le sue viscere si storcevano.
***
“Dov'è Elisabeth?”
“Doveva cercare un libro in biblioteca” Rispose Albus mentre si sedeva accanto a Scorpius.
“E allora che ci facevi dai Grifondoro?” Insistette Nott
Rise prima di rispondere “ A parte che praticamente tutta la mia famiglia era seduta là? Rose ha avuto un piccolo incidente oggi. Perché tanta curiosità?”
Nott sorrise con malizia e fece un cenno verso il ragazzo seduto accanto a lui “Speravo che saltasse fuori proprio quel nome.”
“E' tutto il giorno che va avanti così, ignoralo. Cosa le è successo?” Zabini aveva l'aria incuriosita.
Dalla parte opposta del tavolo Scorpius si sforzò di assumere un'aria indifferente.
“A quanto pare era distratta oggi durante l'allenamento e le hanno passato la Pluffa ma lei non se n'è accorta e l'ha presa in pieno viso, spaccandole il naso.”
Nott scoppiò a ridere, e Zabini, come Albus, sorrideva divertito, Scorpius tornò a concentrarsi sul suo piatto senza aver dato segno di aver sentito. Si chiese se la distrazione di Rose potesse essere a causa sua, e sperò fortemente che fosse così.
“Zabini, magari stava pensando a te” Nott ancora sghignazzava.
Oh, no. Proprio no.
“Sono noto per fare quell'effetto.”
“A dire la verità quello sono io.”
“E io e Scorpius scusate?” Si intromise Albus.
“Tu sei fidanzato. E lui” Indicò Malfoy con il dito “Diventerà monaco.”
Scoppiarono tutti a ridere “Non esagerare” Rispose l'accusato.
“E' almeno da novembre che non usi il tuo 'week-end di sesso'”
“Ho avuto troppe cose a cui pensare.”
“Sei sicuro di stare bene?” Nott inarcò un sopracciglio.
Zabini aggiunse “Davvero Malfoy, siamo preoccupati.”
“Che teneri, davvero” Alzò gli occhi al cielo. “Ma ultimamente non ho avuto tempo di fare conquiste... E in ogni caso, ora ho una camera tutta mia, che ne sai che io non abbia avuto visite?”
“Eva mi ha detto che si stanno tutte preoccupando”
“Sopravviveranno”
“In ogni caso, vedi di usarla quella stanza.”
Scorpius scosse la testa divertito “Invece di preoccuparti per me, pensa a te stesso: si dice in giro Eva voglia che tu le faccia una proposta più seria.”
Ogni traccia di ilarità sparì dal viso di Nott “Lo so.” Il tono di un condannato.
“E?” Chiese Albus.
“Non ci voglio pensare. E' il miglior sesso che abbia mai avuto, ma non se ne parla che io diventi esclusivo. Siete voi quelli.”
“Se per avere sesso incredibile devo essere esclusivo, ben venga” Rispose Zabini “E se tutta quell'aggressività Rose la mette a letto, io sono a posto.”
Albus si bloccò a quelle parole, e a Scorpius, che stava bevendo, andarono di traverso diversi litri di acqua e lo assalì un istinto omicida
“Zabini. Ti avevo pregato.”
“Scusa, Albus.”
“Pensale queste cose, ma non le dire.”
“Più che altro non le sognare” Lo corresse Nott “Weasley non te la darà mai.”
Scorpius si sentì improvvisamente molto amichevole nei confronti di Nott, Zabini invece gli lanciò un'occhiataccia.
“OK.” Albus ne aveva avuto abbastanza “Vi prego. E' mia cugina.”
Zabini e Nott si scusarono e la discussione si spostò sulla Coppa del Quiddicth, ma Scorpius non riuscì a concentrarsi, ancora disgustato dall'idea che qualcuno potesse toccare Rose.
Qualcuno che non fosse lui, ovviamente.
***
La mattina dopo Rose si alzò decisa a parlare con Zabini, sabato si stava avvicinando e prima fosse riuscita a mettersi tutta la storia alle spalle meglio sarebbe stato.
Fece passare la prima ora e la seconda senza trovare il coraggio, il ragazzo era sempre con Nott o Albus o Scorpius, che stava tentando in ogni maniera di evitare, e così non sarebbe mai riuscita ad abbordarlo. Perché deve essere così difficile?
Finalmente, dopo due ore estenuanti di Incantesimi, lo vide solo e ignorando lo sguardo sorpreso di Amelia raccolse le sue cose alla velocità della luce e lo raggiunse appena fuori dalla porta “Zabini!”
Il ragazzo si girò e le sorrise “Hei, Weasley!”
“Ciao... Ehm...”
“Sì?”
Rose rimase a fissarlo senza sapere bene cosa dire: avrei dovuto scrivermi un discorso!
“Weasley?” Fu richiamata alla realtà: Zabini la guardava divertito, sorridendo come se avesse a che fare con una bambina piccola.
“E' per sabato... Io, io non credo sia una buona idea...”
Il viso del ragazzo si scurì improvvisamente “Come mai?”
“E' che, beh, vedi, non abbiamo nulla in comune e- e non mi piace come tratti le ragazze...”
“Non ho mai trattato te così, però”
“Non ancora. Ma- ma lo fa da sempre con le altre. E non mi piace.”
“Perché hai accettato di uscire con me allora?” Pronunciò, con forte accusa nella voce.
Rose si sentì mortificata “Io- io, mi dispiace, lo so. Cioè non lo so.” Scosse la testa confusa “Sul momento non ho reagito come avrei dovuto...”
“Decisamente.”
“Mi-mi dispiace.”
Zabini non rispose immediatamente, limitandosi a guardarla; dopo qualche secondo però parlò “Già. Beh, non posso dire di essere troppo sorpreso, sembrava strano avessi accettato. Ma, non sarà l'ultima volta che chiederò. E non sai cosa ti perdi, Weasey.” Poi con un cenno del capo, girò sui tacchi e sparì.
“Rose?”
“Sì?”
“Hai appena lasciato Zabini?” Amelia la guardava, la fronte aggrottata.
“Non siamo mai stati insieme, per cui tecnicamente, no.”
“Roooose.”
“Gli ho detto che non saremmo usciti insieme.”
“Oh, Merlino sia ringraziato! Ero davvero preoccupata, pensavo stessi impazzendo.” Il sollievo era evidente nella voce di Amelia.
“Perché non hai detto nulla subito?”
“Beh, hai il diritto di uscire con chi vuoi no?”
Rose si fermò a guardarla “Ricordami perché siamo amiche per favore? Non posso essere amica di gente così saggia.”
“Oh, piantala.” Amelia era arrossita.
“E arrossisci perfino più di un Weasley: dove ti ho mai trovata?” Rose si sentiva più leggera.
“Allo Smistamento, quando mi hai spiegato tutto sul soffitto in Sala Grande.”
“Ah già già. Sei proprio fortunata ad avere un'amica acculturata come me.” Annuì convinta.
“Rose?”
“Sì?”
“Andiamo a pranzo e taci.” Amelia la guardava ben poco colpita.
Scoppiarono entrambe a ridere, e risero a lungo; Rose riuscì perfino a dimenticare i suoi dilemmi interiori, tra i quali spiccavano un paio di ghiacciati occhi azzurri.
***
Il resto della settimana passò tranquilla, Rose si impegnò durante le lezioni e passò il resto del tempo in biblioteca o nella Sala Comune dei Grifondoro, evitando con cura di incontrare Malfoy oltre lo stretto necessario.
Sapeva che agli occhi dei cugini era parsa strana la sua presenza assidua nella Sala Comune e quando le avevano chiesto aveva risposto sinceramente 'Malfoy mi irrita e poiché dobbiamo comportarci con decenza, gli sto lontana'; ed era la verità in un certo senso. A loro, comunque, sembrava sensato e avevano smesso di farle domande, che era poi tutto ciò che ardentemente desiderava.
In tutta la settimana aveva visto Malfoy solamente a lezione e ai pasti, ma non era mai stata costretta a rivolgergli la parole, e anzi sospettava che anche lui la stesse evitando: l'unico segno della sua presenza nei loro appartamenti era qualche libro di letteratura italiana lasciato in giro – cosa che la infastidiva immensamente – o la divisa di Quidditch appesa in bagno.
Purtroppo per lei questo semi-idillio sarebbe stato interrotto quella sera stessa: dovevano pattugliare i corridoi per ben quattro ore oggi - e due domani! - per recuperare le ore perse a causa dell'organizzazione del Ballo, e non era riuscita in alcuna maniera a convincere Ellie a fare scambio con lei. 'Anche se ora non mi sento più così in imbarazzo, la risposta è sempre no. E poi io e Lys ci divertiamo un mondo. Senza contare che dovete imparare ad andare d'accordo; quindi datti da fare.” Le aveva detto.
Rose l'aveva pregata e implorata ma la ragazza non aveva cambiato idea e così sarebbe precipitata nell'Inferno molto prima del previsto.
“Scusa, Weasley?” Un prefetto del quinto anno di Serpeverde le si era avvicinato.
“Sì?”
“Sono stato mandato a dirti che il tuo turno per stasera è stato annullato e recupererai domenica sera.”
“Perché?”
“Non lo so. E Scorpius dice che devi raggiungerlo nella vostra Sala Comune, che è un'emergenza e non puoi fare storie.”
Rose lo guardò meravigliata “Cosa? No!”
Ma il ragazzino non sapeva nulla di più, sollevò le spalle e poi se ne andò.
Rose rimase a guardalo allontanarsi, imprecando un paio di volte; poi raccolse le sue cose e uscì dalla biblioteca come una furia. Che cosa vuole?
Continuò a insultarlo a ogni passo e utilizzò espressioni mai impiegate prima, apprese da James, che fecero scandalizzare vari quadri, mentre le armature cigolarono divertite.
“Formicolio” Disse ai Professori senza nemmeno degnarli di uno sguardo, per sua fortuna erano impegnati profondamente in una loro discussione e la lasciarono passare senza sottoporla a una qualche assurda riflessione filosofica.
Appena varcò la soglia lo vide, seduto sul divano, il viso rivolto alle fiamme, le mani congiunte e appoggiate alle ginocchia; indossava una felpa nera, mai i pantaloni erano ancora quelli dell'uniforme; lo stomaco di Rose si attorcigliò.
“Malfoy, ti avevo detto di lasciarmi in pace. E stavo studiando. Cosa vuoi?”
Il ragazzo sobbalzò e si voltò a guardarla, il viso una maschera illeggibile. “Non puoi uscire con Zabini domani.”
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