Tutti i tuoi gesti
Non finiva mai di sorprendermi e non solo con il suo corpo che adesso mi avvolgeva completamente annebbiandomi la ragione dal piacere e dalla felicità. Era per me come come avevo sempre desiderato. Lo era sempre stato.
Non lo dirò.
Mi estasiava con i suoi gesti pieni di verità e passione. Stringendomi ancora di più le braccia al collo e le gambe alla vita, mi lesse nell'anima sapendo esattamente cosa avevo atteso e provato durante tutti quegli anni, dalla prima volta in cui lo avevo visto quando entrambi eravamo stritolati da quell'ingranaggio da cui eravamo riusciti a sottrarci soltanto adesso. Davvero liberi anche se per pochi minuti.
Tenendomi dentro di lui, iniziò a muovere soavemente il suo corpo sottile e flessuoso. Io ero paralizzato dalla felicità, non riuscivo a staccarmi da quel potente magnete di ossidiana che erano i suoi occhi. Deglutii con la bocca completamente secca; tremavo, la mia mia mente si annebbiava dal piacere mentre lui si sollevava e mi ricadeva sulle braccia con un ritmo così sinuoso e perfetto che mi veniva naturale allentare e intensificare la forza assecondando la sua posizione. I suoi sospiri bollenti mi accarezzavano il viso ogni volta che rinnovava quel movimento impeccabile, il mio bassoventre era attraversato da scariche di potente e profonda smania, ormai ero perso nel suo calore come in una fumante e liscia piscina di acqua termale in cui sarei potuto rimanere immerso per sempre dimenticandomi di tutto il resto del mondo.
Il muscoli delle sue cosce mi guizzavano sulla pelle mentre i suoi occhi, lucidi e sfatti dal piacere, diventavano di nuovo rossi. Sapevo cosa stava facendo, registrava fedelmente ogni immagine, suono e sensazione per potermi portare con sé per sempre.
Non lo dirai.
Lo imitai, anche io volevo custodire le immagini della persona che avevo amato per tutta la vita, ero perfettamente consapevole che quello sarebbe potuto essere il nostro primo e ultimo incontro.
"Itachi..."
Non lo dirò.
"Kakashi..."
Questa volta a interrompere la frase forse non fu solo la sua volontà, tremò chiudendo gli occhi ed emettendo un gemito strozzato, altro calore mi investì sulla pelle mentre sentivo il suo peso sprofondarmi addosso facendomi quasi cedere le gambe, le piccole pulsazioni del suo sesso mi fecero esplodere una bomba del petto. Si accasciò ansimante sulla mia spalla destra mentre io sussultavo galleggiando in una beatitudine così estrema da non averla mai creduta possibile. Il suo respiro mi accarezzava il lato del collo, lo lasciai scivolare a terra appena lo sentii normalizzarsi. Rimase lì a guardarmi con i bellissimi occhi ora tornati neri e malinconici e le labbra appena socchiuse. Mi rimisi il bavaglio.
La mia mano destra si alzò per sfiorargli la guancia con il dorso dell'indice: "Perdonami se non sono riuscito a salvarti."
Le sue dita eleganti ornate dal lucente smalto viola, salirono per fermare delicatamente quel contatto, tolsero la mia mano dalla sua guancia per guidarla sulle sue labbra morbide: "Non preoccuparti, nessuno avrebbe potuto. Non sentirti più in colpa, per me hai dato il cuore e io l'ho sempre saputo."
L'alito caldo di quella verità mi scosse e fece male come un terremoto.
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