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Due sogni


 "Io ti distruggo e non solo per me e Sasuke, ma anche per Gaara!"

Questa era amicizia. Questo era amore. Nonostante lui e Naruto si fossero già incontrati e mi fossi illuso per anni che, se non fosse stato per l'intervento tempestivo di Jiraiya, io avrei certamente avuto cattive notizie, Naruto diventava scintillante spinto da questi sentimenti veri e assoluti.

Ero l'unico ad essermi reso conto che, quel giorno con Jiraiya, le cattive notizie non ci sarebbero comunque mai state. Non lo dissi mai, non avrei potuto, avrei perso tutti i miei affetti più cari per difenderne uno. Non lo meritavano.

Ma è la verità, lui non voleva.

Non mosse un solo muscolo, non batté ciglio. Il vento mosse solo lievemente le ciocche corvine che gli incorniciavano lo sguardo.

Amore e amicizia esistevano per me? I contrasti mi facevano a pugni dentro andando e venendo come le onde del mare in tempesta.

Ma certo, idiota! Guarda questi due ragazzi che hai di fianco.

Scossi la testa, il bavaglio e il coprifronte ormai fradici di sudore. Aveva un pungente odore di ammoniaca, non mi era mai capitato prima, si trattava proprio dell'acqua della disperazione. Mi tremavano le gambe e speravo che da fuori non si notasse.

"Fate attenzione, quello non è lo Sharingan base. Ha massacrato tutto il suo clan in una sola notte." ci avvertì Chiyo.

Un groviglio di spine mi avvolse il cuore spremendo sangue da ogni lato. Lo avrebbero ricordato per sempre solo per questo. Ma io, invece, avevo visto cosa c'era stato quando era ragazzo, sapevo la meravigliosa persona che era. Non lo dissi mai a nessuno. Tre anni prima aveva scelto di non uccidermi. Aveva deciso di salvare Naruto ma questo nessuno lo avrebbe mai notato. Il suo cuore non era mai morto e nemmeno anestetizzato. Avvertii chiaramente i miei occhi cambiare espressione assumendone una completamente distrutta, dovetti voltare loro le spalle affinché non se ne accorgessero.

"Naruto, a lui penso io" dissi.

Ciò che più mi faceva male era il motivo per cui avevo pronunciato quella frase. Quello vero che si nascondeva sotto all'altrettanto reale volontà di proteggerli usufruendo del mio Sharingan.

Quello vero.

Quello a cui io non avevo diritto. Mi sentivo un mostro solo a pensarci.

Lui ancora non si mosse, il vento si fece un poco più forte continuando a giocare con i suoi capelli. Era devastante, sempre se la bellezza può essere accostata ad un tale aggettivo. L'incanto degli splendidi occhi rossi accarezzati da onde di seta nera. Deglutii con la gola secca non riuscendo né a muovermi e né a parlare, non avevo la più pallida idea di come fare per rompere quella paralisi.

"È giunta l'ora che tu venga con me, Naruto."

Ogni sua singola cellula ebbe il potere di diventare terribilmente ipnotizzante. La voce, la mano destra sbucata dalla manica del mantello così elegante e con le unghie impeccabilmente colorate di viola, l'anello dalla pietra rossa. Un angelo micidiale. Ma era stato costretto a diventare tale, non era scomparsa la creatura piena di amore e affetto che avevo conosciuto, la vedevo ancora e non certo grazie allo Sharingan.

Riuscii finalmente a muovermi subito dopo, il pugno che caricai contro di lui aveva il solo scopo di dimostrare ai miei ragazzi che non li avrei mai traditi per niente al mondo. Sapevo che quella mossa non avrebbe mai potuto niente contro di lui, non usai nemmeno il massimo della mia forza balzandogli addosso.

Non volevo colpirlo come lui non voleva catturare Naruto.

Infatti, gli bastò alzare una sola mano per afferrare la mia fermandomi. Il suo tocco fu inaspettatamente delicato, la pelle bianca incredibilmente vellutata. Con il respiro mozzato, non riuscivo a staccare gli occhi dai suoi, non ero nient'altro che un misero frammento di ferro attratto da una potentissima calamita. Eppure lo sapevo quanto poteva essere letale quel magnifico sguardo.

Le immagini intorno a noi subirono una lieve distorsione della durata di poche frazioni di secondo, i suoni si alterarono per tonare subito normali anche loro. Naruto, Sakura e Chiyo erano svaniti dal nostro mondo.

Si accorse del mio breve cercarli con lo sguardo: "Adesso Naruto è intrappolato nei suoi peggiori incubi, generati solo da lui stesso. Ne potrà uscire se un amico lo tocca."

"E noi?"

"Decidi tu se trasformare quello che hai intorno in un bellissimo sogno o in un terribile incubo."

"Non c'è niente di vero, dunque?"

"Sta a te renderlo reale, Kakashi."

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