Anestetico e risveglio
Effettivamente, i tre anni successivi mi avevano riportato sulla retta via. Gli intensi dolori che avevo attraversato avevano funzionato da anestetico su quella considerata da me la sofferenza principale, almeno fino ad allora. Nonostante fosse durata molto a lungo, praticamente tutta la mia vita a partire da quando ero ragazzo, non avendo avuto le risposte che avrei desiderato mi ero sforzato di avere il massimo rispetto per me stesso. E così, quelle domande, avevano progressivamente perso intensità fino a cancellarsi completamente dalla mia testa.
Cosa sono io per te? Tu per me sei tutto.
Perdonami se non sono riuscito a salvarti.
Scusa se non ti ho detto ciò di cui avresti avuto bisogno.
Non potevo dirlo e non posso adesso.
Come stai? So che, nel tuo caso, è una domanda retorica, ma io ci tengo a saperlo.
Molto aveva avuto la precedenza in questi tre anni. L'aver perso Sasuke prima di tutto, non avevo saputo aver cura nemmeno di lui come avrei dovuto e adesso era diventato un traditore. Malgrado il tempo speso ad autoconvicermi che certi tipi di odio possono anche essere leciti, sebbene gli avessi fatto capite in mille modi che lo comprendevo, Sasuke era entrato nella lunga lista delle persone che non ero riuscito a proteggere. Naruto, anche se non lo dava a vedere, si struggeva per lui. Lo ammiravo, se io avessi avuto la sua stessa naturale capacità di stringere legami e di fare breccia nel cuore delle persone, avrei potuto salvare sia Itachi che Sasuke. Mi ero concentrato con tutto me stesso su ciò che al momento mi era rimasto ripromettendomi di non perderlo: Naruto, Sakura e il mio amico Gai. Li amavo ed erano tutta la mia vita. E loro amavano me.
Per questo l'eco di tutte le vecchie domande non mi aveva ferito dando l'ordine a Pakkun di scovare il covo di Akatsuki in seguito alla cattura di Gaara.
"Stiamo cercando lo spirito della Volpe."
Anche lui faceva parte di Akatsuki, tuttavia avevo visto qualcosa stridere quando, tre anni prima, aveva pronunciato quelle parole. Era come se anche il suo cuore fosse preda di un anestetico. Non voleva davvero catturare Naruto come non volle uccidere me. Avrebbe potuto fare entrambe le cose se avesse voluto.
Non voleva.
Le antiche risposte mancate non potevano avere più valore vedendo Chiyo schierarsi con noi contro il suo stesso nipote. Se era pronta lei a battersi contro il sangue del suo sangue io non potevo certo tradire le persone che mi amavano, due di loro erano lì accanto a me. Non avrei potuto ferire quegli occhi di oceano e gli altri di smeraldo. Loro mi volevano bene e di questo ero sicuro. E non potevo certo permettere che Gaara morisse.
Questo era giusto; io ero stato sbagliato.
Era riuscito a costringermi a non amarlo. Il sudore mi bagnava la fronte cercando il covo di Akatsuki, se non avessi avuto il bavaglio a nascondermi sarei crollato.
Anestetico.
La nostra corsa si arrestò improvvisamente, era stato come avvertire l'effetto dell'inchiodata la cui inerzia ti spinge prepotentemente in avanti. In questi casi si rischia di sbattere violentemente la faccia contro qualcosa ferendosi gravemente.
"Chi è quel tipo?"chiese Sakura vedendo la figura nera che ci era apparsa davanti all'improvviso.
"Ricordo perfettamente quegli occhi." disse Chiyo concentrandosi sull'unico particolare che sfuggiva a quell'orrendo mantello nero. Non si vedevano neanche l'altra metà del viso e le mani. Una cosa informe e immobile. Metteva paura.
Non ti sta bene per niente.
"Che sorpresa" Sentii la mia voce uscire da un'altra persona.
Non ero io, non potevo essere così calmo dal momento che nell'inchiodata ero morto e ora il mio cuore era fermo. Quegli occhi mi assassinarono, avevo sempre pensato che la loro naturale bellezza superasse quella di qualunque donna che passi ore a truccarsi. Un magnete di attenzione che non aveva bisogno di chiasso per farsi notare. Non era mai esistito niente del genere.
"Io so chi è."
Naruto, non uccidermi.
"Itachi Uchiha."
Ora sono sveglio. Adesso sono vivo.
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