Capitolo 15. -M
Mi sono fornita di post-it e penne, il mio telefono è carico così che io possa fare foto e usare il GPS e, soprattutto, il mio stomaco è ben nutrito e le calorie sono pronte a bruciare: ho tutto ciò che mi serve per andare a caccia di accademie.
Prendo il solito autobus e mentre lo aspetto mi guardo intorno, sperando di riuscire a notare una figura alta e snella, con i capelli spettinati e un giubbotto in pelle. Sono sorpresa di restare delusa: insomma, che me ne può fregare di un tipo che conosco a malapena? Forse avrei voluto solo ringraziarlo per avermi incoraggiato a fare un passo così importante, come quello di rivelare ai miei il mio sogno. Sì, probabilmente è per questo che speravo di vederlo. Salgo sull'autobus e allungo il collo per assicurarmi che non sia nemmeno qui, ma ovviamente non c'è.
Scendo alla prima fermata appuntata sul mio post-it e mi incammino seguendo le indicazioni del GPS. Me la ritrovo davanti ed è immensa. Entro, ma non è poi così speciale come me la immaginavo. C'è una segreteria sulla destra, una bacheca con molti più fogli di quanto possa permettersi, e molto silenzio. Mi avvicino alla segreteria e trovo, con mio grande stupore, una vecchia signora intenta a sfogliare un banale giornale di gossip con una sigaretta poggiata sulle labbra, che impuzzolisce il piccolo cubicolo. Tossisco per avvertire della mia presenza.
Lei alza gli occhi in maniera molto annoiata. "Sì?".
"Buongiorno, vorrei delle informazioni per l'immatricolazione, per cortesia" le chiedo, con un sorriso educato.
Mi guarda ancora per un secondo, come se le avessi chiesto la cosa più difficile del mondo. Poi gira la testa alla sua sinistra, poi la sedia, e infine allunga lentamente il braccio per afferrare dei fogli. Me li lancia, e torna a sfogliare la sua rivista.
"Grazie..." borbotto, piuttosto delusa. Un'accademia di moda dovrebbe innanzi tutto avere una buona cortesia.
Sfoglio le pagine mentre esco di lì, guardando gli orari e le diverse lezioni ma notando che non c'è alcun tipo di indirizzo mail o numero di telefono. Ok, posso dire quasi subito di doverla bocciare.
Decido di tornare a casa, ho molte cose da fare, tra cui studiare.
Il secondo giorno, riprendo l'autobus e le mie indicazioni mi portano di fronte ad un palazzo di vetro alto non so quanto. Attraverso la porta girevole e mi avvicino alla segreteria. Una donna vestita e pettinata elegantemente, lavora al computer, ma mi nota subito.
"Buongiorno, desidera?" mi chiede, con un sorriso da modella sulle labbra.
"Buongiorno" sorrido, sollevata dalla cordialità. "Vorrei delle informazioni per immatricolarmi".
Annuisce, controllando subito qualcosa sul suo pc. "A quale accademia? Ne abbiamo diverse".
"Oh... Moda, all'accademia di moda" mi sbrigo a rispondere.
A quella mia frase, mi squadra da capo a piedi come per accertarsi che una come me possa studiare moda. Si acciglia, probabilmente perché i miei vestiti non sono firmati.
"Ecco, se vuole visitare la scuola prenda appuntamento a questo numero. La guida è a pagamento" mi passa un piccolo quadrato di carta, poggiandolo sul bancone.
"Ah". Posso farmi da guida da sola, non sono una bambina. Insomma lo so che lo sembro ma...
Me ne vado via sbigottita, schifata. Troppo lusso.
Il terzo giorno, ne trovo una verso il centro, che si vede da chilometri che è un'accademia di moda, data l'enorme scarpa sopra la porta d'entrata. Cerco d'entrare ma ovviamente invece di tirare, come c'è scritto, spingo la porta, spiaccicandoci il naso. Me lo massaggio mentre arrossisco per la figura da idiota che ho appena fatto. Dopo aver dato una prima occhiata posso confermare che questo posto è molto kitsch: l'arredamento vorrebbe essere di lusso ma ha fallito miseramente.
La segreteria è ricoperta di vernice dorata e il tipo, soggetto, personaggio, esemplare... non so come definirlo, è vestito in maniera altrettanto ridicola. Mi nota ancora prima che arrivi di fronte a lui.
"Ma buongiorno! Cosa la porta qui?". Il suo sorriso è così largo, che nemmeno un dentista ti aprirebbe così la bocca.
"Ehm... salve... Io... vorrei delle informazioni sull'immatricolazione" rispondo, a disagio.
Mi guarda per un secondo, senza smettere di sorridere e poi prende fiato per parlare. "Allora, l'immatricolazione è ciò che avviene quando un ragazzo diplomato decide di iscriversi ad una università o ad un istituto specializzato, come la nostra accademia...".
"Sì, sì, so cosa vuol dire" lo interrompo, ridendo appena. "Io volevo delle informazioni per l'iscrizione...".
Dopo un secondo mi risponde con lo stesso tono di voce di prima, inquietandomi: sembra un robot. "L'iscrizione si ha quando una persona vuole cominciare a far parte ad un qualsiasi tipo di corso...".
"Lo so!" esclamo, interrompendolo di nuovo. "Lo so, io volevo delle informazioni per iscrivermi a questa accademia. Non il significato".
Annuisce senza smettere di sorridere. Si gira, facendo una piroetta e mi da le spalle per qualche minuto. Lo sento borbottare cose tipo: "No, questo no..."; "No, questo è per la privacy, anche se non lo legge mai nessuno..."; "Questo è per chi vuole fare servizi fotografici gratis... birichini". Mi guardo intorno estremamente a disagio, e per fortuna non passa nessuno. Temo che tutti qui siano come lui.
"ECCO!" urla, facendomi sobbalzare. "Immatricolazione" annuncia, indicandomi un punto su un foglio. "Indirizzo e-mail" mi spiega, girando la pagina. "Numero di telefono e... faccina sorridente!" esclama indicando un timbro blu a fine pagina con due puntini come occhi e un sorriso inquietante, che piuttosto quello dei Nirvana fa ridere.
Mi costringo a sorridere. "Grazie...". Prendo i fogli e scappo via.
Il quarto giorno, dopo aver quasi perso la speranza, mi dirigo verso l'ultima accademia che mi sono appuntata. Il mio morale è decisamente sotto la media, visto che per questi quattro giorni non sono nemmeno riuscita a rivedere James. Non che mi importi, certo,... ma almeno lui mi avrebbe tirato un po' su.
L'entrata sembra quella di un palazzo abitato, ma mi rendo subito conto che non è così. Seguo le indicazioni e mi faccio quattro rampe di scale a piedi. Sì, la segreteria sta al quarto piano. Suono il campanello e dopo qualche secondo di attesa, mi apre una ragazza alta e snella con gli occhiali sul naso.
"Salve. Posso esserle utile?" mi chiede, con gentilezza.
Annuisco, ricambiando il sorriso. "Sì, grazie. Volevo delle informazioni per l'iscrizione all'Accademia di moda".
Lei mi sorride ancora e mi fa spazio per entrare. "Certo. Sei appena in tempo, il numero di persone è quasi al completo". Questa cosa mi mette ansia, e non poca.
"Dunque" comincia, sedendosi dietro una scrivania e invitandomi a fare lo stesso dall'altro lato. "Per essere ammessi in questa accademia occorre avere un diploma di maturità. Per accedere poi al corso è necessario il superamento di prove di ammissione, sia culturali che tecnico - artistiche, in particolare: test a risposta multipla, prova artistica e colloquio attitudinale. Qui su questo foglio ci sono tutte le date in cui si svolgeranno le prove per il prossimo anno accademico" mi spiega, allungandomi un foglio. "Per prenotare basta che mandi una mail a questo indirizzo. Una volta poi superate le prove, dovrai compilare il modulo di iscrizione, e lo puoi consegnare sia cartaceo, sia via e-mail, e insieme dovrai portarci le fotocopie dei vari documenti scritti qui" continua, indicandomi un punto sul foglio. Mi sorride. "E' tutto, se non sei ancora convinta posso dirti che questa accademia da ottimi sbocchi lavorativi, molti dei nostri ex studenti lavorano all'estero e sono ben stipendiati".
"Wow, ehm... grazie" borbotto, emozionata. "Mi aveva già convinto al salve", aggiungo con una risata nervosa.
Lei mi segue. "Sono contenta. Per altre informazioni, puoi sempre scrivere al nostro indirizzo e-mail oppure consultare il nostro sito. Altri dettagli sono tutti scritti nel foglio che ti ho dato".
Annuisco. "Perfetto, grazie mille, davvero".
"A te" mi saluta, alzandosi per accompagnarmi alla porta. "Spero di rivederti presto".
Diavolo, stanne certa. "Sicuramente, grazie e arrivederci".
Poi mi augura una buona giornata, prima di chiudermi la porta alle spalle.
Sorrido e scendo le scale elettrizzata. Alla fine le prove di ammissione non sono chissà che, posso benissimo superarle. Non è un'accademia di quelle super mega costose, ma sono felice così. Mi ha messa a mio agio e ho subito sentito di appartenere già a quel luogo. Non vedo l'ora di dirlo alla mia famiglia e soprattutto non vedo l'ora che questo liceo finisca per potermi iscrivere.
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