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capitolo 18

La pioggia batte forte sulla finestra, e penso a quanto sia bella. È il suono preferito per la mia anima, e fa tornare a galla una miriade di ricordi.
Penso all'incontro con Drew, e mi chiedo se sto facendo la cosa giusta. Emily mi ha incoraggiato, e mi ha detto di dargli almeno una possibilità, e se non dovesse funzionare, di lasciare perdere.
Il problema non è questo, però. Ho paura di affezionarmi troppo e poi soffrire.

Ho paura di essere buttata via come il giornale del giorno prima, buttata via come se fossi ormai una bambola troppo vecchia, sostituita da una Barbie.

Odio vedere Drew con altre ragazze, mentre fa il fidanzato geloso con me. Alla fine ho accettato di uscire con lui per una pizza, soltanto perché, quando si parla di cibo, io sono sempre presente e disponibile.

Io e lui non siamo stati compatibili sin dall'inizio. Lui fa troppo lo sbruffone, io sono troppo testarda e indipendente. Nonostante Emily mi abbia ripetuto in continuazione di essere alla sua altezza, alla fine sono giunta alla conclusione che, magari è lui, a non essere abbastanza per le mie aspettative. Una ragazza scambiata quasi per una suora, e il dongiovanni abituato ad avere tutte le ragazze ai suoi piedi. Che coppia saremmo?
Io sono la ragazza che, quasi sempre, evita i posti in fondo all'autobus, lasciandoli ai ragazzi più chiassosi.
Sono la ragazza che, a volte, rimane dietro le amiche perché non c'è abbastanza spazio sul marciapiede.
Sono la ragazza che, in inverno, ama mettersi il pigiama morbido, e stare nel letto sotto le coperte, a guardare la televisione e a mangiare schifezze. Sono la ragazza che preferisce guardare serie tv, e innamorarsi dei personaggi irreali, piuttosto che provare a innamorarsi davvero.
Forse sono noiosa, e non faccio per lui. Non sono la ragazza che fa la fila per andare in discoteca o alle feste. Odio la confusione, e odio vedere tutte quelle persone ubriache, o ragazzi che, per conquistarti, fanno battutine da quattro soldi.
Non fanno per me queste cose, ma non sta a significare che sia proprio una suora di clausura. In genere, alcune feste, le trovo carine. Ma ogni volta finisco per perdermi, e non so come comportarmi. Finisco ogni volta per stare in un angolino da sola, oppure ordinare insieme a Emily drink di cui non sappiamo nemmeno l'esistenza.
Mia sorella mi dice sempre che, ormai, devo abituarmi alle feste, giusto per non sembrare di una noia mortale, quando in futuro mi inviteranno a qualche festa delle confraternite. Però mia madre, quasi ogni volta che ne sente parlare, storce il naso e mi dice che sono la sua bambina, e che queste cose non fanno per me.
Ho deciso di dare la possibilità a Drew di conoscerci meglio, perché tra non molto andrò al college, se tutto andrà per il verso giusto, e molto probabilmente, troncherò il rapporto con lui.
Sento mia madre gridare il mio nome dal piano di sotto, e con la lentezza di una lumaca, scendo le scale. Appena scendo, mi dice che è arrivata una lettera per me, e sento tremare le mie gambe. La prendl e quando leggo " Yale University", sento un brivido percorrermi la schiena. Quando l'apro, mi sfugge uno squittio, e poi abbraccio forte mia madre. Finalmente è ufficiale: andrò alla Yale University, nel Connecticut.
Mi metto le scarpe, e una maglietta leggera di sopra, prendo la lettera e l'ombrello, e vado alla fermata dell'autobus.
Quando arrivo davanti alla casa di Emily, mi porto la mano davanti alla bocca. Vedo Drew scambiarsi un caloroso abbraccio con Emily, quindi decido di ritirarmi. Mando un messaggio a Trevor, e decido di dare a lui la notizia. Quando eravamo in campeggio, mi aveva scritto il suo numero su una delle pagine del libro.
Quando lo vedo venire verso di me, corro verso di lui e per poco non gli salto addosso.

« Andrò alla Yale University! » esclamo, felice.
Il suo sorriso si spengne e deglutisce. Che ho detto di male?

« Elena..devi sapere che..» inizia a dirmi, ma lo fermo.

Sono troppo felice e non voglio sentire un'altra predica, o un'altra notizia che mi potrebbe sconvolgere.

« Non devo sapere niente, basta con le cattive notizie.» dico, alzando gli occhi al cielo.

Lui mi rivolge un sorriso timido e mi abbraccia, dicendomi di essere molto felice per me, e che gli mancherò un sacco. Per la prima volta mi ritrovo a rimuginare su questo. Non mi è passato nemmeno per l'anticamera del cervello, cosa farò senza i miei amici. Ho paura che la distanza rovini tutto.

Ho concluso in bellezza questa giornata, passando il resto del tempo con Trevor e abbiamo mangiato al McDonald, nonostante non sia l'orario giusto per abbuffarsi. Continuo a lamentarmi, per via della mia pancia piena e infine scattiamo delle foto insieme, e gli prometto che le stamperò  e attaccherò nella mia nuova stanza, al college.

« Vieni con me? Ti voglio dare una cosa. » sorride civettuolo e annuisco.
Mentre camminiamo, Trevor mi racconta la scena in cui Drew aveva spinto fuori di casa, Ronnie, e, ancora per una volta, ho paura di fare la stessa fine.

Rimango ad aspettare, appoggiata ad albero, e dopo vedo Trevor spuntare sullo skate, tenendo un altro in mano.
« Oh, no. Te lo puoi scordare. » dico, scuotendo la testa.

Mette lo skate a terra e mi fa segno di salire di sopra.
« Fidati di me. » dice.

Salgo sullo skate e mi insegna piano piano come muovermi, anche se ho paura di cadere da un momento all'altro. Mi prende la mano e mi guida, come la prima volta in cui papà mi aveva insegnato ad andare in bicicletta.

Mi sento piccola di nuovo, ma libera di volare. Sento tutte le mie paure sparire lentamente, e la spensieratezza di un piccolo bambino, impossessarsi di me.

*****

Dopo la giornata passata con Trevor, ormai è sera, quando finalmente sono a casa. Sono stanca, e piove di nuovo. Mi metto il pigiama, perché tanto sono sicura di non uscire più di casa. Sento mia sorella e mia madre litigare al piano di sotto, e decido di non intromettermi. Il campanello suona, e scendo io, dato che a causa delle grida, dubito che andranno ad aprire. Do un'occhiata in salotto e vedo mia madre sbuffare e andare in cucina.
Apro la porta e mi ritrovo Drew davanti, inzuppato d'acqua, con un sorriso da ebete stampato in faccia.

« Cosa ci fai qui? » chiedo, allarmata, guardandomi dietro.

« Mi chiedevo se avessi voglia di mangiare una pizza con me, ora. » inclina la testa e fa gli occhi da cucciolo abbandonato.

« Carino il pigiama. » dice, sorridendomi a trentadue denti.

« Possiamo rimandare a domani? » faccio un cenno con il mento verso il mio pigiama e la sua bocca assume la forma di una O.

« Ti posso aspettare giù. » insiste.

« Okay, dieci minuti e sono pronta. » dico, e chiudo lentamente la porta. Un sorriso si allarga sul mio viso e vado subito a cambiarmi. Metto una maglietta a maniche corte, tre taglie più grandi, un paio di leggings neri e le mie scarpe da tennis. Prendo l'ombrello, e dico a mia sorella che Emily è venuta a prendermi, per andare a casa sua, per non destare sospetti.

Scendo e trovo Drew appoggiato al cancello, con le braccia incrociate e lo sguardo perso nel nulla. È ancora più bello, con i capelli bagnati, e la maglia che gli aderisce al petto, facendo intravedere i suoi pettorali. Mi do uno schiaffo mentalmente e sorrido. Quello sta per prendersi i polmonite, e io penso ai suoi pettorali.
« Eccomi. » mi mordo il labbro e lui si gira verso di me, sorridendomi.

Mi indica la sua macchina, e ci avviamo verso essa. Drew è accanto a me, che mi fissa, e sentii il mio stomaco in subbuglio. Mi apre lo sportello e sento le mie guance prendere fuoco, ma allo stesso tempo divento triste. Non è la persona di cui sono attratta. L'improvvisa dolcezza da parte sua, non mi convince.

« Non mi porterai a letto, Drew.» dico, guardando in basso.

« Cosa? » fa finta di non aver sentito bene, e sento le mie guance avvampare. Devo ripeterlo?

« Hai sentito bene. All'improvviso fai il carino con me, sei dolce e non è da te. Quindi se fai tutto questo soltanto per farmi finire nel tuo letto, scordatelo. Posso scendere subito dalla macchina, sono ancora in tempo, e giuro che se è per questo che sei così, io...» vengo interrotta dalle sue labbra, che si posano sulle mie, e devo dire che ha funzionato. Mi sento molto imbarazzata, e forse sto perdendo completamente la testa.

« Io non voglio portarti a letto, Elena. » dice, con sguardo serio. « Sei una bellissima ragazza, e certo non mi dispiacerebbe affatto, ma no, non è ciò che desidero ora. Voglio solo..» si morsde il labbro e i suoi bellissimi occhi verdi incontrano i miei. « .. conoscerti meglio. Ecco. » finisce la frase, e mi sento sollevata.

Appena mi informa che saremmo andati a casa sua, gli rivolgo uno sguardo omicida. Mi spiega, però, che non intende abusare di me, né sedurmi con una pizza e un film.

Se prima mi ha aperto lo sportello e ha fatto il gentleman, ora mi invita a scendere, dicendomi " Non posso parcheggiare la macchina dentro casa. "

Sbuffo e gli do un pugno nella spalla e lui finge di provare dolore, chiedendomi di dargli un bacino dove gli ho fatto male. Gli sorrido dolcemente, gli mostro il dito medio,  poi scendo dalla macchina, sbattendo forte lo sportello.

« Attenta alla mia bambina. » dice preoccupato e mi giro a guardarlo.
Scende dalla macchina e sta controllando accuratamente, se la sua macchina stia bene.

« Spero tu stia scherzando..» dico, mettendo le mani sui fianchi.

Lui mi prende la mano e mi porta dentro. È la prima volta che le nostre mani si sfiorano in questo modo. La sua mano è calda e morbida, ed ho l'impulso di prenderla e appoggiarla sulla mia guancia. Lui mi guarda stranito, e io chiudo gli occhi sentendo il suo tocco, come se mi stesse cullando.

Torno in me e tolgo la mano dal mio viso. Mi appoggio al muro e aspetto che apra la porta. Non appena entriamo, lui butta le chiavi sul tavolino e mi dice che va un attimo di sopra a cambiarsi, dato che i suoi vestiti sono ancora fradici.

Quando scende nel salotto, si siede sul divano e io mi metto accanto a lui, passandogli il telefono per ordinare la pizza. Ordina presso una pizzeria italiana, dato che, per quanto io ami New York, la pizza americana mi fa schifo. Lui prende una margherita e io una patatine e würstel.

Intanto Drew prende dal frigo due lattine di coca cola, e me la passa. Vado in bagno, e mi sciacquai il viso e le mani, ma quando torno, trovo Drew a petto nudo con una fotocamera nelle mani e proprio in questo momento mi scatta una foto.

« Ma che stai facendo? Cancellala, subito. » gli ordino.

Drew si avvicina a me e mi mostra la foto: ho  il viso metà sorpreso e metà sorridente, e mi sfugge una risatina.

« L'ho fatto apposta, tranquilla. Ora mi rimetto la maglietta.» mi fa l'occhiolino e sento il campanello suonare. Drew si infila la maglietta e vado ad aprire la porta.
Invece del fattorino della pizza, trovo davanti a me una ragazza bionda, dagli occhi azzurri e con un corpo abbastanza formoso.

« Sei un'altra delle puttanelle di Drew? » chiedo, alzando gli occhi al cielo.

« Stavo per farti la stessa domanda. » dice, scansandomi ed entrando in casa.

«Amber? Che cazzo ci fai qui? » chiede Drew. È talmente infastidito, che potrebbe incenerirla soltanto con lo sguardo.

« Chi è lei? » dice la ragazza, indicandomi con il dito. Sospiro, per la millesima volta, e cerco di mantenere la calma.

« Lei è Elena, e tu devi andartene. » la spinge verso l'uscita e trattengo una risata.

« Sai almeno chi sono? » chiede lei, guardandomi.

« È..mia cugina, sì, è un po' impicciona. » risponde Drew, con tono nervoso.

L'accompagna verso l'uscita e li vedo parlare. Mi siedo sul divano e decido che film guardare. Tra i DVD noto il film "Le pagine della nostra vita", e decido di mettere questo. Quando sto per premere il play, Drew torna da me con le pizze in una mano.
« Oh, no. Te lo puoi scordare. Ora guardiamo un film horror. Se guarderai questo film, mi allagherai la casa. » dice, mentre cerca lui il film da guardare. Prendo la mia pizza e la guardo, come se fosse la cosa più bella al mondo. O forse lo é davvero.

« Pronta a divorarla? » chiede, ridendo.

Io gli faccio la linguaccia, e addento una fetta di pizza. Lui si cerca di rubarmi una patatina, ma gli colpisco a mano.

« Non ti azzardare. » lo intimo. « Ciò che è mio, non si tocca. » dico, mentre do un altro morso.

« Mi piacerebbe essere al posto della pizza, allora. » sogghigna, e per poco non mi strozzo. Mi porge la coca cola e mando giù un sorso.

« Drew, se eri con la macchina, come mai eri tutto bagnato, poco fa? » chiedo, a bocca piena. Mi metto una mano davanti alla bocca e lui ride.

« Perché quando sono sceso dalla macchina, e sono andato vicino al cancello di casa tua, sono rimasto lì per un po'. Ero indeciso se salire o no, quindi iniziai a contare prima di decidermi.» racconta, a disagio, e sgrano gli occhi.

« E a che numero sei arrivato? » domando, curiosa.

«Be', ho contato fino a mille, ma se non fosse stato per la pioggia, probabilmente avrei contato leggermente di più. » sorride e preme play.

Verso la metà del film mi sono addormentata con la testa in grembo a Drew, e ho sentito per tutto il tempo  lui che mi accarezzava i capelli.
Apro gli occhi e mi metto a sedere di scatto.
« Che ore sono? » chiedo, guardandomi intorno.

« Quasi mezzanotte. » dice, prendendo tra le dita una mia ciocca di capelli.

« Devo tornare a casa, Drew. » mi alzo e lui fa la stessa cosa. Si avvicina a me e sento le sue braccia avvolgermi.

« Hai un buon profumo. Profumi sempre di caramelle. L'ho pensato dal primo momento in cui ti ho incontrata. » sussurra tra i capelli.

Si stacca da me e spengne la tv. Prende le chiavi della macchina e mi accompagna a casa. Prego tutti i santi che i miei non facciano domande
Durante il tragitto Drew non fa altro che fissare la strada e me. Ciò mi mette in imbarazzo.

Quando arriviamo davanti a casa mia, lo ringrazio per la bella serata, e mi scuso per essermi addormentata.
Lui mi prende il viso tra le mani, cogliendomi totalmente di sorpresa, e mi dà un bacio a stampo sulle labbra.
Basta un suo bacio, seppur piccolo, a farmi arrossire.

Faccio per uscire dalla macchina, ma prima di scendere, mi giro verso di lui e gli dico: « Drew, so che quella non era tua cugina. » sorrido amaramente e lui abbassa lo sguardo, irrigidito.

Gli do un bacio veloce sulla guancia ed esco dalla macchina, salutandoci. Apro il cancello e affretto il passo, per arrivare a casa. Salgo velocemente le scale, e quando arrivo, apro la porta lentamente, e trovo mi madre, che mi guarda con un sopracciglio alzato, a  braccia conserte.

« Non sapevo che Emily fosse diventata maschio. »

Beccata.

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