Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

22. Giustificazioni

Avevo la testa confusa, come se fossi stata reduce da una sbornia colossale.

Non sarei andata all'università quel giorno, però avevo bisogno di uscire; in casa rischiavo di impazzire.

Jader era andato avanti con la sua vita, io invece faticavo, e non poco, a dimenticarlo.

Mi faceva rabbia tutto questo. Lo odiavo. Odiavo me stessa per avergli permesso di entrare nella mia vita.

Ignorai i messaggi di Vicky che mi chiedeva se avessi voglia di passare la giornata insieme. Non ne avevo.

Saremmo finite a parlare di Jader, di quello a cui avevamo assistito la sera precedente e io non volevo. Anche se quelle immagini le avevo stampate nella mente e si ripetevano in un loop infinito.

Dopo pranzo andai in libreria da mia madre. Girai tra gli scaffali, presi qualche libro a caso e lo sfogliai. Era una di quelle giornate senza senso e non vedevo l'ora che terminasse.

Chissà quanto tempo ci vuole per scrivere un romanzo, pensai.

‹‹Tesoro, oggi non vai all'università?››

Alzai lo sguardo e incontrai quello preoccupato di mia madre. Forse la stavo esasperando con quel mio girovagare. Riposi il libro che avevo in mano e mi avvicinai alla porta.

‹‹No, oggi no. Vado al bar...››

Una motocicletta si era fermata dall'altro lato della strada. Il ragazzo, ancora in sella, aveva tolto il casco e voltato la testa in direzione della libreria.

Jader.

Proprio lui. Di nuovo.

Mi seguiva davvero? Così apertamente?

‹‹Chi è?››, chiese mamma guardando nella mia stessa direzione.

‹‹Nessuno. Vado da Teo.››

Uscii prima che potesse chiedere altro. Nel frattempo Jader era sceso dalla moto e stava venendo da me. Alzai la mano e lo salutai, poi mi infilai nel bar. Lui si bloccò, ricambiò il saluto e ritornò vicino alla motocicletta.

Teo stava pulendo un tavolino e sua madre era dietro al bancone, intenta a preparare un cono gelato ad una bambina.

‹‹Ehi›› mi fece Teo, ‹‹c'è il tuo amichetto fuori.››

‹‹Ho visto.››

‹‹Non vai da lui?››

‹‹Sta andando via.››

‹‹Dici? Secondo me ti sta aspettando.››

Mi voltai e lui era ancora lì, appoggiato alla moto, con le gambe incrociate e le mani in tasca. Perché era lì? Perché? Che voleva da me?

Teo si avvicinò. ‹‹Cosa hai intenzione di fare?››

‹‹Stanotte l'ho visto baciare un'altra ragazza.››

‹‹E per questo adesso non vuoi più vederlo. Mi sembri un tantino esagerata.››

Lo guadai. ‹‹Esagerata?››

‹‹Sì. Sei stata tu a lasciarlo, non puoi pretendere che non veda nessun'altra.››

‹‹Sai benissimo perché l'ho lasciato.››

‹‹Non sto dicendo che hai sbagliato, sto dicendo che sbagli ora se non gli dai la possibilità di parlare con te solo perché lo hai visto con un'altra.››

Infastidita, guardai fuori. Guardai Jader.

Non era il bacio con Camilla il problema. Teo aveva ragione, ero stata io a chiudere la storia e non avevo più il diritto di incazzarmi per una cosa del genere. Il problema ero io. Avevo paura di non riuscire a dirgli addio una seconda volta, di non essere forte abbastanza.

‹‹Hai ragione.››

‹‹Penso che tu gli manchi.››

‹‹Ma per favore, Teo. Ti ho appena detto che...››

‹‹Che ha un'altra, certo. E guarda caso, in questo momento è qui fuori ad aspettare te. È vero, ha sbagliato a nasconderti quelle cose ma lo ha fatto per proteggerti. Probabilmente anche io avrei fatto lo stesso.››

‹‹Non lo giustificare. Quello che mi ha nascosto è imperdonabile.››

Teo alzò le mani in segno di resa. ‹‹Sto solo cercando di dirti che secondo me devi andare lì fuori e vedere cosa ha da dire. Coraggio.››

Anche Kora si avvicinò alla vetrata. ‹‹Che state guardando? Quel bel ragazzo sulla moto?››

‹‹È un amico di Dafne›› rispose prontamente Teo.

Gli tirai una gomitata e lo guardai male.

Kora fece finta di non vedere. ‹‹Sta aspettando te?››

Annuii.

‹‹Oh, piccola ninfa, fossi in te non me lo farei scappare.››

Mi fece l'occhiolino e tornò dietro al bancone. Ah, se solo avesse saputo!

Teo aveva un sorrisetto impertinente mentre mi apriva la porta per incoraggiarmi ad uscire. Avrei tanto voluto prenderlo a schiaffi.

‹‹E va bene, vado!››

Attraversai la strada e mi piantai di fronte a Jader. Un debole sorriso si disegnò sulle sue labbra.

‹‹Ciao Dafne.››

‹‹Mi stai pedinando?››, chiesi risoluta.

Lui si fece serio. ‹‹Volevo vedere come stavi. Ieri sera ti ho vista scossa. Non abbiamo avuto modo di parlare.››

‹‹Sto bene.››

Rimanemmo a guardarci senza dire niente. Aveva l'aria stanca e triste. Ancora più triste della sera precedente. I suoi occhi, seppur arrossati e circondati da profonde occhiaie, erano sempre bellissimi. E così intensi che sembrava mi stesse leggendo l'anima. Si mosse per prendere il casco appoggiato al manubrio e credetti che stesse per andare via. Però lo allungò verso di me.

‹‹Facciamo un giro?››

‹‹No.››

Lo posò di nuovo. ‹‹Due passi a piedi?››

‹‹Non pensi che la tua ragazza possa arrabbiarsi se ci vedesse insieme?››

Perfetto, non ero riuscita a trattenermi.

Jader scosse la testa. ‹‹Dafne, riguardo a quello che hai visto stanotte...››

‹‹Non sono affari che mi riguardano. Non voglio saperlo, davvero.››

Gesticolavo in maniera maldestra e cercavo in tutti i modi di non far parlare Jader. Lui mi afferrò un braccio e mi tirò verso di lui, non troppo vicini da toccarci ma abbastanza perché io riuscissi a sentire il suo odore.

‹‹Fammi parlare. Ti prego.››

Rimasi in silenzio, il cuore mi batteva a mille. Avrei tanto voluto che non lasciasse il mio braccio, ma lo fece.

‹‹Non c'è niente tra me e Camilla e non è mai successo niente in questo periodo. Il bacio di stanotte non ha significato niente per me. Eravamo tutti sconvolti per la morte di Stefano.››

Alla parola bacio la scena mi era ricomparsa davanti agli occhi e una morsa allo stomaco mi aveva quasi tolto il fiato.

‹‹Jader, io e te non stiamo più insieme. Non devi giustificarti. Sei venuto qui solo per dirmi questo?››

‹‹Sono venuto perché mi manchi. E lo so che non avrei dovuto, ma stanno succedendo tante cose in questi giorni... avevo solo bisogno di vederti. Di stare un po' con te.››

Se io e Jader non stavamo più insieme un motivo c'era. Lo sapevo io e lo sapeva lui. Tutto questo non avrebbe portato da nessuna parte, quale strana ragione ci portava a tormentarci a quel modo? C'era ancora del sentimento tra noi e vederci, stare insieme anche cinque minuti, non ci faceva bene. Tuttavia, presi il casco che prima mi aveva dato e lo indossai.

‹‹Ti concedo dieci minuti.››

Lui si mise in sella e mi accomodai dietro, stringendolo. Accarezzò le mie mani e accese la moto. Solo dopo qualche secondo mi resi conto che stavo sorridendo. Quando partì, mi accorsi che dall'altro lato della strada mia madre ci stava osservando. Una volta a casa mi avrebbe riempita di domande.

Mi lasciai andare con la guancia contro il suo giubbotto. Una sensazione così rassicurante da farmi dubitare della scelta che avevo fatto.

Il viaggio non durò molto, mi portò in un parco fuori città. C'era ancora il sole e nemmeno un filo di vento. Scesi dalla moto e tolsi il casco. Jader studiò il mio viso mentre lo prendeva. Senza aspettarlo, mi incamminai verso una panchina però cambiai idea e mi sedetti sull'erba.

Mi sentivo allo stesso tempo triste e felice. Felice di averlo lì e triste perché non avrei potuto averlo per sempre, come volevo. Lui si sedette accanto a me e per diversi minuti rimanemmo in silenzio. Osservai la sua motocicletta nera. Non l'avevo mai vista. Doveva essere nuova.

‹‹Non mi hai mai detto di avere una moto.››

Lo dissi continuando a guardare davanti a me, lui invece inclinò la testa e volse lo sguardo sul mio viso. Incrociai il suo sguardo.

‹‹Volevo farti una sorpresa. Avevo pensato di portarti in giro con la moto quando il tempo sarebbe stato migliore. Poi tu mi hai lasciato.››

Affondai le mani nell'erba e strappai alcuni fili. ‹‹Avevi pensato di farmi una sorpresa anche per raccontarmi tutta la verità? Prima che lo scoprissi?››

‹‹So che non mi perdonerai mai e non sono qui a chiederti di farlo. Vorrei solo che capissi che l'ho fatto per proteggerti.››

‹‹Ah, davvero? E come pensavi di proteggermi nascondendomi quello che sei realmente? Mi hai solo ingannata. Io non so più chi sei, Jader.››

Sentii la sua mano sul viso. Mi costrinse a voltarmi e piantò gli occhi nei miei. Aveva uno sguardo duro e risoluto.

‹‹Guardami negli occhi. Sono sempre lo stesso. Lo stesso ragazzo che hai tenuto per mano fino a pochi giorni fa; lo stesso che hai baciato, con cui hai fatto l'amore. Non sono cambiato.››

‹‹Il ragazzo che conoscevo era onesto, gentile e dolce. Non avrebbe fatto male ad una mosca. Invece tu chi sei? Ti stai rovinando la vita, lo sai? Non potrà finire bene.››

Jader lasciò la presa sul mio viso. Era tormentato. ‹‹Avrei voluto conoscerti in un altro momento.››

‹‹Io avrei voluto non conoscerti affatto.››

Lo avevo ferito. Un'ombra di tristezza passo attraverso i suoi occhi. ‹‹Mi dispiace.›› Si alzò e mi porse una mano. ‹‹Ti riporto a casa.››

Misi la mano nella sua e mi alzai. Mi lasciò subito e si avvicinò alla moto. Mi sentivo uno schifo, non ero pronta a lasciarlo andare per sempre. Per tutto il tempo ero stata scontrosa, quando l'unica cosa che avrei voluto era stare tra le sue braccia.

‹‹Jader?››

Si voltò. ‹‹Dimmi.››

‹‹Non volevo dire quello che ho detto.››

Lui scosse la testa, sulla bocca un lieve sorriso si andava disegnando. ‹‹Non fa niente.››

Si avvicinò e mi accarezzò il volto. Chiusi per un secondo gli occhi. Lui era il mio Jader, lo stesso che avevo conosciuto e di cui mi ero innamorata. Aveva ragione: non era cambiato. Però ero cambiata io. Se avessimo potuto cancellare tutto e ricominciare daccapo... io e lui da soli, lontano da quel posto. Lo avrei seguito ovunque, il mio cuore stava impazzendo ora che lo avevo vicino.

Quando riaprii gli occhi Jader aveva quello sguardo che adoravo: quello di una persona innamorata.

‹‹Quanto sei bella››, mi disse.

Poi si chinò su di me e mi baciò. Io lo abbracciai e lui mi strinse forte mentre, finalmente, le nostre bocche si univano. Quando ci staccammo, io mi allontanai in fretta. Non avrei dovuto lasciarmi andare fino a quel punto. Lui capì quello che mi stava passando per la testa. Senza dire nulla prese il casco e me lo diede.

‹‹Grazie per avermi concesso un po' del tuo tempo. Questa sarà l'ultima volta che ci vediamo. Te lo prometto.››

Quelle parole furono come una lama in pieno petto. Un'angoscia del tutto nuova cominciò a serpeggiare dentro di me.

‹‹Sembra quasi che tu stia per morire.››

Nel momento esatto in cui lo dissi, mi resi conto di quanto potesse avvicinarsi alla realtà. Solo poche ore prima eravamo stati alla veglia funebre del suo migliore amico, uno della sua stessa banda. Jader era forse in pericolo? Era per questo che aveva voluto vedermi un'ultima volta?

Si mise in sella alla moto, senza rispondere. Mi piazzai davanti.

‹‹Jader, sei nei casini?››

‹‹Sali.››

‹‹C'entra qualcosa la morte di Stefano, vero? Sei in pericolo anche tu?››

Io ero in preda al panico mentre lui mi guardava con una calma agghiacciante.

‹‹Dafne, sali. Per favore.››

‹‹No! Io non mi muovo di qui fino a quando non mi dici che cavolo sta succedendo!››

Jader sbuffò esasperato. ‹‹Sì, la morte di Stefano non è stata un incidente e no, non sono in pericolo. Però stanno succedendo delle cose e forse è meglio se sparisco dalla circolazione per un po'.››

Non mi aveva tranquillizzata affatto. ‹‹Dove andrai?››

‹‹Ancora non lo so. Adesso sali.››

Feci come mi aveva detto, ma mille domande mi affollavano la mente. Cosa era successo veramente a Stefano? Perché lui doveva sparire? Che genere di cose stavano succedendo?

Persa nei miei pensieri non mi resi conto che Jader non mi aveva portata a casa ma in un quartiere in periferia. Si fermò davanti ad un garage.

‹‹Dove siamo?››

‹‹Nel mio garage. Ti accompagno a casa in macchina, devo dirti una cosa.››

Mi si formò un nodo allo stomaco. ‹‹Cosa devi dirmi?››

Jader prese delle chiavi nella tasca del giubbotto e si avvicinò al portellone. ‹‹La verità. Voglio che tu sappia tutta la verità.››

Deglutii. Lui girò la chiave e tirò su il portellone. La giulietta bianca era lì ad attenderci. Lo raggiunsi.

‹‹La verità su cosa?››

‹‹Su me. Devi sapere chi sono veramente.››


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro