Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

14. Non succederà più

Dover fingere che tra me e Jader non ci fosse nulla non era un'impresa semplice.

Quando eravamo solo io e lui, era tutto bellissimo. Jader mi riempiva di attenzioni, mi coccolava, faceva di tutto per farmi stare bene. Ma non poterlo baciare quando uscivo dalla palestra, non poter trascorrere le serate insieme agli altri nostri amici, non potermi rannicchiare tra le sue braccia quando che ne avevo voglia, diventava uno strazio ogni giorno più grande.

I momenti peggiori erano quelli in cui uscivo con Francesco e Vicky e lui non veniva. O se veniva a stento mi salutava. Gli attimi in cui eravamo da soli ed eravamo felici non compensavano affatto la tristezza che provavo quando lui mi ignorava deliberatamente.

Perché non potevamo fare tutto alla luce del sole? La domanda mi martellava nel cervello notte e giorno, era il mio tormento interiore, mi logorava, mi faceva impazzire e più volte ne avevo discusso con lui, ma la sua risposta rimaneva sempre la stessa: ‹‹Ne abbiamo già parlato.››

Il mio umore stava peggiorando, ero sempre più cupa e scontrosa con tutti e non riuscivo ad essere serena. Dopo sole tre settimane ero già arrivata al limite.

Bianca e Noemi avevano organizzato una festa nel loro locale e avevano invitato quasi tutti i ragazzi che frequentavano la palestra, compreso Jader. Quando ricevetti l'invito ero a casa sua. Era una bella giornata; finalmente dopo giorni di pioggia un bellissimo sole splendeva nel cielo quasi limpido, lui era venuto a prendermi all'università e avevamo pranzato insieme, avevamo fatto l'amore ed eravamo rimasti accoccolati nel letto. Saremmo dovuti andare in palestra ma stavamo pensando di rimanere a casa per poter trascorrere ancora un po' di tempo insieme.

Sentii il mio cellulare suonare. Jader era disteso sul divano con la testa sulle mie gambe e stavamo guardando un film alla tv, io gli accarezzavo pigramente i capelli e lui giocava con l'altra mia mano.

‹‹Non rispondi?›› mi chiese.

‹‹È solo un messaggio, sarà sicuramente Vicky.››

Si spostò per permettermi di alzarmi e recuperai il cellulare dalla borsa.

-Tesoro, sabato siamo state invitate ad una festa da Bianca e Noemi! Ho detto loro che andremo, quindi non prendere impegni. Salutami Jader!!! Kiss

Tornai a sedermi e Jader mi attirò a sé.

‹‹Chi era?››

‹‹Era Vicky. Sabato sera siamo state invitate ad una festa.››

Jader inarcò un sopracciglio. ‹‹Dove?››

‹‹Allo Starlight, credo.››

‹‹Ah, sì. Sono stato invitato anche io.››

‹‹Davvero? Allora possiamo andarci insieme.››

‹‹No.››

Quella risposta secca non fece altro che smuovere il mio già precario equilibrio nervoso. Esplosi. Mi allontanai da lui.

‹‹Jader, mi sono stufata di questa storia. Mi spieghi perché non possiamo andarci insieme? Mi spieghi che male c'è se ci vedono insieme? Diavolo, non ti capisco proprio!››

‹‹Dafne, smettila...››

‹‹E non dire ne abbiamo già parlato, perché non sono più disposta a sopportare questa situazione! Voglio una spiegazione.››

Tentò di avvicinarsi ma mi alzai dal divano.

‹‹Se questa situazione ti fa stare male sei liberissima di andartene.››

Cosa? ‹‹Che cosa? Questo è tutto quello che hai da dire? Lo vedi che avevo ragione io! Tu vuoi solo scoparci con me!››

‹‹Non ho voglia di discutere sempre delle stesse cose, Dafne. Ti ho detto che dobbiamo aspettare ma tu ogni giorno ritorni sulla questione.››

‹‹Ma cosa dobbiamo aspettare, me lo vuoi spiegare?››

Jader si passò le mani sul volto e tra i capelli. ‹‹Non avrei mai dovuto iniziare questa cosa.›› Parlò rivoltò più a sé stesso che a me.

‹‹Sai che c'è? Ne ho abbastanza di questi tuoi modi di fare. Me ne vado, e non azzardarti mai più a chiamarmi.››

Presi il cappotto e lo infilai. Jader si alzò di scatto e fece alcuni passi nella mia direzione ma si bloccò e non tentò di fermarmi. Quando aprii la porta e uscii una lacrima calda scivolò lungo la guancia. L'asciugai in fretta mentre mi sedevo in macchina ed accendevo il motore. Mi aspettavo che uscisse e mi dicesse di restare, ci speravo, volevo che mi fermasse, ma la porta di fronte a me rimase chiusa e con un nodo in gola me ne andai.

Questa volta avevamo chiuso davvero.

Quella notte non chiusi occhio e il giorno dopo non feci altro che abbrutirmi davanti alla tv. I miei genitori erano preoccupati e mio padre mi chiese se fosse successo qualcosa con Jader. Gli dissi di no, perché non avevo nessuna voglia di parlarne e lui non insistette. Mi sentivo presa in giro, una sciocca che si era fatta abbindolare dal classico ragazzo stronzo. Gli avevo detto di non farsi più sentire, di lasciarmi stare, ma ogni tre secondi controllavo il cellulare con la speranza di trovare una sua telefonata o un suo messaggio. Possibile che per lui tutti i momenti passati insieme non avevano significato niente? Se chiudevo gli occhi riuscivo a sentire il calore dei suoi abbracci, il suo sguardo un momento prima del bacio, la passione con cui divorava le mie labbra.

E ogni volta un dolore lancinante mi scuoteva il cuore.

Il giorno della festa Victoria mi convinse ad uscire. Secondo lei mi avrebbe fatto bene vedere un po' di gente e distrarre la mente. Mi preparai senza entusiasmo e aspettai che venisse a prendermi. Francesco quella sera non sarebbe venuto, aveva la festa di compleanno di Camilla e ipotizzai che anche Jader sarebbe stato lì. Questo era stato il motivo che mi aveva spinto ad uscire, non avrei sopportato di vederlo in quel momento, anche se ero più che sicura che non si sarebbe fatto vedere in ogni caso.

Stavo male e il solo pensiero di dover interagire con altre persone mi dava il voltastomaco, ma oramai ero uscita, così mi stampai un sorriso in faccia e cercai di archiviare per un po' tutti i pensieri tristi. Io e Vicky ci sistemammo ad un tavolo con un gruppo di ragazzi che avevamo conosciuto in palestra. Dopo un paio di drink cominciavo a sentirmi bene e rilassata, il senso di oppressione al petto si era allentato e mi stavo divertendo.

Fino a quando non vidi Jader con un'altra ragazza. Il mio cervello ci mise un po' a registrare la scena che avevo davanti agli occhi.

Jader. Con una ragazza.

Ridevano e lei non perdeva occasione per mettergli le mani addosso.

Il cuore si fermò. Non aveva perso tempo...

‹‹Non ci posso credere.›› Victoria mi tirò per il braccio e mi girai a guardarla. ‹‹Vuoi che ce ne andiamo?››

‹‹Vado fuori a prendere aria›› dissi. Mi alzai e lei fece lo stesso.

‹‹Vengo con te.››

‹‹No.›› Scossi la testa, ‹‹voglio stare un po' da sola se non ti dispiace.››

Fuori faceva freddo. Mi strinsi nel cappotto e mi allontanai il più possibile dall'ingresso. Il mio respiro si condensava in nuvolette di fumo e concentrai il mio sguardo su quelle. Guardavo il vapore uscire dalla bocca e disperdersi nell'aria. Cercai di regolarizzare il battito del cuore e chiusi gli occhi.

‹‹Ciao.››

Sussultai per lo spavento, non mi ero accorta che si fosse avvicinato qualcuno.

‹‹Ciao›› risposi al ragazzo di fronte a me. Aveva un viso vagamente familiare.

‹‹Scusami, ma credo di averti già vista da qualche parte...››

‹‹Probabilmente nel locale.›› Non mi andava di conversare con quel ragazzo. Volevo stare da sola.

‹‹Per caso frequenti il corso di storia moderna alla facoltà di lettere?››

Era un mio compagno di corso? No, me ne sarei ricordata. ‹‹Sì. Anche tu?››

‹‹No, io sono l'assistente del professore.››

Ma sì, certo. Ora ricordavo. Era venuto solo una volta in aula. Gli sorrisi. ‹‹Mi sembrava che avessi un volto familiare.››

Anche lui mi sorrise. ‹‹Che ci fai qui tutta sola?››

‹‹Prendevo una boccata d'aria.››

‹‹Io sono Andrea.››

Gli strinsi la mano, ‹‹Dafne.››

‹‹Posso offrirti qualcosa da bere?››

Stavo per dire di sì quando vidi Jader avvicinarsi. Questa vota da solo.

‹‹Dafne, finalmente ti ho trovata.››

Andrea spostò lo sguardo su Jader. Poi guardò di nuovo me.

‹‹Che vuoi?››

Jader si rivolse al ragazzo. ‹‹Scusa, potresti lasciarci da soli?››

‹‹Che cosa vuoi?›› ripetei io.

Andrea dovette notare gli sguardi di fuoco che ci lanciavamo io e Jader e decise di farsi da parte.

‹‹È stato un piacere conoscerti, Dafne. Magari ci vediamo dopo.››

Per quanto in quel momento mi risultasse difficile, gli sorrisi e gli dissi di sì.

‹‹Chi era quello?››

‹‹Che. Cosa. Vuoi.››

Jader cercò di avvicinarsi ma ad ogni suo passo in avanti io ne facevo uno indietro. ‹‹Non fare così, sono venuto qui per te.››

‹‹Ti avevo detto di non farti più vedere.››

Jader mi prese le braccia e mi strinse a sé. ‹‹Mi sei mancata.››

Sentii subito il mio corpo abbandonarsi a lui, ma lottai con tutta me stessa per liberarmi. Lo spinsi via. ‹‹Così tanto che hai già trovato un'altra con cui uscire.››

Jader rise e cercò di abbracciarmi di nuovo. ‹‹Vieni qua, dai.››

‹‹No! Devi lasciarmi stare, hai capito? Non sono il tuo giocattolino.››

‹‹Non ho mai pensato che lo fossi.››

‹‹Non voglio più vederti, Jader. Mettitelo bene in testa.››

Sperando che mi lasciasse in pace una volta per tutte rientrai nel locale. Non potevo negare di aver provato una certa gioia quando lo avevo visto venire da me, ma dovevo rimanere ferma sulla mia decisione.

Jader non mi aveva seguita e credetti che se ne fosse andato. La ragazza con cui l'avevo visto prima era ancora nel locale ed era insieme ad altre persone. Cercai con lo sguardo Andrea ma non riuscii a vederlo. Anche Vicky sembrava scomparsa. Ordinai il mio solito drink e mi sedetti vicino al bancone. La mia amica mi raggiunse poco dopo.

‹‹Ti senti meglio?››

‹‹È venuto fuori e mi ha detto che gli sono mancata.››

‹‹Veramente? E tu cos'hai fatto?››

‹‹Gli ho detto che non voglio più vederlo. Ne ho abbastanza di questa storia.››

Mentre parlavo guardavo il bicchiere che avevo davanti e giravo la cannuccia. Non mi accorsi di quello che stava facendo Vicky fino a quando non la sentii dire: ‹‹È meglio che te ne vai.››

Mi girai per capire se ce l'aveva con me o con qualcun altro e vidi Vicky mettere una mano sul braccio di Jader per allontanarlo da me. Lui la fulminò con lo sguardo e mi prese il viso tra le mani.

‹‹Ma che...››

Le sue labbra calarono sulle mie. Un bacio profondo e intimo. In un primo momento rimasi rigida, poi mi lasciai andare e gli afferrai la maglietta all'altezza dei fianchi. Quando si staccò ero senza fiato.

‹‹Che stai facendo?››, chiesi.

‹‹Sto baciando la mia ragazza.›› Sorrise e mi diede un altro bacio. ‹‹Se tu prima mi avessi lasciato spiegare, avresti capito che sono venuto perché voglio stare con te e voglio che tutti lo sappiano.››

‹‹Oh mio dio, è così romantico!›› esclamò Victoria.

La guardai di sfuggita. ‹‹Cos'è che ti ha fatto cambiare idea?››

‹‹Il pensiero di non rivederti mai più.››

Volevo piangere di gioia. Il mio povero cuore stava per esplodere. Mi alzai dallo sgabello e lo abbracciai. Lui mi strinse forte.

‹‹Sono stata malissimo in questi giorni.››

‹‹Non succederà più. Mai più.››

Rimase al mio fianco per tutta la sera e per la prima volta rimasi a dormire da lui. Ci addormentammo abbracciati dopo aver fatto l'amore, io con la consapevolezza di essere innamorata di lui.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro