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"Sei... Sei tu?" chiesi senza fiato.
Come poteva essere li? Dopo tutto quel tempo che era passato era ancora li a guardarmi come se fossi l'ultimo tramonto?
Annuì con gli occhi lucidi e poi corse verso di me, appena fu a un passo dalle mie braccia mi abbracciò e mise la testa nei miei capelli.
"Sasha... Io... Io non so che dire. Sei davvero qui? È una mia immaginazione?" chiese con la voce ovattata dai miei capelli neri.
"No, non stai sognando" spiegai con voce tremante.
Alcune lacrime di gioia mi accarezzarono il viso mentre le mie spalle si muovevano a ritmo dei miei singhiozzi.
Lui mi strinse più forte, se possibile e a quel punto sentii la tosse di Dylan, che mi richiamò, chiedendomi con lo sguardo che cosa stesse succedendo.
Io, un po' imbarazzata, mi staccai da Tay, e rivolsi uno sguardo di scuse ai miei amici.
"Qualcuno di voi due, mi può spiegare cosa diamine sta succedendo?" chiese Cole.
Presi un respiro profondo preparandomi per parlare, ma la voce di Matt mi interruppe.
"Ciao ragazzi, io sono Matthew e conosco Sasha da quando lei aveva 12 anni. L'ho trovata in ospedale, quando io avevo 13 anni, era mezza morta e addormentata al tempo stesso..."
"Cosa?" sbottò Dylan.
"Secondo voi perché non parla? Ognuno ha i propri segreti" poi si voltò verso di me. "Ma, diamine, Sasha. Non glielo hai detto?" mi domandò.
Scossi la testa, ma non mi nascosi.
Si passò una mano tra il capelli biondi e poi sbuffò.
"Se lo volete sapere, andateglielo a chiedere a lei. Felice di averti rincontrata, Sasha" mi salutò.
Feci un sorriso forzato e lo salutai.
"Mezza morta? Sasha che cosa vuol dire?" chiese subitamente Dylan.
"N... Niente. Andiamo in classe?" cercai di cambiare argomento.
Riley e gli altri iniziarono ad avviarsi, mentre Dylan mi prese per un polso e mi fece sbattere contro il suo petto.
"Che cosa vuol dire, mezza morta?" domandò ancora.
"Te lo racconterò più avanti... Ehm... Ora non... Non voglio" spiegai.
Lui annui dolcemente e poi mi stampò un bacio sulla guancia destra, delicatamente.
Gli sorrisi e poi andammo insieme nell'aula di biologia.

"Non devi fare niente. Devi solo attendere che il cuore ti porti dove vorresti andare"

Le parole di Matt, mi sbalzavano da un orecchio all'altro facendomi quasi venire il capogiro. Guardai Dylan alla mia destra seduto sulla sedia e scarabocchiando su un foglio a righe.
"Allora ragazzi, fate una relazione a coppie, che farò io ovviamente, sul senso della vita, sulla fiducia in noi stessi e la propria autostima. Cioè tutti gli argomenti affrontati in classe. La scadenza è tra un mese, mi raccomando... Siate puntuali."
Iniziò a fare le coppie e quando arrivò al mio nome, mi disse che ero in coppia con Dylan.
Beh almeno conoscevo questa persona, che tra l'altro era una delle poche con cui parlavo.
"Perfetto direi, no?" sussurrò di fianco a me.
Annuii e poi lo seguii in mensa, mentre lui chiacchierava da solo cercando di spezzare il ghiaccio tra noi.
Ad un certo punto, mi svegliai da quello stato di trans, dopo che qualcosa colpì la mia spalla.
Mi voltai e vidi che era Liv, la ragazza che si era presentata il mio primo giorno di scuola.
"Oh, scusa. Sasha vero?" chiese in modo gentile.
Era davvero bella: occhi verdi e capelli biondi.
Era uguale a una bambola.
I capelli ondulati le arrivavano poco dopo il seno, e i suoi occhi luccicavano dall'eccitazione mentre guardava Dylan.
Poi il suo sguardo ricadde ancora una volta su di me spezzando la magia che aveva prima nel suo verde smeraldo.
"State insieme?" chiese un po' disgustata, facendo correre lo sguardo da me e Dylan.
Scossi la testa e lei fece un sorriso malizioso al ragazzo di fianco a me.
"Senti... Oggi io sarei libera... Se t-" iniziò Liv, ma venne interrotta.
"Alle sette a casa mia. Ciao" disse Dylan voltandosi per andare in mensa.
"Sul serio?" sbottai in preda alla confusione.
Si era messo d'accordo davanti a me per passare una serata 'divertente' con quella che ritenevo una persona affidabile? Bah.
Se lui pensava solo al divertimento che si divertisse pure, non me ne fregava più niente, ormai.
"Aspetti un secondo?" domandai, lui annui in preda alla confusione mentre io presi fuori una sigaretta dalla tasca.
"Allora... Cosa dovevi raccontarmi?" domandò.
Avvicinai la sigaretta alle labbra accendendola mentre riflettevo se ero pronta a spiegargli il mio passato.
Era ancora una cicatrice aperta e, sinceramente, non volevo degli amici solo perché provavano compassione nei miei confronti. Volevo degli amici che mi guardavano come si guardano le persone normali e basta.
"Io... Da piccola non... Non mi sentivo a mio agio a... restare in vita e..." spiegai, ma per una qualche strana ragione, mi fermai prima di andare oltre.
Mi ritirò la sigaretta dalle mani. "E cosa Sasha?" domandò mentre faceva un tiro.
"Ascolta, Dylan. Quando mi sentirò... pronta te lo verrò... a dire, ma non voglio degli... amici solo perché provano... compassione nei miei confronti riguardo... al mio passato. Okay?" chiesi dato che non capiva.
Annuì ancora più curioso. "Non sarai una di quelle ragazze dell'app di Tumblr autolesioniste, vero?" domandò preoccupato.
Una volta lo facevo, mi tagliavo per via del mio passato, ma avevo quindici anni ed ero solo una ragazzina.
Non credevo che farsi male, portasse al bene, anche se fumavo. Ma quello era un altro discorso.
Fumare significa essere prigionieri di una sigaretta, ma vuol dire al tempo stesso, vivere.
Perché riesce a farmi tirare su il morale e a farmi sentire più sicura, anche quando non riesco a parlare.
"No... Non sono quel genere... Di ragazza. E comunque... Ridammi la mia sigaretta." feci il broncio.
"Prendila" disse mettendo la sigaretta tra le sue labbra.
Misi la mia guancia e contro la sua e gli sfiorai le labbra con le mie, poi presi immediatamente la mia amata sigaretta appena lui si girò cercando di unire le nostre labbra.
"Il primo.... Il primo bacio deve ancora aspettare" dissi.

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