SASHA'S POV
Piangevo, qui dentro di me, mentre Dylan si avvicinava sempre di più.
Alzai una mano per fermarlo e per dirgli di restare lì dov'era.
"Sasha" disse ancora sopraffatto dalla gioia di vedermi.
"Stammi lontano" urlai alzandomi e piangendo.
"Cosa ti prende?" chiese indietreggiando di un passo e mettendosi una mano tra i capelli scompigliandoli ancora di più.
Mi sfuggì un singhiozzo prima che potessi fermarlo. Mi sentivo come se fossi... completa e in compagnia.
"Cosa succede, Sasy?" si avvicinò ancora di più a me.
"In tutto questo tempo... Sono successe varie cose..." iniziai a spiegare.
Lui si avvicinò a me. "Quali cose?" chiese preoccupato.
"Un... Una persona, mi ha iniziato a minacciare e... e non so più che fare" scoppiai a piangere.
"Eh? Dammi il telefono" disse dolcemente tendendo la mano e aspettando che gli dessi il cellulare.
Glielo diedi e subito lo vidi fare un respiro rapido dalla frustrazione.
Poi alzò lo sguardo fino ad incontrare il mio. "Da quanto?" domandò.
"Da... Da quando ti ho raccontato... Del mio passato" confessai.
Chiuse gli occhi facendo un respiro profondo.
"Devo dirti una cosa" disse non riaprendoli.
Mi preoccupai subito. "Cosa?" chiesi immediatamente.
"È una cosa importante, Sasy" annunciò facendomi preoccupare.
Annuii leggermente intimorita.
"Quando sono con te il mio cuore vola in alto e quando sento i tuoi occhi su di me, sento le farfalle nello stomaco. Quando ti vedo la pelle si riempe di brividi e quando ti sfioro, diamine, quando ti sfioro la testa va in tilt. Quando ami veramente una persona, provi queste sensazioni, no? E la distanza mi ha fatto sentire la tua mancanza. Cosa mi stai facendo Sasy? Io prima di partire per trovarti non sapevo che ero innamorato di te. Ma ora posso confermarlo. Io mi sono innamorato di te, Sasy. Tutte le parole non dette, tutti quegli sguardi persi... Mi stai facendo impazzire. Quindi adesso, ti sto dicendo che ti amo, Sasha. Ti amo più di me stesso. Ti amo, ti amo, ti amo." ripeté ancora.
Restai a bocca aperta: non era un discorso da tutti i giorni.
Mi stupii della sua sincerità nello sguardo, ma subito distolsi i miei occhi dai suoi che in quel momento erano più profondi del solito, se possibile.
"No" sbottai.
"Non è possibile, tu non puoi, non puoi amarmi. Lo capisci?" chiesi con le lacrime agli occhi.
"Lasciati amare, ti prego" mi supplicò tentando di prendermi la mano.
La sottrassi subitamente, intimorita dalla scossa che avevo sentito nella spina dorsale.
"Io... Lo sai che... No! Tu non puoi amarmi!" sbottai. "Anche io sento qualcosa quando ti tocco, ti vedo, ti guardo, ma... Ma è una cosa pericolosa innamorarsi!" dissi tutto ad un fiato.
"Allora voglio rischiare, Sasha" mi accarezzò la guancia destra.
"Io... Tu... Io sono... Me. E tu... Cavolo, no Dylan. No, non possiamo" cercai di spiegarmi, ma le parole erano come incastrate in gola.
Provavo qualcosa per lui, ma se avessi condiviso il suo amore, ci saremo ritrovati con due cuori a pezzi e un'amicizia infranta. E io non volevo allontanarmi dall'unica persona con cui riuscivo a parlare, o almeno a dire ciò che provavo. Non ero ancora pronta ad amare o ad essere amata e ne ero consapevole perché dopo ciò che era successo alla mia vita non potevo sopportare di essere di nuovo usata. Volevo essere felice, ma ne dubitavo che lo sarei stata perché se non mi lasciavo amare era impossibile che io potessi essere amata. Volevo solo sorridere, ma non ci riuscivo. Non riuscivo a ancora a collegare me stessa alla parola 'amore'. Io non potevo amare come non potevo essere amata.
Rincontrai il suo sguardo pieno di angoscia e dolore e mi faceva male sapere che ero stata io a causare tutto quell'uragano in noi.
"Non mi ami?" la voce gli si spezzò a metà frase, la voce piena di rimorso.
"Io..." deglutii a fatica.
Distolse lo sguardo e lasciò la mia mano e tolse la sua dalla mia guancia. "Non mi ami?" ripeté con lo sguardo perso nel vuoto.
"Ascolta, guardami okay?" gli presi il volto tra le mani e lo guardai nei suoi occhi scuri e intensi.
"Io... Provo qualcosa per te, qualcosa... Di forte..." dissi sinceramente "Ma c'è qualcosa che mi ferma e non mi lascia libera d'amare." dissi senza fiato.
"è il tuo passato" mi guardò seriamente negli occhi.
Annuii "Probabile".
Lui si avvicinò cautamente e mi accarezzò la guancia nuovamente, mi tolse i capelli davanti agli occhi e avvicinò le sue labbra alle mie.
E mi baciò.
Mille pensieri mi frullavano nella mente come: cosa sarebbe accaduto dopo? Saremmo rimasti amici?
Impossibile, mi risposi.
Era una sensazione strana baciare le sue labbra, sentivo come una mandria di bufali nella mia pancia e un brivido dove la nostra pelle si sfiorava.
Il fatto che era il mio primo bacio non sembrava che causasse problemi.
Le nostra labbra unite, i nostri respiri affannati e i cuori che correvano impazziti.
Al diavolo.
Lo presi per la nuca e lo avvicinai di più a me.
Non mi interessava se avevo le labbra che mi bruciavano perché adesso tutto aveva un senso.
Il mio mondo si ricostruiva e piano piano che il bacio si faceva più profondo, i pezzi del puzzle si ricomponevano.
Sentivo che la mia pelle era tutta un formicolio, e diamine, se mi piaceva quella sensazione. Mi veniva da piangere dalla tanta gioia che provavo che sentivo la testa pulsarmi sempre più forte, forse a causa dei pensieri o forse a causa dell'uragano che si era creato in me.
Sentivo tutto il mio amore per lui, ma non potevo accertarlo, non potevo coinvolgere anche lui nel mio passato, non volevo che qualcuno potesse entrare a far parte della mia vita per poi distruggerla completamente, non lo avrei mai permesso perché mi sarei fatta male io, certo, ma anche Dylan e io non volevo arrecargli sofferenze.
"Allora voglio rischiare, Sasha" . Quella frase mi rimbalzava da un orecchio all'altro e non riuscivo a tirarla via dalla testa.
E se gli dessi, sul serio, una possibilità, magari solo una.
Avevo deciso di farlo entrare nel mio cuore, finalmente.