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16

Stavamo partendo.
Ci stavamo allontanando da tutto e da tutti, finalmente.
Avevamo deciso di andare in California e partire il giorno stesso per prepararci a questa nuova avventura.
Accostai quando trovai un autogrill.
"Bene ragazzi, siamo quasi arrivati in California, se vi muovete ce la facciamo entro sta sera" affermai.
Cam si fermò vicino a me e si sedette nel posto di fianco al mio.
"So cosa stai provando" disse sussurrando.
Lo guardai dritto in faccia senza capire. "Cosa?"
"So cosa stai provando adesso. Vuoi trovarla, ma al tempo stesso sai che qualcosa cambierà, il tuo modo di guardarla e il modo in cui inizierai a provare cose forti per lei."
Sospirai profondamente: "non so cosa provo, ma c'è qualcosa... qualcosa che nelle altre non ho mai provato" annunciai.
"Lo sai che ci vorrà tempo prima che lei ti darà il suo cuore e ti concederà di amarla, vero?" chiese.
"Lo so già. Ma una volta che io le dirò cosa provo cambierà tutto."
"Ed è questo il bello della vita: che tu non sai cosa provano gli altri e non potrai mai sapere se ti stanno mentendo." appoggiò la testa sulla mano.
"Tu sai dov'è, ma non vuoi ammetterlo. Pensaci su sta notte" disse alzandosi, aprendo la porta del camper e uscendo per raggiungere i suoi amici.

***

Due giorni.
Erano passati due giorni e non avevamo trovato ancora nessun indizio che potesse dirci dov'era,
"California: fatto. E se andassimo a vedere a New York? C'è un posto abbandonato, magari ha lasciato qualche indizio li" fece spallucce Cole.
"Ci vogliono 17 ore per andare. Se non è li, torniamo a casa. Non voglio saperne più niente di questa storia. Torneremo a Miami e basta. Okay?" chiese Jade sbuffando.
"Okay, questa è l'ultima tappa. Se non è lì, ritorneremo a casa." annunciò Riley.
Sospriai fortemente e pregai che fosse lì, sarebbe stata una sfortuna aver consumato tutta quella benzina per niente, ma quello non era il problema principale: se avessi perso anche lei tutto sarebbe stato rovinato, anche la mia vita e il mio amore per lei.
Non sapevo cosa mi prendeva quando i trovavo con lei: il cuore mi batteva forte, nella pancia mi volavano mille farfalle impazzite e la testa non ragionava più. Provavo qualcosa di forte, ma di veramente molto forte per lei e me ne rendevo conto da solo e la cosa divertente dell'amore è che distrugge. L'amore ci rende fragili, ma allo stesso tempo forti quando ci si trovava insieme.
"Va bene. Voi andate a casa io resterò in giro per trovarla." dissi.
"Scusa se te lo dico, ma sei stracotto" mi disse Cole dandomi una pacca sulla spalla.
"Già" ammisi.
"Chi guida? Dylan, no perché è troppo stanco e deve pensare alla sua amata" mi cantilenò Jade.
"Va bene" alzai gli occhi al cielo divertito.
"Bene, Jade vuoi guidare tu?" chiese Cole.
"Bo, si va bene per me" sorrise indifferente.
"Allora partiamo per New York, ragazzi." battei le mani pronto ad affrontarla.
Avevo questo presentimento che la trovavo lì anche se non lo sapevo. Sentivo il mio sesto senso che mi urlava di andare li subito, per vederla e per dire i miei sentimenti, che erano troppo forti in quel momento.
Mi avviai verso la camera da letto per sdraiarmi e riposare, dato che la notte scorsa non avevo fatto altro che pensare e pensare.
E se non l'avessi mai più vista? Se non l'avessi mai trovata?
Speravo solo che si trovava lì, nient'altro. Anche solo un suo abbraccio mi sarebbe bastato.
Volevo solo dire i miei sentimenti e mi sarei sentito realizzato perché dopo tutto questo tempo ho imparato ad amare. Non come mio padre amava me, ma come so ama realmente.
In quella casa non ci sarei mai tornato, mai. Sapevo che prima o poi avrei dovuto farlo, ma non era questa la cosa essenziale. Volevo solo vederla di nuovo e farla sorridere.
Non sapevo se ricambiava i miei sentimenti, ma speravo proprio di si perché sennò il mio cuore si sarebbe spezzato.
Dopo anni e anni da ciò che mi era accaduto, io avevo finalmente imparato ad amare. Pensavo di non essere in grado di amare perchè tutto ciò che avevo perso e lasciato indietro era ormai passato e non volevo più pensarci, ma era rimasta una cicatrice profonda, nel cuore che non ne sapeva di chiudersi definitivamente.

Entrai nella stanza, era buia e mi faceva un po' paura, ma potevo resistere e restare li.
Piangevo a dirotto e non trovavo niente da asciugarmi le lacrime.
"Shawn!" mi urlò dalla stanza affianco mio padre.
Mi alzai in piedi barcollando, senza forze.
"Lo sai cosa devi fare, vero?" chiese con un espressione soddisfatta sul volto. Annuii e iniziai pulire la casa.
Al posto del suo figlio, ero il suo schiavo, ma a me andava bene così: prima o poi avrei avuto la mia vendetta.

Scossi la testa per cacciare via quei brutti ricordi che non volevano andarsene via dalla mia testa.
Il cuore mi batteva all'impazzata e le lacrime insistevano per scivolarmi sul mio viso, ma cercai di resistere: non mi ero mai mostrato debole. Figuriamoci se potevo mostrarmi debole davanti ai miei amici, mi avrebbero preso in giro per il resto della mia vita.
Feci un respiro profondo cercando di colmare il groppo che avevo in gola e di non tremare, ma sembrava un'impresa impossibile, dal momento che avevo pensato il mio passato.
Strinsi più forte il lenzuolo e misi le cuffiette nelle orecchie, sperando che il dolore che provavo al petto si dileguasse un po'. Sforzi inutili.
Allora, chiusi gli occhi e provai ad addormentarmi

***

Eravamo all'entrata di una pista di pattinaggio e non sapevo se avevo il coraggio di entrarci, dato che poteva non esserci Sasha dentro. Tremavo tutto, ma quando una mano si poggiò sulla mia spalla, buttai fuori l'aria che stavo trattenendo.
"Voglio che tu sappia una cosa..." disse Cole.
"L'amore ci rende fragili. Cosa hai provato quando sei stato a letto con Jade? Niente, vero? Posso metterci la mano sul fuoco" mi sorrise dolcemente, sapendo che aveva ragione.
Annuii intimorito da cosa stava per dirmi.
"Ti ricordi la storia di Clary? Ci ero rimasto talmente tanto male che..." deglutì fortemente.
Feci scattare la testa verso la sua faccia e lo guardai con occhi sbarrati.
"Ho iniziato a tagliarmi" disse "Ma ora ho smesso, adesso non la penso più" aggiunse in fretta.
Presi un respiro profondo, incoraggiandolo a continuare.
"L'amavo più di ogni cosa e tutto l'amore che provavo per lei, mi ha spinto a fare una cosa così brutta. Ogni volta che la vedevo, sentivo le farfalle nello stomaco e una scossa elettrica si prendeva possesso della mia spina dorsale" fece un respiro profondo.
"Ed è questo che stai provando adesso, lo so per certo" mi sorrise dolcemente.
Annuii ancora.
"Adesso se non dovesse essere lì dentro, non ti scoraggiare: tiene troppo alla sua famiglia per abbandonarla con uno stupido bigliettino. Lei avrebbe avuto molto più stile se li avesse dovuti abbandonare" annunciò strappandomi un lieve sorriso.
"Ora alza quel bel culo che ti ritrovi, e vai a trovarla" mi diede una pacca sulla spalla per incoraggiarmi.
Mi alzai ancora tremante e mi avviai verso l'interno della pista.
Il mio cuore fece una capriola nel petto appena incrociai i suoi occhi azzurri e penetranti.
Mi portai d'istinto la mano sulla bocca spalancata, mentre dall'altra mano mi scivolarono le chiavi del camper. Fecero un forte rumore, ma non ci feci caso.
Perché l'avevo rivista.
Perché avevo rivisto i suoi bellissimi occhi.
"Sasha?"sussurrai mentre una lacrima di gioia mi rigò il viso

-spazio me-
Scusate tantissimo per la mia assenza ma la scuola in queste ultime settimane non mi ha lasciato neanche un po' di tregua.
Inoltre volevo consigliarvi la lettura della nuova storia di AmoreSegreto_
Detto questo tolgo il disturbo e vado!

Princesses

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