*23*
"Questo è l'abergo dove ha soggiornato la signorina Lam."
"Chi? Non conosco questa storia." Dico interrogativa.
Lui mi guarda stranito.
"So solo che questo è uno degli alberghi più terrificanti della California..." aggiungo cercando di individuare con gli occhi qualcosa di carino in questo edificio.
Tutto era dominato dal silenzio. È notte, infatti il buio riempie ogni cosa. Neanche la luna è apparsa in cielo, forse perché è troppo spaventata.
Tutto tace. E tutto trema. Fa freddo. Fa più che freddo.
Saremo arrivati a meno 0 sicuro.
La terra è arida, senza vita. Il cielo fosco, senza luce.
"Non la conosci?" mi dice Shawn con gli occhi spalancati.
"Ho letto che tre settimane dopo la sua scomparsa,in seguito alle lamentele di alcuni ospiti per la maleodorante acqua nera che fuoriesce dai rubinetti, un addetto alla manutenzione ritrova il suo corpo senza vita sul fondo del serbatoio dell'acqua sul tetto. Di come la ragazza sia arrivata lì non c'è spiegazione, considerato che per raggiungere quel punto bisogna superare una porta chiusa a chiave e un allarme,che non ha mai segnalato nulla." dice agitandosi.
"Continua." dico tremante.
"Ho visto su Facebook, un video che ritrae la ragazza in una strana scena ripresa dalle telecamere di sicurezza, probabilmente nei suoi ultimi momenti di vita. Le immagini mostrano la ragazza che entra nell'ascensore e inizia a comportarsi in modo davvero anomalo. Si nasconde, preme tutti i tasti ma le porte dell'ascensore restano inspiegabilmente aperte. Poi si affaccia sul corridoio e guarda impaurita all'esterno." aggiunge squadrando l'albergo che sembra portare al tutto,un'aria terrificante.
"In seguito,l'autopsia non ha riscontrato tracce di droga nel suo organismo e il caso è stato archiviato come "morte accidentale per annegamento"dice infine.
Ci guardiamo tutti e due nello stesso momento spaventati.
"Che facciamo!??" Mi domanda.
Annuisco.
"Shawn." lo chiamo tenendo lo sguardo fisso in una finestra.
"Jen?" Mi dice.
"G-guarda la finestra." dico mettendomi dietro di lui.
Dietro la tenda della finestra si vede un'ombra che ci osserva mettendoci completamente in subbuglio.
Sembra uno di quei film horror che si vedono in tv.
Avró le allucinazioni? Spero di si.
"Cazzo. Scappa!" mi dice Shawn prendendomi per un braccio.
"No, aspetta!" a quelle parole si tira un fortissimo vento che sembra trascinarti dentro l'albergo.
"Cosa!?" Dice sospirando.
"Vuoi rimanere congelato fuori?" gli chiedo riscaldandomi le mani.
"Cosa cazzo dici? Vuoi morire li dentro?" dice prendendomi per la mano.
"Adesso stai esagerando! Tanto peggio di cosi!" dico ritirando il braccio.
"L'hai visto anche tu quell'ombra lì,no?" Urla indicandomi il punto.
"Si, ma preferisco stare lì, piuttosto di morire congelata fuori, in un posto completamente isolato, con dei cani randagi per le strade. Credo non vedranno l'ora di assaggiare un pò di carne fresca!" ribatto.
"Non ha senso!" Grida mentre il vento ulula assordante.
"Si che ce l'ha! Metti le cose sul piatto della bilancia...o fuori congelati, o lì.."
"Ad avere a che fare con gli spiriti." mi interrompe.
Faccio un respiro pronfondo.
"Credimi neanche io ci tengo ad entrare, abbiamo entrambi ragione, perció..." dico come aspettando una sua risposta.
Si mette le mani nel ciuffo disperato.
"Andiamo." dice prendendomi la mano. Apriamo la porta e improvvisamente del fumo esce dagli infissi delle finestre. Tutto è nero.
"Jen! Giù!" mi dice Shawn.
Ci mettiamo giù a terra cercando di respirare.
"Che mi debba cadere un fulmine la prossima volta che ti ascolto!" dice Shawn tossendo.
"Io non ti ho obbligato ad andare qui! Okay? Se tu volevi stare congelato lì fuori, va bene, vai lì... non ascoltarmi tanto peggio per te!" urlo.
Riesco a vedere oltre tutto questo fumo, una porticina.
Dobbiamo andare?
Non é semplice, soltanto il fatto di voler spalancare questa porta mette in ansia chiunque.
"Entriamo!" Dico correndo verso di essa.
"Aaaah!" dice Shawn cadendo da qualche parte.
"Dove sei? Shawn!" Urlo disperata.
"Sono qui!" Sento gridare.
Sono completamente nel panico.
"Facciamo le cose con calma,Calma Jen!" Mi ripeto facendo la pazza avanti e indietro.
"Jen!"
"Ci sono!" Gli dico.
Riesco a far uscire il un pò di fumo da una finestrella accanto alla porta.
I miei occhi in questo momento sembrano delle spie come quelle dei musei. Dove si trova?
Sussulto quando lo vedo traballare con una mano su una botola,così corro verso di lui il più in fretta possibile.
"Shawn!! Dammi la mano!" Grido.
Sono spaventatissima, il cuore mi batte a mille e sento le mie gambe dei pezzi di carta.
"Ecco! Tirami su!"
Lo faccio risalire con tanto sforzo.
"Cosa è successo?"
"La botola era aperta, e sono scivolato...come se qualcuno mi tirasse li dentro.." afferma senza fiato..
A quel punto sentiamo ripetutamente delle porte sbattere.
"Cavolo entriamo lì forza!" dico aprendo la porticina che avevo visto prima.
Il lento spalancarsi della porta di quella vecchia porticina abbandonata in quella vecchia città, di notte, era un suono infernale.
È una sala da pranzo oscurata... le finestre sono state sbarrate con delle tegole di legno che fanno entrare una luce bluastra, illuminando la tavola su dei calici pieni di un liquido rosso maleodorante.
Intorno alla tavola ci sono cumuli e cumuli di polvere e ragni che camminano con quei loro piedini neri, sottili e pelosi, si arrampicano dappertutto, anche sulla schiena dei topi che rosicchiano pezzi di stoffa presa chissà dove.
Camminiamo ancora verso quella che dovrebbe essere una dispensa e quella luce va via. Rimaniamo completamente al buio adesso.Il cuore mi sta uscendo completamente dal petto.
Odio il buio, l'ho sempre odiato già da bambina.
La tremenda sensazione di cadere in un baratro senza fondo.
"Calma, ho una torcia." Mi rassicura Shawn.
Accende la torcia che in questo momento ha il nome di mia salvezza.
"Cosa facciamo?"
"Non so. Non possiamo di certo rimanere qui!!"mi dice.
"Ci sono delle scale. Saliamo!" Urlo con voce tremante.
Saliamo nelle scale scricchiolanti e saliamo in un corridoio stranamente illuminato.
C'è una lampada accesa.
"Hai visto? Almeno ci hanno riservato un pò di illuminazione!" dico ironica.
"Jen... come cazzo fa ad esserci secondo te una lampada accesa in un posto abbandonato?? Non credi che ci sia qualcuno qui?" dice nervoso.
Ha ragione.
Ha fottutamente ragione.
Giuro, mi viene da piangere.
Non so,mi gira la testa, sarà la paura o l'ansia.
"Entriamo." dico spostando la torcia verso la stanza con un letto.
Shawn chiude gli occhi esasperato e comincia ad entrare tremante.
La stanza è vuota fortunatamente.
Solo diverse ragnatele, ragni e tende strappate. La camera e la casa incutono terrore alla grande, non si poteva trovare il lato positivo li dentro,a parte il fatto che non siamo fuori a congelare.
Ci sono tantissime camere nel corridoio. Spero che questa sia la migliore.
"Non c'è nessuno qui. Forse è rimasta accesa per sbaglio quella lampada." ipotizzo
Fa spallucce.
"L'hai sentito?" chiedo.
"Oddio, cosa?"
"Scherzavo, sei un davvero un fifone.." dico dandogli una spinta ridendo.
"Smettila! Ride bene chi ride ultimo!" mi dice.
Shawn si guarda intorno.
"Che schifo.. cos'è? Cibo avariato?" Domanda prendendo un toast ammuffito dal pavimento.
"Abbiamo il bagno in camera guarda!" dico ammortizzandone la situazione.
"Ye.." dice triste.
Viene verso di me e guarda schifato quella specie di bagno.
Dal tetto sgocciola acqua e il lavandino è arruginito. Per terra c'è acqua sporca, nera, con dei girini. La vasca è stra piena di fiori, foglie nere, secche e marroni.
"Credo che faremo a meno di usarlo." dico chiudendo la porta.
"Tu dici?" afferma sarcasticamente.
Mi siedo vicino alla finestra coperta con un lenzuolo.
"Come faremo ad uscire di qui?"
Nessuna risposta.
"Shawn?" Urlo.
"Shawn???!" Ripeto.
"...aaaarr!" dice mettendosi la torcia sotto il mento facendo la faccia più spaventosa della Terra.
Urlo più forte che posso,e lui mi tappa la bocca.
"Ma che faii?" dice ridendo.
"Cazzo Shawn, che spavento! Ti sembrano scherzi da fare??"
"Ah sono io il fifone eh.?" Ridacchia.
Lo guardo imbronciata ed esco nel corridoio ispezionando il luogo.
Quadri, quaderni,libri.
Ma in che posto siamo finiti?
Alla fine di questo corridoio lungo si intravede una finestra.
"Shawn! Vieni dai! Esci dalla stanza! Guarda!" urlo.
"Shh! O il killer potrebbe farsi vivo!" grida.
"Oddio, Shawn... non fare il patetico, guarda." Ribatto.
Esce dalla camera e viene verso di me.
"Cosa?"
Gli indico la finestra dove fa vedere fuori.
"Lampi, tuoni, pioggia, e noi siamo dentro. In un posto vuoto, caldo e asciutto." gli faccio notare.
"Okay, ciao." Se ne va.
Rimango ancora un pò a guardare la finestra quando si sente un piatto rompersi.
"Hai sentito?" dico con gli occhi spalancati correndo verso la camera con Shawn.
"Basta con questi scherzi, dai Jen." mi dice.
A quel punto il suono dei passi di qualcuno stuzzicano le mie orecchie.
Ho davvero paura adesso.
"N-non è uno scherzo." dico
Deglutendo.
Dalla porta chiusa si vedono delle ombre. Di piedi.
"Cazzo qualcuno sta entrando!!" grido.
"Vaffanculo alle tue teorie sul freddo, chi se ne frega,meglio stare a morire fuori! Che qui dentro!" dice stringendomi a se.
Una busta bianca attraversa la fessura della porta.
"Fermo." gli dico a Shawn che sta per prenderla.
"Cosa?" Non mi da retta e la apre.
*cara mia Jen, non è mica un giochino questo... dipende da te. tu, trattami come un gioco, e io ti insegneró come si gioca.*
Leggiamo nella busta.
"Ma cosa?" dice Shawn scioccato.
Guardo il messaggio con aria interrogativa.
"Ce l'ha con te, che hai combinato?" Aggiunge.
Annuisco esaminando la scrittura.
Sembriamo finiti in una storia: giallo-horror.
"Come usciamo da qui?"
"Prova a chiamare qualcuno." Mi suggerisce.
Digito il numero di mia madre.
"Segreteria."
Prova anche lui e stessa cosa.
"Voglio andare a casa!" dico mettendomi le mani negli occhi.
Credo che mi stia venendo da piangere.
"Era meglio se andavo a scuola." dico esausta.
"Avevi un'altro impegno?" dice Shawn sedendosi accanto a me.
"Dopo che me lo avevi chiesto sì." Sputo il rospo.
"Che tipo?" mi domanda curioso.
"Dovevo andare a scuola, per esercitarmi con la prova di potenziamento. Con Cameron." Dico a sguardo basso.
"Ah. Con lui." dice guardando da un'altra parte.
"Si, ma sono andata con te, come promesso."
"Capisco come ti senti, Jen. Alla fine mancano solo 4 ore ed è mattino." Dice ottimista.
"Non capisci, ho mentito a mia madre, alla preside. A tutti. Per poi, ritrovarmi qui. In questo posto di merda." Dico piangendo.
"Non doveva andare così, lo sai? Volevo portarti nel lago, dove c'era una vista spettacolare. Fiori, alberi innevati,una cena che ci aspettava. Dove tutto era perfetto." Dice accarezzandomi il viso.
"Ma adesso non lo è."
"Andiamo a cercare qualche parte dove prende il cellulare, io non ho paura di questa persona."Dice.
"Si, okay."
"Dividiamoci. Io vado giù tu stai qui." Mi dice andandosene.
Mi asciugo le lacrime e comincio ad andare a passo svelto nelle stanze del corridoio.
Apro la porta e non ci posso credere.......
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro