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*20*

"Il prof ha detto che possiamo uscire, volete continuare a sbaciucchiarvi, o uscire da questa stanza?" dice Cameron comparendo davanti alla mia faccia.

Sussulto.
"Ehm.. si, certo.." dico imbarazzata.

Oddio. Io e Shawn ci stavamo veramente baciando? E lui ci ha visti..

Ma che dico... devo stare tranquilla, che me ne frega di Cam e di quello che puó pensare..

"A te cosa importa?" dice Shawn abbastanza arrabbiato.
"Mi importa perchè sono stato incaricato di mandare tutti fuori... prima di parlare collega la tua bocca al cervello, sempre se ce l'hai..." dice spostando violentemente una sedia.

Non mi sembra l'abbia detto a tutti. Dico fra me e me.

Mi guardo intorno. La maggior parte degli studenti sono qui. È sicuro di quello che sta dicendo?
"Solo noi? Dobbiamo andare?" dico  aggrottando le sopracciglia.

"Ma certo, solo voi potete andare a casa, gli altri rimangono a scuola normalmente." Dice ironico.

"Certo,come se tutti ti stessero ascoltando.." lo sfida Shawn.
"Tu dici?" lo fulmina.

Da uno sguardo alla classe:
"Ehi! Tutti fuori immediatamente! Potete andare a casa, lasciate tutto quello che state facendo, ordine del preside, sono stato chiaro?" Urla Cameron più forte che puó.

Tutte le persone cominciano ad uscire.
Cameron gli lancia un'occhiata del tipo: "sono io che comando"e poi se ne va sbattendo la porta.
"si sente tutto lui.." borbotta Shawn alzandosi.

Faccio spallucce ed usciamo dall'aula.
Mi accompagna all'armadietto.
"Aspetta ti aiuto.." dice prendendo l'argilla per poi posarla.
"Grazie." dico abbassando lo sguardo.
"Sono stato bene con te, sei davvero simpatica." Dice sorridendo.
"Lo stesso vale per me, davvero."

È la verità, è davvero molto gentile, mi trovo bene con lui.
"Sei del quarto anno?" Chiedo.
"Quinto, mi sono trasferito da poco, proprio come te." dice controllando l'orario.

Chiudo l'armadietto e mi ci appoggio.

"Spero ci rivedremo qualche volta..."dice guardandomi con uno sguardo dolce.
"Ma certo" gli rivolgo un sorriso.
Lui si avvicina di più a me.
"Sei libera sabato sera?" Mi da la mano.

Metto un ciuffo di capelli dietro l'orecchio, imbarazzata.
"Beh..io, credo di si." dico senza pensarci. Spero veramente che io non abbia nessun impegno, non mi va di dargli buca all'ultimo momento.
"Perfetto.." mi mette la mano sul volto.
Mi sta per dare un bacio.
Mi sta veramente dando un bacio?
Le nostre labbra si sfiorano quando suona della campanella antincendio.

"Cosa è stato??" urla Shawn staccandosi da me.
"Non lo so, cosa succede?" Dico mettendomi le mani nelle orecchie.

Che rumore assordante. Ma come mai è suonata? C'è un incendio?

"Uscite immediatamente fuori!" Dice l'altoparlante della scuola.
Corriamo verso l'uscita e chiediamo al preside cosa possa essere successo.
"Non so sembra essere suonata per sbaglio, a volte l'allarme gioca brutti scherzi..." dice il preside guardando il cellulare.
"Infatti a volte gioca brutti scherzi, Jen, che vuoi farci.." dice Cameron spuntando dal nulla.

"Si, infatti suona per sbaglio, vero?" dice Shawn rosso dalla rabbia.
"Ah porca miseria, stavo facendo l'ultimo colpo a scopa, cavolo!" dice disperato il preside.

Io  Shawn ci guardiamo disorientati e ci diamo appuntamento per sabato.
Appena lui se ne va vado da Cameron turbata.

"Hai fatto scattare l'allarme antincendio apposta?" domando fermandolo.
"Cosa ti fa pensare sia stato io?" Dice con una faccia d'angioletto.
"Forse il fatto che eravamo solo noi tre nella scuola? Mi prendi per il culo?" dico furiosa.
"A te che importa?" dice indifferente.
"A parte il fatto che la campanella che hai fatto suonare è fortissima, tu immaginati che dietro il tuo orecchio suonasse una campanella assordante come la prenderesti?"
"Beh semplice, se tu fossi uscita, questo non sarebbe successo, ci si vede Jen." Dice andandosene.

"Tu hai dei gravi problemi!" Urlo.
Ma guarda un pò che faccia tosta.

Torno a casa e mi siedo esausta nel divano.
"Ciao tesoro come mai tutto questo ritardo? Mi hai fatto preoccupare!"
"Siamo rimasti bloccati a scuola a causa del maltempo, i cellulari non prendevano, perció..."
*Jen chiama, ti prego. Ho bisogno di te.*

Mi arriva un messaggio.
"Mamma mangio di sopra..." dico prendendo il panino al salame.
"Tutto okay?"
"Si mamma." Dico salendo le scale.

Quel messaggio è di Daisy. Non abbiamo avuto occasione di parlare con tutto questo casino.
La chiamo subito.
"Daisy!" Urlo.
"Jenny..." dice piangendo.
"Cosa succede? Dimmi tutto ti prego.." dico preoccupata.
"Non ci riesco..... Jen.."

La linea va e viene non la sento per niente.
"Daisy, ascolta, abbiamo avuto tutti dei problemi, e non è una buona cosa non parlarne con gli altri..." le dico.
"M-mio padre ha una malattia gravissima.. non so qu-anto resterà in vita..."

Mi si gela il sangue.

"Non ci credo...no, non è vero, stai scherzando vero?" Dico con gli occhi lucidi.
"Vorrei che fosse uno scherzo ma non lo è..."  piange.

So cosa si prova a perdere qualcuno che si ama. Un genitore. Quella persona che sarà sempre con te. Nel bene e nel male.
Non posso vederla cosi. Mi fa male sentire il suo pianto e non poter essere lì a darle conforto.

"Mi dispiace tantissimo, vorrei essere li ad abbracciarti, davvero..." dico asciugando una lascrima.

So quanto era legata a suo padre. So quanto lui le voleva bene.

"tutto sarebbe stato meno doloroso se tu saresti stata al mio fianco quando ci hanno comunicato la notizia...." dice sofferente.

Queste parole tagliano peggio di un coltello. Noi eravamo come sorelle anche se ogni problema era come una pietra noi lo facevamo diventare una piuma.

Noi. Soltanto insieme.

"Ricordi la scritta che abbiamo fatto nel muro della signora Lear? Diceva: Nessuno, mai potrà dividerci, staremo insieme nonostante tutto, nonostante tutti."

La sento ripetere in coro con me queste parole.

"Come dimenticarle!" Sento la sua voce più tranquilla adesso. Basta questo per rassicurarmi.

"Tranquilla, anche se staremo lontane io saró non te non temere.." le sussurro.

"Lo so, ma non è lo stesso, credo che stavolta non staremo insieme." Dice delusa.
"Non vuol dire, non guardare tutto nero, se hai bisogno, puoi anche chiamare alle 2:00 di notte, a me non importa."
"Non è questo il punto. Ho bisogno di un tuo abbraccio."

Annuisco. Mi dispiace tantissimo per lei, vorrei fare qualcosa per rallegrarla.

"Ho solo te." dice poi sussurrando.
"No, hai altre persone che ti vogliono bene... Josh, Maya, Filippo, Lucy.. devo continuare?" Dico sorridendo.

"Ti sbagli,Josh è partito per gli studi, Maya, beh con lei ormai non siamo più legate come una volta, fuma, frequenta gente poco raccomandabile, va in discoteca...Filippo.. solo lui è sempre con me.."

mi viene una stretta allo stomaco.
mi scende una lacrima. Si trova da sola adesso.
"Dio, sto piangendo. Sono sicura che andrà tutto bene, tuo padre riuscirà a combattere questa malattia, ne sono sicura." La rassicuro.
"Non puó! Gli restano pochi mesi di vita, e sta malissimo. Io non voglio perderlo Jen.."

Da queste parole visualizzo tanti ricordi di me, lei e suo padre.
Al mare ci aiutava sempre a fare i castelli di sabbia, mi ha insegnato a nuotare, ci preparava i biscotti. E tanto altro. Per me era come un padre.

"Ti giuro sto malissimo adesso che me l'hai detto, non posso crederci, sono con te." le dico.

"Lo so ma è difficile immaginare questo.Tu non sei qui. "

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