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*15*

Non dovrei avvicinarmi per chiedergli cosa sta succedendo, perchè non sono affari miei,ma voglio sapere perchè fa così. È più forte di me.

Urla come un pazzo e tutte le macchine si fermano per strada per sentire la sua discussione al telefono.
Lui è ubriaco non puó farci nulla.

"Non me ne frega!!!!" Grida.

"Cosa cazzo faccio adesso? me lo spieghi Nate? Io sono qui, e poi ci sei tu che stai con papà mentre lui pensa che io non sono voluto venire perchè non lo voglio vedere, ti rendi conto che quando ci sei tu faccio sempre la figura del coglione??? Ma vero tu sei il cocco di papà è normale..." dice senza prendere fiato.
Alla fine stacca la chiamata e butta il cellulare per terra frantumandolo.

Ha le lacrime agli occhi, non si regge in piedi ed è rosso dalla rabbia. Sembra che stia per crollare da un momento all'altro.

Faccio un passo verso la panchina e con timore comincio a sedermi accanto a lui. Cosa che nessuno dei suoi amici,che lo guardano e bisbigliano fra di loro sono riusciti a fare per farlo calmare.
"Levati tu, non è il momento!" Mi urla.

Si alza dal muretto e cammina avanti e indietro come un pazzo.
"Cosa è successo? Perchè urli così?" Domando.
"Non sono cazzi tuoi.." dice guardandomi con uno sguardo quasi pauroso.

"Io invece voglio saperlo. Dov'è Nate?" Dico guardandomi intorno.
"Ti conviene farti gli affari tuoi se..." Dice alzandosi.

Rimango interrogativa per un pò.

Cameron mi guarda e si avvicina sempre di più al mio viso. Riecco il mio cervellino che comincia ad andare in escandescenza come 20 minuti fa.

"Se non vuoi farti male..." finisce la frase.
Lo guardo attentamente come quando una bambina guarda il suo regalo di Natale cercando di immaginare cosa possa esserci all'interno.Lo stesso io,cerco di capire cosa sta succedendo in lui. Di così brutto,sconfortante, che lo porti ad essere così.

"Non lo farai." dico prendendo coraggio. Lui distoglie lo sguardo ed entra dentro come se gli avessi ordinato di andarsene e di sparire.

"È finita la scena potete andare" dico ai suoi amici nascosti dietro la macchina a sentire la discussione.

Faccio un respiro profondo e decido di seguirlo. Non getteró la spugna così facilmente.
Entro nel locale e cerco in tutti i modi di non farmi distrarre da nessuno per non perderlo di vista.

"Eccolo.." dico scendendo le scale del locale che credo portino alla cantina.

La musica forte qui sotto sembra cessare, e finalmente si sente la tranquillità.
scosto la tenda della stanza e vedo Cameron rannicchiato con le ginocchia al petto. Dentro questa cantina c'è una puzza di muffa indescrivibile,che si mischia con l'odore delle botti di vino raggruppate in uno scaffale.

Cerco di passare sopra tutte queste bottiglie, alcune spaccate, altre piene e con la torcia del telefono mi faccio strada tra tutto questo casino.

"Ancora tu!? Sei una persecuzione!" Dice sbattendo i pugni a terra appena mi vede entrare.
"Magari staró facendo la cosa sbagliata, ma c'è qualcosa che mi spinge a sepere di più.. a sapere quello che sta succedendo." dico sedendomi accanto a lui.

"Io invece voglio sapere perchè sei cosi rompi palle, ma so che non mi darai risposta, perció questa è la dimostrazione che non si puó avere tutto nella vita..." dice a testa bassa.
Appoggio la testa nel muro.

"Non ti diró nulla." Aggiunge

"Tanto peggio per te, non me ne vado fin quando mi dirai cosa succede..." lo guardo compiaciuta.
"Cosa vuoi??" Dice arrabbiato.
"Spiegazioni."

Sbuffa.

"Perchè gridavi al telefono?"lo guardo.
"Perchè ero arrabbiato con Nate."
"Ora lui dove si trova?" domando.

"All'ospedale." Risponde.
"Perchè?"
"Cos'è questo interrogatorio? Siamo in un distretto di polizia per caso? O siamo in una cantina?" dice ridacchiando.

"Dai, Cam hai promesso di dirmelo."

"Mio padre è malato, stasera mio fratello ha lasciato la festa ed è andato a casa per prendere il regalo di Tay, e ha visto mio padre a terra svenuto, l'ha portato all'osped....."

"Cosa? Tuo fratello è Nate?" Lo interrompo scioccata.
"Wow, la scoperta dell'America." dice seccato.

Non ci credo... con quale legge della fisica Nate, un ragazzo gentile e tanto dolce, sia fratello di Cameron? Sono due opposti praticamente.

"Scusami, continua." dico poi.
"Adesso con la faccia di merda che si ritrova si permette di chiamarmi e dirmi 'senti papà è malato, io sono con lui se vuoi venire, sbrigati che lo stanno controllando..."dice urlando.

"Vai da tuo padre, ha bisogno di te." dico appoggiando la mano alla sua spalla.

"Come fai a saperlo? Lui non vuole me. Vuole Nate. È sempre stato così."dice stringendo i pugni.
"Non è vero, lui ti ama allo stesso modo. Puo darsi che con lui abbia un legame più forte, ma non vuol dire che non ti voglia bene.. non dirlo." dico timidamente.

"Lui ha sempre voluto bene Nate. Lui è il figlio della sua compagna io no."
"Vai da lui.." aggiungo dinuovo.
"non sei mia madre, non puoi dirmi quello che devo fare." dice seccato.

"Hai ragione." mi alzo.

Che senso ha rimanere qui se poi lui vuole fare di testa sua? Io cerco in tutti i modi di aiutarlo ma lui non ne vuole sapere.

Ma non so perchè qualcosa mi spinge a non andare via. Sento come un legame metallico che sicuramente mi riporterà indietro.Nonostante lui faccia così.

Che devo fare?
"Rimani." Mi prende per un braccio mettendomi la mano nel fianco.

"Io.. non.." balbetto.
"Non andare via, ti prego." dice con uno sguardo supplichevole.

Faccio un respiro e mi risiedo.
"Non ti immagini la tristezza che ho dentro.. è come se il mondo ti cadesse addosso. Un attimo prima sei felice e sorridente, un attimo dopo ti senti un vuoto dentro impossibile da colmare." Scivola le parole dalla stanchezza.

"Niente è facile ma nulla è impossibile."sussurro ricordandomi una frase.
"Cosa hai detto?" domanda avvicinandosi.
"Niente, una frase, me l'ha insegnata mia madre. Lei è sempre stata un'amica per me nei momenti difficili. E questa frase mi aiuta sempre."

"Ritieniti fortunata." dice guardandomi intensamente.

"perchè io una madre non l'ho mai avuta." Dice asciugandosi una lacrima.
A quelle parole gelo. So come si sente e mi dispiace infinitamente per lui.
Chiudo le palpebre e lo abbraccio forte rassicurandolo.

"Non voglio perdere mio padre... ho perso già mia madre, non voglio..." dice mostrando il suo lato fragile.
Fuori Cameron puó essere un ragazzo arrogante, orribile, ma dentro ha il cuore spezzato.

Un cuore vuoto, che dovrebbe essere riempito dall'affetto dei suoi cari.
"Adesso potrebbe trovarsi in fin di vita, potrebbe essere anche morto e io non so nulla..." dice piangendo sulla mi spalla.

"Non dire questo. Non accadrà... vai adesso da tuo padre, stai accanto a lui. Precedi Nate." Lo interrompo dai suoi pensieri negativi.

Vedo che si sforza di non piangere davanti a me,perció cerco in tutti i modi di non farlo sentire a disagio.

"Mi dispiace tanto Cam." penso alla sua situazione, quanto soffra.

"Ho paura.. solo paura... di quello che potrà venire dopo." dice a testa bassa.

"Se ti puó consolare, siamo nella stessa barca, io ho invece ho perso mio padre. Ci ha abbandonate per motivi sconosciuti, so come ti senti."gli spiego.

"Almeno tu hai una madre, che ti da consigli, ti cucina cosa buone,in poche parole tutta per te." Dice in tono triste.
Mi scende una lacrima anche a me. Non avrei mai pensato che un ragazzo così forte come Cameron, dentro abbia tanto vuoto e sconforto.

"Mi spiace." Continuo a dire.
Si asciuga le lacrime e mi guarda dritto negli occhi, il suo volto si trova pericolosamente vicino al mio e......

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