L'Inferno é ovunque
In un secondo tutto era caduto nell'oscurità più assoluta. I professori erano scomparsi dalla vista di tutti, come il mio corpo, nonostante il fatto, che nessuno si era ancora mosso. Mi avvicinai ai professori, facendo loro cenno di allontanarsi, per lasciarmi lo spazio necessario per creare l'Inferno perfetto per quei ragazzi. Chiusi gli occhi, concentrandomi come meglio potevo. Quando li riaprii, mi immersi completamente in quello che solo i ragazzi delle due classi Heroes potevano vedere. Il paesaggio era lo stesso, solo che era sera, come se di colpo qualcuno avesse deciso di mettere una coperta attorno al sole. Presi un respiro profondo, facendo apparire da dietro una delle collinette un uomo, muscoloso, calvo, con un aspetto minaccioso, seguito da un gruppetto di Villain. - Poveri ragazzi, vi sentirete smarriti, senza i vostri cari professori- dissi, modificando la frequenza della mia voce, adattandola all'aspetto dell'uomo. Tutti si misero sulla difensiva, senza muoversi oltre. - Chi siete? fate parte dell'Organizzazione dei Villain?- chiese Deku, con uno sguardo serio che vedevo raramente nei suoi occhi. - Vengo chiamato il Lord, loro sono i miei seguaci, siamo stati incaricati di uccidervi, preparatevi- risposi, con la nuova vociona. Mossi le mani velocemente, facendo si che loro vedessero il Lord partire alla carica. L'uomo si mosse più velocemente di quello che avrebbe dovuto, probabilmente mi ero lasciata trasportare. Afferrò Kacchan per la gola, alzandolo per aria, mentre i suoi compagni sudavano freddo. Lord fece un cenno con la testa agli uomini incappucciati dietro di lui, che scattarono, andando a bloccare i movimenti di coloro che volevano cercare di aiutare Bakugo. L'uomo calvo, strinse la presa, la faccia di Kacchan prese a diventare viola, lui si dimenava, cercando inutilmente di sconfiggere la forza schiacciante del Villain. Quando credetti che fosse svenuto lo lasciai cadere, lanciandolo atterra contro una roccia. Sentii una fitta alla testa, cominciavo già a non distinguere quello che vedevo da quello che facevo, era strano, difficile da controllare, continuavo a manovrare l'uomo calvo, facevo quelle cose, ma mi sembrava di farle in terza persona, mi sentivo nel suo corpo solo nei momenti in cui dovevo riflettere attentamente sul da farsi, per rendere l'illusione il più realistica possibile. Presi un altro respiro profondo, ristabilendo l'ordine nella mia testa. Feci avanzare il Lord verso i ragazzi più deboli, verso quelli che credevo fosse più semplice da estirpare. Il mio sguardò si posò sulla classe B. Erano impauriti, immobili, accerchiati dalla A, che si era mossa per proteggerli. Ridacchiai, accorgendomi di quanto fosse inquietante la voce che avevo scelto per impersonare. Alzai una mano, colpii uno di loro, colpii Mina in volto, successivamente capii di aver fatto un grosso sbaglio.
In un attimo erano tutti partiti alla carica, avevano atterrato il mio burattino, mentre i componenti della B stendevano gli scagnozzi. Abbassai la testa, facendo lentamente scomparire l'illusione, che sembrava come sabbia al vento. Applaudii con poca forza nelle mani. - Siete stati bravi ragazzi, complimenti- dissi, avvicinandomi a loro. Mi guardarono tutti storto, non capendo, poi però una lampadina si accese nella loro mente. - È il tuo quirk?- chiese Kirishima, curioso. Annuii, sorridendo. Improvvisamente Deku si incupì di colpo, capii a che cosa stava pensando. - Tranquillo, Kacchan sta bene, in realtà non l'ho fatto sbattere contro una roccia, è solo rotolato per terra e quando si è alzato gli ho tolto la possibilità di vedere sia voi che l'illusione, per non permettergli di interferire- lui tirò un sospiro di sollievo, vedendolo poi comparire da dietro un albero, mentre li stava cercando. Tutti cominciarono subito ad interrogare Kacchan sulla sua salute, io invece uscii di scena, dirigendomi nuovamente verso la mia vecchia casa.
Deku's pov:
Non appena vidi il biondo spuntare dalla boscaglia gli corsi incontro, trattenendo le lacrime dalla felicità. Gli strinsi la mano destra e lo ispezionai con gli occhi, assicurandomi che non fosse ferito. - Sembri stare bene...- commentai, riducendo gli occhi ad una fessura per esserne certo al cento per cento. Lui si ritrasse dalla mia stretta, distogliendo lo sguardo da noi. - Sto benissimo. Ma si può sapere che cavolo è successo? un attimo c'eravate e uno dopo no!- esclamò, confuso esattamente come tutti. - Il suo quirk è spaventoso, è capace di storcere a suo piacimento ciò che vediamo, può agire su un gruppo in maniera complessiva o su ogni individuo, può far credere loro quello che vuole, potrebbe far cadere una persona da un burrone senza che essa se ne renda conto- spiegai, rabbrividendo. I miei compagni si guardarono attorno, come a chiedersi se in quel momento fossimo ancora prigionieri in un'illusione. - Credevo che il suo quirk si limitasse a quello che succede nella nostra mente, tipo interferire con i ricordi- osservò Kirishima, cercando di capirci qualcosa. Scossi energicamente la testa, portandomi due dita sotto al mento - lei interferisce con la nostra mente e ci fa vedere cose che in realtà i nostri occhi non vedono- sentii qualcuno cominciare a bisbigliare, impaurito. - Ma lei come fa ad essere sicura che noi vediamo esattamente quello che vuole che noi vediamo?- fece notare Kacchan. - Lei entra nella nostra mente e se ne assicura- qualcuno prese anche a tremare. - Lei può entrare nella nostra testa? è inquietante- disse Uraraka, indietreggiando. Sospirai, tranquillizzandomi - lo è, a non c'è niente di cui preoccuparsi, lei ci vuole molto bene- Kaminari sbuffò, non convinto dalle mie parole - come fai a saperlo? come puoi esserne sicuro?- scrollai le spalle - con un quirk del genere avrebbe potuto metterci molto, molto più in difficoltà, non voleva farci realmente male, probabilmente era solo una prova che le hanno chiesto i professori di fare per vedere i frutti del nostro lavoro- qualcuno sospirò, forse perché sapevano che avevo ragione. Mi voltai, cercando con lo sguardo Suzuki, ma non la vidi. - Qualcuno ha visto dove è andata?- chiesi, preoccupandomi. Tutti scossero la testa, cominciando a cercarla insieme a me, ma una voce profonda ci interruppe: - avete altro di cui preoccuparvi adesso- affermò un'ombra con un elmo addosso. Ci mettemmo tutti in guardia, preparandoci a scappare o a difenderci in caso di necessità. - Che cosa le avete fatto?- chiesi, sentendomi percorso da una rabbia di cui credevo di non essere capace di esprimere, l'energia del mio quirk che scorreva nelle mie vene, provocandomi un leggero bruciore alla pelle. - Niente, ma vi posso assicurare che non la rivedrete tanto presto-; in un secondo eravamo tutti caduti in un buco, un portale.
Quando riaprii gli occhi mi guardai attorno confuso, esattamente come i miei compagni. Non eravamo più nel bosco, ma ci trovavamo in una specie di mini-arena, coperta di sangue secco, circondati da una decina di villain. Non ci diedero il tempo di capire che presero ad attarci con strani sorrisini compiaciuti che mi facevano venire i brividi. Ci chiudemmo in un cerchio, al centro del quale si erano radunati gli studenti più deboli o quelli di cui i quirk non erano molto convenienti da utilizzare lì dentro. Io, Todoroki e Kacchan facevamo quel che potevamo per metterli k.o. ma non sembrava che arrendersi o svenire rientrasse fra le loro possibilità. Improvvisamente però tutti e dieci si fermarono, lasciarono cadere le armi, cominciarono a dimenarsi, con le mani tra i capelli ad urlare, finché improvvisamente, non smisero di muoversi. Dopo pochi attimi di confusione, vedemmo degli squarci aprirsi nei petti dei criminali, mentre una figura compariva, con due spade in mano, una cintura di coltelli e coperta di sangue, mentre si avvicinava a noi con aria preoccupata. - Suzu?- chiesi, con voce tremante. Lei affermò la stretta presa sull'elsa delle lame, distogliendo lo sguardo. - State bene?- annuimmo tutti, poi fece per andarsene, ma si bloccò, voltandosi verso di noi per pochi attimi. - Seguitemi-.
Seguimmo Suzu tra un centinaio di corridoi diversi per quello che sembrava un tempo infinito. In fondo alla fila che avevamo creato di potevano udire bisbigli indistinti, probabilmente sul conto della mia migliore amica, ma lei fingeva di non sentirli, o forse era solamente quello che ci voleva far vedere. Di colpo si fermò, qualcuno mi andò a sbattere contro la schiena per la sorpresa. - Siamo arrivati- disse lei impassabile, aprendo la porta che avevamo davanti con un calcio poderoso, facendoci sobbalzare. Si aprì una stanza gigantesca, con letti sufficienti per ospitarci tutti quanti. Ci riversammo nella stanza come se fosse qualcosa di spettacolare. Era decorata con motivi neri e dorati per bambini, le lenzuola erano coperte di polvere come se fossero state lì dentro per anni. - Che cosa ci facciamo qui?- chiese Kirishima, avvicinandosi furtivamente a Suzuki mentre chiudeva la porta. - Vi ho portati lontano dall'arena, è questo l'importante. Ci sono alcuni bagni che funzionano, non lasciate questa stanza per nessun motivo, tranne che in mia presenza e se non per stretta necessità. Per vostra informazione siamo chiusi qui dentro a causa dei villain, appena troverò il modo di uscire ve lo farò sapere- fece per andarsene, quando la bloccai, afferrandole una spalla. - Perché ci hai voluti allontanare dall'arena? cos'è questo posto? quanto è grande, come abbiamo fatto a metterci così tanto da cui all'arena? perché?- chiesi, fissandola intensamente negli occhi. - Non è così tanto grande, ho solo fatto il giro lungo per evitare i cadaveri- fece una piccola pausa, spostando gli occhi da me a tutti gli altri - siamo in un pozzo senza stelle, siamo dove il sole non arriva, dove gli angeli o la fede non possono salvarci; benvenuti all'inferno-.
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