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Allenamento nella foresta...

Il giorno seguente mi presentai agli autobus prima di tutti gli altri, e per questo motivo venni lodata dai due professori che ci avrebbero accompagnati. Dopo pochi minuti arrivarono anche tutti gli altri, compresi gli studenti della sezione B, che mi guardarono di traverso. In mezzo a loro notai uno dei miei compagni di classe e lo salutai con la mano. - Yomo, anche a te hanno affibbiato il compito di proteggerli?- gli chiesi, avvicinandomi a lui. Lui annuì, senza ovviamente spiccicare parola. Sorrisi - perfetto!- esclamai, cominciando a conoscere anche i ragazzi dell'altra sezione. - Suzuki eh? sei amica di quelli della A? se è così non sei degna di conoscerci!- disse un ragazzo biondo, prima ancora che si presentasse. Inizialmente lo guardai storto, poi però lo guardai con una faccia sadica che lo fece rabbrividire - io invece credo che tu non meriti di respirare!- poi me ne andai sorridente da Deku, per chiedergli come fosse andata con sua madre.

Dopo un'ora di viaggio in pullman ci fermammo ad una curva sull'autostrada, dove una coppia di ragazze vestite da gatto si presentarono. Non le ascoltai minimamente, ero impegnata ad assimilare le istruzioni che Aizawa mi stava dando. Quando ebbe finito annuii, mettendomi in piedi sulla ringhiera lì vicino che si affacciava su una grandissima foresta. Aspettai che una delle due ragazze modellasse il terreno per far scendere i ragazzi allo stesso livello degli alberi per saltare e cominciare ad arrampicarmi sugli alberi per poter controllare i ragazzi della mia sezione. Yomo al contrario rimase vicino a loro, ma mi sembrò ovvio visto che il suo quirk, scudo, poteva funzionare solo a distanze ravvicinate. Mi era stato ordinato di non aiutare i ragazzi, se non in caso di serio pericolo e così feci, saltando di albero in albero e controllando la situazione dall'alto.

Arrivata sera riuscimmo tutti a raggiungere il rifugio in cui avremmo alloggiato per il resto della settimana, dove trovammo i due professori e il gruppo dei gatti al completo. Tra loro notai anche un bambino, che ci stava osservando torvo. Mi avvicinai a lui con un sorriso - ciao, sono Suzuki, piacere di conoscerti, tu come ti chiami?- mi ignorò completamente, sorpassandomi. Scoppiai a ridere, attirando la sua attenzione - mi piace il tuo modo di fare, sai?- dissi, allontanandomi per lasciarlo in pace. - Non sei stata di molto aiuto, nella foresta...- osservò Todoroki, sedendosi affianco a me nell'unico tavolo isolato da tutti gli altri. Annuii - certo, mi è stato ordinato di fare così! vi potevo aiutare solo in casi urgenti! altrimenti che allenamento sarebbe, se ci fossi io a tenervi la mano?- chiesi ironica; poi mi accorsi di quello che avevo detto e mi scurii in volto, abbassando lo sguardo sui miei pugni stretti. - Stai bene?- mi chiese il ragazzo, preoccupandosi. - Si... è solo che... niente, sappi solo che stavo scherzando, ci sarò per tenervi la mano, sempre e comunque- poi mi alzai e corsi via, addentrandomi nella foresta.

Dopo pochi attimi mi accorsi che qualcuno mi stava seguendo così, usai il mio quirk per far vedere a quel qualcuno una mia immagine che camminava per poi sorprenderlo alle spalle. - Todoroki? Non credevo che mi avresti seguito!- esclamai, apparendogli alle spalle e facendo scomparire il mio clone. Lui rimase perplesso per qualche istante, poi però si riprese - dove vai?- gli afferrai le spalle - non seguirmi, non sto andando in un posto felice!- dissi, arrabbiata con lui - non mi importa, non cerco posto felici io- lo lasciai andare esasperata - facciamo che se adesso non mi segui nei prossimi giorni ti ci porto, dammi almeno il tempo di mettere apposto! Anche perché credo che se lo vedessi così com'è ti verrebbe un'infarto...- replicai, avviandomi nuovamente tra gli alberi. Mi accorsi con piacere che non mi stava seguendo, ma questo significava solo che lo avrei dovuto portare al luogo in cui ero nata, avrei mantenuto la mia promessa.

La mattina seguente continuavo a guardare nervosamente Todoroki, che invece era tranquillo. Improvvisamente Kacchan mi affiancò, facendomi sobbalzare. - Stai bene?- mi chiese dolcemente, preoccupato. Annuii, facendo un respiro profondo. - Tutto bene, sono solo agitata per via di questo ritiro, immagino che vi faranno sgobbare, ma a me cosa faranno fare?- chiesi, mascherando le mie vere preoccupazioni. - Non so, forse faranno allenare anche te...- replicò, riflettendo. Scossi la testa - non credo, il mio quirk è mentale, dovrei esercitarmi su qualcuno e io non ho ancora trovato qualcuno in grado di resistere a questo potere quando faccio sul serio- Kacchan mi guardò di traverso, facendomi ridacchiare. - Lascia perdere, adesso raggiungi Deku e tranquillizzalo, lo sai che va sempre in agitazione in momenti del genere!- esclamai, dandogli una spintarella verso il nostro migliore amico. 

Passati cinque minuti il professor Aizawa si presentò insieme al gruppetto di Hero che ci ospitavano. - Ci siete tutti? perfetto! allora, in questo ritiro come avrete già capito, dovrete alimentare il potere dei vostri quirk, dovrete allenarvi fino allo sfinimento, quindi preparatevi- guardai i volti dei ragazzi, erano tutti seri, erano tutti pronti. Sorrisi, in fondo, non credevo seriamente che sarebbe stato necessario che avessero una guardia del corpo, il problema si poneva solo con la polizia. Mi persi nei pensieri e mi accorsi solo poco dopo di essermi persa un pezzo della spiegazione del professore. Tutti andarono a prendere posizione nei punti della radura in cui ci trovavamo per allenare i loro quirk, mentre io mi avvicinai al prof Aizawa. - Mi scusi professore, ma io cosa dovrei fare? pattuglia o cose simili?- chiesi, confusa. Lui scosse la testa. - No, dovrai allenarti anche tu- sgranai gli occhi dallo stupore. - Mi scusi, ma come...?- non feci in tempo a finire la frase che il professore della B ci raggiunse, rispondendo alla mia domanda. - Quando saranno abbastanza pronti li sottoporremo tutti al tuo quirk, cerca di non andarci troppo pesante, farebbe male a te e a loro, per adesso cerca di fare un allenamento normale, giusto per tenerti in forma, quando vedrai il nostro segnale, a fine giornata circa, comincia- annuii, allontanandomi di conseguenza. Presi posto su una piccola collinetta di roccia, per restare da sola, cominciando a fare trazioni e piegamenti, esattamente come aveva detto il professore. 

Arrivata la fine della giornata i ragazzi si fermarono, accerchiando i professori. Guardai attentamente il professor Aizawa, aspettando un solo cenno per cominciare. Vidi che mi aveva lanciato uno sguardo, aveva annuito leggermente, per poi essere tornato a parlare con le due classi. - Benvenuti all'Inferno- dissi a bassa voce, alzandomi in piedi e allargando le braccia in modo teatrale, mentre i miei occhi diventavano neri come la notte, neri come le anime che portavo dentro di me, neri come il mio ormai perduto cuore. 

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