L'inizio- Cap. 13:
Lo stereo di fondo non riesce a colmare il silenzio che incombe nell'abitacolo del suo golf nero, mentre le stazioni radio cambiano in automatico senza che Nunzio ne scelga una.
-Tornerà in quel locale quando sarò scesa dall'auto? -
Avverto un misto di rabbia e sconforto. Cerco inutilmente millimetri di unghie da poter stringere tra i denti per confortarmi con i miei vizi. Anche Nunzio è molto nervoso. Espira rumorosamente producendo un sommesso sbuffo continuo. Si tortura le labbra e fissa la strada stringendo il volante con entrambe le mani. Qualche volta ne sgancia una, la apre, richiude il pugno vuoto e rotea il polso. Quando giungiamo sotto casa, a sorpresa parcheggia fuori e spegne l'auto.
«Allora cosa fai adesso?» mi chiede minaccioso, ruotando il busto e sedendosi di lato sul sedile per guardarmi meglio.
-Andrò a casa. - penso- Che altro dovrei fare? -
L'osservo, le sopracciglia raccolte al centro, con sguardo interrogativo. Non capisco che risposta si aspetti da me e taccio i miei pensieri.
«Forse mi dovresti delle scuse per come ti sei comportata o no?»
Gli occhi freddi e sgranati nel tentativo di provocarmi. Si tortura le mani, cercando di scrocchiare le nocche.
«Delle scuse?» ripeto e sbuffo. Torco il labbro di lato, distolgo lo sguardo e scuoto la testa in modo irritante.
-Incredibile- borbotto a voce non troppo bassa.
«Sì, tu e la tua amica siete state due palle al piede stasera» continua, appoggiando la schiena al finestrino e un braccio sul ginocchio. Stringe le mani l'una dentro l'altra. Richiamano la mia attenzione più delle sue parole. Le sue mani tremano e pare non riuscire a tenerle ferme.
«Niente affatto!» rispondo di getto. Mi inasprisce l'aurea minacciosa che lo circonda.
Mi ero sempre contenuta quando la vedevo in mio padre. Conoscevo bene i segnali di pericolo, ognuna di quelle vibrazioni che attraversano l'aria e ti fanno rizzare i peli delle braccia, come l'elettricità statica prima di un temporale. Mi ero ripromessa ogni volta che succedeva, in cui zitta, immobile, ingoiavo volumi di rabbia che diventavano chili di cibo, che non avrei mai piegato la testa dinanzi a un uomo che non fosse stato mio padre.
Allo stesso modo di due tigri cariche delle proprie ragioni ci scrutiamo bieche, alla ricerca l'una del punto debole dell'altro. La luce dei fari delle macchine di passaggio illumina saltuariamente la scena. Dalla radio ancora accesa giunge la voce inopportuna di un Deejay. Nunzio allunga la mano e la spegne per non consumare inutilmente la batteria dell'auto. Il silenzio ora è carico solo dei nostri corti respiri.
«Non capisco che ti sei incazzata a fare, potevi entrare per cinque minuti»
Alla mente mi ritorna la donna sul palco e gli imbarazzanti commenti dei presenti. Il senso di oppressione del locale basso e scuro. Il calore soffocante e tutti quegli odori sovrapposti di sudore, sigaretta e alcool che mi avevano fatto diventare claustrofobica. No, non sarei potuta rimanere.
«Perché avrei dovuto? Per vederti eccitare?»
Non era quello che volevo dire. Le parole mi sono sfuggite di bocca. Il labbro inferiore mi sta per tremare, ma non voglio cedere.
«Cos'è adesso non posso guardare una donna?» risponde insolente, sollevando la testa per guardarmi dall'alto in basso.
«Era una donna nuda!» specifico alzando l'intensità della voce per spiegare le mie ragioni e parlare più in fretta possibile, prima che un singulto incontrollabile possa portarsi via ogni suono volontario della mia gola.
«E allora? Io faccio quello che voglio. Chi credi di essere?» sorride beffardo, ma stringe il labbro tra i denti, tirandolo con forza.
«Di sicuro non la tua troia...»
La voce si rompe, devo riprendere fiato e ingoiare il groppo per continuare. Sono arrivata al limite, non riesco più a contenere le mie emozioni. Sono arrabbiata, delusa, fragile e insicura, e lo odio perché mi sta facendo provare tutto questo. Riattacco subito per terminare quello sfogo e poter fuggire via lontano.
«Puoi farti chi vuoi, quando vuoi, tranne me perché...»
Nunzio interrompe la mia frase tirando un pugno al retrovisore. D'istinto mi ricalco nelle spalle. Ho temuto che rompesse il cristallo dell'auto. Invece a terra, sotto il sedile, ricade solo lo specchietto.
«Sei una bambina immatura! Non sai una minchia del mondo. Ci stavamo solo divertendo. Dovresti chiedere scusa a me e pure ai miei amici che ho mollato per correrti dietro e fare la figura del cretino» aggiunge, tirando su con il naso in modo insopportabile.
Il labbro inferiore di Nunzio vibra ancora. Stringe la mascella così forte che guardandolo posso distinguere la forma dell'intera ossatura mandibolare. Temeraria, con le lacrime agli occhi e il mento che mi trema, ribadisco il mio pensiero con un filo di voce tenendogli testa:
«Io non chiedo scusa, proprio a nessuno.»
«Vaffanculo a te e a quell'altra!» mi urla contro girandosi e attaccandosi al volante per riprendere la posizione di guida.
La discussione è finita. Apro la portiera e scendo dall'auto. La serata è terminata, mi aspetta il coprifuoco violato di qualche decina di minuti. Mentre attraverso la strada, le lacrime scivolano giù libere di segnare le mie guance. Apro la bocca e le assaporo con la lingua: sono salate, ma non disgustose. Quelle lacrime sono buone perché mi fanno stare meglio, l'angoscia provata scema e diventa solo tristezza. Sollevo il volto per intravedere eventuali luci accese tra le persiane del primo piano:
-Spero solo che mio padre non attacchi con una romanzina per il ritardo proprio ora- sussurro tra me e me.
***
È venerdì sera, ho finito il turno di lavoro e a casa di Lorena c'è anche Francesca.
«Quindi siamo ancora noi tre!» urla giocosa. «Gli uomini sono solo degli stronzi» afferma, spettinandomi i capelli, mentre sono distesa sul fianco, sopra il letto, in camera di Lorena.
«Allora che usciamo a fare in cerca?» brontolo lasciandomi cadere supina a rimirare il soffitto bianco e le luci led colorate che disegnano il profilo della stanza.
«Perché noi cerchiamo vendetta» risponde facendosi spazio al mio fianco: «la vendetta migliore per una donna è lasciare che gli uomini ci offrano da bere e si illudano di condurre il gioco, per poi vedere le loro faccette divertenti scomparire».
«Quanta crudeltà» commento.
«Mai quanto la loro» risponde Lorena che è seduta alla petineuse e sta completando con grande cura il trucco.
«Prima ti illudono con gesti carini e belle parole e poi rivelano la loro natura e il loro unico interesse.»
Continuo a guardare il soffitto completamente vuoto: come è diverso da quello dipinto da me. Non ci sono pupazzi sul letto, solo cuscini di raso morbido e splendente. Il letto stesso, candido, liscio e laccato sembra illuminarsi a giorno sotto le potenti luci. Lorena indossa un tubino nero di maglia con uno strappo dinanzi sul décolleté, che fa da scollatura. Ha messo degli orecchini a cerchio molto grandi e i capelli biondi piastrati, ricadono perfettamente sulle spalle. Non avrà problemi a trovare un rimpiazzo a Stefano stasera, sempre se è quello che vuole.
Francesca invece saltella allegra attorno alla stanza: a Padova ha lasciato la sua nuova fiamma. Lui gli scrive di continuo. Promette di lasciare l'attuale ragazza da un momento all'altro, ma vuole essere certo di farlo per un buon motivo; non immagina che a Francesca piace più il gioco che l'azione. Credo che lo scoprirà presto o troppo tardi.
La osservo con il suo filo di eye-liner smisuratamente lungo oltre le ciglia nere e folte. Si è appena tagliata i capelli in un caschetto molto corto e il trucco, come la fusciacca nera in pelle stretta sopra il tubino aderente, compensano l'insicurezza per il nuovo look.
Mi sento così inferiore rispetto a loro. Non pensavo che la mia storia con Nunzio potesse durare solo un paio di settimane. Credevo di aver raggiunto un livello migliore nel gioco delle parti. Mi ero illusa di aver conquistato uno spazio nell'orizzonte del suo sguardo. Avevo pure sperato, durante la settimana appena trascorsa che gli sarei mancata quanto lui è mancato a me.
Invece niente, credo mi abbia anche esclusa dalle sue storie in Instagram. Se non fosse per l'insistenza delle mie amiche sarei rimasta a casa, ma loro non me l'hanno permesso, anzi hanno già postato dove andremo stasera. Spero che Nunzio non si presenti, ma soprattutto spero non si presenti con un'altra ragazza.
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