L'inizio- Cap.11:
Attraversa tutto il cortile e si siede su un punto del muretto che divide la tenuta dal parcheggio, in semioscurità. Fa un respiro profondo liberatorio e si accende una sigaretta. Mi siedo al suo fianco, sfiorando la sua anca. Nunzio toglie la sigaretta dalle labbra la osserva e me la offre. Io scuoto la testa.
«Perché fai così?» gli dico, piena di idee confuse.
«Così come?»
«Mi hai invitata e poi mi hai ignorata tutta la sera. Volevi umiliarmi davanti alle altre ragazze della tua compagnia?»
«Ti ho vista in mezzo al cortile. Ho visto come ti sei lasciata palpeggiare» fa un tiro e stringe gli occhi per il fumo, li posa a terra e poi lentamente torna a puntarli nei miei: «dovevi proprio fare la stupida con quel cretino?»
Rimango in silenzio a riflettere. La sua gamba saltella, i suoi occhi mi scrutano furtivi.
Se è davvero stato quello il problema devo sentirglielo dire.
«Non mi hai risposto» gli ripeto determinata.
Uno, due, tre tiri si susseguono senza risposta. Scuoto la testa, sono stanca di questa serata ed è ora di rientrare a casa. Rassegnata mi alzo e accenno ad andarmene.
Allora Nunzio protende la mano e afferra due dita della mia, abbandonata lungo il fianco. Butta fuori l'ultima nuvoletta di fumo e lascia cadere la sigaretta. Inclina leggermente la testa di lato e mi guarda implorante:
«Torna qui...dai!»
È irresistibile, ma questo non basta a farmi capire cosa è andato storto.
«Giorgio ha detto che io sono solo una delle tue tante amiche» bisbiglio.
«Dice un sacco di stronzate su di me» continua, guardando la mia mano nella sua.
«A me è sembrato sincero», ribadisco.
Nunzio mi tira verso di sé. Non voglio baciarlo. Voglio che capisca cosa ho provato tutta la sera. Così prendo coraggio e sussurro a un palmo dalla sua bocca:
«Pensavo di contare un po' di più, dopo l'ultima volta».
Nunzio si ferma, solleva lo sguardo dalle mie labbra ai mei occhi. I suoi verdi smeraldi sembrano brillare di luce propria. Poi riprova a baciarmi. Ma ormai ho sfidato quello sguardo e mentre il cuore mi palpita e dentro ho un coro di voci che mi sta urlando che me ne pentirò, punto le mani sui suoi pettorali gonfi e lo tengo a distanza.
Nunzio si raddrizza sul muretto e mi fissa. Lascio che mi avvolga la vita in un abbraccio delicato che riduce al minimo le nostre distanze.
«Sara...»
Non c'è niente al mondo di più sensuale, del mio nome che si compone sulle sue labbra.
«Io non so dirti cosa stiamo facendo, ma non voglio che tu vada via così, adesso.»
Attratta da quella visione cerco di difendermi come posso.
«E io non voglio essere solo la ragazza del sabato sera.»
«Oggi è venerdì» ribatte con un accenno di sorriso per apparire simpatico.
«Neanche del venerdì» mi correggo dimenandomi per sciogliermi dalla sua stretta.
«Non lo sei» afferma deciso, impedendomelo.
Io scuoto la testa, non mi basta, devo sfogare le mie insicurezze una volta per tutte. Forse perché ho paura di quello che sto iniziando a provare per questo ragazzo e se non ne vale la pena, tanto meglio che finisca qui.
«Sono grassa secondo te?»
«Cosa c'entra?»
Aggrotta le sopracciglia e gira la testa di lato guardandomi di traverso diffidente.
«Dimmi se sono grassa secondo te» ripeto petulante, dando sfogo alla bestia nera che mi urla nella testa tutte le sue cattiverie.
«No, non lo sei» afferma sulla difensiva.
Ora sono io a guardarlo di traverso dubitando della sua risposta.
«D'accordo» esplode improvvisamente eloquente accompagnando le sue parole con la gestualità.
«Non hai il culo di Francesca e neanche gli occhi azzurri di Lorena, ma a me non piacciono le magre e neanche le bionde. Se non avessi avuto la quarta di reggiseno, non mi sarei neanche avvicinato a te. Va bene così?» conclude riprendendo fiato e aggiungendo più lentamente: «Era questo che volevi sentirti dire? ».
Nel silenzio spoglio e buio di quell'angolo dell'universo, la miseria umana prende forma senza vergogna su quelle labbra idolatrate e baciate molte e molte volte. Non posso che ammirare tristemente la sua sincerità.
«Ma che minchia conta come uno è fatto?» continua timidamente.
«Devi stare bene con una persona. Se una è una rompicoglioni che ci stai a fare?» sussurra così piano che devo usare anche gli occhi per interpretare ogni parola.
Resto muta in contemplazione di quel curioso personaggio capace di ostentare verità scomode con sfacciataggine e al tempo stesso imbarazzarsi sfiorando le più comuni.
«E tu? Cos'è che vuoi da me Sara? »
Non capisco a che gioco stia giocando. Tocco le sue mani dietro la mia schiena e cerco di separarle per andarmene, ma le sue dita sono intrecciate troppo strette.
«Chiedimi quello che vuoi.»
Il mio sguardo timoroso cerca di violare il suo mistero. Il mio cuore salta nel petto scandendo i secondi dolorosamente senza osare andare oltre e le mie labbra si schiudono, ma le parole restano schiacciate giù in fondo alla gola. Arranco indecisa. Cosa voglio io è una domanda difficile a cui rispondere.
Nunzio appoggia la fronte alla mia, occhi negli occhi mi sussurra: «mettiti con me».
-Non ci posso credere sta facendo sul serio? -
Continuiamo a studiarci. Non so se dare fiducia a quelle ametiste verdi rare, che dividono lo spazio perfettamente a metà con delle impenetrabili pupille nere.
Qualcuno accende di nuovo le casse a basso volume, mi distraggo e giro la testa.
https://youtu.be/OuHxiHnNA3k
-Che dolce! È stato il ragazzo di prima, ha appena messo la canzone preferita di Lorena: Kiss me-
Intravedo la semplice mimica dei loro corpi. Il giovane allunga una mano e la invita a ballare. Lorena non si fa pregare, la prende e si avvicina. Piega il braccio e gli poggia una mano sulla spalla, lui ha le dita aperte sulla sua schiena e la guancia a contatto della sua. Muovono qualche passo a ritmo, poi si guardano e iniziano a baciarsi.
-Deve essere speciale. Non ho mai visto Lorena perdersi così in poco tempo-
Mi rigiro. Anche Nunzio mi sta guardando, sta aspettando me e sarà l'effetto della musica o la sua espressione a farmi quasi credere che non sia solo la voce del cantante a sussurrarmi: baciami.
Inclino il viso, mi avvicino alle sue labbra e mi fermo. Nunzio le schiude, mi guarda negli occhi esitante ancora un attimo. Siamo così vicini che il suo respiro si confonde con il mio. La sua mano sfiora la mia guancia e l'accarezza con il pollice, le sue dita si piegano e delicatamente mi solleva il mento.
Il suo bacio è lento, segue il ritmo della musica che trascina i nostri cuori facendoli battere all'unisono. Assaporo le sue labbra dolci e setose come fossero zucchero filato da sciogliere e scivolo con la mia lingua tutto intorno alla sua senza fretta.
Ho tutto il tempo che voglio per baciarlo ora che lui è il mio ragazzo e io la sua.
Forse, qui soli al buio sotto le stelle, non sarà romantico come per Lorena tra la musica e le luci soffuse, ma anche io ho finalmente trovato il mio angolo di cielo stasera.
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