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Capitolo 8

Nonostante non fossi abituata a dormire sul mio nuovo letto, andò abbastanza bene. Non mi svegliai finché l'alba non era passata da quasi un'ora.

Mi alzai lentamente, ripensando alla sera precedente. Dopo essere usciti dal locale semplicemente passeggiammo un po', non tornammo tardi a casa, Tyler era stanco per il viaggio e aveva bisogno di riposare.

Fissai per un secondo le pareti bianche e nude della mia stanza, erano così tristi, ci sarebbe voluto un po' per rendere quelle quattro mura accoglienti. Magari con delle foto la situazione poteva migliorare, se solo avessi avuto qualcuno con cui farne, a parte Tyler ovviamente.

Decisi di pensare a questo dopo, al momento, l'unica cosa che veramente mi interessava era mettere qualcosa nello stomaco. Mi diressi dritta in cucina, aprii il frigo e lo trovai vuoto. Pensai che poteva anche essere normale, in fondo era stato via per un po', quindi aveva preferito non riempirlo di cose che sarebbero andate a male. Controllai perciò tutti i ripostigli, ma le uniche cose che trovai furono piatti, bicchieri, posate e qualche vecchia scatoletta di tonno scaduta.

Quella dispensa era un disastro, sempre ammesso che così potessero essere chiamati un insieme di stipetti vuoti.

Stavo per perdere le speranze quando bussarono alla porta.

Non sapevo chi potesse essere, e non credevo nemmeno che Tyler, sempre ammesso che era in casa, potesse sentire i colpi alla porta. Quando diventarono insistenti decisi che avrei sfidato la sorte e sarei andata ad aprire.

Mi ritrovai davanti un biondino alto e muscoloso. Aveva la corporatura simile a Tyler, anche se sembrava ancora più allentato di lui. I suoi occhi nocciola mi squadrarono attenti, dalla testa ai piedi, poi mi sorpassò ed entrò in casa senza dire una parola. Io mi rassegnai al suo comportamento e chiusi la porta. Lo seguii in cucina e mi sedetti di fronte a lui.

Stavo quasi cominciando a fare l'abitudine di ritrovarmi sempre davanti estranei. -Adesso potresti dirmi chi diavolo sei?- La mia voce avrebbe dovuto essere acida, ma ero rimasta un po' incantata dalla sua bellezza e non riuscivo ad essere antipatica come desideravo.

-Sai, sei carina.- Rispose lui senza tener conto del mio ultimatum. -D'altronde Tyler è bravo a trovare nuove amiche con cui giocare, ma mai bravo quanto me. Anche se mi chiedo come mai tu ti trovi ancora qui. Solitamente non rimangono tutta la notte a casa. Devo dirti la verità, io ti farei sicuramente rimanere fino al giorno dopo, così da poterci divertire molto di più.-

Non ero certa che lui stesse parlando con me, anzi, sembrava quasi che stesse solo facendo delle riflessioni ad alta voce, delle riflessioni leggermente imbarazzanti.

-Ti stai sbagliando di grosso. Stai insinuando cose che non dovresti. Tra me e Tyler non c'è niente del genere..-

Non mi fece nemmeno finire di parlare. -Oh, tesoro. Non ti starai immaginando di vivere una storia d'amore con lui? Tyler non è il tipo di ragazzo a cui piacciono le relazioni serie, io lo conosco bene. Tu non sei diversa dalle altre. Per lui sei solo una delle tante..- A questo punto fece una pausa melodrammatica. -Ma io... io non ti vedo così, noi potremmo fare grandi cose insieme se solo lo desiderassi.-

-Cosa hai capito? Ti fai dei film mentali. Lui è mio fratello.- Non c'è la facevo più a sopportare il suo parlare a vanvera, l'unico modo per farlo smettere era lanciare la bomba.

Lui mi fissò per qualche secondo, senza sapere cosa dire, evidentemente lo avevo davvero sconvolto con quella rivelazione improvvisa. -Tyler non ha sorelle, né fratelli. È figlio unico.- Rispose lui non molto sicuro di quello che diceva, ormai niente lo avrebbe più sorpreso.

-E invece eccomi qua.- Adesso sì che riuscii ad essere scontrosa, si era comportato da stronzo tutto il tempo.

Non aprì la bocca per qualche minuto, che impiegò per guardarmi ancora più attentamente. Poi, qualcosa in lui cambiò, come se avesse finalmente capito tutto, e fosse riuscito a risolvere il dilemma. -Sei la figlia di Michael e Jessica.-

Capii che quelli erano i nomi dei miei genitori. Non era la prima volta che sentivo il nome di mio padre, era successa più o meno la stessa cosa la sera prima, ma non avevano nominato mia madre. Adesso che sapevo i loro nomi riuscivo quasi ad immaginarli, mentre cucinavano, o badavano a me quando ero ancora una neonata, o quando si abbracciavano coricati sul divano dopo una lunga giornata.

Non ebbi molto tempo da dedicare alla mia immaginazione che già lo sconosciuto continuava a parlare. -Avevano detto che eri morta. E ora sei qui davanti a me. Non conoscevo i tuoi di presenza e anche se li avessi conosciuti non li ricorderei più oramai, ma sono certo che gli assomigli molto. So che tua madre era bella, una donna magnifica. Tu sembri aver ereditato da lei solo il meglio.- Improvvisamente divenne dolce, come se tutte le cattiverie che mi aveva detto prima fossero rimaste nella sua testa per tutto il tempo.

Adesso ero io quella che non riusciva a dire niente. E come potevo? Cosa avevo da dire?

Qui tutti sembravano conoscere i miei almeno per sentito dire. Io, invece, prima di quel giorno non sapevo nemmeno come si chiamavano, non sapevo niente di loro. È la cosa più triste era che per quasi tutta la mia vita ero stata spensierata, non credevo nemmeno di non avere avuto la possibilità di non conoscere i miei. Lo avevo scoperto tardi, e ora non sapevo nemmeno come recuperare. Volevo riprendere almeno il tempo perduto con Tyler.

-Io.. mi dispiace. Non avrei dovuto parlarti di loro, ti fa ancora soffrire, non è così? Ma dove sei stata in tutti questi anni? Credevano che fossi morta con loro. Dopo quello che è successo nessuno vi ha più visti in giro, né te, né Tyler, almeno finché lui non è ricomparso da solo.- Adesso cercava di essere gentile, ma non gli funzionava molto bene.

-Ascolta..- Mi bloccai, non sapevo nemmeno il suo nome.

Lui sembrò capirmi al volo. -Io sono Kyle. Scusa se non mi sono presentato prima. Se non sbagli tu ti chiami Sarah.-

-Esatto.- Risposi, poi continuai. -Ascolta Kyle, Sei premuroso a preoccuparti di come ho trascorso tutti questi anni lontana da qui, e so che non vuoi ferirmi ancora, ma non mi va di parlarne. Non ti conosco nemmeno e in questo momento non sono in vena di fare chiacchiere.- Forse fui troppo diretta, ma era quello che ci voleva per farlo smettere.

-D'accordo, sì hai ragione. Scusami tanto, non sono abituato a cose del genere.- Era pentito di essersi rivolto in quel modo, ma potevo capirlo, nemmeno io ero avvezza a situazioni simili.

Fu in quel momento che sentimmo la chiave girare nella toppa, e subito dopo la porta si spalancò e comparve Tyler. Era tutto sudato, e stanco. Richiuse la porta e solo allora si rese conto di non essere solo.

Guardò prima Kyle, poi me. Dallo sguardo che mi lanciò, credo che capì subito cosa era successo. Poggiò la scatola e i caffè sul tavolo della cucina, poi si sedette accanto al suo amico.

Io afferrai il primo bicchiere che mi capitò a tiro e cominciai a bere come se mi trovassi assetata in mezzo al deserto. Il caffè, però, non bastava, infatti il mio stomaco si fece sentire e a quel punto Tyler mi avvicinò la scatola. Da lì proveniva un ottimo profumo. Dentro ci trovai delle ciambelle su cui mi buttai senza curami della strana situazione in cui mi trovavo.

Quando stavo per addentare la seconda ciambella, Tyler fece la fatidica domanda. -È successo qualcosa mentre ero via?-

Non ero certa che fosse riferita a me, comunque prima di rispondere lanciai un'occhiata a Kyle, poi alzai le spalle. -Tutto a posto. Tranquillo, abbiamo chiarito ogni cosa.-

Finita la terza ciambella decisi che non potevo stare ancora lì, così dissi la prima scusa che mi passò per la testa. -Se non vi dispiace adesso devo andare a sistemare le mie cose.-

Me la stavo già filando quando Tyler mi fermò, parlò piano, di modo che potessi sentirlo solo io. -Sai che puoi dirmi tutto, vero?-

-Certo.- Risposi io automaticamente.

-Bene. Ehm... senti, ti va di andare a fare un giro più tardi? So che Kyle può sembrare strano, e anche un po' stronzo, ma vedrai che ti piacerà. Devi solo dargli una possibilità, in fondo è una brava persona.- La speranza che apparve nei suoi occhi mi meravigliò, così non riuscii a rifiutare la sua proposta. A quel punto mi lasciò libera di tornare nella mia stanza.

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Ciaooo! Spero che questo nuovo personaggio vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate. Aggiornerò il prima possibile.:)

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