Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 6

Stranamente quel giorno mi svegliai alle quattro e mezzo di mattina, cosa che non era mai successa prima, fatta eccezione forse per le volte in cui dovevo alzarmi presto per fare lunghi viaggi.

Quando notai che dalla finestra non entrava nemmeno un raggio di sole e mi voltai a controllare l'orario nella sveglia rimasi scioccata. Per altri dieci minuti rimasi a letto, tentando di riaddormentarmi, ma ormai era tardi. Cominciai a pensare alle parole di Tyler, mi ero convinta che fosse mio fratello che ci fosse qualcosa a legarci, qualcosa che ci avrebbe sempre tenuti insieme, nonostante tutto, e invece.. Invece avevo scoperto che non c'era alcun legame di sangue, solo quando ne fui pianamente consapevole mi resi conto che in fondo non era così importante. Lui mi aveva cercata nonostante tutto, aveva fatto di tutto e di più per trovarmi, e alla fine c'era riuscito, solo questo contava. Non avevo bisogno di un fratello, avevo bisogno di Tyler. E lui adesso era lì, a un metro di distanza.

Mi alzai silenziosamente e continuando a non fare un solo rumore mi misi qualcosa addosso.

Tyler dormiva profondamente, o almeno così sembrava, e non mi andava di svegliarlo.

Una volta fuori mi sentii meglio, la frescura della notte che ancora aleggiava in aria mi faceva respirare abbastanza bene. Non sapevo che fare. Già la notte prima quel posto mi era sembrato un deserto, ma a quell'ora era anche peggio.

Feci un giro, tanto per ammazzare il tempo. Mi imbattei in una macchinetta, ma ovviamente non avevo soldi con me, così continuai il mio cammino. Era ancora buio quando mi incrociai una coppia che stava discutendo. Loro non mi avevano nemmeno visto, non sapevano che li stessi ascoltando.

A quanto pareva, stavano andando dai genitori di lui, ma lei era agitata, non sapeva come comportarsi e aveva paura di non piacergli. Il ragazzo non sembrava curarsi dei timori della fidanzata, anzi, l'unica cosa che gli interessava era arrivare in tempo per il pranzo. Solo alla fine lui riuscì a farle capire che quello che pensavano i suoi non gli interessava, gli importava solo di stare con lei.

Erano problemi così banali. Quella ragazza doveva solo premurarsi di piacere ai genitori del fidanzato per trovarsi meglio durante le vacanze, io invece avrei dovuto piacere a un ragazzo che era tutta la mia famiglia, e che volendo avrebbe potuto buttarmi fuori dalla casa che ancora non avevo visto, prima ancora che io mi abituassi all'idea di vivere lì.

Senza contare le complicazioni di un convivenza tra persone che nemmeno si conoscono. Tyler magari si sarebbe accorto che gli ricordavo troppo i miei e mi avrebbe cacciato. Bastava un non nulla per rovinare il resto della mia vita.

Mi allontanai da quella coppia quasi senza accorgermene, ero così agitata che non avevo dormito, e ora non ero nemmeno in grado di controllare le mia azioni.

Tornai davanti alla camera che aveva preso Tyler e mi fermai guardando verso il cielo che cominciava a colorarsi. Stava per sorgere l'alba. Era la prima volta che la vedevo, non mi era mai successo prima di assistere a una cosa così straordinaria, ma che era sottovalutata.

Essendo un fenomeno quotidiano difficilmente qualcuno ci fa caso, e si ferma a guardare impressionato quell'attimo in cui la notte cede il posto al giorno. Eppure ci sono sempre così tante persone che si svegliano presto per lavorare ma non si fermano un attimo ad osservare l'alba.

Quello fu il risveglio più bello di sempre. E il sorgere del sole non significava solo l'inizio di una bella giornata, ma anche di una nuova vita.

Rimasi lì altri cinque minuti, poi Tyler uscì dalla stanza e mi raggiunse. -Bello, vero?-

Io ero appoggiata alla ringhiera e quasi non sentivo le vertigini che mi attanagliavano la gola, per una volta stavo provando a combatterle, perché sapevo che d'ora in avanti avrei dovuto lottare ogni giorno, quindi tanto valeva cominciare.

-Straordinario.- Lo corressi io.

-Torna dentro, su, e magari prova a dormire un po'. Io torno fra un'oretta.-

-Dove stai andando?- Lo fissai sorpresa, era così insolita la paura di perderlo, soprattutto perché in fondo era ancora un estraneo per me.

-Solo a correre un po', ci vado ogni mattina e per nulla al mondo abbandonerei questa routine.-

Le sue parole mi scaldarono il cuore, magari, con il suo aiuto anch'io presto avrei potuto avere un'abitudine su cui basare ogni mia giornata.

Lo guardai scomparire oltre l'edificio, e solo allora tornai dentro la camera.

A svegliarmi fu il rumore di un clacson.

-Bastardo! Guarda dove vai!- Le urla di Tyler mi fecero trasalire.

Aprii gli occhi e l'unica cosa che vidi fu la strada davanti a me. La macchina procedeva abbastanza velocemente, ma a quanto pareva non eravamo ancora arrivati.

Tyler si voltò un secondo a guardarmi, poi tornò a fissare la strada. -Scusa se ti ho svegliata.-

-Non preoccuparti, non potevo mica dormire tutto il giorno.-

-Beh, forse hai ragione. Penso che quattro ore siano bastate.- Rispose lui tranquillo.

-Quattro? Ma come ho fatto a dormire così tanto?- Ero sorpresa. È vero, però, che non avevo dormito per quasi tutta la notte, quindi tutto sommato era normale.

-Non lo so, ma ti sei risparmiata un po' di viaggio dormendo in macchina, sei stata geniale.- Scoppiammo a ridere e per un momento dimenticai tutti i problemi che mi ero fatta fino ad allora.

Poco dopo vidi un grande cartello con su scritto "Welcome to Chicago". Allora capii quale sarebbe stata la nostra destinazione. Stavo per andare a vivere a Chicago, quasi non credevo ai miei occhi.

Mi voltai verso Tyler, incapace di dire una sola parola. Lui non sembrava rendersi conto di quello che stava succedendo dentro di me, in realtà nemmeno io lo capivo bene, era tutto così nuovo.

Ci volle un po' per arrivare nella casa di Tyler, e solo quando arrivammo riuscii ad aprire bocca. Una volta scesi dall'auto non sapevo in quale palazzo rivolgere il mio sguardo.

-Quindi siamo arrivati?- Chiesi io titubante.

-Sarah, questa è casa nostra. Spero ti piaccia.- Disse indicando un vecchio edificio che non riuscivo proprio a capire come facesse a stare in piedi.

Lo guardai con un sorriso tirato e lo seguii dentro. Salimmo molte rampe di scale prima che Tyler si fermasse davanti una porta e tirasse fuori le chiavi. -Te ne farò una copia il prima possibile.- Disse mentre prendeva una delle chiavi e la infilava dentro la toppa.

L'interno del nostro appartamento era completamente diverso da come me lo aspettavo. Era arredato elegantemente, e lo spazio era così luminoso e accogliente. L'ingresso si apriva davanti un salotto abbastanza grande e una cucina attigua. Tyler condusse le nostre valige in un corridoi che si apriva in prossimità della divisione immaginaria tra cucina e salotto. Lasciò la sua davanti la prima

porta che incontrammo sulla sinistra, poi ne sorpassammo altre due e ci fermammo davanti l'ultima porta.

Tyler la spalancò e io rimasi a bocca aperta. Non era arredata come una stanza per una ragazza, anzi, sembrava piuttosto unisex, probabilmente prima era la camera per gli ospiti. C'era, però, qualcosa di diverso in quel grande spazio. Solo allora notai che l'ampia scrivania sembrava messa lì a caso, lui doveva averla aggiunta quando aveva saputo dove mi trovavo, nella speranza che lo avrei seguito. E così infatti fu.

-È perfetta Tyler. Grazie.-

-Sono felice che ti piaccia. Ora forse è meglio che ti lascio sola, così puoi sistemarti.-

Si stava già allontanando, quando d'un tratto si fermò e tornò indietro. -Ah, dimenticavo. Sta sera dovrei uscire per incontrare alcuni persone, ho delle faccende da sbrigare e sono rimasto indietro con il lavoro, solo che non mi va di lasciarti qui sola, almeno non per oggi.- C'era qualcosa di strano nelle sue parole, come se avesse paura che volassi via da un momento all'altro. -Ti va di accompagnarmi? Non ci metterò molto, poi potremo fare quello che vuoi.-

-Sarei davvero felice di venire con te.- Risposi con tutta sincerità.

-Perfetto. Allora più tardi ordino una pizza così mangiamo qualcosa prima di andare.- Il sorriso che gli spuntò sulle labbra era splendido.

-Okay, vado a fare una doccia ora.-

-Ehm, sì. Il bagno è dentro la tua stanza, quella porta lì.- Disse indicando l'unica altra porta della stanza, poi finalmente se ne andò.

Sistemai le poche cose che avevo voluto portare con me in breve. I vestiti non riempivano nemmeno un decimo dell'armadio e oltre a quelli avevo portato solo due libri enormi che avevo studiato da cima a fondo per entrare nella facoltà di architettura. Erano stati quelli a fare tutto il peso della mia valigia. Li poggiai sulla scrivania e accarezzai le copertine come se fossero parte di bei ricordi, in realtà erano il simbolo di un sogno che difficilmente avrei realizzato adesso.

Andai a fare una doccia veloce, poi lavai i denti e con un asciugamano intorno al corpo e uno in testa tornai in camera. Dall'armadio presi dei pantaloncini neri e una canotta di paiette grigie.

Una volta vestita, tornai in bagno e asciugai i capelli con il phon che trovai. I miei capelli tornarono ad essere mossi, poi mi bastò mettere un po' di mascara ed fui pronta.

Andai in cucina e trovai una pizza calda ad aspettarmi. Tyler stava stappando un paio di birre. -Stavo per venire a chiamarti.-

Quando mi vide strabuzzò gli occhi. Ci conoscevamo da praticamente cinque minuti e già faceva il fratello iperprotettivo. Preferì non dire nulla ma era ovvio che non era d'accordo sul mio abbigliamento. Lui invece indossava una camicia bianca, con l'ultimo bottone sbottonato e dei pantaloni neri. Niente cravatta questa volta.

Bevve un grande sorso dalla sua bottiglia e poi mi avvicinò la mia.

Per tutto il tempo non feci che introdurre argomenti stupidi e insulsi, non riuscivo proprio a sopportare il silenzio in quel momento, perciò non avevo altra scelta.

Tyler mi reggeva il gioco come poteva, senza grandi risultati però. Fu una delle cene più imbarazzanti e veloci della mia vita.

Subito dopo, io avrei voluto dire qualcosa, magari per tranquillizzarlo. Sarei anche andata a cambiarmi, ma si vedeva che aveva fretta, per tanto preferii tenere la bocca chiusa per una volta.

Tyler prese il portafogli e il mazzo di chiavi che stava sul mobiletto all'ingresso, aprì la porta e si fiondò di sotto. Io lo seguii.


__________________

Ciaoo! Ecco un altro capitolo, spero che vi sia piaciuto, vorrei sapere cosa ne pensate, commentate se vi va. Aggiornerò domani. :)


Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro