Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 28

Anche quella mattina alle otto in punto arrivò alla caffetteria il ragazzo del giorno prima. Con il suo completo firmato camminava sicuro tra i tavoli finché non giunse al solito posto e non si sedette.

Non alzò lo sguardo, come faceva ogni persona normale, in cerca di una cameriera che andasse da lui per prendere l'ordinazione. Prese il quotidiano che aveva portato con sé e cominciò a leggerlo.

Non mi andava di rivivere la stessa scena del giorno prima, così andai a preparare direttamente la sua ordinazione.

Appena fu pronto, presi il vassoio e andai dritta da lui.

-Ecco a lei il suo caffè macchiato con due zollette di zucchero.- Attirai la sua attenzione poggiandogli davanti la tazza.

-Non ho chiesto alcun caffè.- Mi rispose lui serio. -In realtà volevo solo una tazza di thé al limone oggi.-

Sentendo le sue parole sbiancai in volto. Credevo che gli avrebbe fatto piacere avere il suo caffè senza che ci fosse stato bisogno di ordinarlo, ma a quanto pare mi ero sbagliata. E per la prima volta, il ragazzo che era di fronte a me, desiderava qualcosa di diverso.

Stavo afferrando la tazza che avevo appena poggiato sul tavolo, pronta a scappare via con tutta la mia vergogna, per andare a preparare quello che desiderava. Lui, però, mi fermò. Posò la sua mano sulla mia, impedendomi di prendere la tazza. Un brivido mi salì su per la schiena. Mi immobilizzai, non mi aspettavo quel gesto, tanto meno da parte sua. Lui si rese conto della mia reazione e allontanò subito la mano.

-Stavo scherzando.- Mi disse sorridendo. E che sorriso che fece. Era dolce e duro allo stesso tempo, come se non fosse più abituato a sorridere e adesso avesse difficoltà. Mi sentivo sciogliere all'idea che non sorridesse ad altri che a me, ma questo non poteva essere vero. E poi io non lo conoscevo, non sapevo assolutamente nulla di lui. Poteva benissimo essere un play boy o uno stalker o addirittura un serial killer. Non penso di aver mai incontrato nessuno che mi scatenasse sentimenti così contrastanti prima di allora.

-Comunque grazie Sarah.- Continuò lui, ignaro di quello che stava succedendo dentro la mia testa.

Non risposi. Presi il vassoio, lo strinsi tra le braccia e mi allontanai velocemente. Quel ragazzo mi avrebbe fatto impazzire. Nemmeno lo conoscevo è già mi stava causando un sacco di problemi. Forse, tutto sommato, non sarebbe stata una buona idea chiedergli di uscire.

Che poi, quando mi era venuta in mente quella stupida idea?

Non lo sapevo neanche io, sembrava semplicemente essersi fatta largo tra i miei pensieri, ed essersi insinuata come un terribile virus difficile da eliminare.

Poi improvvisamente mi resi conto che mi aveva chiamata per nome. Ma come faceva a saperlo? Mi chiesi. Non glielo avevo detto. Ne ero certa, e non mi sembrava nemmeno che negli ultimi giorni qualcuno mi avesse chiamato per nome. C'era qualcosa di strano in tutto questo. Cominciai a sospettare che ci conoscessimo già, ma non sapevo dire quando l'avevo visto. In quei giorni erano successe troppe cose, avevo incontrato troppe persone. La testa mi girava solo se pensavo a tutto quello che era successo nell'ultimo periodo.

Mentre stavo portando alcuni bicchieri d'acqua ad un tavolo, una signora mi venne addosso, facendomeli cadere sopra il grembiule. -Mi scusi.- Disse girandosi appena e tornando a dirigersi verso il bagno.

Mi diedi un'occhiata, il grembiule era tutto bagnato, notai solo allora che nella parte alta, a destra, c'era una piccola targhetta con il mio nome.

Mi resi conto che ero stata una stupida a pensare di avere già visto quel bellissimo ragazzo già in giro. Mi ero soltanto illusa. Illusa che forse, magari... poteva succedere qualcosa.

Ricacciai indietro quel pensiero e tornai al mio lavoro. Non potevo perdere tempo fantasticando su un ragazzo che non mi avrebbe mai calcolata.

Nemmeno cinque minuti dopo, mentre stavo servendo un tavolo vicino al suo, vidi i suoi occhi castani alzarsi e posarsi su di me. Indugiò a fissarmi un istante di troppo prima di farmi segno di andare verso di lui.

-Desidera qualcosa?- Feci io appena fui da lui.

-Prima di tutto vorrei chiederti di darmi del tu. Non sono così vecchio, alcuni mi reputerebbero ancora abbastanza giovane.- Dichiarò scherzando, con un altro splendido sorriso. -E poi volevo scusarmi per prima. Non avrei dovuto prenderti in giro...- Continuò tornando ad essere serio.

-Non importa. Ho capito che non era sua... voglio dire, tua intenzione.-

-Mi dispiace davvero. Credevo avessi capito che stavo solo scherzando. Evidentemente non sono più abituato a questo genere di cose...- Mi confessò con un tono lievemente triste nella voce.

Non sapevo cosa rispondere. Così non aprii bocca. Non sapevo mai cosa dire quando si trattava di lui.

-Facciamo una cosa, da domani ti dispiacerebbe portarmi il mio caffè senza che io te lo chieda? Risparmieremmo entrambi del tempo. Non credi?-

La sua proposta mi sembrò un po' strana, ma non potevo dirgli di no. -Non è un problema per me. Allora appena ti vedrò entrare preparerò il tuo caffè e te lo porterò subito.-

-Bene. Grazie.- Mi rispose e io stavo già per andare via. -E scusa se oggi ti ho fatto perdere tutto questo tempo.-

-Non è stata una perdita di tempo. Mi ha fatto piacere parlare con te.- Non riuscii ad evitare di dirgli quelle parole, ma appena mi resi conto di cosa era uscito dalla mia bocca scappai subito.

In realtà non sapevo perché gli avessi detto quelle cose. Non sono cose da dire ai clienti, lo sapevo bene, ma c'era qualcosa di diverso con lui. Era come se lo conoscessi, anche se non sapevo niente di lui, nemmeno il suo nome.

Dopo qualche minuto, lui si alzò e con calma si diresse verso la cassa. Sembrava stranamente felice oggi, avevo un sorriso in faccia che non riusciva proprio a togliersi. Lo vidi scherzare con Emmett, e dal modo in cui quest'ultimo reagiva, si capiva che era la prima volta. Doveva essere successo qualcosa, non ci si diventa così felici da un momento all'altro.

Non ebbi nemmeno il tempo di formulare un altro pensiero, che lui cominciò ad allontanarsi dalla cassa. Lo vidi camminare lentamente, e mentre apriva la porta di vetro, per uscire dalla caffetteria, ne approfittò per lanciare un ultimo sguardo verso l'interno. Lo vidi sorridere ancora di più, sempre ammesso che fosse possibile, quando incrociò il mio sguardo. Un lieve movimento mi distrasse. In quel momento avrei giurato che mi avesse fatto l'occhiolino. Ma chi lo sa... A volte la mia mente mi faceva brutti scherzi. Sperai di non essermelo immaginato, che per una volta fosse tutto reale, e tornai a lavorare, convinta che non era il caso che mi illudessi, ma nonostante questo non riuscivo a impedirmi di sperare.



_____________________

Salve a tutti!

Comincio subito scusandomi per l'enorme ritardo nel pubblicare questo capitolo. 10 lunghissimi giorni, lo so benissimo, ma non ho potuto fare altrimenti. Mi dispiace davvero tanto per non aver avuto il tempo materiale per entrare su wattpad, anzi ho dovuto starne alla larga per potermi dedicare allo studio. 

Vi chiedo ancora scusa, e spero che questo capitolo possa aiutarvi a perdonarmi. Detto questo, vi chiedo di farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo. Votate se vi è piaciuto, e commentate per dire la vostra, anche se sono critiche (preferibilmente costruttive).

Grazie a tutti coloro che continuano a leggere la mia storia. Prometto che aggiornerò nel weekend. :)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro