V. SABBIA
10 Aprile 2022, Australia 🇦🇺
<Max Emilian Verstappen> esclama Daniel costringendolo ad alzare lo sguardo dal cellulare <Io e te dobbiamo parlare>.
<Di cosa? Dell'ennesima gara andata a puttane?> domanda, spazientito.
Daniel scuote la testa mettendosi comodo sulla sedia davanti alla sua. Sono seduti davanti all'hospitality RedBull, ma al pilota McLaren non sembra importare di essere totalmente nel posto sbagliato. Anzi, si sente a casa. L'unico motivo per cui si guarda attorno è per evitare che qualcuno lo senta domandare all'amico <Ti stai scrivendo con Lily?>.
Max sbuffa poggiando il cellulare sul tavolino <Si, Dan, ci stiamo scrivendo> confessa, guardando l'australiano sorridere.
<Tutta questa storia della falsa identità mi eccita, devi assolutamente raccontarmi di più di questa ragazza> afferma, accavallando le gambe, pronto a sentire ogni aggiornamento possibile proprio come una qualsiasi pettegola.
L'olandese quasi si maledice di aver raccontato a lui, proprio a Daniel, di quella strana ragazza con la quale si invia messaggi strani e tra l'altro sporadici. Lei risponde a tratti e le loro conversazioni si basano su risposte a domande mai poste. Lui le ha rivelato di avere paura dei ragni, degli squali, dei serpenti e di tutti questi animali che la ragazza, invece, sembra amare.
Poi hanno parlato dei loro posti preferiti. Lily sembra parecchio affezionata alla sua Montecarlo, ma ha un'amore smisurato per l'Italia. Ha rivelato, infatti, di averci vissuto per qualche anno, un'esperienza fortissima che le ha segnato la vita, ma non ha detto in che modo.
Max, invece, considera Montecarlo una città bella in cui abitare, ma ha lasciato il cuore tra l'Olanda e il Belgio, dove la sua famiglia ancora vive. Anche lui ha visitato l'Italia tra una gara di kart e l'altra, questo però ha evitato di dirlo.
<Maxie, amico mio, vuoi dire qualcosa o intendi restare a fissare un punto indefinito fino alla prossima gara?> domanda Daniel, risvegliandolo dai suoi pensieri.
<So che è nata nel 2002, frequenta l'università, le piacciono tutti gli animali che io detesto, ha passato qualche anno in Italia> elenca, aiutandosi con le dita delle mani <Questo è ciò che sono riuscito a sapere>.
<Non le piace correre?>
<Si, anche quello, che comunque non è molto> mormora, schiacciandosi ancora di più su quel divanetto che ormai ha preso la sua forma.
Daniel lo guarda pensieroso spaventando il minore. Non l'ha mai visto con quello sguardo e la cosa lo preoccupa.
<E se me la presenti?> domanda, con il suo solito sorriso.
L'olandese alza gli occhi al cielo <Così capisce chi sei e addio alla mia copertura> risponde infastidito persino al pensiero <Ti ricordo che l'intero mondo sa di Kelly tranne lei e non deve saperlo>.
<Ma scusa, è da giorni che mi ripeti che siete solo amici e che non riaccadrà mai più e bla bla bla> lo prende in giro l'australiano gesticolando con le mani, beffeggiandosi di lui.
Max lo guarda storto forse per la centesima volta in meno di dieci minuti <Infatti è così, solo che poi verrebbe a scoprirlo Kelly e la stampa e mio padre> afferma, come se fosse quello il vero problema.
<Sai che non riuscirai a nasconderti troppo a lungo, vero?> domanda Daniel, incrociando le braccia al petto.
<Si> sussurra Max abbassando il capo.
<E cos'hai intenzione di fare?>
L'australiano non ha più il suo sorriso, è serio adesso e per questo il più piccolo sente addosso il peso di quelle parole. Se persino una persona come Daniel, che prende davvero tutto alla leggera, ha dei dubbi su quello che potrebbe essere il futuro di una semplice bugia, allora forse deve iniziare a preoccuparsi.
Invece, nella sua testa, la risposta ancora non è chiara. Guarda l'amico e semplicemente alza le spalle <Non lo so> risponde con l'espressione più tenera che ha <Magari non verrà mai a scoprirlo> aggiunge, con fin troppa speranza.
Daniel scuote la testa quasi rassegnato all'idea che il minore abbia perso il cervello tra una curva e l'altra del circuito australiano.
<Maxie> lo richiama con quel nomignolo fastidioso. L'olandese alza lo sguardo aspettando il continuo.
<Più avanti porterai questa bugia più diventerà difficile uscirne> afferma, risultando molto più saggio di quello che è in realtà.
<Cosa sei diventato Daniel Ricciardo?> lo prende in giro, beccandosi un'occhiataccia.
Il ragazzo di fronte a lui, per niente in vena di scherzi, si sistema meglio sulla sedia prima di riprenderlo <Fidati di me, finirai per ferire tutti, anche la tua Lily>.
La sua Lily.
Il suo segreto.
La sua bolla d'aria personale.
Non vuole essere Max, non per lei.
La sensazione di libertà che percepisce quando è in sua compagnia è qualcosa che non ha mai provato prima. È strano sentirsi così liberi solo attraverso una bugia, ma è come se quel piccolo castello di sabbia che hanno iniziato a creare stia diventando un rifugio per lui. È consapevole che, alla prima onda, non rimarrà più nulla. Forse non rimarrà nemmeno lui. Ma se questo è il prezzo che deve pagare per sentirsi libero, forse allora è disposto a farlo.
Per la prima volta in tutta la sua vita Max Verstappen è disposto a perdere, consapevole che questa potrebbe essere la sconfitta più vincente della sua esistenza.
<Non ti ho mai visto così pensieroso per una ragazza> mormora Daniel, continuando a fissare ogni suo movimento <E la conosci da nemmeno dieci giorni> aggiunge, quasi confuso da quel comportamento.
Il suo amico ci ha sempre impiegato tempo ad aprirsi con le persone. Prima di considerare qualcuno importante deve creare un legame che non si forma necessariamente attraverso il sesso.
Anzi, Max è più un tipo da poche parole e dai troppi pensieri. Lui ti svela la sua parte più bella quando inizia a raccontare dei suoi sogni, delle sue paure e di tutto ciò che c'è di più lontano da una competizione.
Ama correre, questo è vero, ma competere e divertirsi sono due cose diverse.
Il suo Max quando guida sorride, ha un bagliore negli occhi che lo rende speciale. Daniel lo sa, l'ha visto più volte ed insieme hanno riso di fronte all'asfalto. Sembrava diverso, sembrava più vero e, forse, persino più felice.
Max, il campione del mondo, quando abbassa la visiera non sente più nulla. Nel suo sguardo c'è determinazione e cattiveria, come se fosse un'altra persona. C'è lui, la sua auto, la pista e la voglia di arrivare davanti agli altri anche a costo di non arrivarci. Daniel l'ha imparato a sue spese.
Se c'è una cosa che accomuna il ragazzino al campione è la voglia di vincere sempre e l'amore per uno sport difficile quanto pericoloso.
Per il resto sono due mondi che si sfiorano senza mai toccarsi davvero.
<Non lo so Daniel, penso sia la situazione a rendermi pensieroso, non lei> confessa, spostando il suo sguardo verso il paddock.
I meccanici, i piloti e i tifosi si aggirano quasi indisturbati, sembrano non vederlo e lui è grato di poter restare in quell'angolo nascosto insieme all'australiano.
<Max, non ti affezionare> afferma facendo schioccare le dita davanti al suo volto <E soprattutto non ti innamorare> sottolinea con il tono della voce più serio e il volto inespressivo, ben lontano dal suo solito sorriso.
<Perché?>
Daniel alza gli occhi al cielo quasi esasperato dal sentire quella domanda <Perché tutto questo svanirà una volta che lei scoprirà della tua bugia> risponde gesticolando senza un reale senso logico <E del fatto che hai una fidanzata e una figliastra>.
<Quindi cosa consigli di fare saggio Ricciardo?> lo prende in giro nascondendo un sorriso agli occhi dell'amico.
L'australiano scuote la testa, ormai rassegnato all'idea che qualsiasi cosa dirà Max non lo ascolterà. Nonostante questo, si costringe a rispondere <O parli chiaro fin da adesso oppure tronchi il rapporto>.
<A me piace di più la terza opzione> afferma l'olandese, scrollando le spalle <Continuare così fino a quando sarà possibile e poi si vedrà>.
Non vede alternativa, forse non c'è nemmeno una vera e propria scelta. Vuole godersi quel momento fino a quando ne avrà la possibilità senza pensare a quello che accadrà dopo.
Lei capirà e, se non dovesse farlo, troverà il modo di dirle addio senza soffrire troppo. In questa storia i sentimenti non c'entrano molto, è una questione di libertà e di identità. Si sente, finalmente, se stesso e vuole continuare a provare quel brivido.
<Fammi indovinare, state parlando di Lily>
Max si volta trovando alle sue spalle due occhi azzurri e un volto famigliare. Emma ha un mezzo sorriso sul volto e l'espressione di chi non dorme da giorni per via del jet lag e delle estenuanti lezioni di ballo che continua a frequentare online per tornare il prima possibile in forma.
Non tornerà a New York prima della fine dell'anno, ma non riesce a rinunciare alla danza. Nonostante la voglia di guarire perfettamente dall'infortunio alla schiena e il bisogno di un po' di pace, continua ad allenarsi. Il ritorno a casa, però, le è stato utile come l'idea del gemello di ospitarla, così ora lo segue ad ogni gara.
L'ultima volta che hanno passato così tanto tempo insieme è stato prima del divorzio dei loro genitori. Poi Max ha seguito il padre e il sogno di correre in formula 1 mentre Emma è rimasta con la madre qualche anno, poi è andata via di casa per studiare nelle accademie di danza più importanti fino a quella americana.
<Tuo fratello ha perso il senno, vedi se per caso riesci a farlo ragionare> esclama Daniel puntando il dito verso il minore.
Con un'espressione confusa sul volto Emma fa passare il suo sguardo tra i due ragazzi cercando di collegare il discorso.
Max interviene, in suo aiuto, rispondendo ai suoi dubbi <Parla di Lily> spiega, poggiando il gomito sullo schienale del divanetto per poterla guardare meglio <Secondo lui dovrei raccontarle tutto prima che questa bugia diventi troppo difficile da gestire>.
<Quante volte l'hai vista questa Lily?> domanda la ragazza, poggiando una mano sulla sua spalla.
<Due>
Due volte.
La prima al Jimmy'z quando si è ritrovato a dividere il letto con lei.
La seconda la sera di dieci giorni prima quando si è ritrovato a dividere un sasso con lei.
Max, che a malapena divide un panino.
<Quindi, la prima al Jimmy'z, la seconda dopo la nostra discussione sul bracciale, giusto?>
Emma, con lo sguardo puntato verso Daniel, fa mente locale cercando di mettere ordine in quella situazione alquanto disordinata.
<Bracciale? Quale bracciale> domanda l'australiano.
Max ed Emma si scambiano uno sguardo d'intesa prima di voltarsi verso il ragazzo, ancora in attesa di capire di cosa stanno parlando.
<Ho perso questo bracciale a casa di Lily> spiega Max alzando il braccio per mostrarlo più chiaramente <Me l'ha regalato Emma lo scorso anno ad Abu Dhabi>.
<E lui l'ha dimenticato a casa di una completa sconosciuta, capisci Daniel?> aggiunge Emma con enfasi.
Non si tratta di una questione di valore monetario per lei, tanto quanto affettivo. Quando hanno deciso di separarsi e di seguire la propria strada sapevano che avrebbero passato molto tempo divisi. Hanno tentato di esserci l'uno per l'altra nei momenti più importanti, ma non è stato sempre possibile.
Emma non era presente alla sua prima gara nella classe regina, ma c'era la prima volta che ha tagliato il traguardo davanti a tutti.
È stata l'unica vittoria a cui ha assistito fino ad Abu Dhabi quando ha deciso di partire all'ultimo momento portandosi dietro quel braccialetto.
Max si è perso la maggior parte dei suoi spettacoli teatrali, ma era presente alla prima di Romeo e Giulietta, all'opera di Parigi. Lei era la prima ballerina, aveva sulle spalle l'intero spettacolo. Spostando qualche impegno era riuscito a farle una sorpresa e, senza dirle nulla, aveva comprato un biglietto in prima fila.
Daniel non può saperlo, ma quel bracciale Emma l'ha comprato molto tempo prima di vedere Max vincere il mondiale. E ha anche rischiato facendo incidere la data prima della fine della gara. Rappresenta, in qualche modo, la loro promessa. Hanno passato tanto tempo divisi per un sogno, e realizzarlo significa dare un senso alla mancanza che hanno sempre provato e al dolore per quella separazione quasi forzata.
<Quindi tu hai litigato con Emma, sei uscito e hai trovato Lily che aveva il braccialetto, motivo scatenante della lite che ti ha fatto uscire di casa?> domanda Daniel, confuso e sorpreso da questa serie di eventi connessi tra di loro.
<Esatto, se non avessi perso il bracciale non avrei litigato con Emma e quindi non sarei uscito e non l'avrei incontrata> esclama Max, quasi eccitato all'idea <Capite, era destino>.
<Da quando credi nel destino?>
Da quando lo conosce, e quindi da quando hanno condiviso l'utero della madre, non ha mai sentito suo fratello parlare di fato. La sua razionalità l'ha sempre tenuto con i piedi per terra ed ora, dopo appena dieci giorni, una ragazza qualsiasi cambia tutte le sue prospettive.
Se lo domanda anche Max quando ha iniziato ad affidarsi al destino, ma tutte quelle connessioni sono troppo strane per essere un semplice caso.
<Tuo fratello ha perso il senno> ripete Daniel, senza dare il tempo all'olandese di rispondere.
Emma annuisce <Si è messo a credere al destino, tra un po' inizierà a leggere l'oroscopo> lo prende in giro stringendo le braccia attorno al collo del gemello.
Max sbuffa cercando una via d'uscita da quella discussione prima di arrivare ad un punto di non ritorno. Proprio quando vuole cambiare discorso concentrandosi sulla gara di oggi il suo telefono si illumina. La prima ad accorgersene è Emma che, incuriosita, allunga un braccio verso il divano prendendo tra le mani il cellulare, precedentemente poggiato affianco alla gamba del fratello.
<Un messaggino di Lily> esclama, a gran voce, mentre Max si volta verso si lei cercando di recuperare il suo telefono.
<Emma, non sono affari tuoi> mormora, stringendole il braccio.
<Penso di amare la carbonara. Buon pranzo Lian> legge, non curante delle suppliche del fratello.
Daniel scoppia a ridere rivolgendo ad Emma uno sguardo complice <Ma qui è sera, Lian> dice, marcando l'ultima parola per prenderlo in giro.
Emma scoppia a ridere <Lian? Davvero?> domanda.
Max alza gli occhi al cielo e sfila il cellulare dalle mani della sorella <Non sono affari vostri, siete due ficcanaso> commenta, rosso in volto per l'imbarazzo.
Quei due, insieme, sono la fine della sua privacy.
Sta per aggiungere altro, ma non riesce a formulare nemmeno mezza frase perché interrotto da Daniel che, con il suo solito sorriso, saluta calorosamente il vincitore di questo gran premio. Anche Emma sorride al monegasco congratulandosi per la vittoria. Charles, ancora vestito di rosso, ringrazia timidamente fermandosi per parlare con loro.
Il discorso va avanti così velocemente che Max non riesce a starci dietro anche perché, con il cellulare tra le mani ed il messaggio di Lily sullo schermo, il suo unico pensiero è formulare una risposta di senso compiuto.
Solo quando Charles si rivolge a lui chiedendo <Quindi ti stavano prendendo in giro?> l'olandese si costringe ad alzare lo sguardo dallo smartphone.
<Cosa?> domanda, senza aver ben capito a cosa si stava riferendo.
Charles sorride <Ho chiesto se ti stavano prendendo in giro> ripete appoggiandosi alla sedia di Daniel <Mia sorella lo fa sempre, è una maga nel mettermi in imbarazzo> aggiunge.
Max sospira <Anche la mia> confessa guardandola di profilo <Ti chiederei di fare cambio, ma non credo sia utile>.
Charles scuote la testa sorridendo teneramente ad Emma <Almeno lei è qui> mormora, serrando le labbra subito dopo.
Forse non doveva dirlo, infondo Clarice è sempre la prima a chiamarlo dopo ogni gara. Eppure vorrebbe averla lì con lui, come quando era piccolo e dai kart la intravedeva mentre parlava con il loro papà. Lui le spiegava le cose, lei sorrideva poi indicava Charles affermando che avrebbe vinto e le avrebbe regalato la corona di fiori.
<Tua sorella non è potuta venire?> domanda Emma, interrompendo i suoi ricordi.
Charles alza gli occhi su di lei fermandosi ad ammirare il portamento elegante della ragazza.
L'espressione sul suo volto, così simile a quella del suo rivale, quasi lo fa rabbrividire.
<Clarice è molto occupata, lo è spesso purtroppo> risponde, abbassando la tonalità della voce.
Il cipiglio sul suo volto, però, non sfugge a nessuno. Ad Emma ricorda molto quello di Max quando, durante le videochiamate, lo avvisava che non sarebbe potuta venire a
nessun gran premio. Le sembra di sentire quella stretta al cuore ogni volta che lo vedeva annuire mentre, con un sorriso, fingeva andasse bene.
Invece non andava per niente bene. Forse per questo si sente presa in causa dallo sguardo del monegasco tanto da abbracciare il gemello.
Avvicina delicatamente la sua testa a quella di Max prima di esclamare <Pure io, ma alla fine sono riuscita a ritagliare del tempo per il mio campione> lasciando un tenero bacio sulla sua guancia <Vedrai, lo farà anche lei>.
Charles è certo che non accadrà, ma annuisce lo stesso. Sono anni che ci spera, ha provato a pregarla, anche ad aiutarla. Una volta l'ha portata in auto con lui e ha accelerato cercando di mostrarle la bellezza della velocità.
Lei ha chiuso gli occhi, non ha nemmeno urlato, ma è diventata pallida e tremolante. Quando l'ha vista piangere, con una mano che stringeva il suo braccio, ha rallentato nonostante fosse comunque nei limiti.
Ha provato anche a metterla alla guida, ma Clarice ha sempre rifiutato. Quando sono riusciti a convincerla a guardare una gara non è andata come si aspettava, anzi ha dovuto persino tranquillizzarla e dirle che era stato annullato il gran premio.
<Tu avvisala che ci sono io, vedi come corre a vedermi> esclama Daniel, voltandosi verso il monegasco. Charles alza un sopracciglio confuso, ma l'australiano continua deciso il suo teatrino di egocentrismo <Nessuno rinuncia ad una giornata con Daniel Ricciardo>.
<Io sono qua con te da nemmeno un'ora e sto per scappare> precisa Max, accarezzando il braccio della sorella che cinge il suo collo, spostandolo dolcemente per potersi alzare.
L'australiano, fingendosi deluso dalla sua affermazione, ingaggia il suo miglior broncio <Cercavo solo di essere tuo amico> ribatte deluso, girando il viso dalla parte opposta.
<Non portarla tua sorella in circuito Charles> mormora Max, voltandosi verso il monegasco <O almeno, fai in modo che non incontri Daniel, perché sicuro si alleano contro di te per renderti la vita impossibile>.
Charles scoppia a ridere al solo pensiero di Clarice con l'australiano, sicuramente andrebbero d'accordo. Già si immagina sua sorella ridere ad ogni battuta di Daniel rincarando la dose contro di lui.
Al contrario di Max, il pilota Ferrari adorerebbe anche essere preso in giro se questo significasse avere un po' più di supporto all'interno del box. Anche se, in realtà, vorrebbe solo vedere Clarice uscire da quell'incubo che la devasta.
Una paura che l'ha portata, nel tempo, a consumarsi. Charles è consapevole di farla stare male ogni volta che guida, nonostante lei finga che vada bene. Questa cosa lo limita più di quanto vuole far credere persino a se stesso. E limita anche Arthur, a modo suo persino Lorenzo. È inevitabile, sanno tutti quanto male prova e vorrebbero portarle via quel dolore, quella paura che è presente anche nella vita normale.
È tangibile ogni volta che si sveglia sudata, urlando, cosparsa di incubi. Non succede da un po', ma Charles ricorda perfettamente le notti passate a tranquillizzarla, i sonniferi per farla dormire quando la corsa non riesce a spazzare via i ricordi.
<Charles, sicuro di stare bene?>
Emma, notandolo immerso nei suoi pensieri, si appresta a domandare quello che probabilmente ognuno dei presenti ha in mente.
<Si, scusatemi, solo un pensiero triste> risponde, tornando a mostrare le sue fossette.
<Pensa alla vittoria> consiglia Emma, facendo battere un po' più forte il suo cuore.
Ha vinto, di nuovo, un altro gran premio da aggiungere, un'altra coppa.
Questa felicità che sente nel cuore è in grado di eliminare tutto il resto, almeno per un po'.
Max, invece, sbuffa quasi infastidito dalle parole della gemella <Io vado, a dopo> avvisa, voltandosi a guardarla. Non aggiunge altro, semplicemente stringe il cellulare nella mano destra e alza la sinistra in segno di saluto.
<Non finisce così Max> urla Daniel, ma il pilota alza gli occhi al cielo affrettando il passo mentre cerca il numero di Lily in rubrica.
La ragazza non impiega molto a rispondere incastrando il cellulare tra l'orecchio e la spalla per continuare ad avere la mani libere.
<Lily, ti disturbo?> domanda Max sentendo il casino in sottofondo.
<No> risponde lei, mentre cerca di versare l'acqua calda nella tazza <Sto preparando un tè a mio fratello, oggi ha mal di pancia e non vuole mangiare> spiega, riuscendo con successo nella sua operazione.
Max sorride mentre la immagina destreggiarsi con le pentole e portare la tazza fumante al fratello, sempre con quel sorriso dolce dipinto sulle labbra.
<Come sei dolce> afferma, sedendosi all'interno del box ormai deserto <Mi ricordi mia sorella maggiore>.
Diana è stata, per lui, una seconda mamma ed anche l'unica ad insegnarle la dolcezza. L'ha sempre trattato con amore, un contrasto evidente al modo di comportarsi severo ed autoritario di suo padre.
<Io sono la minore qui> puntualizza lei alla ricerca dello zucchero <Solo che il mio tè è speciale e quel rompipalle deve sempre trovare il modo per farmelo fare>.
<Tè speciale?>
<Si, perché c'è un ingrediente segreto> spiega la ragazza <Anzi forse due>.
<Mh, e devo avere il mal di pancia per averlo?> domanda Max, giocando con il braccialetto che ha al polso.
Clarice sorride poggiando la tazza sul vassoio <Basta che tu sia triste o bisognoso di coccole> mormora, cercando di non far cadere nulla per terra.
Max sospira spostando lo sguardo verso la sua auto <È stata una giornata molto pesante oggi> confessa con la voce rauca <Il tuo tè sarebbe d'aiuto>.
<Che è successo?> domanda Clarice, bussando con il piede per chiedere ad Arthur il permesso di entrare.
<Non è andata come volevo> mormora forse più sconsolato di quello che è in realtà <Non per colpa mia> aggiunge.
Un'altra voce urla qualcosa in francese, Max non riesce a capire bene cosa, ma rimane in attesa mentre dall'altra parte del mondo Clarice entra nella stanza di Arthur.
<Aspetta un secondo, per favore> lo avvisa, posando il vassoio sulla scrivania <Doudou, ti ho fatto il tè> dice, non rivolto a lui questa volta.
Merci MaPuce è la risposta del ragazzo che anche Max sente prima del rumore della porta che si chiude.
<Dimmi tutto> mormora. Max può sentire i suoi passi veloci dirigersi da qualche parte, probabilmente nella sua stanza. Solo quando la sente fermarsi riprende il discorso.
<Problemi con la macchina da collaudare Lily, non va come dovrebbe> spiega, alzandosi dalla sedia per avvicinarsi alla sua RedBull.
La sua Lily, invece, seduta sul letto a gambe incrociate pensa che a stento parla di auto con i fratelli ed ora si ritrova a dare consigli ad un ragazzo conosciuto in un locale, con cui ha fatto sesso ancor prima di averci un vero appuntamento.
A volte si dimentica questo particolare. Sono giorni che si scrivono come due semplici amici, ma tra di loro c'è stato molto di più.
<Non mi piacciono le auto Emilian> confessa, a voce alta mentre osserva uno dei trofei che Charles le ha regalato.
Il primo podio in F1.
Vacilla, non sa se la sua confessione è giusta. Lei amava vedere la Ferrari sfrecciare per le vie della sua Montecarlo, amava le gare di kart, la corona di fiori vinta da Charles attorno al suo collo. Adorava guardare Arthur imparare dal fratello maggiore, ascoltare suo padre spiegarle la pista, le gomme, l'asfalto.
Le piaceva persino la velocità, almeno fino a quel maledetto giorno. Non l'ha mai nascosta la sua paura, ancora oggi di notte rivive quel momento svegliandosi tra il sudore e le urla.
E lo rivive sempre, ogni volta che suoi fratelli sono chiusi in quell'abitacolo della morte, ogni volta che qualcuna accelera troppo in auto e lei è costretta a chiudere gli occhi e a scacciare via quel pensiero.
Ogni volta che sente le gomme strisciare sull'asfalto per frenare bruscamente, senza successo.
<Lo so che probabilmente non ci capisci molto di macchine, ma ti posso assicurare che sono molto belle>
La sua voce la smuove facendola cadere nella realtà. Con lo sguardo che vaga nella stanza, fino a fermarsi sullo schermo del telefono, pensa a cosa rispondere mentre osserva il viva voce attivo.
Poi decide di dire una verità in mezzo a tutte quelle bugie.
<A me la velocità fa paura Emilian, la odio> confessa, in un sussurro <Conosco le auto, ma non mi piace nemmeno guardare quanto possono andare veloci> spiega, marcando il fatto che odia persino vederla o percepirla la velocità.
Max accarezza dolcemente l'alettone della sua monoposto cromata di blu <E quindi non hai mai provato il brivido di guidare veloce?> domanda, incuriosito da quella affermazione.
Clarice sorride teneramente mantenendo il cellulare saldo nella mano destra <Non ho la patente> sussurra, mentre le sue guance si arrossano e la voce si fa sempre più bassa.
La risata del ragazzo le arriva alle orecchie come un suono cristallino, ma è costretta ad abbassare il volume per evitare che Arthur o sua madre sentano la loro conversazione.
<Come non hai la patente?> domanda Max, poggiandosi alla parete del box.
Clarice sospira chiudendo gli occhi <Ho provato, ma vado in panico appena sfioro il volante> spiega torturandosi la pellicina del dito <Ho troppa paura>.
<Paura di cosa?>
<Di morire> sussurra.
Morire, com'è morta lei, mentre guidava incosciente del suo destino.
Morire, com'è morta una parte di Clarice quel giorno, seduta sul lato del passeggero.
Morire, com'è morto Jules, intrappolato in un sogno quasi raggiunto.
Max sente il peso di quelle parole, ne percepisce la paura, ma non sa come accoglierla.
Le sue, di paure, sono diverse. Infondo è proprio la vicinanza alla morte a rendere più speciale la vittoria.
Ha sempre amato questo sport perché lo fa sentire vivo nonostante la fine potrebbe essere dietro ad ogni curva.
Magari la prossima.
<Ho provato il brivido della velocità> confessa Clarice, interrompendo il silenzio che si è venuto a creare.
Max vorrebbe solo averla lì per guardarla dritto negli occhi, per rassicurarla, per dirle che con lui al suo fianco anche la velocità le farebbe meno paura. Vuole farla sentire al sicuro, protetta da qualsiasi cosa, persino dalla morte.
Perché lui è più veloce della morte.
<Com'è stato?> domanda, lasciando aderire anche la schiena al muro del box.
Clarice, colta di sorpresa da quella domanda, apre gli occhi ormai lucidi guardandosi attorno in cerca di un ricordo.
Era salita in auto con Jules in una pista di cui non ricorda il nome. Era un pomeriggio caldo e lei era lì per il solo gusto di guardare i suoi fratelli divertirsi sui kart. Poi si era presentata l'occasione e Jules le aveva domandato se le andava di fare un paio di giri su un'auto da rally. Lei aveva accettato, era piccola, ma ricorda la sensazione di essere su una montagna russa, con lo stomaco in gola.
L'aveva amato, oggi invece non sale nemmeno più sulle montagne russe.
<È stato bello> confessa mentre una lacrima le riga il volto <La velocità è bella, ma in un millesimo di secondo la sua bellezza può trasformarsi in un incubo>.
E quell'incubo nella tua vita.
Max sta per rispondere, ma Emma entra nel box interrompendo quel discorso. La ragazza, in silenzio, indica l'orologio per fargli capire che è tardi e hanno degli impegni.
<Mercoledì mattina sei libera?> domanda Max, ignorando Emma e cambiando discorso.
<Vado a correre> risponde lei, alzandosi dal letto, contenta che la conversazione sulle sue paure si sia chiusa.
<Ci andiamo insieme> ribatte Max prontamente <Ci vediamo al nostro posto>.
<Va bene Lian> acconsente lei, troppo scossa per sottolineare che quello è il suo posto, non il loro.
<Allora a mercoledì, ciao Lily> la saluta, chiudendo la telefonata davanti agli occhi stupiti della gemella.
Emma apre le braccia <Sei incredibile Max> esclama, lasciandole ricadere lungo i fianchi.
Il gemello le sorride <Lo so, quell'uno sulla mia auto me lo ricorda costantemente> ribatte, toccandole la punta del naso con un dito.
Emma si lascia scappare un sorriso <Questa Lily ti piace> constata, alzando il viso per guardarlo meglio.
<Diciamo che questa Lily inizia a piacermi>.
BUONASERAAAA
Penso di essere in mega ritardo ⏰, ma insomma in questo periodo non ho scritto molto quindi chiedo venia.
Proverò ad essere più precisa (ma credo che fallirò miseramente).
Comunqueee, in questo bellissimo capitolo c'è un nuovo personaggio che a me piace tanto tantooo.
Si, sto parlando di DANIEEEEL🤗
Scrivere di lui è bellissimo effettivamente, ma oltre al nostro australiano preferito c'è anche Emma.
Il suo personaggio avrà una storia tutta sua che spero possa venir fuori piano piano, ancora non lo so perché si sta formando capitolo dopo capitolo, ma insomma spero possa piacervi.
Detto questo, vi mando un grosso abbraccio🫂
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