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I. MONTECARLO

A Pecco Bagnaia, la mia nuvola rossa, oggi world champion con Ducati.
Sei uno spettacolo.

9 Marzo 2022, Principato di Monaco 🇲🇨

Montecarlo le appare silenziosa e tremendamente deserta. Sta percorrendo il percorso per la terza volta questa mattina. Il suo tempo è scarso, quasi non rende giustizia alle medaglie d'oro vinte alle olimpiadi.

L'operazione al ginocchio l'ha rallentata, ancora non è perfettamente apposto nonostante i medici abbiano definito il suo problema "di routine". Se lo sente diverso e sa di non poter appesantire troppo il carico di lavoro.

Nonostante siano passati ormai due mesi dall'operazione il mondo non ha ricominciato a girare con la stessa velocità di prima.

Vorrebbe continuare a correre, ma si costringe a smettere prima di rendere la sua situazione irrecuperabile. Per questo, una volta notate le lancette dell'orologio, cambia strada dirigendosi verso la sua pasticceria di fiducia, sotto casa di suo fratello.

Quando entra il profumo di brioche le invade le narici facendola sorridere spontaneamente. Viene qui da quando è piccola e quell'odore la riporta indietro nel tempo quando era suo padre a comprare i cornetti per tutti.

<Clarice, bimba mia, cosa prendi questa mattina?> domanda Lucia, la proprietaria del negozio.

La ragazza la saluta, poi si perde tra le vetrine, anche se già sa cosa prenderà. Le piace guardare, ammirare le forme perfette delle torte, dei pasticcini e dei biscotti.

<Io prendo il solito biscotto alle mandorle> dice, indicandolo con il dito <E poi due brioche al cioccolato>.

Lucia la guarda alzando un sopracciglio <Al cioccolato?>

<Si, oggi si> mormora la ragazza, sorridendo appena.

Arthur e sua madre non ci sono sta mattina, Lorenzo è via per lavoro quindi rimangono solo Charles e Charlotte.

In teoria suo fratello è a dieta, deve restare dentro il peso concesso per entrare dentro la sua Ferrari o, come la chiama Clarice, l'abitacolo della morte.

Correre ad una velocità elevata affidandosi ad un ammasso di ferraglia la spaventa, preferisce tentare di essere la più veloce con le sue gambe, consapevole di potersi fermare quando vuole.

<Ecco a te tesoro, salutami tutti> esclama Lucia, passandogli il sacchetto contente la sua spesa.

Clarice ringrazia e, una volta pagato, si dirige a passo spedito verso casa del fratello. Il ginocchio le duole ora che è a riposo, anche se il dolore non è più forte come dopo l'operazione.

Non ci pensa, gira la chiave delle emergenze nella toppa della porta dell'appartamento di Charles e Charlotte e cerca di entrare il più silenziosamente possibile per non svegliarli e sorprenderli.

Quando il salotto, perfettamente disordinato, entra nella sua visuale lei ha il sacchetto con i cornetti in mano mentre suo fratello, ancora mezzo addormentato, è alla ricerca di qualcosa. Charlotte, invece, lo guarda passandosi una mano sugli occhi per abituarli alla luce.

<Amore, cosa cerchi?> domanda la ragazza legandosi i capelli in una coda scomposta.

Charles si volta a guardarla e poi le risponde <Il passaporto, mi hanno chiamato e questa sera parto per Maranello>.

<Allora sei in tempo per il cornetto al cioccolato> esclama Clarice interrompendo il discorso. I due si voltano verso di lei, Charlotte sorride e le ruba il sacchetto dalle mani sedendosi sul divano, per niente sorpresa di vederla lì.

<Ho mai detto che sei la Leclerc che amo di più?> domanda, con il cornetto già addentato e le dita sporche di cioccolato.

<Me lo ripeti ogni giorno> risponde, sedendosi accanto a lei.

Charles, che finalmente ha trovato il suo passaporto, butta l'occhio all'interno del sacchetto ora poggiato sul tavolino del salotto.

<Mi hai davvero preso il cornetto al cioccolato? E dai mon bijou lo sai che sono a dieta> le fa notare, prendendo comunque la brioche per mangiarla.

Clarice sorride leggermente ed inclina la testa <Eh dai, che sarà mai, tanto poi vai a correre> dice, mentre i capelli le finiscono davanti agli occhi.

Charles annuisce gustandosi il suo cornetto <Ci vediamo più tardi per farci la nostra solita corsetta o il tuo ginocchio ti ha abbandonata?> domanda, riferendosi ai progetti che già avevano concordato.

<Il mio ginocchio è apposto> mente, alzandosi in piedi <A che ora?>.

Spera che il tempo di recupero sia abbastanza ampio da poter riposare, ora come ora non riuscirebbe a correre lunghe distanze senza provare fastidio.

<Questo pomeriggio non posso, quindi se ti va possiamo andare prima di pranzo, magari poi mangiamo qualcosa assieme> spiega, sedendosi affianco alla sua ragazza.

Clarice guarda l'orologio <Per le dieci può andarti bene?> domanda, facendo qualche calcolo a mente. Sono le sette e un quarto del mattino, ha ancora tre ore per riposarsi e forse le bastano. In più ha un appuntamento a cui non può mancare.

<Si, direi di si, ci vediamo al solito posto> afferma il ragazzo.

<Va bene, allora io vado che devo vedermi con Floriane, buona colazione ragazzi> esclama già pronta a lasciare l'appartamento.

<Che fai, non ci saluti?> domanda suo fratello poggiando i gomiti sulle ginocchia. Il suo sguardo è quasi serio, ha un cipiglio sul volto che le ricorda molto l'espressione che faceva da piccolo quando non era d'accordo con qualcosa.

Quasi la fa ridere, ma si contiene alzando gli occhi al cielo <Per l'amor del cielo Charles, non ho più tre anni> esclama, a metà tra il divertito e l'esasperato.

Charlotte scoppia a ridere buttando il tovagliolo nel sacchetto ormai vuoto, poi si alza e abbraccia la ragazza lasciandole un bacio sulla guancia.

<Grazie per il cornetto> mormora, scomparendo poi in bagno senza darle il tempo di rispondere.

Charles rimane lì, il cornetto a metà e la faccia sporca di cioccolato. Il suo cipiglio ancora non è andato via, ma lei non demorde.

<Scordati un mio saluto, sei pieno di cioccolato> lo prende in giro beccandosi un'occhiataccia dal diretto interessato

Il fratello finisce il cornetto e si alza avvicinandosi a lei <Grazie per il cornetto mon bijou> afferma, rubandole un bacio sulla guancia.

<Figurati Bibou, a dopo> mormora, scombinandogli i capelli <Preparati a mangiare la polvere> aggiunge, sorridendo.

<Questo lo vedremo> risponde il ragazzo alzando leggermente la voce per farsi sentire.

Clarice, però, è già fuori casa diretta al solito bar dove lei e le sue amiche si incontrano per fare colazione.

Floriane la sta aspettando seduta al solito tavolo all'interno del locale. Le ha già scritto per chiederle dov'è e tra quanto ha intenzione di arrivare.

Vorrebbe correre, ma questo non le consentirebbe il riposo del ginocchio così cammina tra le vie di Montecarlo. La sua città le è sempre piaciuta, ma non riesce mai a godersela davvero visto che, di solito, è sempre di corsa.

Solo quando sale sui punti più alti e l'ammira per intero riesce a fermarsi e a confondersi insieme al panorama. Di solito si siede da qualche parte insieme ai suoi fratelli oppure con il suo coach, rimangono lì un po' a riprendere fiato e parlano.

Oggi, però, se la prende con calma arrivando in ritardo al bar. Floriane la guarda male mentre lei prende posto e si sfila il giubbotto; non ha ancora levato la tenuta da corsa e deve sembrare parecchio stanca agli occhi dell'amica.

<Come va il ginocchio?> domanda, infatti, prendendo tra le mani il menù.

<Scusami, sono uscita presto sta mattina così dopo l'allenamento sono passata da Charles e per questo ho fatto tardi> si giustifica, ignorando la richiesta dell'amica.

<E il dolore?> insiste Floriane, consapevole di quanto sia abile a sviare gli argomenti.

<Va sempre meglio, tranquilla> afferma Clarice cercando con gli occhi un cameriere.

Le due ragazze prendono un cappuccio ed iniziano a parlare dell'università e dei futuri impegni.

<Ma dimmi un po', ti sei decisa ad andare a qualche gara dei tuoi fratelli oppure avremo problemi per un altro anno?> domanda la rossa, posando la tazzina vuota sul tavolo.

Clarice scuote la testa con decisione <Io non andrò mai a vedere quei due sfidare la morte a 300 km/h, mai> ripete, nuovamente, il concetto.

Ogni anno è la stessa storia, le sue amiche provano a trasportarla a qualche gara con la scusa che a correre ci sono i suoi fratelli; ma ottengono sempre scarsi risultati.

<Almeno in tv?> insiste Floriane, agitando per aria le mani.

<Sono ancora traumatizzata dall'ultima volta, quindi dubito lo rifarò> afferma, guardando male l'amica.

Erano riuscite a convincerla, soprattutto grazie all'aiuto di suo fratello Lorenzo. Avevano fatto leva sul fatto che a Charles questa situazione ha sempre fatto male, desiderava più supporto da parte sua.

Così Clarice aveva deciso di provare, infondo aveva visto la replica di Monza 2019 all'incirca un migliaio di volte. Cosa mai poteva accadere? Sarebbe stato come riguardare una qualsiasi gara sul divano di casa, ma senza Charles affianco a spiegarle le cose.

E poi dalla televisione la velocità sembra minore, non c'è quel rumore assordante che le fa paura e, soprattutto, può anche sentire i team radio dei piloti.

Peccato che, quel giorno, non riuscì a vedere neppure il primo giro. Una delle auto in corsa, poco dopo la partenza, si è schiantata ed è andata a fuoco davanti ai suoi occhi, con ancora il pilota intrappolato all'interno.

Per alcuni secondi nessuno aveva fiatato, nessuno sapeva di chi fosse quell'auto e Clarice aveva già immaginato il peggio entrando in panico. Solo quando la sua mente aveva compreso che il pilota intrappolato non era Charles, ma soprattutto era vivo, si era calmata e aveva iniziato nuovamente a respirare regolarmente.

<Ma alla fine è andato tutto bene> prova a dirle la rossa, cercando ancora di persuaderla.

Clarice la guarda sbarrando gli occhi <Un pilota è andato a fuoco> specifica, rabbrividendo al pensiero.

Floriane sospira arrendendosi all'idea che convincerla sarà difficile, anzi difficilissimo.

<Vabbè, cambiamo argomento> esclama poggiando i gomiti sul tavolo <Ci sarai questa sera alla festa di Emilie?> domanda, eccitata all'idea.

Clarice alza un sopracciglio confusa mentre poggia la sua tazzina di fronte a lei.

<Emilie dà una festa?>

<Tesoro, sono giorni che la organizza sul gruppo, è la festa dell'anno> spiega Floriane lasciando trasparire tutta la sua eccitazione.

<Ha invitato anche Arthur e Carla?>

<Si, ma tuo fratello ha detto che non possono, sarai libera di fare baldoria questa sera> afferma, facendole l'occhiolino.

Clarice sorride sollevata all'idea che i suoi fratelli non parteciperanno alla festa. Charles parte, Lorenzo ha impegni e Arthur non viene. Sono soliti mettergli i bastoni tra le ruote con la scusa di doverla proteggere.

Lei si diverte a stuzzicarli, ma questa sera vuole poter essere libera senza dar conto a quei tre. È da un po' che non si diverte come si deve e, per il periodo che sta vivendo, ne ha davvero bisogno.

<Tema della festa e soprattutto luogo?> chiede, sorridendo.

<Sexy, vestiti sexy tesoro, ci saranno un sacco di ragazzi e ovviamente andremo al Jimmy'z> spiega Floriane con fare ovvio, mentre le sue mani laccate di nero si muovono in fretta.

Le due continuano a parlare di quale vestito indossare, di come Emilie ha preparato tutto nei minimi dettagli, del pomeriggio di shopping che le aspetta e di quanti ragazzi incontreranno.

Questo fino a quando il telefono di Clarice non inizia ad illuminarsi e a vibrare per i troppi messaggi. La ragazza lo prende tra le mani e inizia a leggerli.

Charles Bibou🏎❤️

Mon bijou, sono arrivato.
Ti aspetto.💗

Sei la solita ritardataria.

Perché non rispondi al telefono?

Dove sei?
Perché hai la segreteria telefonica?

Clarice, mi stai facendo preoccupare.
Dove cazzo stai?

Sono con Floriene al bar.
Ho perso la cognizione del tempo.
Arrivo, aspettami.
❤️

<Tesoro devo andare, avevo appuntamento con Charles, ma sono in ritardo e penso voglia uccidermi> afferma, alzandosi dal tavolo per infilarsi il giubbotto.

Floriane annuisce <Figurati, qua pago io, ci vediamo per pranzo, ci sono anche Emilie e Adele> dice, salutandola con un bacio.

<Grazie Flori, ci vediamo più tardi>.

Clarice esce dal bar e affretta il passo cercando di raggiungere suo fratello il prima possibile. Quando arriva al loro posto, la giostra vicino al mare, lo nota subito nonostante sia incappucciato e quasi irriconoscibile con mascherina ed occhiali da sole.

<Non potevi dirmi che eri ancora con Floriane e facevi tardi?> domanda, senza nemmeno salutarla.

Clarice non può vedere la sua espressione, ma se la immagina anche perché il ragazzo incrocia le braccia e attende, impaziente, una risposta.

<Te l'ho già detto, ho perso la cognizione del tempo, tutto qui> si giustifica cercando di guardarlo negli occhi.

Charles si leva gli occhiali da sole <Mi hai fatto preoccupare lo sai? Ti davo già per dispersa, stavo andando dalla polizia> esclama, puntando il suo sguardo sulla ragazza.

<Lo sai, vero, che ci vogliono almeno 24 ore per definire "dispersa" una persona e non 40 minuti di ritardo, si?> ribatte Clarice, divertita da quella situazione e dall'esagerazione di Charles.

<Si, lo so, però mi hai fatto preoccupare davvero> spiega, senza quel velo di ironia questa volta.

<L'unica cosa che dovrebbe preoccuparti è quanto sei lento nella corsa> esclama la ragazza e, senza dargli il tempo si rispondere, inizia a correre.

Charles sospira divertito e la segue. I due regolarizzano il passo ed iniziano a salire verso il castello, con ritmo regolare. Clarice cerca di non sforzare troppo il suo ginocchio, il fratello si concentra sul respiro e la tiene d'occhio cercando di captare se ha o meno dolore rallentando all'occorrenza.

Non parlano se non per decidere la musica da ascoltare, visto che condividono le cuffie. Rimangono in silenzio fino a quando Charles si accorge che sua sorella fa effettivamente fatica.

<Fermiamoci, sono stanco> esclama, sedendosi su una delle panchine all'ombra, la prima che trova. Sono quasi arrivati in cima così già da lì possono ammirare la città.

Clarice riprende fiato e si siede al suo fianco. Il giocchio le fa male ora e le sembra anche più gonfio, ma non vuole far preoccupare il fratello quindi distende le gambe e cerca di riposarsi.

<Quando parti per Maranello?> domanda, cercando nello zaino di Charles la sua borraccia.

<Oggi pomeriggio sul tardi, io e Carlos dobbiamo lavorare sulla nuova Ferrari prima dell'inizio della stazgione> spiega, ammirando il panorama.

<Carlos il tuo compagno di squadra, giusto?>

Non conosce nessun pilota di F1 a parte suo fratello, ovviamente, Pierre Gasly ormai amico di vecchia data di tutta la famiglia e Vettel. Degli altri ha solo sentito il nome durante le repliche senza mai farci attenzione. Ricorda solo Hamilton che, a quanto pare, sembra davvero essere il più forte.

<Si, è il mio compagno, se vieni a qualche gara te lo presento> afferma il ragazzo, voltandosi verso di lei.

Clarice sta ancora bevendo, ma l'espressione che fa è buffa <No, mi sa che passo> dice, chiudendo la borraccia e sorridendo teneramente.

Le dispiace declinare l'invito, infondo suo fratello le chiede di andare ad ogni gran premio da anni oramai, ma proprio non riesce a superare questa paura.

Charles sospira, deluso dalla sua risposta <Sai che hai un pass per ogni gara, ti basta dirmelo> le ricorda, tornando a guardare dritto davanti a sè.

<Si, lo so Bibou, ma preferisco andare a correre mentre cerchi di ammazzarti e poi ho l'app della F1> mormora Clarice, appoggiando la testa sulla sua spalla <Anche se non ti vedo, io faccio il tifo per te> aggiunge, chiudendo gli occhi.

È il suo posto quello, l'incavo della spalla di Charles. Lo è sempre stato. Sta bene lì, è al sicuro.

È a casa.

Charles sorride, anche se la sorella non può davvero vederlo. La guarda ammirando la sua tranquillità ed il respiro regolare. Le piace vederla così serena tanto che quasi si dispiace quando è costretto a rovinare quel momento.

<È tardi Clarice, dobbiamo muoverci, Arthur e Lorenzo ci aspettano per andare a pranzo> spiega, voltandosi verso la sorella che, quasi subito, alza il capo dalla sua spalla.

<Io devo vedermi con le mie amiche> afferma, guardando la situazione prima di alzarsi. Il ginocchio le sembra indolenzito, ma molto meno gonfio rispetto a prima.

<Non pranzi da mamma con noi?> domanda Charles, un po' confuso, mentre allunga una mano per aiutarla ad alzarsi.

<No, pranzo con loro perché dopo dobbiamo andare a fare shopping> spiega, mettendosi finalmente in piedi <Sta sera Emilie da una festa al Jimmi'z e mi serve un vestito, anzi ci serve>.

Charles la guarda, la mano ancora stretta alla sua e gli occhi seri e più grandi del normale <Non fare tardi e stai attenta, intesi?> domanda, con la voce dura e ferma, lontana dalla dolcezza che di solito lo caratterizza.

<Intesi> mormora lei, guardandolo dritto negli occhi <Ora riprendiamo a correre?>.

<No> afferma il ragazzo lasciando andare la sua mano per iniziare a camminare verso la città.

<Come no, perché?> chiede Clarice, seguendo il passo del fratello.

Charles si volta a guadarla <Il tuo ginocchio deve riposare> dice, senza aggiungere altro.

Clarice rimane in silenzio mentre continua a camminare al suo fianco. Non si dicono una parola, non c'è nemmeno la musica questa volta, ma infondo tra di loro anche il silenzio sembra dolce.

~~~

<Mamma> esclama Clarice non appena la porta di casa si apre.

Sua madre le sorride sposandosi leggermente per farla entrare in casa <Ciao tesoro, come mai così tanta roba?> domanda notando che le mani della figlia occupate da sacchetti di vario genere.

<Ho fatto un po' di shopping e sono passata per chiederti un favore> risponde, posando tutto a terra per togliersi il cappotto.

<Va bene tesoro, ho sul fuoco il tè, posa tutto con calma e raggiungimi in cucina> spiega la madre lasciandole un tenero bacio sulla guancia.

Clarice annuisce e, lentamente, appoggia il cappotto nel porta abiti all'entrata e posa i sacchetti sul divano sentendo già da subito il chiacchiericcio indistinto in cucina.

Quando si affaccia dalla porta l'intera famiglia, seduta al tavolo intenta a prendere un tè, la saluta.

I suoi occhi si posano su Charles <Ma tu non hai l'aereo?> domanda prendendo posto vicino a Lorenzo.

Il ragazzo annuisce <Sisi, ma ho ancora un paio d'ore> spiega, inzuppando il suo biscotto nella tazza.

<Tesoro, tu lo vuoi un po' di tè?> domanda sua madre, ma Clarice scuote la testa.

<No, grazia mamma> mormora, tornando a guardarla <Sono venuta per chiederti se hai ancora quella giacca rossa>.

La madre ci pensa qualche secondo, poi annuisce <Certo tesoro, per cosa ti serve?> chiede, sorridendo.

Clarice si sistema meglio sulla sedia sentendo gli occhi di tutti puntati verso di lei <Vado ad una festa questa sera, si abbina con il completo che ho comprato> spiega nel tono più tranquillo possibile.

<Vai alla festa di Emilie?> domanda Arthur costringendola a voltarsi verso di lui.

Clarice annuisce, ma si trattiene dal chiedere il motivo per cui lui non verrà. Arthur, però, lo svela lo stesso.

<Emilie la sta organizzando da settimane, mi spiace non poter venire> dice, poggiando il gomito sul tavolo <Ma io e Carla andremo ad un'altra festa> spiega.

Clarice annuisce cercando di non far trasparire la felicità nel sentire che avrà fuori dai piedi il fratello rompiscatole.

<Non tornare troppo tardi, domani hai la visita dal fisioterapista> esclama Lorenzo, poggiando una mano sulla sua spalla.

<Si, alle tre del pomeriggio> puntualizza lei <Non iniziamo con le raccomandazioni solo perché Arthur non viene e non mi può tenere sotto controllo>.

<Vabbè ti stiamo chiedendo di fare attenzione e non rincasare troppo tardi, mi sembra tutto normale> ribatte Charles in tono tranquillo e da finto innocente.

<Non mi sembra che ad Arthur stiate dicendo ciò che state dicendo a me, o no?> domanda lei, indicando il fratello.

<Ma che vuoi? Guarda che io sono più grande di te> esclama Arthur, indispettito.

Clarice sbuffa <Capirai, due anni in più di me e dieci neuroni in meno> ribatte, spazientita.

Arthur la guarda male ed è quasi pronto a ribattere, ma la madre lo ferma <Senti tesoro, invece di litigare con i tuoi fratelli, perché non mi fai vedere questo completo?> domanda, cercando di placare la situazione.

<Va bene mamma> acconsente lei, alzandosi per andare a prendere i sacchetti in salotto.
Cerca tra i vestiti fino a prendere il pantalone nero e il top abbinato, poi rientra in cucina.

<Allora, metto le louboutin, quelle nere con la suola rossa e quindi ho pensato che la tua giacca potesse starci bene> afferma, mostrando il pantalone aderente a vita alta ed il top in pizzo.

<Tu compri un reggiseno come maglietta e io ho dieci neuroni in meno> esclama Arthur, stizzito, mentre afferra il top tra le mani e cerca di capirne il verso.

<Tu vuoi uscire con quel robo addosso? > domanda Charles, guardandola male.

Lorenzo sospira <Stai attenta> ripete, come una cantilena che ormai risulta essere sempre la stessa.

<Si chiama top e va sotto la giacca, idioti> esclama Clarice riprendendosi il suo top dalle mani di Arthur <E si, sto attenta, state tranquilli> aggiunge, ormai stanca.

<Comunque la mia giacca è perfetta, sono sicura che sarai bellissima> afferma sua mamma posando la tazza sul piattino.

<Grazie mamma> risponde, posando i vestiti dentro il sacchetto poggiato sulla sedia <Lolo, domani mi accompagni tu dal fisioterapista?> domanda, voltandosi verso di lui.

Lorenzo scuote la testa <No, io non posso> dice.

Clarice sospira. Non vuole andare da sola perché non sa cosa può dirle e, sinceramente, l'idea di non gareggiare per altri mesi la destabilizza.

<Ok, non importa> mormora, abbassando il tono della voce <Speriamo in buone notizie> aggiunge, spostando lo sguardo verso i suoi piedi.

<Io ti accompagnerei, ma non sono qui> afferma Charles cercando di smorzare la situazione. Ha notato il disagio nelle sue parole, ma non può aiutarla.

<Io ho un po' di appuntamenti, se no figurati tesoro venivo io> aggiunge sua madre.

Clarice annuisce e smorza un sorriso <Lo so, volevo qualcuno perché so cosa mi dirà e non mi piace, ma posso andare anche da sola> dice, cercando di non far preoccupare nessuno.

<Magari potresti chiederlo al fratello con dieci neuroni in meno> esclama Arthur attirando la sua attenzione.

<Per farmi dire di no?> domanda lei, voltandosi per guardarlo negli occhi.

Arthur scuote la testa <Donna di poca fede> afferma, nascondendo un sorriso.

Clarice chiude gli occhi e si passa una mano sul volto <Va bene Arthur, puoi accompagnarmi domani?> domanda puntando i suoi occhi sul viso del fratello.

<Dammi un buon motivo per farlo e ti porto> ribatte prontamente deciso a vincere quel battibecco iniziato in precedenza e mai concluso.

<Perché so che mi dirà che non potrò gareggiare per altri mesi e quindi mi serve un po' di sostegno morale visto che questa pausa mi sta uccidendo> mormora lei, la voce inclinata e sforzata.

Arthur la guarda togliendosi quel sorrisino dal volto ora che il discorso non appare più divertente. La situazione è più pesante di ciò che crede. Clarice soffre davvero la lontananza dalle piste e lui lo sa cos'ha passato, l'ha vista cadere e rialzarsi molte volte. Sa che tenerla lontana dal mondo delle corse è una tortura per lei, così depone le armi.

<Se i miei pochi neuroni ti vanno bene lo stesso, ti porto volentieri> mormora facendola sorridere.

<Mi vanno benissimo, grazie> dice lei infilando una mano nei suoi capelli per scombinarli.

<Va bene, ora vado che Emilie mi aspetta> esclama, prendendo tra le mani il sacchetto <Arthur noi ci vediamo domani> dice indicandolo con un dito.

<Se hai bisogno sta sera chiamami, non sono troppo lontano> ribatte facendole l'occhiolino.

<Va bene grazie> risponde alzando una mano in segno di saluto <Ciao famiglia e buon viaggio Charles> aggiunge salutando tutti.

Sua madre le sorride, poi si alza per andare a prendere la giacca, mentre i suoi fratelli le danno le ultime solite raccomandazioni.

Clarice esce di casa con troppi sacchetti in mano e il telefono che vibra nella sua tasca.

Sbuffa, posando tutto a terra in mezzo al pianerottolo per leggere il messaggio appena ricevuto, ancora tra le notifiche.

Adele
Le chiavi dell'appartamento vicino al Jimmy'z sono al solito posto, in caso ti servissero sta sera🤭


SIAMO CAMPIONI DEL MONDO CON LA DUCATIII😭😭😭

Allora, non sono ancora impazzita, ma Pecco ha vinto il mondiale ed io, che lo seguo da quando non era ancora nessuno, sinceramente sto piangendo e per questo ho dedicato io capitolo a lui.

Capitolo un po' di passaggio anche se inquadra benissimo Clarice, la sua famiglia, e le sue amicizie.

Mi auguro possa piacervi.
La storia sta prendendo forma, piano piano e sono abbastanza soddisfatta.

Buona serata bella gente
Nuvola Rossa c'è 🤭
❤️‍🔥

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