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4

Mi dirigo a caso verso il cortile, pensando che abbia un'ora buca.
Li vedo svoltare l'angolo infondo.

Corro in loro direzione, chiedendomi se mi stia sbagliando.

Non posso uscire con uno stronzo, o peggio con uno stupratore, anche se l'impressione non è stata quella.

Entrano in un bagno.
Metto il cappuccio della felpa e entro poco dopo loro, conosco il rischio che sto correndo ma non riesco a frenare la curiosità.
Devo ammettere che non ci riesco quasi mai.

-Ehi.- sento la voce di Travis rieccheghiare nella cabina bagnio.

-Perché mi hai portato qui?

-Tranquilla non voglio farti niente.
Ma ora lasciami, Jessica.

-Come?

Dalla sua voce si capisce che è stupita.

-Perché non ti piaccio? Non vado bene?

-Non capisci, non hai niente che non va, solo non voglio uscire con chi non mi piace davvero.

-E con Jessica? Non ti piacciono quelle non troie allora. Quella stronza te la sei presa è? -La ragazza aveva la voce rotta dalle lacrime.

-Sasha scusa, non volevo ferirti.- dice con voce sinceramente preoccupata,  lui.

La ragazza esce e fortunatamente non mi guarda nemmeno.

Mentre Travis rimane in silenzio.

Sento il ticchettio del telefono.

Mi sbagliavo, e per la prima volta ero felice di questo.

Senza far rumore cerco di uscire dal bagno, che tra l'altro è anche quello dei maschi.
Ma mentre sto per aprire la porta questa si spalanca sbattendomi violentemente in faccia.

Cazzo che male, mi porto una mano sul naso che inizia velocemente a sanguinare.

Entra un ragazzo con l'aria preoccupata, dopo aver sentito il tonfo della porta.

Come mi vede la sua preoccupazione sparisce e sul suo volto si disegna un sorriso divertito:

-Hey bellezza, come mai qui?Cerchi guai?

Si avvicina verso di me, io come un'imbecille rimango li immobile.

-Emm...no no.

Gli passo affianco per uscire, ma lui mi afferra un braccio:

-Dove pensi di andare? Ora sei dentro.

Mi stringe il braccio troppo forte, mi spinge a sé.

Cerco invano di liberarmi da lui ma mi sta tenedno stretta tra le sue braccia.

Nello stesso istante Travis esce dalla cabina del bagno in un'entrata ad effetto, spaventosamente hollywoodiana.

 -Che fai?

Afferra per le spalle il ragazzo, che molla subito la presa:

-Travis che cazzo vuoi? 

Il ragazzo da uno spintone a Travis.

Wow, nonostante non c'è niente da ridere, soffoco una risata, è così ridicolo che due che neanche conosco si stiano per prendere a botte davanti a me.

Travis ristabilisce l'equilibrio e passa un pugno in faccia all'altro ragazzo che si asciuga il naso sanguinante con il palmo della mano, l'atmosfera si sta riscaldando un po' troppo:

-Figlio di puttana.

Io rimango a cercare di fermare il sangue che mi sgocciola dal naso.
Bagniandolo con l'acqua freddache mi scola sotto il mento.

Anche se la scena risulta alquanto divertente non posso permettere che si prendano a botte, intervengo...se così si può dire.

-Ehy basta!- Mi metto tra i due ragazzi, rivolta verso il biondo, cerca di spostarmi con uno spintone ma ho i piedi ben saldi a terra.

-E togliti.- dice schifato.

-No.

Incrocio le braccia al petto cercando di risultare arrabbiata.
Il mio tentativo fallisce miseramente quando sento Travis ridere alle mie spalle.

Mi prende per i fianchi e mi alza di qualche centimetro da terra, spostandomi a destra di loro, mi dice:

-Ti fa male?

Io rimasi immobile per l'ennesima volta, le mie gambe si erano già paralizzate al suo primo tocco.

-No...cioè si un pochino.- tiro su con il naso per evirare che mi coli il naso.

Mi prende il mento tra le dita e mi alza il volto per vedermi meglio.

La sua mano calda sul mio collo mi lancia un scossa elettrica lungo tutta la schiena.

Aggrotta le sopracciglia e i suoi occhi brillanti mi scrutano con attenzione.

Il biondo coglie il momento per svigniarsela ed uscire dal bagno:

-Che troia.

A quelle parole a momenti non lancio istintivamente un calcio nelle palle a Travis.

Mi prende per la mano e si avvicina al lavandino per prendere dei fazzoletti.

Mi stacco da lui:

-Grazie, non serviva, tutta la scena...dico imbarazzata per l'uso delle parole, che traditrici sembranonon voler uscire fuori.

-Oh si che serviva, lui è Trenton, stagli alla larga.

-Ok...Grazie di nuovo.- cerco di sembrare una di quelle che si sanno difendere da sole.

-Ascoltami, non scherzo non avvicinarti troppo a lui.

Annuisco.
Mi apoggio al lavandino per sciacquarmi il naso e pulirlo con la carta.

Nel frattempo gli occhi di Travis non si sono staccati un momento da me.
Spero che non mi chieda come mai ero li.

-Allora, per stasera? 

Aspetto un po' prima di rispondere ripensando alla risposta da dare.

È vero che la notte porta consiglio, mi ero convinta di andare all'appuntamento.  

-Dove andiamo?

Sorride soddisfatto:
-Avevo in mente un pub, per te va bene?

-Benissimo.
Penso tra me e me.

Da quanto sono entrata ho perso la concezione del tempo, Paul?

Merda il prof mi ucciderà

Mentre velocizzo il passo verso la porta chiedo:

-Che ore sono?

Travis mi raggiunge e cammina velocemente affianco a me, verso l'aula di poesia.

Sfila il telefono dalla tasca:

- Le nove e venti. 

- Sono in ritardo.

-Per andare...? 

-Il corso di poesia.

-Ti accompagno.- risponde avvicinandosi a me.

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