Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

6.5 Lunch

-Pensavo di averti detto.. - cominció Signora, prendendolo da parte e facendolo spostare in un angolo del ristorante, il tono basso e tagliente -.. che non siamo qui in vacanza, Tartaglia. Cosa diavolo stai facendo? Perché ti sei fermato a pranzare qui, con tutta questa gente? -
Il suo occhio color ghiaccio lo scrutò con disapprovazione, mentre un sopracciglio si inarcava corrucciato, a mostrare tutto il suo disappunto.

Childe sbuffò, irritato dalla sua mano che gli aveva stretto il polso con forza, affrontando il suo sguardo senza farsi troppi scrupoli. Contrariamente a ciò che pensava, Signora non aveva nessun diritto di dirgli come comportarsi, o tantomeno di strapparlo ai suoi incontri.

Ripensò all’entusiasmo di Xiangling quando l’aveva visto apprezzare i piatti o allo stupore sul viso di Zhongli quando l'aveva visto alzarsi di colpo, leggermente velato di dispiacere. Sperava che qualunque cosa Signora avesse da dirgli, lo facesse il più in fretta possibile.

Non aveva alcuna intenzione di lasciarle invadere i propri spazi privati, non quando non era in servizio e voleva conoscere chi gli pareva. Non aveva fatto niente che andasse contro alle regole, dunque non avrebbe accettato i suoi rimproveri tanto facilmente: farsi mettere i piedi in testa era una cosa che proprio non riusciva a sopportare.

-Stavo solo pranzando. So che il mio essere una creatura dalla forza straordinaria potrebbe avertelo fatto dimenticare, ma nemmeno io mi nutro di aria. - rispose Childe, ironico.
-So quante battaglie hai vinto. So che quando torni dalle missioni sei sempre il primo, il più veloce e quello che impara più in fretta.- disse freddamente Signora, non facendo suonare quella frase come un complimento neppure per un istante, prima di domandargli, abbassando ulteriormente la voce. - Ma se questa continuerà a essere la tua condotta, se continuerai a girare a zonzo per Liyue come se fossi uno di loro, che cosa penseranno dei Fatui? -

"Che siamo persone fatte di carne e ossa come tutti gli altri. Che  anche noi abbiamo una casa di cui sentiamo la mancanza. Che prima di strappare via una città con la forza, possiamo cercare di comprendere chi la abita.”, furono solo alcuni dei pensieri che gli attraversarono la mente e che decise di trattenere, non per timore, ma perché non desiderava condividerli con qualcuno che era certo non li comprendesse.

C’era sempre stato un muro invalicabile tra lui e Signora, nonostante i suoi primi tentativi di conoscerla meglio. Signora non parlava mai del suo passato, trattenendo ogni minima parte emotiva di sé dentro a un guscio spesso e freddo quanto il ghiaccio.

Come se fosse stata guidata da una causa che soltanto lei era in grado di vedere, non dava mai cenno di debolezza o di tentennamento, guardando dritta al suo futuro e mantenendo fede, parola per parola, ai piani di Tsaritsa. Childe non era mai riuscito ad andare oltre alle parole secche che gli rivolgeva, e spesso si trovava irritato dal suo modo di agire tanto schematico, che non ammetteva mai il minimo rischio o cambiamento.
Era consapevole anche di quanto fosse forte: l’aveva vista sfogare il suo potere contro ai nemici senza dar alcun cenno di tentennamento, aveva persino ammirato il suo sangue freddo o il modo in cui riusciva a sfruttare la sua delusion, ma a livello di personalità, si sentiva spesso a disagio con lei, che sembrava non riporre in lui la minima fiducia neanche in campo militare o lavorativo.

-Renderci palesemente odiosi, però, dubito giovi al nostro profilo.- si limitò a obiettare Childe, scrollando le spalle. -Iniziare a instaurare dei rapporti amichevoli non dovrebbe essere la base del nostro piano? Come potremmo arrivare ad avere più informazioni su come contattare Rex Lapis, se no?-
-Come se non sapessero già chi siamo o cosa facciamo.- ribatté Signora, senza scomporsi, accennando anzi un sorriso spento, senza tracce di felicità. -Forse sei tu quello che cerca di dimenticarlo disperatamente.-

Se Childe aveva avuto anche soltanto l’idea di rivelarle di aver scoperto delle informazioni in più sugli adepti, su Xiao e su come Rex Lapis lo avesse liberato dalla schiavitù, di fronte a quei commenti si limitò a scuotere il capo con un sorriso, realizzando che avrebbe fatto meglio a continuare ad indagare per conto proprio, giungendo infine a una soluzione più concreta per dimostrare a Signora che stava facendo le cose come si doveva.

-Vedremo.- rispose, utilizzando volutamente un tono giocoso che sapeva irritare a morte Signora.
-Cosa fai, adesso, torni a pranzo con quelli?- domandò Signora, una mano posata sul fianco, mentre lo guardava dall’alto in basso. -Ti stavo cercando per dirti che abbiamo una riunione alle cinque e mezza, quando ti ho trovato qui, seduto a un tavolo a fare il cascamorto con il becchino di Liyue. Ogni volta che penso che tu non possa cadere più in basso, purtroppo mi accorgo di commettere un errore.-

A quel commento, preso alla sprovvista, Childe non riuscì a trattenere una risata, un po’ perché vedere Signora tanto indispettita era tremendamente soddisfacente, un po’ perché non si era aspettato di sentirla dire una cosa del genere. La sua prima reazione di sorpresa, tuttavia, venne presto rimpiazzata dalla consapevolezza che anche a lei fosse nato lo stesso dubbio, anche se probabilmente l’aveva detto soltanto per lamentarsi delle compagnie che aveva scelto.

-”Cascamorto con il becchino”?- la citò Childe, tornando a ridere. -Che pessima scelta di parole, sul serio.-, aggiunse, prima di disegnare uno svolazzo noncurante con la mano. -Comunque, mi sorprende che tu non sappia quanto il signor Zhongli sia una figura di rilievo, qui a lui. Mi hanno detto che sa tutto di tutti e che possiede immense conoscenze sulla sua terra. Inoltre, il Wangsheng Funeral parlor è un’organizzazione storica, che comunica anche con creature ultraterrene. Penso siano le figure più indicate per farci avvicinare a Rex Lapis. Sto traendo più beneficio di quanto tu creda facendo il “cascamorto” con lui.- disse Childe, senza fare una piega, non mentendo del tutto: aveva tenuto gli occhi e le orecchie ben aperte in ogni istante, tenendo il ricordo di ogni informazione che Zhongli gli aveva fornito, ma ciò che non disse a Signora era che nei minuti che aveva trascorso con lui, non si era neanche trattenuto a raccontargli qualche dettaglio della propria vita, e che aveva apprezzato la sua compagnia.

Signora, per un istante, parve presa in contropiede, ma si ricompose subito, sbuffando appena.
-Spero proprio che sia come dici tu, e che tu stia facendo qualcosa di più utile di tenergli la manina a tavola davanti a tutti.- rispose, con un mezzo sorriso irritato. -Ci vediamo dopo alla riunione.-, aggiunse, voltando i tacchi e scomparendo tra le strade di Liyue.

Nonostante la folla di gente a cui si mischiò, sembrava sempre una presenza autonoma a sé stante, incapace di fondersi a qualunque gruppo: in fondo, era impensabile che un fiocco di neve ghiacciato potesse unirsi alla montagna candida sui si posava, sciogliendosi lentamente come i suoi compagni.

****
Seduto al tavolo dove poco prima c’era anche Childe, Zhongli lanciò un’occhiata a lui e Signora, ancora intenti a parlare. La sua collega Fatui lo aveva fatto alzare in piedi di scatto, facendo calare una maschera di irritazione sul suo viso dapprima più spensierato.

Aveva osservato attentamente il modo in cui Childe si era irrigidito e seccato durante la loro conversazione, nonostante le sue labbra si fossero, di tanto in tanto, distese in un sorriso probabilmente ironico. Signora non gli andava a genio, quello era evidente: gli aveva anche detto di non avere amici tra i Fatui che erano arrivati a Liyue, e probabilmente si era riferito anche a lei. C’era qualcosa che a Zhongli non piaceva nel modo in cui la donna gli aveva afferrato il braccio di scatto: nonostante Childe gli sembrasse tutto fuorché indifeso, era palesemente a disagio, tanto che quando si allontanò da lei, lo vide tirare un sospiro di sollievo.

La sua sedia era ancora di fianco alla propria: Zhongli la spostò rapidamente, pensando che, ora che gli aveva mostrato come utilizzare le bacchette, sarebbe stato più comodo pranzare l’uno di fronte all’altro.
-Eccomi, scusa!- esclamò Childe, tornando a prendere posto di fronte a lui e sfoggiando un sorriso più spensierato.
-Di nulla. Temevo che le tue Jade Parcerls sarebbero diventate fredde, più che altro.- ammise Zhongli, evitando volutamente di fargli domande su Signora. Fu Childe a tirare fuori l’argomento,scuotendo il capo e prendendo di nuovo a litigare con le bacchette, facendo diversi tentativi non andati a buon fine, prima di infilzare un boccone e riuscire ad addentarlo.
-Sì, anche io. Signora farebbe bene a pranzare anche lei, al posto di pedinare la gente.-, ammise, senza trattenersi. Probabilmente non correva rischi parlando male della collega, ma Zhongli non potè fare a meno di chiedersi per quale motivo fosse tanto insofferente nei suoi confronti.
Condividevano forse due ideali diversi? C’era una severità più rigida nei modi di fare di Signora, ma non conosceva abbastanza nessuno dei due da poter esprimere un giudizio così dettagliato su di loro. Quello che però aveva iniziato a comprendere, dopo aver trascorso del tempo a parlare con Childe, era che il giovane faticava parecchio a nascondere come si sentisse, cosa lo turbasse o cosa lo rendesse di buon umore.

Benché  spesso tentasse di mascherare le sue emozioni dietro a espressioni beffarde o a brevi risate, Zhongli era riuscito ugualmente a notare, ad esempio, quanto le parole di Xiao l’avessero ferito, le tracce di nostalgia che gli avevano attraversato lo sguardo quando aveva raccontato della sua casa o della neve a Snezhnaya, o ancora, l’iniziale diffidenza  nei propri confronti, seguita da un certo sollievo quando avevano iniziato a parlare.

Zhongli non aveva messo in conto di poter già iniziare ad osservare un Fatui da vicino, per comprenderne le reali intenzioni e decidere come agire, ma Childe gli era comparso davanti già tre volte, e avvicinarlo era stato ancora più semplice del previsto, considerato il suo carattere più amichevole e il modo in cui gli sembrava già di leggerlo senza troppe difficoltà.
-Non andate molto d’accordo, vero?- domandò Zhongli, benché conoscesse già la risposta, per proseguire la conversazione.
-Non siamo mai riusciti ad essere amici, nonostante lei sia nei Fatui da molto più tempo di me e io la conosca da anni.- disse Childe, per una volta senza sorridere.

Zhongli attese qualche istante, prima di replicare, pensando a cos’altro domandargli. Era consapevole che quelle lunghe conversazioni con Chide sarebbero stato probabilmente disapprovate da altri dei, o, in generale, dalla maggior parte delle persone: classificare i Fatui come nemici e pensare a come sbarazzarsi di loro sarebbe stato indubbiamente più semplice che tentare di fare amicizia con uno di loro.

Eppure, ciò che aveva detto a Childe non era stata una menzogna: ridurre ognuno di loro a un concetto astratto di negatività proprio non gli riusciva semplice. Aveva vissuto troppo a lungo per non domandarsi quale foss il passato di una persona o perché si trovasse in una determinata situazione.
Inoltre, c’era un motivo ben preciso per cui continuava a nutrire dei dubbi e interrogarsi sulle reali intenzioni dei Fatui, un motivo che, persino dopo cinquecento anni, ancora faticava a spiegare ad alta voce persino ai suoi amici più stretti.

Nel guardare Childe, i suoi occhi azzurri e i suoi zigomi alti, tratti tipici degli abitanti di Snezhnaya, per un istante il volto di Nadja, ovvero la Tsaritsa, come l’aveva conosciuta tanti secoli prima, si sovrappose al suo, facendolo raggelare. La Tsaritsa, come i suoi sottoposti, aveva la fama di avere un cuore di ghiaccio, totalmente insensibile a pietà o affetto. Ma Zhongli, così come Barbatos ed altri archon, ricordava alla perfezione il tempo in cui gli era stata amica, gentile e affettuosa al punto tale che veniva definita “la dea dell’amore”, e cosa avesse rovinato totalmente la sua psiche.
Quel giorno terribile di cinquecento anni prima, era stata una vittima quanto lui di una delle peggiori tragedie della loro vita, tragedia che aveva coinvolto ogni singolo dio.

Era impossibile dimenticare che cosa fosse le successo dopo, che cosa fosse successo a tutti loro, e quanto fosse cambiata.  Non poteva dunque fare a meno di domandarsi se la sua creazione dell’esercito dei Fatui non avesse uno scopo diverso dal conquistare tutte le sette nazioni: forse Nadja voleva soltanto vendicarsi di chi li aveva feriti a quel modo e stava utilizzando dei metodi sbagliati per farlo.

-Insomma, io e Signora abbiamo dei caratteri molto diversi. A lei non piace l’idea di parlare con persone di altre nazioni.- Childe richiamò la sua attenzione, facendogli realizzare di essersi intrappolato tra i propri pensieri più a lungo del necessario. Si riscosse, imponendosi di non esporre troppo i propri dubbi. Avrebbe voluto chiedere a Childe come stesse Nadja, quali fossero i suoi obiettivi e perché lui l’avesse seguita, ma sapeva di doversi trattenere, di dover scoprire ogni cosa con i suoi tempi, e, purtroppo, di dover stare anche in guardia. I tempi in cui Nadja era vicina agli altri dei come una sorella erano ormai lontani, e ormai era diventata un’abile stratega: i suoi fedeli Fatui sembravano disposti a tutto, pur di seguirla.

Per un istante abbassò lo sguardo alle proprie mani guantate, provando una stretta al petto: spesso le copriva perché temeva di vederle ancora macchiate di sangue e polvere da sparo: aveva provato a riprendersi in tutti i modi o a dimenticare, ma non ci era mai riuscito del tutto. Probabilmente, per Nadja era stato anche peggio, e il suo dolore si era trasformato nel sangue freddo con cui gestiva i Fatui.

-E a te, invece? Non crea problemi parlare con la gente di Liyue, ad esempio?- riuscì finalmente a rispondere Zhongli, sforzandosi di tornare a concentrarsi sulla persona che aveva di fronte.
Soltanto dopo qualche istante, realizzò meglio che cosa Childe gli avesse detto poco prima, mentre era con la mente assorta: conosceva Signora addirittura da anni, nonostante fosse soltanto un giovane uomo. Da quanto tempo era entrato nei Fatui, perché lo aveva fatto quando era soltanto un ragazzino?
La preoccupazione che lo colse quando si fece quella domanda trasparì inevitabilmente dal tono che utilizzò per replicargli, poco dopo: -Quindi, conosci Signora da parecchio tempo. Quanti anni avevi, quando sei diventato un Fatui?-

Se Childe, fino a quel momento, si era sempre sforzato di simulare dei sorrisi anche quando non erano accompagnati da reale divertimento, per un istante rimase come congelato a fissarlo, lo sguardo distante, quasi perso verso un orizzonte lontano che lui non poteva afferrare.

Zhongli non poteva certo leggergli il pensiero o scoprire che cosa gli fosse successo in passato, ma una consapevolezza improvvisa lo colse, di fronte alla sua espressione: entrambi loro portavano con sé dei ricordi dolorosi, così oscuri da farli ancora raggelare, quasi impossibili da essere raccontati.

-Avevo quattordici anni.- disse Childe, prima di affrettarsi a scrollare le spalle. Zhongli era, purtroppo, consapevole di come la propria espressione stesse tradendo una certa apprensione, tanto che l’altro si affrettò ad aggiungere: -E’ stata la cosa giusta da fare. E’ stato il posto giusto dove mandarmi.- disse, proseguendo poi a rispondere alla sua prima domanda, probabilmente per cambiare argomento. Un sorriso luminoso tornò a increspargli le labbra, quando citò le sue stesse parole: -Il mio titolo da Harbinger non è che un guscio, giusto? Anche il tuo essere un abitante di Liyue lo è. Voglio giudicare chi mi sta davanti per come si comporta e cosa pensa.-, aggiunse, lasciandolo piacevolmente sorpreso. Se ricordava che cosa gli aveva detto, doveva aver preso a cuore quel concetto, ed evidentemente lo condivideva: il fatto che fosse rimasto a parlargli per tutto quel tempo, effettivamente, gli dimostrava che non giudicava le altre persone troppo superficialmente.

-Allora andremo d’accordo.- rispose Zhongli, con sincerità, accennando un sorriso a propria volta.
-Starò qui per più di tre mesi. Vorrei divertirmi, durante la mia permanenza.- ammise Childe, con una breve risata. -Vedere il più possibile e fare il più possibile.-

-Ecco qui il vostro the!- annunciò Xiangling, interrompendo la loro conversazione porgendo loro due tazze. Zhongli non poté fare a meno di sorridere, avvertendo l’aroma delicato dei fiori che si sprigionò nell’aria, già compiaciuto all’idea di poter assaggiare quella bevanda. Non aveva esagerato quando aveva ammesso di poter bere il the per ore: era un gesto che lo calmava fino all’inverosimile, specialmente quando poteva farlo nei freddi pomeriggi invernali, o seduto a un tavolo con degli amici.

-Ti ringrazio molto. Sembra delizioso come sempre.- commentò Zhongli, osservando la cuoca versare quel liquido ambrato nelle loro tazze, piccoli recipienti di ceramica decorata senza manico. Childe, probabilmente abituato per cultura a bere the quanto lui, sollevò la tazzina con cautela, riuscendo a non scottarsi, mentre prendeva il primo sorso.

-Modestamente sì, è proprio buono il the del nostro ristorante.- scherzò Xiangling, prima di congedarsi, andando a sedersi insieme a Xingqiu e Chongyun, probabilmente per prendersi una meritata pausa.

-Cosa ti piacerebbe fare, mentre sei qui a Liyue?- domandò Zhongli, incuriosito: aveva inziato a scoprire cosa Childe gradisse fare nel suo passato, ma non gli aveva ancora chiesto quasi fossero i suoi interessi.

Il volto di Childe si distese in un’espressione rilassata, quasi sognante: per un attimo sembrò una persona totalmente giovanile e innocente, senza più il velo di malinconia che di tanto in tanto gli attraversava lo sguardo quando pensava di non essere guardato.

-Ho visto le vostre spiagge, sembrano meravigliose. Mi piacerebbe tanto vedere l’oceano, toccare la sabbia..- disse il giovane, mettendo una punta di zucchero nel the, osservando per un istante come le foglie si erano perfettamente dischiuse nella tazza. -Raccogliere le conchiglie. Mi piacerebbe vedere altre città. E se ci fosse qualche teatro..-

-L’oceano è facilmente raggiungibile. Posso mostrarti come, un giorno in cui non dovrò lavorare.- si offrì Zhongli, per un istante colto dall’entusiasmo di quella proposta, senza pensare troppo alle conseguenze. Passeggiare era una delle sue attività preferite, e non perdeva mai occasione di trovare una scusa per andare in giro a propria volta. Anche se buona parte dei territori di Liyue erano stati creati da lui in persona, difficilmente si stancava di esplorarli e camminare per ore intere: ne avrebbe approfittato per mostrare quei luoghi anche a Childe. -Per quanto riguarda il teatro, ti piacciono gli spettacoli? In alcuni locali di Liyue ci sono spesso dei cantastorie, ma possiamo trovare anche altro.-

-Certo che mi piacciono gli spettacoli. A corte della Tsaritsa il teatro è molto popolare. Ho recitato anche io qualche volta.- raccontò Childe, con un certo orgoglio. -I nostri teatri sono enormi, con così tante gallerie e luci..è un mondo magico.-, aggiunse, prima di annuire velocemente. -Va bene. Sono libero il sabato. Ah, mi sono dimenticato di dire che mi piacerebbe anche fare qualcosa di più movimentato, tra l’altro: picchiare mostri, andare in luoghi più pericolosi, non so, magari fare spedizioni per cercare delle casse dei tesori o così via.- proseguì, con un tono di voce più concitato. Non voglio certo dimenticarmi come si combatte, devo tenermi allenato!-

-Non mancherà neanche quello, te lo assicuro.- Zhongli non si scompose troppo, di fronte alla sua affermazione, a cui replicò con uno sbuffo divertito: aveva già intuito quanto quel giovane avesse un desiderio di adrenalina superiore alla media. -Di mostri, grotte e attività spericolate puoi trovarne anche troppe, soprattutto a Guyun Stone Forest, dove ci sono quattro ruin guards. Se vuoi te lo segno sulla mappa, ma non me ne prendo la responsabilità.-

-Come no? Non vuoi un nuovo cliente?- lo prese in giro Childe, riuscendo a strappargli una breve risata. Quella loro conversazione più leggera gli aveva quasi fatto dimenticare i pensieri cupi di poco prima, il modo in cui non riusciva a smettere di chiedersi che cosa i Fatui e la Tsaritsa stessero realmente pianificando.

L’arrivo di una nuova persona al ristorante li interruppe nuovamente, ma in maniera molto più gradevole di quanto fosse successo con Signora.
-XINYAN! Eccoti, finalmente! Sei pronta? Ho preparato i biglietti io!- sentirono Xiangling esclamare a gran voce, correndo incontro a una ragazza vestita di nero e rosso, con i capelli stretti in due folti codini. Xinyan aveva la pelle scura e gli occhi scarlatti come due fiamme vive, messi in risalto da spesse linee di eyeliner e ombretto. Sulle spalle portava la custodia di una chitarra, che posò cautamente sul tavolo vicino a Chongyun e Xingqiu, che la salutarono a propria volta.
Zhongli la conosceva, anche se ci aveva sempre parlato poco: era una celebre musicista rock, che aveva imparato la sua arte direttamente da Fontaine, la nazione dell’hydro. Le sue canzoni dalle tonalità energiche e talvolta persino aggressive non erano apprezzate da chiunque, specialmente dagli adulti di Liyue, abituati a melodie più calme e tradizionali. A Zhongli, però, piaceva parecchio sentire la sua voce carica, il suono ruggente della sua chitarra e il ritmo incalzante che proponeva per le piazze, un’esplosione di suoni che molti non supponevano potesse piacere a qualcuno dal temperamento pacato come il suo, ma che apprezzava proprio per quanto gli faceva risuonare l’anima.
-Non..ce n’è bisogno, non credo verrà molta gente.- mormorò Xinyan, l’espressione che di colpo si fece abbattuta, contrastante al trucco marcato che portava. -Lo so che cosa pensano: che suono roba strana e faccio paura a tutti e..-
-Noi verremo, non preoccuparti.- intervenne subito Xingqiu, a cui Xiangling lanciò un’occhiata di gratitudine, probabilmente decisa fino in fondo ad incoraggiare l’amica.
-Sì, infatti.- intervenne Chongyun. -Anche io ci sarò, stasera.-
-Eccovi i biglietti, allora!- esclamò Xiangling, entusiasta. Xinyan seguì il suo sguardo tentando di nascondere la commozione, quando l’amica si spostò verso il centro del locale, alzando la voce con i biglietti stampati in mano.
-CLIENTI DEL WANMIN RESTAURANT! QUESTA SERA, LA MIA AMICA XINYAN SUONERA’ PER NOI SUL PORTO, CON OFFERTA LIBERA!- urlò, attirando l’attenzione di chiunque stesse mangiando. -HA UN TALENTO INCREDIBILE, E VI FARA’ BALLARE PER TUTTA LA NOTTE! SPERO SARETE DEI NOSTRI! HA IMPARATO L’ARTE DEL ROCK ‘N ROLL A FONTAINE, E LA PORTERA’ DA NOI STASERA! NON PERDETE QUESTA OCCASIONE!-
-Io gradirei partecipare, se possibile.- intervenne pacatamente Zhongli, ricevendo da parte di Childe un’occhiata a metà tra il sorpreso e il divertito. Probabilmente, neanche lui si era aspettato che avesse quei gusti musicali.
-Perfetto, grazie, grazie!- esclamò Xiangling, felice come se si stesse parlando del suo stesso concerto, seguendo poi in ordine i richiami degli altri clienti, che iniziarono a chiederle i biglietti a propria volta.
Zhongli approfittò di quell’istante per rivolgersi a Childe, ancora preso a sorseggiare il the, pensando che quell’occasione fosse buona per iniziare a mostrargli qualche spettacolo, per quanto poco convenzionale, invitandolo al concerto.
.-Vuoi uscire con me, Childe?- domandò, con tono tranquillo, abbassando la voce per non disturbare Xiangling, inevitabilmente contento all’idea di passare una serata diversa. Ci sarebbe stata probabilmente mezza Liyue, persino Xiao, Ningguang e le sue amiche e Hu Tao, se Xiangling avrebbe continuato a promuovere l’evento con così tanta enfasi.
Doveva aver formulato la richiesta nella maniera sbagliata, tuttavia, non poté fare a meno di pensare, quando vide Childe che quasi si strozzò con il thé bollente, sollevando lo sguardo su di lui senza riuscire a mascherare la sorpresa.
-Beh, Xiangsheng..- rispose Childe dopo qualche istante, chiamandolo con un titolo più onorifico che probabilmente aveva imparato studiando la loro lingua, ercando di accennare una risata senza troppo successo, palesemente stupito e confuso. -Non pensavo di aver fatto così colpo, ci conosciamo soltanto da un’ora. Comunque sia..-
Realizzando cosa potesse aver compreso, Zhongli sbiancò, rimanendo con le dita incollate alla tazza di thé fin troppo calda. Probabilmente, Xiao aveva ragione quando gli diceva che doveva aggiornare il suo gergo e fare attenzione a quello più moderno.
-..per andare al concerto. Visto che ti piacciono gli spettacoli.- si affrettò a correggersi.
-Certo, certo, lo so: stavo scherzando.- rispose Childe, con altrettanta fretta, ridendo con un po’ meno enfasi, probabilmente imbarazzato almeno quanto lui. -Comunque, va bene! Ci sarò.-

****

piccola nota:
penso che Xinyan meriti più amore quindi da qua farà la sua comparsa!  curiosità: Zhongli apprezza canonicamente la sua musica rock, anche se non ne ha ancora capito il contesto, visto che l'ha invitata a suonare a un funerale AHAH)

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro