56: Abyss
I giorni nel nuovo appartamento erano trascorsi in fretta, e Ajax era felice.
Era quasi paradossale sentirsi bene, dopo aver trascorso giorni in un luogo che gli aveva inflitto i traumi più profondi della sua vita. Eppure, era accaduto. Esplorare l'Abisso e allenarsi sempre al fianco di Zhongli era completamente diverso dall'essere precipitato in quell'orrore da solo, tanti anni prima.
L'abisso era spaventoso, certo. Quando Ajax ci aveva rimesso piede per la prima volta, aveva fatto quasi fatica a respirare. Si erano calati dalla stessa spaccatura in cui Ajax era caduto tanti anni prima: Zhongli aveva rintracciato il crepaccio facilmente, grazie ai suoi poteri da ex-archon con cui sentiva facilmente le vibrazioni negative di quel luogo. Lo aveva aiutato a superare quella barriera insormontabile, causa di quasi tutti i suoi incubi, ancora una volta.
Con il passare dei giorni, Ajax aveva imparato a concentrarsi sulla missione e a non lasciarsi influenzare troppo dai sentimenti negativi che, inevitabilmente, provava lì dentro.
La Tsaritsa aveva affidato ad Ajax un compito arduo: imparare a canalizzare l'energia oscura e instabile dell'Abisso in delle armi speciali create a palazzo Zapolyarny, capaci di sfruttare quella forza distruttiva senza consumare il portatore. Sapeva che solo così avrebbe potuto perfezionare il suo potenziale, e, come aveva suggerito la Tsaritsa, imparare a creare un varco che avrebbe trascinato i suoi nemici all'interno dell'abisso. Ma l'idea di tornare in quell'oscurità, dove aveva rischiato di perdere tutto, non era facile da affrontare.
Per fortuna, Zhongli era lì con lui, ogni giorno, e non solo come fidanzato. Anche in qualità di ex Archon di Liyue, gli aveva dato tutto l'aiuto possibile. Zhongli aveva il potere di proteggerlo, creando uno scudo con la sua energia Geo per difenderlo dagli influssi corrotti dell'Abisso. La loro sinergia era perfetta: mentre Ajax si concentrava nel gestire le armi e incanalare l'energia, Zhongli si assicurava che l'oscurità non lo divorasse, mantenendo lo scudo saldo attorno a lui. Insieme, inoltre, combattevano molto più rapidamente i nemici e i mostri, ancora gestibili, a quel primo livello. Non avevano bisogno di scendere nei livelli inferiori dell'abisso per incanalare la sua energia negativa, fortunatamente.
Anche quel giorno, erano entrati nell'Abisso attraverso il solito portale.
Si erano mossi con le pietre di Noctilucous Jade, che illuminavano il loro percorso. La sua luce tenue e azzurra si rifletteva sulle pareti umide e rocciose, rendendo quel luogo meno ostile, ma non meno inquietante. L'aria era densa, pesante, quasi palpabile, e ogni passo sembrava rievocare antichi ricordi che Ajax avrebbe preferito dimenticare.
Ajax non poté fare a meno di ricordare le parole che Zhongli gli aveva detto tempo prima, quando gli aveva dato quella pietra, cercando di non soffermarsi sull'oscurità. Un guerriero efficiente doveva essere in grado di scacciare i sentimenti negativi, in certi contesti.
"La Noctilucous è la gemma più rara di tutte ed è l'unica capace di brillare nell'oscurità, anche senza il sole, senza luce. Se lanciassi questa pietra nell'Abisso, continuerebbe a splendere, perché la sua luce proviene da dentro. Vorrei che tu la tenessi con te, perché è così che ti vedo."
Quelle parole gli erano rimaste impresse profondamente, per mesi e mesi. Ajax aveva tenuto la pietra che Zhongli gli aveva regalato, in quel giorno in cui finalmente si era del tutto confidato con lui, ancora prima che si fidanzassero. E adesso, nel cuore dell'Abisso, quella pietra brillava costante, proprio come Zhongli aveva descritto, a fargli da guida. Ajax era ancora incredulo all'idea che Zhongli lo vedesse come una persona che conservava della luce dentro di sé, ma forse, adesso iniziava a comprendere che cosa intendesse. Non era stato del tutto corrotto, in passato. La sua vita non era finita quel giorno. Ora stava esplorando lo stesso luogo con una diversa consapevolezza, pronto a riscrivere quel destino.
Il silenzio dell'Abisso era assordante. Solo il rumore dei loro passi e il fruscio degli abiti spezzavano quell'atmosfera tesa. Ajax sentiva l'energia dell'Abisso pulsare intorno a lui, un'energia fredda e opprimente che minacciava di entrare nel suo corpo come aveva fatto in passato. Ma questa volta, la presenza di Zhongli, con il suo scudo, rendeva tutto più sopportabile. Sentiva il calore rassicurante della protezione del suo compagno e l'energia Geo fluire attorno a lui come una barriera impenetrabile.
"Stai bene?" chiese Zhongli, la sua voce bassa e calma risuonava nelle profondità dell'Abisso.
Glielo chiedeva ogni giorno, nonostante fossero tornati lì dentro già diverse volte. Ajax lo apprezzava, per quanto cercasse di minimizzare ogni volta come si sentisse. Sapeva che Zhongli riusciva a distinguere facilmente quando mentiva, ma non voleva soffermarsi troppo sul panico che provava ogni volta.
Così annuì, i suoi occhi concentrati sul percorso davanti a loro. "Sì, solo... strano, come al solito.", ammise, vagamente, prima di lanciargli un'occhiata grata. "Ma è fattibile. Ci sei tu a aiutarmi."
Zhongli gli sorrise appena, ma non distolse lo sguardo dall'ambiente circostante. "Ma certo. Ricorda, io sono qui per proteggerti. Tra qualche giorno, finiremo tutto questo."
"Per fortuna. Ci sono posti migliori.",scherzò Ajax, prima di prendere un respiro profondo e si concentrò sull'arma speciale che gli era stata affidata. Doveva imparare a sfruttare il potere dell'Abisso, a domare quella forza oscura senza lasciarsi corrompere. Mentre alzava l'arma, sentì un'ondata di energia oscura attraversarlo. L'arma brillava di un bagliore sinistro, alimentata dal potere dell'Abisso che lui stava imparando a controllare.
Zhongli intensificò il suo scudo, sentendo l'aura del potere crescere. L'energia Geo intorno ad Ajax si fece più densa, avvolgendolo completamente. "Concentrati. Non lasciarti sopraffare. Respira e lascia che l'energia fluisca attraverso di te, senza combatterla."
Ajax chiuse gli occhi per un attimo, cercando di calmare il battito accelerato del cuore. Poteva sentire l'energia dell'Abisso spingersi contro i suoi confini, come un'onda che cercava di abbattere una diga. Ma grazie alla guida di Zhongli, riuscì a mantenere la calma. Lentamente, l'energia si stabilizzò, permettendogli di gestirla con maggiore controllo.
Si mossero più in profondità, illuminando il cammino con la pietra di noctilucous jade, che brillava fioca ma costante, quasi come la speranza che Ajax sentiva crescere dentro di sé. Ogni passo lo portava più lontano dal dolore del passato e più vicino al futuro che desiderava costruire, un futuro in cui l'Abisso non sarebbe più stato un suo nemico, ma uno strumento da domare.
Camminando accanto a Zhongli, con il potere dell'Abisso che pulsava nell'arma nelle sue mani, Ajax si sentiva più forte.
In un certo senso, lo faceva sentire come se recuperasse il controllo del suo trauma. Ogni volta che si addentravano più a fondo nell'abisso, combattendo insieme contro i mostri che trovavano, Ajax aveva la manifestazione tangibile che quel luogo non fosse ingestibile. Il ragazzino di quattordici anni che era finito dentro all'Abisso, ora poteva entrare, uscire e plasmare quel luogo con molta più abilità.
C'era qualcosa di estremamente confortante, al pensiero che quel posto non fosse più in grado di ucciderlo.
****
Quando Ajax e Zhongli concludevano le loro missioni, rientravano sempre nella casa che avevano affittato nella foresta, nel calore del suo camino e dei suoi caldi colori.
Avere un posto che possono chiamare loro, anche solo temporaneamente, gli sembra un sogno. Avevano già passato diverse notti a casa di Zhongli nei mesi precedenti, ma vivere insieme, lontano dal mondo, donava una nuova dimensione della loro relazione. Ogni giorno uscivano per le missioni, per esplorare l'Abisso, ma ogni sera tornavano a casa, nella familiarità del loro rifugio, lontano dalle preoccupazioni e dalle responsabilità.
Qualche volta, erano andati a cena dalla famiglia di Ajax, o erano stati con i suoi fratellini.
Quella sera, invece, erano da soli a casa, e la luce del fuoco crepitante nel camino illuminava le loro espressioni rilassate. Seduti sul divano, una coperta morbida drappeggiata sulle gambe, stavano mangiando del borsch caldo preparato da Ajax, soddisfatti dai progressi della precedente missione.
Ajax, con un sorriso leggermente nostalgico, si voltò verso Zhongli. "Ti ricordi quella volta in cui sono stato ferito e sono stato trasportato a casa tua? Quando Xiao ha provato a scusarsi per tutte le volte che non si era fidato di me, quando alla fine ero corso a salvarlo dai Fatui, e mi ha preparato un borsch?",gli domandò, facendo sorridere anche il fidanzato. Un po' gli mancavano quei tempi: era felice di essere a Snezhnaya, ma adorava la spensieratezza che era riuscito a provare a Liyue, nonostante i disguidi con Signora e le vecchie incomprensioni con Xiao. Sperava tanto di poterci tornare insieme a Zhongli, di passeggiare sulle sue spiagge e condividere del tempo con coloro che ormai erano diventati anche suoi amici.
Zhongli rise con affetto, annuendo "Certo. Mi ricordo perfettamente, soprattutto quando Xiao ha messo la panna dolce al posto di quella acida."
"E pensa che l'ho mangiato lo stesso," disse Ajax, sorridendo orgoglioso. "Non potevo deluderlo, anche se era... beh, interessante." Il suo sguardo brillava di gioia mentre si stringeva di più alla coperta, accanto a Zhongli. Era felice che, dopo quella volta, fosse riuscito a diventare amico del migliore amico di Zhongli. "E ora, siamo qui. Con del borsch vero."
Zhongli posò la sua ciotola ormai sul tavolino davanti a loro e guardò Ajax con dolcezza. "Già. Sei un ottimo cuoco", mormorò; prese poi la mano di Ajax e la strinse con affetto, accarezzandone piano il dorso.
Ajax sorrise, visibilmente compiaciuto dal complimento, ma una leggera esitazione attraversò il suo sguardo. Si avvicinò di più a Zhongli, poggiando la testa sulla sua spalla. Sentiva il calore rassicurante del suo compagno, ma dentro di lui una domanda non detta cominciava a farsi spazio. "Grazie. Potrò prepararti altri piatti... quando... cioè, se..."
Le parole rimasero sospese nell'aria, ma il suo cuore aveva già completato la frase. Se continuiamo a vivere insieme. Non ne avevano parlato apertamente, il futuro era rimasto incerto, intrappolato tra i doveri della missione e i loro sentimenti. Ma ora, in quel momento di tranquillità, Ajax sentiva il bisogno di dare voce a ciò che sentiva da tempo. Alzò lo sguardo, incontrando quello di Zhongli, sperando che avesse capito.
Zhongli lesse la titubanza di Ajax e gli sorrise con dolcezza. Senza lasciare la sua mano, la strinse un po' di più. "Se volessi tornare a Liyue con me..." disse lentamente, come per assaporare ogni parola. "La mia casa sarà anche tua, se lo desideri. Ma se preferirai andare altrove, troveremo insieme una soluzione. Ovunque vorrai, ci sposteremo."
Ajax sentì un'ondata di emozione travolgerlo, calda e profonda. L'idea di avere un futuro insieme a Zhongli, ovunque fosse, riempiva il suo cuore di una felicità difficile da esprimere a parole. Rimase in silenzio per qualche secondo, sentendo il peso delle parole del suo compagno affondare dentro di lui.
Guardò il fidanzato negli occhi, i suoi lineamenti definiti addolciti dal calore del fuoco, i suoi occhi dorati pieni di affetto. Dopo il loro primo litigio, quando Ajax aveva scoperto che Zhongli gli aveva mentito sulla propria identità, Ajax aveva sempre temuto di non riuscire più a fidarsi di lui del tutto. Ma in tutti i giorni che erano trascorsi da quando avevano fatto pace, gli aveva dimostrato totalmente l'opposto, non soltanto a parole, ma anche con i fatti. Con quell'ultima promessa che gli stava rivolgendo, era come se stesse sigillando totalmente la propria sincerità.
"Non potrei chiedere di meglio," mormorò, con la voce appena incrinata dall'emozione. "Sarei onorato di stare con te a Liyue, di farne davvero casa mia... insieme a te."
Lo baciò ancora prima che Zhongli potesse dire altro, prendendogli il volto tra le mani e posando le labbra sulle sue. Zhongli sorrise e lo strinse forte a sé, e mentre Ajax era stretto da quell'abbraccio, poteva già immaginare la casa di Zhongli, a cui si era già affezionato così tanto, con le sue piante, i suoi libri e l'aria che profumava sempre di fiori, diventare poco a poco anche la propria.
"Potrò portare lì le mie armi?",domandò, con un sorriso divertito, quando si separarono. "E le mie cose? E.."
"Ma certo. Immagino che vorrai portare anche il tuo peluche della balena.",sorrise Zhongli, con un sorriso scherzosamente beffardo. "Altrimenti, come farai a dormire, mio caro tesoro? Ti ho visto tante volte accoccolato a quel pupazzo, la mattina."
Ajax sgranò gli occhi, poi scoppiò a ridere, fingendosi offeso. "Non espormi così!" disse, prima di afferrare un cuscino e tirarglielo addosso con un colpo rapido.
Zhongli rise, alzando le mani in segno di resa, ma senza scomporsi troppo. "Pensavo solo al tuo benessere!" replicò con tono giocoso, prima di sorprendere Ajax, afferrando un cuscino e colpendolo a sua volta con inaspettata precisione.
Ajax si trovò travolto da una risata improvvisa, il suono chiaro e libero che risuonava per la stanza. L'atmosfera, così serena e intima, si trasformò presto in una battaglia di cuscini, con i due che si rincorrevano e colpivano senza riserve, mentre il fuoco continuava a crepitare nel camino. Ogni colpo era seguito da una risata, ogni finta difesa da un abbraccio rubato, e in quei momenti di pura spensieratezza, Ajax sentì quanto fosse felice. Persino quando Zhongli lo torturò facendogli un insopportabile solletico, inchiodandolo al divano e sedendosi sopra di lui.
Quando finalmente si fermarono, entrambi ansimanti e con le guance arrossate dal divertimento, Ajax crollò tirandosi dietro Zhongli. "Se ogni serata a Liyue sarà così, penso che non riuscirò a staccarmi da te. Però, ti prego, risparmiami il solletico!"
Zhongli, con un sorriso sereno e gli occhi pieni di affetto, si accoccolò accanto a lui, lasciandosi avvolgere dal calore della coperta. "Spero proprio di sì," mormorò dolcemente, appoggiando la testa sulla spalla di Ajax, prima di ridacchiare piano. "Ci potrò pensare. Ma hai iniziato tu."
"Hm. Hai iniziato tu, dicendomi del pupazzo.",finse di protestare Ajax, prima di abbracciarlo, e tornare a parlare con lui finché i loro occhi non si chiusero per la stanchezza.
Mentre la neve fuori cadeva incessante, Zhongli lo prese in braccio e lo portò verso il letto, dove si abbracciarono di nuovo, decisamente stanchi.
Li attendeva un'altra giornata nell'abisso, il giorno successivo, ma per lo meno, adesso avevano di fronte una lunga notte di sonno.
*****
Il mattino successivo, Ajax si svegliò con il profumo del tè appena preparato e di qualcosa di dolce nell'aria. Si stiracchiò pigramente nel letto, la luce del sole che filtrava dalle finestre inondava la stanza di una luce calda e invitante. Si voltò e si accorse che Zhongli non era più al suo fianco. Sorrise tra sé, intuendo cosa lo stesse aspettando.
Si alzò e, senza fretta, si vestì prima di dirigersi verso la cucina. Lì trovò Zhongli, assorto nel preparare la colazione. Sul tavolo erano già disposti due tazze di tè fumante, alcune fette di pane appena tostato e una piccola ciotola di marmellata di frutti di bosco. Il tutto era completato da delle piccole frittelle dorate e croccanti.
"Buongiorno," disse Zhongli, voltandosi verso di lui con un sorriso affettuoso. "Spero che la colazione ti piaccia."
Ajax si avvicinò, appoggiando un bacio leggero sulla guancia del suo compagno. "Grazie. Sarà buona di sicuro. È una delle poche cose che potrebbe convincermi a lasciare il letto così presto."
Si sedettero insieme, gustando la colazione con tranquillità. Il loro dialogo era leggero, rilassato, come due persone che si godevano un raro momento di calma prima di affrontare una nuova giornata di sfide. Entrambi sapevano che la missione che li attendeva non sarebbe stata facile. Ajax doveva continuare a studiare l'uso dell'energia dell'Abisso, canalizzandola nelle armi speciali, e imparare a gestire il potere che Zhongli gli prestava per proteggerlo.
Dopo la colazione, si prepararono per la missione. Ajax indossò il suo consueto abbigliamento da combattimento, assicurandosi che le armi fossero affilate e pronte all'uso. Zhongli si vestì con una tenuta di pratica comodità a sua volta, anche per proteggersi dal freddo.
Mentre si avviavano verso il crepaccio, Ajax pensò di domandargli un onesto parere su come le cose stessero andando. Anche se dopo le missioni spesso evitavano di parlare direttamente dell'abisso, quando si dirigevano verso di esse, Ajax desiderava dei commenti. Sapeva che spesso Zhongli era morbido nei propri confronti, ma gli aveva chiesto di essere il più sincero possibile, a riguardo.
"Allora...ti sembra che ci siano molti progressi?",gli chiese, curioso.
"Decisamente. Stai migliorando ogni giorno di più," disse Zhongli mentre si dirigevano verso l'ingresso dell'Abisso. "Hai imparato a padroneggiare l'energia dell'Abisso meglio di quanto immaginassi.", confessò, con tono ammirato. "Non che io avessi dubbi su quanto tu sia un guerriero valido, ma è notevole guardarti mettere da parte ogni preoccupazione per concentrarti e ottenere dei risultati."
Ajax annuì, con gratitudine. Aveva fatto del proprio meglio per non farsi influenzare dai propri sentimenti personali, ed era felice che si fosse notato. "Grazie. Ieri ho sentito che l'energia scorreva più facilmente attraverso di me. Sto iniziando a capirla meglio, come usarla e controllarla. Ma devo ancora fare attenzione. Non è qualcosa che posso prendere alla leggera."
Zhongli si fermò per un istante, posando una mano rassicurante sulla spalla di Ajax. "Certo che no. Ma stai andando bene. E io sono qui per proteggerti."
Si scambiarono un breve sorriso prima di entrare nel profondo dell'Abisso, le pietre Noctilucous Jade che portavano con loro emettevano una luce azzurra e tenue, illuminando il loro cammino tra le ombre dense e mutevoli.
Il percorso sembrava familiare, eppure l'Abisso aveva una sua natura ingannevole, capace di cambiare e confondere anche i più esperti. Tuttavia, con il potere di Zhongli che formava uno scudo di protezione attorno a loro e le loro armi cariche dell'energia dell'Abisso, si sentivano sempre più sicuri, giorno dopo giorno.
Man mano che scendevano più in profondità, la luce delle Noctilucous Jade che portavano con loro illuminava appena l'oscurità che li circondava. L'Abisso sembrava vibrare attorno a loro, una presenza viva, in continua mutazione. I muri di pietra pulsavano debolmente, come se ci fosse un cuore che batteva da qualche parte nel profondo. Ogni passo che facevano sembrava risuonare come un'eco lontana, ma densa.
"Allora, come ti senti?" domandò Zhongli, guardando Ajax con attenzione mentre quest'ultimo maneggiava le sue lame con destrezza, incanalando l'energia dell'Abisso attraverso di loro.
"Bene," rispose Ajax, facendo roteare le armi tra le mani. L'energia oscura fluiva attorno a lui con facilità, come se fosse parte della sua stessa essenza. "Molto meglio di ieri. Sto imparando a controllarla... ma a volte sento che è come se l'Abisso mi guardasse, come se volesse qualcosa in cambio."
A dire il vero, era da anni che si sentiva così, quando si avvicinava a quella zona. Quando i suoi genitori lo avevano arruolato nei fatui, era stato anche perché Ajax non faceva altro che ripete di sentire la sua morsa oscura stringerlo senza controllo. Combattere e imparare a sfruttare la forza che aveva ottenuto da quel luogo era stato fondamentale, per controllare la presa dell'abisso.
"E' così, purtroppo." Zhongli inclinò la testa, scrutandolo con uno sguardo intenso. "L'Abisso è antico, e le sue energie sono ingannevoli. Si nutre della gioia e della forza delle persone. Mantieni la tua concentrazione, mi raccomando."
Ajax annuì, ma improvvisamente, un sibilo violento ruppe il silenzio attorno a loro. Dal buio emerse una figura rosso scuro avvolta in ombre, senza volto, con degli occhi che brillavano di una luce sinistra. Era un'entità corrotta dell'Abisso, manifestazione del potere oscuro che permeava quel luogo.
Ajax non ebbe il tempo di reagire prima che la creatura si gettasse su di lui. Le sue lame si incrociarono istintivamente, parando l'attacco, ma la forza del colpo lo fece arretrare di qualche passo. Il suono metallico delle armi riecheggiò, e Ajax si preparò al contrattacco. Con un movimento fluido, caricò le sue armi di energia abissale e colpì con precisione, fendendo l'aria in una serie di attacchi rapidi. La creatura si ritrasse, ma non fu sufficiente.
Zhongli, rapido come sempre, intervenne accanto a lui. Con un movimento fluido del suo braccio, evocò un pilastro di roccia che schiacciò la creatura, riducendola in polvere. Ma altre figure emersero dal buio, come ombre senza fine.
Niente che non fosse successo anche i giorni precedenti, purtroppo.
Proprio in quel momento, però, un suono sottile ma sinistro ruppe il silenzio. L'aria attorno a loro sembrò cambiare, come se qualcosa di innaturale si stesse avvicinando
"Attento," mormorò Zhongli, la sua mano che scivolava sull'asta della sua lancia, pronto a difendersi.
Non passò molto prima che dalle ombre emergessero figure oscure, deformi, come creature nate dall'oscurità stessa dell'Abisso. Avevano artigli affilati e corpi spettrali, i loro occhi incandescenti fissi su di loro. Non erano semplici avversari; l'energia dell'Abisso li rendeva più pericolosi, più aggressivi.
Ajax non esitò un secondo. Non c'era spazio per le incertezze, in simili contesti. Afferrò saldamente le sue lame e si lanciò contro di loro. La sua energia, ora in perfetta sintonia con l'Abisso, amplificava la potenza dei suoi colpi. Ogni fendente che sferrava brillava di una luce oscura e brillante, che sembrava tagliare le creature come un coltello caldo nel burro. Tuttavia, più ne abbatteva, più altre ne emergevano dalle ombre, come un esercito infinito.
Con un movimento deciso, Zhongli piantò la sua lancia nel terreno, evocando una barriera dorata attorno a loro, respingendo temporaneamente le creature.
Ajax e Zhongli continuarono a combattere fianco a fianco, le loro armi brillanti contro l'oscurità che li circondava. Le creature dell'Abisso attaccavano da ogni angolo, ma i due guerrieri, ormai abituati a lavorare in sincronia, si muovevano come una macchina ben oliata. Le lance di Zhongli fendettero l'aria, creando onde di energia dorata che respingevano gli attacchi nemici, mentre Ajax, con le sue lame gemelle, faceva a pezzi gli avversari con velocità e precisione.
Il potere dell'Abisso scorreva attraverso Ajax, rendendo i suoi colpi più letali, ma con ogni attacco sentiva anche il peso crescente dell'energia oscura dentro di lui. Ogni fendente sembrava avvicinarlo sempre di più al confine tra controllo e caos, ma non poteva permettersi di rallentare. Non quando Zhongli era accanto a lui, non quando dovevano ancora trovare una via d'uscita da quell'inferno.
Le creature continuavano ad emergere dalle ombre, e l'oscurità sembrava viva, pronta a consumarli entrambi.
"Non possiamo fermarci ora!" gridò Ajax, il sudore che colava sulla fronte mentre abbatteva un'altra creatura con un movimento fluido della sua lancia. Ma proprio mentre pronunciava quelle parole, qualcosa cambiò.
Il terreno sotto i loro piedi tremò violentemente.
Zhongli si voltò, allarmato. "Attento! Qualcosa sta cedendo!"
Prima che potessero reagire, il pavimento dell'Abisso si spezzò sotto di loro, come se l'oscurità stessa li stesse inghiottendo. Un rumore assordante riempì l'aria, seguito dal fragore di pietre che crollavano mentre il terreno si apriva, creando una voragine profonda e senza fondo.
"AJAX!" gridò Zhongli, con voce pregna di disperazione, allungando una mano verso di lui, ma era troppo tardi.
Entrambi precipitarono nel vuoto, avvolti dall'oscurità. Il vento sferzava i loro corpi mentre cadevano in profondità, e il rumore del mondo sembrava lontano e ovattato. Ajax tentò disperatamente di aggrapparsi a qualcosa, ma la caduta era troppo rapida, troppo violenta.
L'aria sembrava pesante, carica di energia oscura che sibilava attorno a loro come una bestia invisibile. Ogni secondo di caduta sembrava durare un'eternità. Il cuore di Ajax martellava nel petto, e la sua mente era invasa da un terrore primordiale. L'Abisso non aveva mai cercato di distruggerli in quel modo, in quei giorni in cui avevano imparato a sostare al suo interno: eppure ora sembrava intenzionato a farlo.
All'improvviso, la caduta terminò bruscamente.
Ajax e Zhongli atterrarono violentemente su una piattaforma di pietra, rotolando via l'uno dall'altro. Il terreno sotto di loro era diverso—più scuro, più appuntito. L'aria era fredda, e un senso di oppressione pesava su di loro come una cappa soffocante.
Ajax ansimava, il corpo dolorante per la caduta, mentre si rialzava con difficoltà. Guardò Zhongli, che a sua volta si era già messo in piedi, apparentemente meno scosso dall'impatto. Com'era naturale che fosse per un ex-Archon e Adepto.
"Stai bene?" chiese Zhongli, con lo sguardo preoccupato.
"Sì... solo un po' ammaccato," rispose Ajax, massaggiandosi il fianco dolorante. Ma mentre cercava di riprendere fiato, qualcosa di diverso lo colpì.
Il silenzio.
Non c'era più il rumore delle creature che li attaccavano. Non c'era nulla. Solo un'oscurità infinita e il sibilo sordo dell'energia dell'Abisso che aleggiava attorno a loro.
E poi, senza preavviso, una voce risuonò nella testa di Ajax.
"Ajax...Ajax di Morepesok."
Il guerriero si irrigidì, gli occhi spalancati. La voce era profonda, antica, e il suo eco sembrava provenire da ogni direzione e nessuna allo stesso tempo. Era una voce che non riconobbe; tuttavia, in un certo senso, sentì che il suo animo conosceva quella presenza. Quell'entità.
"Phanes...?" sussurrò, incredulo. Le proprie labbra si erano mosse da sole, pronunciando un nome che non conosceva.
Chi era Phanes? Come mai lo aveva chiamato? Come faceva ad aver indovinato il suo nome?
"Chi ti sta parlando?" domandò Zhongli, percependo immediatamente il cambiamento in Ajax.
Ajax portò una mano alla testa, il respiro che si faceva più rapido. "Phanes...",ripeté, mentre sentiva un dolore lancinante attraversarlo alle tempie, quasi quella voce gli stesse scavando nel cranio. "Si chiama..Phanes."
La voce di Phanes tornò, più chiara, più urgente questa volta. "Celestia ti ha trovato. Ti stanno cercando. Vogliono rinchiuderti di nuovo qui, per sempre."
Il cuore di Ajax saltò un battito. Celestia. Il loro nemico principale lo aveva rintracciato e voleva chiuderlo nella prigione più terrificante che esistesse. Non sarebbe mai sopravvissuto là dentro un'altra volta, ne era consapevole. L'oscurità dell'abisso era impossibile da sopportare per un umano, e lo avrebbe distrutto dall'interno, corrodendogli gli organi e qualsiasi altra parte del corpo e della mente. "Vogliono... rinchiudermi qui..." mormorò, con un tremore nella voce.
Zhongli gli si avvicinò, e Ajax sentì a malapena la presa delle sue mani, dato che la sua vista si fece sempre più offuscata, e la sua voce sempre più lontana. Si ritrovò a versare delle lacrime dagli occhi appannati. Aveva paura. Era terrorizzato.
"Ajax, ascoltami! Sei qui con me. Non permetterò che ti accada nulla.", urlò Zhongli.
Ma l'oscurità attorno a loro sembrava stringersi, diventare sempre più opprimente. L'energia dell'Abisso iniziava a pesare su Ajax, e il suo respiro si fece affannoso. Sentiva una pressione crescente nel petto, una sensazione di soffocamento che lo stava travolgendo. Tossì violentemente, portandosi una mano alla bocca, e quando la rimosse, vi trovò macchie scure, segni che l'oscurità stava già infiltrandosi nel suo corpo.
Il panico lo prese. "Non... posso restare qui... non posso..." balbettò, sentendosi sempre più debole. "Zhongli, morirò, io...sono già stato corrotto dall'abisso in passato."
E prima che Zhongli potesse fare qualcosa, Ajax crollò a terra, svenuto, il suo corpo scosso da convulsioni mentre l'energia dell'Abisso cercava di sopraffarlo.
Poi, tutto si spense.
La sua mente venne avvolta dal buio, come un'onda nera che lo travolse. Non sentiva più il terreno sotto i piedi, né il freddo che lo circondava. Solo un silenzio eterno, profondo, come la quiete prima della tempesta.
******
Quando Ajax cadde senza più forze tra le sue braccia, il cuore di Zhongli mancò un battito. Ogni sua fibra urlava che non poteva permettere che accadesse. Non ora, non così. Lo scosse con urgenza, sentendo le lacrime scorrergli sulle guance.
Lo aveva già quasi perso una volta. Non sarebbe successo di nuovo.
Ma ciò che Ajax gli aveva detto era decisamente allarmante: come era possibile che Phanes fosse riuscito a parlargli direttamente? E soprattutto, cosa significava che Celestia lo voleva intrappolare lì sotto? Era per questo che erano precipitati in basso?
"Ajax! Ajax, svegliati!" L'eco della sua voce sembrava disperdersi nel nulla, soffocata dall'oscurità onnipresente.
Ma le palpebre di Ajax non si mossero. Zhongli poteva sentirlo—il suo respiro si faceva più debole, la sua energia vitale era consumata, come se l'Abisso stesse divorando ogni briciolo di forza che ancora possedeva. L'abisso lo aveva avvelenato dall'interno. L'oscurità attorno si faceva più densa, minacciando di inghiottirli entrambi.
Fu in quell'istante che una risata gelida, crudele, riempì la mente di Zhongli. Non proveniva dall'Abisso, ma da qualcosa di molto più antico, molto più potente.
Proprio ciò che Zhongli temeva di più al mondo, e tutto ciò che gli aveva rovinato la vita.
Gli emissari di Celestia.
"Rex Lapis..." la voce era quella dei membri di Celestia, distante ma presente. Come un unico coro, gli parlò nella testa, un insieme di voci perfettamente sincronizzate in una terrificante minaccia. "Ancora una volta, disobbedisci. Ancora una volta, interferisci con i nostri piani. Hai amato un umano più del cielo sopra alla tua testa. Non ti sarà concesso il perdono. Ti toglieremo tutto, proprio come hai temuto. Lui resterà qui, e non farete proprio niente."
Zhongli sentì il sangue gelarsi nelle vene.
Non sapeva come, ma Celestia li aveva scoperti, e ora voleva punire proprio Ajax.
La sua mente corse a tutte le possibilità, a tutte le soluzioni possibili. Doveva trovare un modo per salvarlo. Ajax è umano, pensò, disperato, e l'Abisso lo sta già consumando... Ma io... io posso resistere.
Il tempo sembrò fermarsi mentre la voce di Celestia continuava a minacciarlo, promettendo la rovina. Ma Zhongli, anche nel suo terrore, riuscì a mantenere una parvenza di lucidità, un disperato, ultimo briciolo necessario a fargli trovare una soluzione.
In quel momento, non ebbe tempo di pensare a come fosse possibile che Celestia li avesse trovati. Pensò soltanto ad Ajax.
Doveva salvarlo. Doveva portarlo via.
Ma sapeva anche che non potevano uscire entrambi. Non aveva abbastanza energia per salvare tutti e due.
Con un respiro profondo, prese una decisione che gli spezzava il cuore.
Concentrò abbastanza energia curativa nelle proprie mani per far riaprire gli occhi ad Ajax, posandogli le mani sul cuore. Ajax si risvegliò, il volto pallido, confuso e debole, ma ancora vivo. Dalle sue labbra, colò un liquido scuro e vischioso, quando si sforzò di parlare.
"Zhongli... cosa... sta succedendo?" mormorò con un filo di voce.
Zhongli lo guardò, i suoi occhi dorati pieni di una determinazione ferrea, ma il cuore pesante come non mai.
Voleva soltanto piangere, urlare quanto fosse ingiusto.
Soltanto la sera prima, avevano sognato i giorni in cui avrebbero vissuto insieme a Liyue. Aveva sognato di donargli una vita felice, tutto ciò che Ajax non aveva mai avuto. Si era crogiolato nella ferma convinzione che avrebbero trovato la gioia insieme, ogni giorno. Avevano parlato di avere una famiglia. Di stare per sempre insieme.
Perché doveva perdere sempre tutto?
Non aveva neanche tempo di soffrire per quella perdita, se voleva salvarlo.
Non poteva essere egoista, quella volta.
Doveva fare la cosa giusta, per lui.
"Non abbiamo tempo, amore," disse, la sua voce bassa ma urgente. "Celestia ti ha trovato. Vogliono intrappolarti di nuovo qui, per sempre. Devi andartene. Io riuscirò a resistere e mandarti fuori... ma tu, tu devi sopravvivere."
Ajax cercò di scuotere la testa, afferrando la mano di Zhongli con una forza che sembrava impossibile per le sue condizioni attuali. "No! Cosa stai dicendo? Non posso lasciarti qui! Non posso... Zhongli, ti prego!"
Zhongli gli accarezzò il viso, la mano tremante, mentre il dolore nel petto lo travolgeva. Pianse, anche se avrebbe soltanto voluto convincerlo di ciò che gli stava promettendo, pur non essendo sicuro di poterlo realizzare.
Stava per rimanere da solo nell'abisso. Doveva gestire il problema con Celestia. Ma non poteva non concedersi almeno la speranza di risolvere tutto quel disastro.
"Io...troverò un modo per tornare," disse con voce rotta. "Ma tu devi vivere. Devi contattare la Tsaritsa e dirle tutto ciò che è successo, e lei potrà aiutarti. E poi ci sarà anche Venti... lui saprà cosa fare."
Le lacrime iniziarono a scorrere lungo il viso di Ajax, mentre il suo petto era scosso da singhiozzi. "No... Non farmi questo... Non voglio perderti!"
Non aveva neanche la voce per protestare, eppure era aggrappato a sé, del tutto contrario a lasciarlo andare.
Era ovvio che Ajax non volesse perderlo.
Avevano fatto così tanta fatica, a stare insieme. E ci erano riusciti.
Aveva promesso di stare al suo fianco, sempre. Di proteggerlo. Odiava che per proteggerlo, adesso, dovesse abbandonarlo di nuovo, quando tutto ciò che voleva continuare a fare era vegliare su di lui, stringerlo, amarlo.
Zhongli aveva il cuore a pezzi, ma sapeva che non aveva altra scelta. Usò l'ultima briciola del suo potere per aprire un piccolo teleport, le sue mani tremanti mentre concentrava ogni sua energia rimasta. "Io..tornerò da te. Te lo prometto. Tornerò da te."
"Non dire così! Non ti lascio qui!", protestò Ajax, affondando le unghie nel suo braccio con forza. Il suo volto era sfigurato dalla disperazione, le sopracciglia inarcate in un'espressione di puro terrore. "Credi che ti abbandonerei qua dentro? Non lo farò! Non.."
"Ti ho ferito, a Liyue, non è vero? Ti ho lasciato combattere contro Osial, non sono stato attento a capire come non metterti nei guai, quando creavo i miei piani con Signora e la Tsaritsa. Ti sei fatto picchiare per proteggere Xiao o me, e io sono arrivato troppo tardi.",riuscì a dire Zhongli, mentre si concentrava a finire la creazione del teleport. Lo guardò negli occhi, con decisione, e più affetto di quanto potesse esprimere a parole. "Ma questa volta non è così. Questa volta mi prendo...questa responsabilità verso Celestia. Questa volta...ti aiuto come avrei voluto fare fin dall'inizio, Ajax. Questa volta voglio salvarti."
"Zhongli!", urlò Ajax, scuotendo il capo. "Cosa stai..."
"Ti amo.", riuscì a sorridere Zhongli, tra le lacrime, stringendo la sua mano, forse, per un'ultima volta. "Non dimenticarlo. Tornerò."
Avrebbe fatto di tutto per tornare davvero. Non avrebbe mai sopportato di morire senza di lui. Ma non per questo lo avrebbe lasciato morire al proprio posto.
Guardò il suo volto, imprimendoselo nella memoria, come se temesse di non rivederlo mai più. Memorizzò il colore dei suoi occhi che aveva guardato un'infinità di volte, e lo baciò per un'ultima volta, prima di lasciarlo andare.
Con un ultimo sguardo pieno di disperazione, Ajax venne avvolto dalla luce dorata e teletrasportato via, scomparendo dall'Abisso. Il silenzio cadde subito dopo, lasciando Zhongli solo, completamente solo, in quel luogo oscuro.
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NOTE DELL'AUTORE
EHEHM..
Non odiatemi...
forse :D
Era bello l'idillio nella casetta, immagino ahahaha
Ma questa svolta di trama ci vuole, per un po' di angst uvu
L'altra vpolta è stato Childe a rischiare la vita, ora...beh. Zhongli ha capito bene che non potevano uscire da lì in due.
Alla prossima puntata per sapere cosa succederà, muahahah
Kieran <3
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