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48: Capitano

Zhongli e Childe si svegliarono gradualmente dal loro sonno ristoratore, accorgendosi che l'atmosfera della stanza era cambiata. Il chiarore arancione del tramonto si era dissolto, lasciando il posto a una penombra calda, animata solo dalle fiamme danzanti nel camino.

Immersi nella quiete della loro nuova stanza, cullati dal suono sfrigolante delle fiamme, avevano dormito a lungo, spossati dal lungo viaggio.

Sorpresi dall'arrivo dell'ora della cena, si sollevarono lentamente dai cuscini morbidi e si guardarono intorno con occhi ancora annebbiati dal sonno. La quiete del luogo era un dolce contrasto rispetto all'agitazione del mondo esterno.

In quel rifugio, si erano concessi di esistere solamente loro due. I problemi da affrontare sembrarono ancora distanti, finché non lasciavano quella confortevole camera.

Zhongli si stiracchiò, sentendo il tepore della stanza accarezzare la propria pelle. "Abbiamo dormito per più tempo del previsto," mormorò, divertito osservando Childe ancora sonnolento.

Vederlo con gli occhi ancora mezzi socchiusi gli provocò un moto di tenerezza, tanto che lo attirò a sé con un braccio, prima di passare le dita tra i suoi capelli. Lo baciò sulla guancia e sulle labbra, mentre Childe si accoccolava contro di sé, con aria soddisfatta.

Childe sbadigliò, sfregandosi gli occhi, dopo aver ricambiato il suo bacio. "Già. Mi sa che ne avevamo bisogno," commentò con un sorriso. "Fortuna che facciamo ancora in tempo a scendere."

"Già...non è il caso di adirare tutti i Fatui Harbingers il primo giorno di arrivo. Non vorrei che pensassero che ti ho portato sulla cattiva strada.",scherzò Zhongli, ancora senza abbandonare la presa da lui. Childe sembrava tutt'altro che desideroso di lasciarlo a propria volta, avvinghiato a sé come se sentisse la propria mancanza da giorni.

"Beh, non è così? Dovevo rubarti la Gnosis, e guarda dove siamo ora.",sorrise a propria volta il ragazzo, con fare altrettanto scherzoso. 

Zhongli rise piano. "Beh, se consideri il fatto che ho consegnato io stesso la mia Gnosis, forse sono stato io quello trascinato sulla cattiva strada."

"Ti dirò che non mi dispiace. Almeno adesso sei qui a palazzo.",commentò Childe, divertito, prima di alzarsi, a malincuore, in piedi.

Mentre si preparavano per la cena, Zhongli prese un attimo per contemplare la quiete del momento. Il calore del fuoco si mescolava alla serenità dell'ambiente, avvolgendoli in una pace rassicurante. Erano in un mondo diverso da quello che avevano attraversato durante il loro viaggio, un'oasi di calma e comfort.

Adesso che ormai avevano fatto completamente pace e si erano presentati come una coppia a chiunque li incontrasse, si sentiva decisamente in pace.

Ogni istante che aveva vicino Childe, gli veniva istintivo continuare a cercarlo. Le loro mani si incontravano spesso, così come le loro dita, che si stringevano in continuazione, come se non volessero mai lasciarsi.

Il profumo invitante della cena raggiunse il corridoio, non appena aprirono la porta. 

Childe lo guidò verso la sala da pranzo, e Zhongli osservò tutto con occhi curiosi, incantato dalla magnificenza del luogo. Il pavimento lucido rifletteva le luci delle candele serali, creando un'atmosfera magica.

I loro passi risuonavano leggermente sul pavimento di legno mentre si avvicinavano verso alla sala da pranzo. Lì li aspettavano i loro compagni Fatui Harbingers, probabilmente riuniti attorno a una tavola già imbandita.

Fu dopo aver sceso le scale, tra la luce delle candele e le suggestive immagini dei quadri alle pareti, che si fermarono, interrotti da due figure: la Tsaritsa e Arlecchino.

Nadja si era cambiata per la cena, indossando un abito azzurro ghiaccio, con la spada fedelmente appuntata al fianco. I suoi lunghi capelli bianchi erano stati raccolti in una stretta treccia, sotto un diadema di diamanti. 

C'era una serietà diversa, sul suo volto, quando Zhongli la guardava, rispetto a colei che era stata tanti secoli prima. La sua postura era più composta, i suoi abiti più tradizionali, come se fosse stata ormai abituata a mostrarsi spesso davanti a un pubblico, in una posizione di potere. Tuttavia, quando rivolse lo sguardo a lui e Childe, c'era ancora in lei la gentilezza e la purezza di quando l'aveva conosciuta.

La stessa Nadja che aveva giurato che avrebbe fatto di tutto per governare un paese felice, per pensare agli altri con coraggio, li stava osservando con premura.

"Miei cari ospiti. Siamo quasi pronti per la cena.",commentò, con un sorriso, prima che Arlecchino li salutasse con un cenno del capo.

L'altra donna indossava dei pantaloni scuri e un cappotto chiaro, creando un netto contrasto tanto con i suoi abiti, quanto con i suoi capelli, bianchi e neri. I suoi occhi rossi scrutarono Zhongli con malcelato sospetto, prima di fermarsi su Childe.

Zhongli non poteva biasimare il suo atteggiamento: Arlecchino non lo conosceva ancora bene, ed era ben noto quanto i Fatui dovessero mettersi bene in guardia dal resto del mondo. Quella, gli aveva spiegato Childe, era la prima volta dopo tanti anni che accoglievano un ospite esterno nelle loro riunioni private.

Ripensò anche a Dottore e Pantalone: nonostante le loro battute più scherzose e amichevoli, si erano comunque premurati di sottolineare quanto dovesse guadagnarsi la loro fiducia.

Sarebbe stata di certo una sfida, entrare in un'organizzazione così longeva e ben collaudata, così riservata e segreta. Tuttavia, non aveva intenzione di rinunciarvi, o di mostrarsi ostile.

Lui, Nadja e Childe condividevano lo stesso obiettivo. Era stato già abituato alla sfiducia di Signora, e non si sarebbe fermato di fronte agli altri Harbingers, adesso.

"Zhongli. E' così che ti chiamano, ai giorni nostri, allora?",domandò Arlecchino, dopo qualche istante di silenzio. Le sue labbra si curvarono in un sorriso pensieroso, prima che aggiungesse: "Mi hanno detto che sei qui con noi perché abbiamo un obiettivo in comune," disse Arlecchino con voce ferma ma misurata.

Zhongli annuì, senza esitazione. "E' corrette. Sono qui per contribuire a un futuro migliore, per lavorare insieme a voi per il bene di Teyvat e dei suoi abitanti."

La tensione nella stanza si attenuò leggermente, ma Zhongli sentiva ancora il peso della diffidenza nei confronti di un estraneo come lui. La sfida di conquistare la fiducia degli Harbingers era ora di fronte a sé a lui, ma era determinato a dimostrare la sua lealtà e il suo impegno verso il loro obiettivo comune.

"E' un sollievo sapere che qualcuno ha compreso il vero obiettivo dei Fatui. Devo ammettere che mi hai sorpreso." ,commentò Arlecchino, prima di rivolgersi a Childe.

"Childe, potresti venire a parlare in privato con noi, per un momento? Dobbiamo aggiornarti sui progressi della raccolta della Gnosis a Fontaine."

Childe guardò Zhongli con un'espressione di incertezza, prima che Zhongli gli stringesse più forte la mano, come per dirgli che non c'era alcun problema. 

"Si tratta soltanto di qualche minuto, in cui dovremmo controllare le condizioni di Monocerous, Tartaglia.",precisò la Tsaritsa, facendo provare a Zhongli un brivido di agitazione, a quelle parole. Nadja, tuttavia, lo guardò con espressione di scuse, prima di aggiungere: "Morax, nel frattempo, potresti aspettarci nel salotto di fianco alla sala da pranzo? Ogni spiegazione ti sarà data a tempo debito, è una promessa."

"Oh..certo. Va bene.",concordò Childe, lasciando a malincuore la mano di Zhongli. "Scusa. Ci mettiamo un attimo, va bene?"

La richiesta sembrava implicare una questione di rilevanza, e Zhongli comprese che Childe doveva affrontare quella conversazione da solo. Tuttavia, non poté fare a meno di preoccuparsi.

Chi era Monocerous?

Perché era importante che Childe si allontanasse da lui?

Avrebbe voluto fare tante domande, ma capì di doverle rimandare.

"Certo." rispose Zhongli, cercando di dissimulare la sua preoccupazione di fronte a Childe. Non era certo colpa sua, e lui non era arrabbiato, quanto più, preoccupato. "Non ti preoccupare, prenditi tutto il tempo che ti serve."

Childe si scusò con un sorriso dispiaciuto. "Mi spiace, non ci vorrà molto." Con una carezza fugace sulla spalla di Zhongli, si avviò verso la Tsaritsa e Arlecchino, mostrando un'ombra di apprensione sul volto.

L'assenza improvvisa di Childe gli fece sentire un vuoto, ma Zhongli, in fondo, sapeva che era una parte necessaria di quel viaggio. Doveva essere rispettoso della privacy dei Fatui e delle loro dinamiche interne, anche se, in quel momento, lo faceva sentire un po' isolato.

Con calma, Zhongli si spostò verso il salone indicato dalla Tsaritsa, decidendo di provare a concentrarsi sulle sue interazioni con gli altri Harbingers presenti, che avrebbe incontrato d alì a poco. Avrebbe cercato di mostrare mostrare rispetto e disponibilità a parlare con loro. 

Tuttavia, una parte di lui non poteva fare a meno di interrogarsi sul motivo del colloquio privato di Childe con la Tsaritsa e Arlecchino e sull'eventuale impatto che avrebbe avuto sulle loro prossime azioni e decisioni.

Sperava soltanto che Childe stesse bene, e che nulla di grave stesse accadendo senza che lui potesse aiutarlo.

*****

Zhongli si mosse attraverso il salone, che brillava di luce proveniente dalle numerose candele disposte con cura. Il calore emanante dai camini accesi creava un'atmosfera accogliente e confortevole, un rifugio dal gelo che avvolgeva il mondo esterno.

La neve cadeva fitta all'esterno, avvolgendo il paesaggio di Snezhnaya in un mantello bianco e creando un quadro incantevole. Un vento sottile cullava i loro rami carichi di neve, e i tetti delle case circostanti erano spolverati di bianco, mentre la luce dei lampioni riflessa dal ghiaccio amplificava l'atmosfera di pace e silenzio.

Le ampie vetrate del salone, spesse e luccicanti, offrivano una vista mozzafiato di quel paesaggio. Emergeva uno spettacolo naturale, come un quadro vivente che si stendeva all'orizzonte. Le delicate sfumature della neve, il contrasto con il verde degli abeti e l'aria cristallina contribuivano a creare un'atmosfera di serenità e bellezza.

Zhongli si sentì trasportato da quella visione, prima di focalizzarsi sull'unica figura seduta su uno dei divani, ad attendere la cena.

Riconobbe immediatamente l'uomo alto, vestito con un mantello scuro, di cui Childe gli aveva parlato soltanto poche ore prima: era Capitano, uno dei più celebri Fatui Harbingers.

Childe gli aveva raccontato che Capitano era stato il primo, di quelle persone, con cui aveva fatto amicizia. Essendo Capitano un guerriero formidabile, Childe lo aveva ammirato fin dal primo momento in cui era entrato nei Fatui. A detta sua, si era comportato in maniera gentile, con lui, pur non essendo una persona particolarmente affettuosa o espansiva.

Zhongli lo scrutò, mentre gli rivolse un cenno di saluto con la mano, cercando di conciliare quei racconti con la persona che aveva davanti.

Capitano, avvolto in un mantello di mistero, era silenzioso e immobile, la figura imponente coperta da una spessa maschera che nascondeva ogni traccia di espressione.

Zhongli si avvicinò con una certa curiosità, mantenendo un passo misurato. Nonostante l'impossibilità di leggere lo sguardo dell'altro, coperto come il resto del suo volto, Capitano  sembrava portare con sé un senso di profonda contemplazione, a causa della posa composta.

Agli occhi di una persona normale, probabilmente, quel guerriero doveva sembrare temibile. Era raro che Zhongli trovasse un umano più alto di lui, ma quella era una delle poche eccezioni. Inoltre, Capitano riposava con una pesante claymore al suo fianco, per nulla rassicurante.

Tuttavia, Zhongli aveva conosciuto altri guerrieri temibili, nel corso della sua vita. E quel guerriero in particolare, secondo Childe, non era una persona crudele nè temibile. Non c'era bisogno, dunque, di avere un atteggiamento ostile nei suoi confronti.

"Capitano," intervenne Zhongli per primo, prendendo posto sul divano di fronte al suo. "È un piacere conoscerti.".

Capitano sembrò esitare per un istante, prima di rispondergli. 

Con un movimento lento e ponderato, si tolse la maschera, rivelando un volto segnato da tre lunghe  cicatrici, probabilmente causate da graffi di alcune creature feroci. Uno dei suoi occhi era bianco come la neve, probabilmente cieco. L'altro, invece, scrutò Zhongli con pacata attenzione.

Aveva i tratti tipici degli abitanti di Natlan: la pelle scura, e un occhio color smeraldo. Aveva un bel volto, con degli zigomi alti e lunghi capelli scuri, che gli arrivavano fino a oltre le spalle.

Dimostrava circa una quarantina d'anni, una decina in più di quelli che dimostrava Zhongli; tuttavia, stando ai racconti di Childe, ne aveva probabilmente diverse centinaia in più.

"Beh, ho pensato che mi sarei tolto comunque la maschera a breve per cena, quindi tanto valeva che ci parlassimo faccia a faccia già ora.", intervenne l'uomo, sorprendendolo con l'accenno di un sorriso, che trasmetteva saggezza e un senso di solennità. "Il piacere è mio, Zhongli," disse con voce pacata ma decisa. "Aspettavamo a lungo il tuo arrivo, qui a palazzo."

Zhongli ricambiò, d'istinto, quell'espressione. Nonostante i racconti di Childe, si era aspettato di incontrare un atteggiamento più diffidente, almeno dal principo, in Capitano, com'era stato per Arlecchino.

Capitano, invece, gli aveva già rivolto delle parole "Grazie. Aspettavo anche io questo momento."

"Sono pochi gli ospiti che Sua Maestà accoglie con una tale gioia.",commentò Capitano, le mani intrecciate sulle sue ginocchia, il volto pensieroso. "Non fraintendermi: la Tsaritsa sa essere cordiale e gentile con tutti i suoi ospiti. Ma permettere a qualcuno di dormire a palazzo Zapolyarny è una novità totale.",commentò, prima di aggiungere, con tono convinto: "Gli amici di Sua Maestà meritano la mia fiducia."

"È un onore essere qui. Nadja è una delle mie più care amiche." rispose Zhongli con una nota di gratitudine e affetto nel tono. "E apprezzo la fiducia e l'accoglienza. Mi auguro di essere in grado di onorare queste aspettative."

Capitano sembrò apprezzare la risposta di Zhongli, annuendo leggermente prima di aggiungere, con tono serio: "Le tue azioni e le tue parole parleranno per te, in questo palazzo. Ma sono abbastanza sicuro che non ci deluderai. In fondo, la Tsaritsa è un giudice infallibile delle intenzioni altrui. Come ben sai, prevede il futuro, e fa ogni cosa con estrema cognizione di causa."

"Già. Mi ha spiegato tutto qualche mese fa, quando abbiamo stretto il patto.",concordò Zhongli. Capitano parlava di Nadja con grande rispetto, ed era sollevato di sentire le sue parole. Il suo atteggiamento nei propri confronti non sembrava per nulla ostile, soprattutto grazie a Nadja. Quella, senz'altro, sarebbe stata una cosa di cui avrebbe dovuto ringraziarla.

"Mi rassicura sapere che tu abbia preso posizione contro Celestia. E' un atto molto coraggioso, da parte di un Archon. Potreste avere tante comodità, al posto di ribellarvi a chi vi cerca di comandare.",osservò Capitano, prima di aggiungere, sorprendendolo: "Inoltre... mi fido del giudizio di Tartaglia. Se ti ha scelto come fidanzato, non posso che avere un'ulteriore garanzia nei tuoi confronti. A tal proposito, volevo scambiare un paio di parole con te."

Zhongli, inevitabilmente, si mise in allerta. 

Non si era aspettato che parlassero di Childe, e l'espressione improvvisamente preoccupata di Capitano lo preoccupò. Ripensando all'allontanamento del suo fidanzato, poco prima, si augurò soltanto che Capitano non dovesse dirgli niente di grave.

Capitano si prese un momento prima di proseguire, osservando Zhongli con attenzione prima di iniziare a parlare.

"Zhongli, non preoccuparti, non voglio sgridarti. Anzi, volevo dirti che è davvero sorprendente notare quanto tu e Tartaglia siate legati. La felicità è un dono raro e prezioso in questo mondo. Ed è evidente che voi due l'avete trovata insieme."

Zhongli, inizialmente in allerta per il cambiamento improvviso di argomento, si rilassò leggermente, sorpreso e commosso dalle parole gentili di Capitano. 

"La notizia del vostro legame ha fatto  molto scalpore, inizialmente. Tartaglia era arrivato a Liyue per prendere la tua Gnosis. Non ci saremmo mai aspettati che potesse fidanzarsi con te, e inizialmente eravamo preoccupati." continuò il Capitano con una nota di circospezione nella voce.

Zhongli ascoltò attentamente, colto da un mix di curiosità e preoccupazione per come il dialogo avrebbe potuto proseguire.

"Tuttavia," continuò Capitano, il tono di voce basso e pensieroso, come se trattenesse una grande quantità di emozioni malinconiche, lasciandone tuttavia trapelare una sufficiente quantità "è evidente quanto Childe sia genuinamente felice con te, Zhongli. Nonostante fossimo inizialmente sospettosi nei tuoi confronti, abbiamo notato che sembra aver trovato una grande serenità e gioia grazie al vostro legame."

Un sorriso sincero si diffuse sul volto di Zhongli. Sentire che Childe fosse felice con lui era una conferma del legame che avevano costruito insieme, e questo gli dava la forza per affrontare le sfide e le incertezze del futuro.

"Childe è importante per me," disse Zhongli con un tono di gratitudine. "Desidero fare tutto il possibile per garantire la sua felicità e il suo benessere."

"Questo lo vedo.", commentò Capitano, aggiungendo: "Forse ti sembreremo troppo cauti, ma, sai, Tartaglia è una figura importante per noi, e la sua felicità è un aspetto cruciale per il nostro gruppo."

"Certo. Lo capisco. Mi ha detto che vi conoscete da tempo.",osservò Zhongli, sentendo la tensione che lo aveva attanagliato poco prima iniziare a dissiparsi. Sapere che le persone con cui Childe lavorava approvassero la loro relazione era di sicuro piacevole. 

Certo, non si sarebbe fermato neanche in caso contrario, dopo tutto ciò che avevano passato: la rabbia di Signora, il loro fraintendimento e litigio, la loro separazione. Ma era comunque rassicurante sapere di avere Capitano e gli altri dalla loro parte.

Capitano annuì, i suoi occhi rivelando un misto di nostalgia. "Sì, conosco il piccolo Ajax fin dal suo ingresso nei Fatui, a quattordici anni.", raccontò, con una nota di affetto nella voce. "E' sempre stato come un fratello minore, per me. Ha conosciuto la sofferenza quando era troppo giovane, e si è trovato qui senza una famiglia che si occupasse di lui."

"Già. Me lo ha raccontato.",rispose Zhongli, con sincero rammarico. Non si sarebbe mai dimenticato il giorno in cui Childe si era stretto tra le sue braccia, raccontandogli di com'era caduto nell'abisso, lottando per più di sei mesi, con la sua maestra Skirk. In quel giorno in cui gli aveva donato una Noctilucous Jade, dicendogli quanto ammirasse il suo essere rimasto così luminoso anche in un mondo oscuro, Zhongli aveva sentito più forte che mai il desiderio di proteggere Childe, o meglio, Ajax, come aveva imparato si chiamasse, proprio allora. 

I genitori di Childe lo avevano mandato nei Fatui per aiutarlo a tenere a bada gli effetti dell'abisso, ma da quel momento in poi, Childe non era cresciuto come un normale adolescente, trasformandosi in un soldato fin troppo presto. 

"Così, sai ogni cosa di lui, o quasi. Com'è giusto che sia." rispose il Capitano con un sorriso leggero, prima di rammentare con Zhongli i loro giorni passati. "Childe ha sempre mostrato una forza straordinaria fin dall'inizio. La sua determinazione e la sua abilità erano già evidenti allora, ed è diventato sempre più forte. Nonostante ciò, per noi Fatui che viviamo da tanti secoli, continua a sembrare ancora quel ragazzino, a volte."

Zhongli ascoltò Capitano con attenzione per i minuti successivi, affascinato dalla storia del giovane Childe e dalla sua trasformazione in quella figura potente e rispettata che ora aveva addirittura un titolo di Harbinger.

Zhongli era orgoglioso di lui, più che mai. Era passato attraverso così tanta fatica, e nonostante ciò, era rimasto così umano, così sincero. 

Fu un'osservazione di Capitano, inaspettata, a fermare quel racconto. 

"Zhongli..ho riflettuto a lungo, se avvisarti o meno di una determinata cosa, che riguarda il futuro di Childe",commentò l'uomo, con un sospiro. "Della profezia che lo coinvolge. Ma ritengo che, proprio perché ti sta tanto a cuore, sia giusto che tu sappia al meglio come aiutarlo. In questo modo, potrete essere davvero felici,per l'eternità."

Zhongli si sentì stringere il petto da una morsa di angoscia.

Non era una novità che Childe fosse avvolto da una profezia, ma Nadja era stata ben chiara: parlarne avrebbe potuto mutare il corso del suo destino, mettendolo in pericolo.

La sola possibilità che Childe si facesse del male lo terrorizzava. Sapeva che spesso sarebbe tornato a casa ferito, essendo un guerriero, e non volendo di certo sopprimere il suo bisogno di combattere. Tuttavia, dopo averlo visto quasi morto tra le proprie braccia, a Liyue, quando lui, Xiao e Ganyu lo avevano soccorso, era ancora più sensibile all'idea di perderlo. La Tsaritsa lo aveva messo in guardia su quella questione, in maniera piuttosto seria.

"Capitano, scusa, devo interromperti su questo. Nadja ha detto che discuterne potrebbe influenzare negativamente il corso del suo destino.", si affrettò a dire, preoccupato che il peggio potesse accadere.

"Ne sono già al corrente. Non ti preoccupare. La Tsaritsa ha sottolineato spesso che conoscere il proprio destino potrebbe cambiarlo. Per questo è stato mantenuto un certo riserbo.", lo rassicurò Capitano. "Non dirò niente sulla profezia che lo riguarda. Ma, dato che ormai sei arrivato e alcune possibili rotte del tuo destino sono state imboccate per il verso giusto, è bene che tu riceva qualche avvertimento. Non ti dirò cosa accadrà a Childe, bensì, soltanto gli indizi che conosco personalmente."

"Nadja è al corrente di ciò che vuoi dirmi?",si informò cautamente Zhongli. Sapeva quanto Childe si fidasse di Capitano, dunque non credeva che volesse causargli danno. Tuttavia, in quel momento, gli sembrava quasi di camminare su braci ardenti, rischiando di bruciarsi ad ogni passo incauto.

"Certamente. Anzi, ha evitato espressamente di parlartene lei. Pensa che, a questo modo, ridurrà il rischio di modificare il tuo destino e quello di Childe.",spiegò pazientemente Capitano.

Zhongli annuì, attento alle sue parole. Si sistemò meglio sul divano, che, per la tensione del suo corpo, sembrava essere diventato rigido e scomodo come il marmo. "Cosa dovrei sapere?" chiese, desideroso di proteggere Childe da qualsiasi pericolo futuro.

"La profezia riguarda il suo destino di guerriero, ma c'è un'enigmatica parte che parla di un'eredità di potere ancestrale", spiegò il Capitano. "Non conosciamo i dettagli, ma la Tsaritsa consiglia di stare attenti alle antiche leggende che potrebbero legarsi al suo futuro. Parla di una creatura chiamata Phanes."

Zhongli sollevò lo sguardo, interrogativo. "Phanes?"

Non appena pronunciò quel nome, qualcosa di potente, e terrificante, risuonò dentro di sé come l'onda di un mare che si infrange contro gli scogli. Un'eco ancestrale si agitò nel suo animo, proprio come quando pensava a Celestia, all'immensità bianca, infinita e agghiacciante del suo regno.

Chi era Phanes?

Quel nome gli risuonò familiare, anche senza che ne sapesse il motivo. La sua mente da  ex Archon, abituata a scrutare l'orizzonte e ad analizzare il passato, tentò rapidamente di comprendere le connessioni tra quell'entità e il destino di Childe.

In qualche modo, una parte di lui, risuonò a quel nome, e seppe con certezza che non si trattava di un essere umano.

"Phanes è un'entità avvolta da leggende antiche, un primordiale dai poteri incommensurabili", continuò il Capitano, con voce cupa. "Si dice che sia l'incarnazione del principio della creazione, il custode di conoscenze ancestrali che risalgono ai tempi più remoti di Teyvat."

Zhongli sussultò, avvertendo un brivido lungo la schiena. Quella descrizione evocava un senso di potenza primordiale e mistero che andava al di là di qualsiasi cosa avesse conosciuto.

"Come..come può questa creatura essere legata a Childe?",domandò, cautamente.

Childe era soltanto un umano. Un giovane uomo dai grandi poteri e dalle grande capacità, ma pur sempre un umano. Probabilmente avrebbe smesso di invecchiare, com'era successo a Capitano, Arlecchino e gli altri Harbingers, grazie al potere conferitagli dalla Tsaritsa. Ma essere legato a un'entità primordiale era un qualcosa che non riguardava neppure gli Archon. Era un qualcosa di troppo grande, persino da immaginare.

Che cosa comportava, una simile scoperta? Capitano sembrava angustiato. Forse, Phanes era un'entità malvagia, ipotizzò, tra sé e sé, con sommo terrore.

"Le leggende narrano che un giorno l'eredità Phanes arriverà tra gli uomini, sotto forma di un guerriero nato a Morepesok, che porta il nome di Ajax Novikov, nato il suo stesso giorno. È stata predetta un grande destino per Ajax, un destino a cui la Tsaritsa ha assistito nelle sue visioni." continuò Capitano, "C'è un potere antico che risiede in lui, in attesa di manifestarsi, da quando è caduto nell'abisso. La Tsaritsa crede che questa eredità sia collegata a una creatura chiamata Phanes, il primordiale di immenso potere."

"Quindi..Childe ha ricevuto questi poteri? Non è nato con essi?",domandò Zhongli, avido di informazioni.  "E questo Phanes, è un'entità benevola, o crudele?"

"Non conosciamo Phanes abbastanza bene per dirlo." rispose Capitano. "Nessun Archon era vivo quando lui si mostrava su Teyvat. E' un essere antico, primordiale, un'entità che può plasmare la realtà stessa. Può essere qualsiasi cosa."

Zhongli sentì un fremito di preoccupazione serpeggiare lungo la  spina dorsale mentre ascoltava il racconto di Capitano. I propri occhi riflettevano una tensione crescente mentre cercava di elaborare le implicazioni di quelle parole. Il pensiero di Childe, il suo amato, coinvolto in leggende così antiche e potenti, lo inquietava profondamente.

"E per rispondere a ciò che hai chiesto prima..",sospirò lentamente Capitano, la mano guantata che sfiorava lentamente la sua maschera scura. "..si può dire che l'abisso ha chiamato Childe a sé, quando è arrivato il momento. Forse, quello è stato il modo in cui Phanes lo ha reclamato. Ma Ajax non sa nulla di tutto ciò, né deve saperlo."

Zhongli sentì una stretta al cuore, a quel pensiero.

Non era stato tutto casuale. La sua sofferenza era stata provocata da qualcosa, e ora il suo destino era segnato.

Un'ombra di preoccupazione si dipinse sul suo volto, la sua solita calma ormai ottenebrata da una forte inquietudine. Sentì il peso della responsabilità aumentare, insieme alla paura. La propria determinazione di proteggere Childe era cresciuta, alimentata dall'incertezza del pericolo che incombeva sul suo futuro.

Voleva fare qualcosa, anche se sembrava tutto più grande di loro. Voleva aiutare, stare accanto, proteggere quell'uomo che aveva sempre lottato da solo, fin da quando aveva quattordici anni.

"La profezia suggerisce che Childe avrà accesso a questo potere e che sarà chiamato a utilizzarlo in un momento cruciale per il destino di Snezhnaya e, probabilmente, oltre.", proseguì Capitano, come se temesse che, interrompendosi, Zhongli non avrebbe più potuto assimilare altre informazioni.

Zhongli sentì il proprio battito accelerare. "Ma cosa significa questo per lui? E per il nostro impegno contro Celestia? Che cosa posso fare per lui?"

Capitano si prese un momento prima di rispondere. "La Tsaritsa crede che questa eredità possa essere la chiave per realizzare il cambiamento di cui Snezhnaya ha bisogno. Tuttavia, è anche un potere pericoloso, e Childe dovrà fare scelte difficili per gestirlo. È il destino di Snezhnaya che sta in bilico, e la Tsaritsa confida che tu, con la tua esperienza, la tua saggezza, e il tuo amore verso di lui, possa aiutare Childe a comprendere e controllare questo potere."

Zhongli sentì il peso della responsabilità. "Ma cosa ne sarà di lui? E cosa dobbiamo fare?"

Capitano rovistò nel proprio cappotto, prima di porgergli una busta sigillata, con il simbolo della Tsaritsa. "Qui ci sono alcune ricerche che puoi svolgere nella biblioteca del palazzo. La Tsaritsa suggerisce che tu faccia ricerche su Phanes in autonomia, così da alterare meno il vostro destino. Solo comprendendo appieno il potere del primordiale, al momento giusto, tu e Ajax potrete  affrontare il futuro che vi aspetta."

Zhongli fissò la busta tra le sue mani, sentendo il peso dell'incarico affidatogli. La prospettiva di scrutare negli anfratti di una profezia così intricata era intimidatoria, ma la determinazione nel proteggere Childe era ormai saldo fondamento della sua missione.

"Farò tutto il possibile per aiutare Ajax. Ma...  possiamo davvero sfuggire a un destino oscuro, e garantirci quello migliore?"

Quando fece quella domanda, per la prima volta, Zhongli si mostrò davvero vulnerabile di fronte all'altro. La propria voce si spezzò, mentre le proprie dita tremarono.

Capitano lo guardò con un sorriso compassionevole. "Il destino è una cosa complessa, Morax.", per la prima volta, gli parlò usando il suo vecchio nome, come se avesse voluto riportargli alla mente qualcosa di ancora più antico. Per un attimo si chiese se non si fossero già incontrati prima: il suono della sua voce gli era risultato improvvisamente familiare. "Forse possiamo influenzarlo, anche solo un po'. E forse, nella sfida, troverete la forza di cambiare il corso degli eventi."

Zhongli si trovava in un turbine di emozioni contrastanti. La prospettiva di aiutare Childe a navigare un potere tanto oscuro quanto potenzialmente rivoluzionario lo colpiva nel profondo. Sentiva la responsabilità pesare sulle sue spalle come una montagna imponente, ma l'opportunità di proteggere Ajax gli donava una forza nuova, un senso di scopo rinnovato. "Allora inizierò da subito le ricerche. Grazie per avermelo detto."

"Di nulla. Ricordati di non farti scoprire da Ajax.", si raccomandò Capitano, prima di alzarsi in piedi. "Il destino ha intrecciato i vostri percorsi per una ragione, Morax. Che sia per il bene di Teyvat o per darvi un felice epilogo, è innegabile che vi voglia vedere insieme."

"Ti ringrazio.",mormorò, lentamente. "Farò tutto il possibile perché accada."

Una parte di lui era immensamente preoccupata dalla gravità delle informazioni ricevute. La profezia e la menzione di Phanes, il primordiale, avevano suscitato in lui un senso di inquietudine e il timore di affrontare una forza antica e misteriosa. Si sentiva come se fosse stato coinvolto in qualcosa di molto più grande di quanto avesse mai immaginato, e l'incertezza gli offuscava la mente.

Ma la fiducia che la Tsaritsa e il Capitano avevano riposto in lui lo spronava a superare le sue paure. Si sentiva grato per l'opportunità di proteggere Ajax. Il suo impegno, ora, era diventato una priorità ancora più tangibile.

Adesso che doveva prepararsi per andare a cena, con quella prospettiva in mente, si sentiva molto più inquieto. In particolar modo, non apprezzava l'idea di dover di nuovo tenere Ajax all'oscuro di qualcosa.

Tuttavia, se era fontamentale per la sua sopravvivenza, avrebbe fatto ciò che era necessario, di nuovo.

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NOTE DELL'AUTORE

OLE' OLE'

LORE A GOGO

Allora, precisiamo una cosa

Metà della roba me la sono inventata di sana pianta. Capitano? Non sappiamo ancora il suo carattere o la sua provenienza. Quindi mi sono preso molte libertà ahaha

Phanes, il primordiale? Questa è una meravigliosa teoria che ho trovato su Twitter, che addirittura pensa che lui sia una reincarnazione del primordiale. Io, personalmente, ci spazierò molto sopra, ovviamente inventando molto, anche senza basarmi sul canon totale. La mia ff è una canonverse, ma what if, ricordatevelo <33 

La mia fasnfiction, a tal proposito, ormai ha preso una direzione diversa dal canonverse, per ciò che è successo a Fontaine, ma ora che abbiamo più informazioni, userò un po' di dati comunque, riguardo alla questione della balena di Childe, sopratutto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto! per questo, devo dire, mi sono impegnato molto, essendo più tosto di altri. Fatemi sapere <3

Kieran

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