Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

39: The past is a stepping stone

Era almeno la decima volta che Zhongli si guardava allo specchio, quella sera.

Era quasi come se non riconoscesse più il proprio volto, dopo tanti mesi.

Da quando aveva deciso di mostrarsi con delle sembianze umane, aveva posto molta attenzione al proprio aspetto.

Non era tanto diverso da quando era ancora Morax, o Rex Lapis, ma aveva una differenza sostanziale: adesso, quando nascondeva i poteri, sembrava un vero e proprio umano. Non aveva più le iridi completamente dorate, nè segni d'oro sul volto, nè tantomeno corna da drago. Le sue braccia non avevano più il colore dell'ossidiana, nè erano segnate da striature luminose.

Sembrava un gentiluomo di Liyue, nient'altro.

E, per la prima volta, non era affatto contento di ciò. 

Nel primo periodo in cui si era mostrato come Zhongli, ai cittadini di Liyue, aveva provato una sensazione di totale libertà e emozione. Finalmente, il distacco forzato a cui era stato costretto per secoli era finito. Era una persona come un'altra, con innumerevoli possibilità e decisamente meno responsabilità. 

E grazie alla persona che era diventato assumendo quelle sembianze, aveva conosciuto Childe.

Adesso, però, che era stato accusato di essere un bugiardo, sentiva quell'aspetto soltanto come una maschera. Quella che mostrava al mondo non era più una convenevole copertura, ma una soffocante cappa che lo soffocava. 

Non era più sé stesso, non completamente: per quanto avesse amato vivere come Zhongli, ora più che mai si rendeva conto di aver soffocato una parte della propria identità. Ora che il suo regno era sempre più lontano, un senso di smarrimento lo stava pervadendo.

Chissà cosa stavano pensando di lui i cittadini di Liyue, dopo aver letto la lettera che aveva scritto a Hu Tao. Probabilmente, erano rimasti delusi da lui e dal complesso piano che aveva creato, e dal fatto che non li avesse prima messi al corrente del pericolo che li circondava. Anche se Zhongli aveva fatto tutto per il loro bene, gli aveva mentito e nascosto scomode verità.

Proprio come aveva fatto con Childe.

Zhongli si sciacquò il viso, concededendosi di allentare, per un istante, la presa sull'incantesimo con cui nascondeva la sua vera natura. I suoi occhi tornarono di una sfumatura più intensa, restituendogli di rimando un riflesso malinconico. 

L'Archon ripensò all'offerta che aveva fatto a Childe quella mattina, in preda all'emozione di averlo rivisto. Gli aveva proposto di cenare con lui, di ascoltare tutta la versione della storia, ora che poteva esporsi molto di più. 

Raccontargli la verità, il proprio passato e la propria identità sembrava un'opzione incredibilmente emozionante, per Zhongli, ma non era certo che Childe gliela avrebbe concessa. Se fosse venuto al corrente della verità in un altro modo, forse sarebbe andato tutto diversamente. 

Una parte di Zhongli, tuttavia, sperava che accettasse di ascoltarlo.

Era da quando aveva iniziato a frequentarlo che aveva sognato di potergli raccontare ogni cosa, senza più girarci intorno: gli anni che aveva passato come un Archon, la fondazione di Liyue, il motivo per cui era tanto legato agli adepti, o chi fosse stata veramente Guizhong.

 Voleva raccontargli di come aveva fatto amicizia con Venti o Nadja, e persino sfogarsi su ciò che lo aveva ferito: il dominio di Celestia, il disastro di Khaenriah o gli scontri con Osial.

Voleva essere al suo pari, rivelare totalmente sé stesso come Childe aveva fatto con lui.

E si augurava vivamente di riuscire a farlo.

Si chiuse i bottoni della camicia e infilò una giacca, in prevenzione del freddo che probabilmente lo attendeva nella parte esterna della nave.

Beidou gli aveva suggerito di non chiudersi in camera a cenare fin dal primo giorno, concentrandosi nei suoi sentimenti negativi. 

Un po' di svago gli avrebbe fatto bene, aveva detto la piratessa. Gli aveva anche promesso che, nel caso Childe non si fosse seduto insieme a lui, gli avrebbe tenuto compagnia, o gli avrebbe presentato il suo amico Kazuha, un poeta che lavorava sulla sua nave. Sembrava fermamente convinta che fossero destinati a diventare ottimi amici, data la loro comune passione per la letteratura.

Zhongli era un po' preoccupato di non riuscire a sopportare la vista di Childe seduto a un altro tavolo, lontano da sé, ma Beidou aveva ragione: stare da solo avrebbe soltanto peggiorato le cose.

Inoltre, non voleva rifiutare la sua offerta così gentile. Era estremamente contento di vedere che Beidou non avesse cambiato atteggiamento nei propri confronti, dopo aver scoperto della sua natura divina. Era rimasta coerente con i suoi principi, trattando tutti come suoi pari. E Zhongli non poteva che essere sollevato al pensiero di aver trovato un'amica del genere.

Non aveva ancora le forze di affrontare una seconda notte da solo, senza la consapevolezza di risvegliarsi di fianco a Childe.

Ora che il sole era ormai tramontato e la notte stava per calare, si sentiva quasi come se la propria anima fosse scivolata nei bui fondali marini. Per non lasciarla annegare del tutto, gli conveniva andare il prima possibile nella sala comune della nave.

****

La sala da pranzo della nave di Beidou era a dir poco splendida.

Zhongli non si era aspettato nulla del genere, a una prima e distratta osservazione della barca. Eppure ecco che, scese le scale, si era ritrovato ad ammirare un'ampia stanza coperta, con alcune porte finestre temporaneamente chiuse.

Durante le belle giornate, gli aveva spiegato Beidou, le vetrate venivano aperte, consentendo il passaggio della brezza fresca dell'Oceano e dei raggi del sole.

Adesso che la luce era calata, l'atmosfera era più calda e raccolta. Molte persone avevano già preso posto ai tavoli, illuminati dalle candele appena accese.

Zhongli non poté fare a meno di guardarsi intorno, prima di addocchiare un tavolo vuoto di fianco alla porta finestra, dirigendosi verso di esso.

Childe non era ancora arrivato. Non c'era alcuna traccia di lui, e Zhongli poté soltanto sperare che stesse bene e se la sentisse di mangiare.  Non aveva una bella cera, l'ultima volta che lo aveva visto. Temeva che il movimento continuo delle onde potesse peggiorare ulteriormente la situazione.

-Zhongli, eccoti!-,lo salutò Beidou, raggiungendolo non appena lo vide seduto, rivolgendogli un cenno di saluto.

-Beidou. Accomodati pure.-,sorrise Zhongli, sollevato dal suo arrivo.

-Senti, ho messo un paio di parole buone per te, a pranzo.-,disse la piratessa, senza girarci troppo intorno. Fece un cenno a un cameriere di servirgli tranquillamente il cibo, prima di sfoderare un sorriso furbo. -E ho l'impressione che ci stia pensando su.-

Zhongli sbatté appena le palpebre, stupito, approfittando del momento in cui gli venne servito del pollo con il riso per riflettere sulle sue parole. Era evidente di chi Beidou stesse parlando, ma non si era aspettato che lo avesse già iniziato ad aiutare.

-Childe? Che cosa gli hai detto?-,domandò, con voce gentile. -Non...era necessario, ma ti ringrazio.-

-Sostanzialmente, che ti piacerebbe molto cenare con lui, e che gli hai mentito a fin di bene.-,rispose la donna, prendendo una cucchiaiata di riso, prima di ammettere, con un lieve sospiro: -L'ho visto molto abbattuto. Però è anche un buon segno. Significa che gli manchi e sta rivalutando la sua scelta. Mi sembra essersene già pentito. Vorrebbe riavvicinarsi a te, ma ha dei dubbi.-

-Chi l'avrebbe mai detto, che un giorno mi sarei trovato su una nave a farmi dare consigli d'amore per sistemare la mia relazione.-,non poté fare a meno di sorridere di nuovo Zhongli, prima di farsi più serio. -Grazie ancora, Beidou. Non voglio assolutamente forzarlo a parlarmi, ma ammetto che mi conforta molto sentire le tue parole. E sapere che gli manco. Forse vorrà dire che tornerà a parlarmi, quando se la sentirà.-

-Oh, figurati! Non c'è di che! Sono sicura che tornerà da te. Ormai sono un'esperta in queste cose. Anche io non pensavo che avrei dato consigli a Rex Lapis su questo, ma..eccoci qua.-, sogghignò appena Beidou, versandosi un bicchiere d'acqua. -So cogliere abbastanza bene i segnali. E secondo me, Childe ha agito d'impulso, quando ha rotto con te. Deve soltanto parlarti e capire il tuo punto di vista. E ricevere delle scuse.-

-Spero che sia davvero come dici tu. Vorrei spiegargli tutto, e ovviamente scusarmi.-,concordò Zhongli, prima di annuire, con aria divertita. -Sì, l'ho notato. Hai aiutato tanti amici a fidanzarsi? Risolto problemi di coppia?-

-Sì, i miei.-,rise Beidou, scrollando le spalle, prima di affermare, orgogliosa. -Miei e di Ningguang. Ci abbiamo messo più di un anno a metterci insieme.-

-Allora è ufficiale! Vi ho viste insieme, stamattina, infatti.-,non poté fare a meno di gioire Zhongli. -In realtà, lo sospettavo da tempo. Vi vedevo sempre molto...beh, in confidenza.-

-Lo sospettavano tutti. Era abbastanza palese. Tranne che a Ningguang, forse.-,ammise Beidou, e per un istante, la sua spavalderia lasciò spazio a un'espressione più dolce. -Ci ho messo un po' di tempo, a conquistare la sua fiducia. All'inizio, pensava soltanto che io la stessi prendendo in giro. Ma non è colpa sua: era abituata ad essere corteggiata soltanto per via del suo denaro e del suo potere.-

-Sono contento che tu sia stata in grado di dimostrarle che il tuo affetto era sincero.-,affermò Zhongli, totalmente convinto di quanto stesse dicendo. 

Aveva visto Beidou insieme a Ningguang in più occasioni, e la conosceva abbastanza bene da comprendere quanto poco le importasse dei titoli, e quanto, piuttosto, della persona che si celava dietro di essi. 

-Grazie. Penso che lei sia valsa tutta l'attesa. Non me ne pentirò mai.-,confessò Beidou, prima di sussultare appena, fissando un punto dietro Zhongli. Un'espressione furba si dipinse sul suo volto, prima che sollevasse la mano in segno di saluto, e abbassasse la voce. -E a proposito di smancerie, sta per arrivare il tuo ragazzo. ORA.-,sussurrò, con tono deciso. -Proprio verso il tavolo. Non possiamo farcelo scappare.-

-Non so se lui è più il mio ragazzo.-,provò a contraddirla Zhongli,  ma Beidou gli fece cenno di interrompersi.

Childe si avvicinò a loro, rimanendo in piedi, come se fosse indeciso sul da farsi.

Sembrava voler riflettere una certa spavalderia, con la sua posa decisa, le mani affondate nelle tasche della giacca. Tuttavia, Zhongli lo conosceva abbastanza bene da intravedere quanto il suo sorriso forse incerto e tremante.

Era bello come al solito, con i capelli rossi leggermente scompigliati e gli abiti di diverse sfumature d'azzurro, perfettamente intonate ai suoi occhi. Zhongli dubitava che la sua vista avrebbe mai smesso di fargli effetto. Per un istante, si ritrovò a fissarlo, prima che Childe distogliesse a forza lo sguardo dal suo, leggermente imbarazzato.

-Buonasera. Tutto bene?-,domandò il Fatui, con un rapido sorriso.

-Buonasera, Childe. Non c'è male, grazie. E tu?-,rispose Zhongli, educatamente, senza tuttavia riuscire a dire molto altro. Si sentiva quasi come se stesse camminando su una lastra di vetro, terrorizzato di fare un passo falso e rovinare ulteriormente le cose.

Era già sorprendete che Childe li avesse raggiunti e gli stesse rivolgendo la parola. Non voleva perdere quell'occasione, ma era anche spaventato di deluderlo di nuovo.

-Hey, come stai? Sei riuscito a dormire?-,domandò Beidou, con tono allegro. 

Zhongli era felice che ci fosse anche lei e la sua leggerezza, almeno in quel primo momento. La tensione tra lui e Childe era ancora così tangibile da togliergli quasi il fiato.

-Dormire? No, non potrei mai, in pieno giorno. Mi sono allenato un po'! Devo dire che nella mia cabina c'è un sacco di spazio.-,commentò Childe. 

Anche il suo tono era apparentemente spensierato, ma i suoi occhi non erano altrettanto bravi a ingannare Zhongli. Erano leggermente arrossati e stanchi, probabilmente a causa dello shock del giorno prima.

-Beh, sono contenta che tu ti stia trovando bene a bordo. E' un vero piacere.-,rispose la piratessa, con orgoglio. -Hai già pensato a che corso iscriverti?-

-Uhm.. ero indeciso, ma pensavo a quello di teatro!-,replicò Childe, prima di tornare a posare lo sguardo su Zhongli.

Un silenzio tornò a calare nell'atmosfera, prima che Childe, inaspettatamente, gli domandasse: -E tu, invece? Hai già deciso?-

Zhongli, a dire il vero, non aveva ancora dato un'occhiata accurata alla lista dei corsi. Ma non era di certo quello il motivo per cui impiegò un paio di istanti per rispondergli, ancora colto di sorpresa.

-Uh, io...devo ancora pensarci su.-,ammise, con voce leggermente spezzata. -Quello di teatro non sembra affatto male.-

Childe lo stava già cercando, così presto? Stava facendo delle chiacchiere casuali con lui, o voleva sedersi al tavolo?

-Oh, ma guarda. C'è Kazuha! Vado un attimo a salutarlo, scusate.-,disse Beidou, alzandosi in piedi di colpo, proprio mentre Childe stava per rispondere a Zhongli. -Ci vediamo dopo!-

Zhongli ebbe subito il dubbio che la piratessa stesse soltanto cercando una scusa per lasciarlo da solo con Childe, e ne ebbe la conferma non appena la sentì dargli una pacca sulla spalla, prima di raggiungere il suo amico.

Se fosse una buona idea o meno, ancora non lo sapeva.

Non gli restava che scoprirlo, realizzò, trattenendo appena il respiro non appena Childe si sedette di fronte a lui.

*****

-E'...andato bene il tuo viaggio, fino ad ora?-

La prima domanda che Zhongli pose a Childe suonò, inevitabilmente, un po' di circostanza. Era una di quelle domande che la gente faceva quando non sapeva bene che cosa dire, per riempire il silenzio.

Persino la sua espressione confermava quell'idea. L'uomo sembrava imbarazzato, nonostante si stesse sforzando di guardarlo negli occhi.

Per essere un Archon, non poté fare a meno di pensare Childe, sembrava ancora incredibilmente umano. Forse era soltanto bravo a fingere, ma ormai, a conti fatti, non aveva neppure più bisogno di farlo. Ormai, su quella nave, erano tutti al corrente della verità, così come a Liyue.

Eppure, le sue mani erano tremanti, e il suo sguardo incerto. Childe non ricordava di aver mai visto la loro Tsaritsa così, anche se, ovviamente, si erano conosciuti in contesti diversi. Childe era diventato prima un amico con Zhongli, mentre, per quanto riguardava Nadja, era stato prima di tutto un suo Araldo, un soldato. 

L'aveva conosciuta in un momento totalmente diverso della sua vita, quando era a malapena un adolescente, mentre Zhongli lo aveva conosciuto da adulto. 

Eppure, anche crescendo, Nadja aveva sempre mantenuto una certa diversità dagli umani, ai suoi occhi. Fiera, decisa, ferma come il ghiaccio: era una regina a tutti gli effetti, una guerriera senza paura, una protettrice orgogliosa della sua nazione.

Forse anche Zhongli avrebbe avuto quell'aspetto, ai suoi occhi, se Childe lo avesse conosciuto in un altro contesto, mentre si mostrava come Morax a viso aperto. E forse, a ripensarci,  aveva persino scorto quel lato di lui, quando lo aveva soccorso dagli Harbingers che lo avevano attaccato, dopo il litigio con Signora.

In quel momento, però, sembrava più simile alla persona che aveva conosciuto a Liyue durante i mesi precedenti. O a quella che, poche ore prima, gli aveva chiesto tanto sinceramente di raggiungerlo a cena, di modo tale che potesse dargli delle spiegazioni.

Non era stato facile, per Childe, sedersi al suo tavolo. Anche in quello stesso momento, si stava domandando se avesse preso la scelta giusta. Razionalmente, aveva provato a trattenersi, a dirsi che stava provando a ridargli fiducia troppo presto. 

Ma, non appena lo aveva rivisto, aveva finito per agire d'impulso, com'era suo solito. Lo aveva raggiunto senza riuscire a trattenersi, impaziente di parlargli, di sentire cosa volesse tanto raccontargli.

Averlo continuamente vicino non era d'aiuto. I sentimenti di Childe non erano certo svaniti da un giorno all'altro. Gli sembrava quasi innaturale non prendergli la mano da sopra il tavolo e faticare a fare conversazione, anche se era stato lui a allontanarsi. Era combattuto tra il provare rabbia e nostalgia, e non aveva idea di quale delle due avrebbe prevalso.

  Tentare di rispondergli, tuttavia, era l'unica cosa che potesse fare in quei primi istanti, per vedere come la situazione potesse evolversi.

-Sì, niente male, direi. La camera è figa! Molto più grande di come me l'aspettassi.-,si sforzò di sorridere Childe, con un tono più leggero. Forse era meglio tentare di mantenere la calma, se voleva giungere a una conclusione.  -C'è un sacco di spazio, e Beidou mi ha anche lasciato dei libri. Col letto matrimoniale, poi, si sta comodi.-

-Sì, anche io non posso certo lamentarmi.-,concordò Zhongli, rilassando leggermente l'espressione. Forse si era aspettato un approccio più ostile, da parte di Childe, al momento non ancora utilizzato. -C'è anche molta calma e silenzio. Riesco a riposarmi e riflettere facilmente, almeno.-

-Ah, sì? Hai molto su cui riflettere?-,domandò Childe, con una lieve vena provocatoria. Era inevitabile che parlassero del loro problema principale. -Immagino abbia a che fare con tutto il cambiamento che stai affrontando sia nella sfera pubblica che privata.-

-Vedo che vai dritto al punto.-,mormorò Zhongli, senza accenno di rancora, con lieve sollievo. -Meglio così. Volevo anche io discutere di questo, e tanto altro, in effetti.-

Childe si sentì sollevato a sua volta. C'erano state già fin troppe bugie e giri di parole a tormentarlo. Per quanto fosse difficile cercare un dialogo del genere, era necessario per entrambi, per iniziare a sciogliere i nodi che li tenevano stretti, bloccati lontani l'uno dall'altro.

L'uomo si versò un bicchiere d'acqua, tacendo per un istante, come se stesse soppesando le sue future parole. Non pareva offeso, bensì estremamente concentrato. Childe trattenne appena il fiato, scrutandolo con attenzione. Una strana aurea era calata su di lui, più seria e immersa in ricordi probabilmente lontani, per lui inafferrabili.

-Hai intuito bene. Non posso certo negare che speravo anche io di gestire la situazione in maniera diversa.-,ammise Zhongli, prendendo un sorso, prima di tornare a guardare Childe negli occhi. -Pensavo di avere più tempo, e di poterti rivelare tutto in un'occasione diversa, molto tempo prima. Per quanto riguarda il mio popolo, sono dispiaciuto che sia stato sconvolto dalla rivelazione della mia identità e della mia partenza improvvisa...ma quello, purtroppo, era previsto nel mio piano.-

-Che cosa intendi? L'hai già detto un paio di volte, ma non penso di aver capito.-,rispose Childe, senza mentire. -Perché non ti sei mostrato al suo popolo in maniera più chiara, come ha fatto la Tsaritsa con noi? Sei molto amato, a Liyue. Qualsiasi piano avessi in mente, lo avrebbero compreso, no? Ti avrebbero seguito e aiutato. Invece, ti sei nascosto e l'hai progettato a loro insaputa. Non riesco a capire come mai.-,proseguì, con convinzione. -Perché non hai mai chiesto supporto?-

Aveva sentito più volte le persone di Liyue elogiare Rex Lapis, e a buon ragione. Non era rimasto stupito di quanto lo adorassero, quando aveva compreso quanto avesse fatto per loro. Era un Archon perfetto, tranne che per un unico dettaglio, che non l'aveva mai convinto: non si mostrava quasi mai in pubblico.

Childe si era sempre chiesto perché Rex Lapis non si facesse vedere dal suo popolo, e anche ora che lo aveva di fronte, era assediato da quel dubbio. Un dubbio così forte da spronarlo a credere che, forse, era stato impulsivo nella propria critica.

Zhongli non agiva mai in maniera incosciente o egoista, per quanto ne sapeva Childe. E così non faceva neanche Rex Lapis.

Perché, allora, aveva mentito fino a quel punto?

-Tu..tu sei Rex Lapis. Non penso che tu faccia piani a caso, no? La Tsaritsa, ad esempio, non lo fa. Ed è proprio per questo che noi la seguiamo. Perché la conosciamo come figura, perché ci hai dimostrato con i fatti le sue intenzioni, e perché le vogliamo bene. Sono sicuro che la tua gente prova lo stesso nei tuoi confronti.-,spiegò Childe, cercando di ammorbidire appena il tono, quasi senza rendersene conto. L'espressione improvvisamente commossa di Zhongli lo aveva scosso più di quanto volesse ammettere.

-Sono contento che tu pensi questo. E per quanto riguarda Nadja, posso soltanto dire che merita pienamente l'affetto che riceve. Non sono stupito di apprendere quanto il suo popolo la ami.-,replicò l'uomo, con affetto nei confronti della sua cara amica. -E' una persona e un'Archon di tutto rispetto. Un vero esempio per tutti.- 

-Già, lo è.-,concordò Childe, prima di sospirare appena, aggiungendo, con convinzione: -Ma lo sei anche tu. Non capisco perché ti sei comportato come se..ti fossi vergognato della tua natura.So che volevi vivere come un umano, per una volta. Ma..non potevi almeno parlare del tuo piano, in quanto Archon?-

-Il punto del mio piano era proprio svolgerlo in segretezza. Hai detto bene, Childe: i miei cittadini mi avrebbero seguito. A me, però,premeva di più proteggerli.Ho dato io la Gnosis, e non è loro compito difendere il mondo al posto mio. So che forse è un concetto difficile da comprendere, ma ho agito così per secoli.-,spiegò Zhongli, con tono di nuovo dolce, affettuoso, quasi parlasse dei suoi figli. -E non mi pento di aver deciso di combattere per loro, dopo essermi assicurato che sapranno cavarsela anche senza di me.-,proseguì, prima di scuotere appena il capo, palesemente ancora turbato.- Se c'è un qualcosa di cui mi pento, piuttosto,è stato sconvolgere te con..questa mia natura. Capisco sia stato ancora più sconvolgente che per loro, scoprire che sono un Dio.-

Di nuovo quelle parole. Di nuovo quell'occhio di riguardo nei propri confronti. Childe era toccato dalla sua premura, ma ancora incredulo che, per un Archon, fosse lui,la principale fonte di pentimento e preoccupazione. Come poteva essere possibile?

-Zhongli, ma...io non mi sono arrabbiato perché eri un Dio, lo sai? Ma più perché non me l'hai detto. Se ti avessi conosciuto sapendolo fin dal principio, per me..sarebbe stato lo stesso.-, ammise Childe, tristemente. 

Non aveva mentito: forse avrebbe fatto più fatica ad avvicinarsi a lui,ma poi l'avrebbe fatto comunque,inevitabilmente. Non era il tipo di persona che si lasciava frenare da cariche del genere, ed era certo che avrebbe apprezzato Zhongli in ugual modo, una volta che lo avrebbe conosciuto, anche a costo di essere il primo umano che amava un Dio.

-Ma..sapere che sei riuscito a mentirmi così facilmente, anche quando ero in pericolo, mi spaventa. E' stata la tua disonestà che mi ha ferito. Ho sentito tristezza al pensiero che non ti fidassi di me, e..al pensiero di conoscerti meno di quanto pensassi.-,confessò Childe.

L'aria intorno a loro sembrava fredda, nonostante la candela che ardeva sul loro tavolo, quasi il gelo dell'esterno della nave li avesse avvolti. La fiamma che illuminava il volto di Zhongli era sempre più fioca, a causa della cera ormai quasi sciolta. I suoi occhi dorati, per un istante, sembrarono farsi più lucidi.

-Mi fido di te, Ajax. Immensamente. Sono i contratti ad avermi bloccato. Sono sempre stati i contratti.-,mormorò Zhongli,a bassa voce.

-Non..penso di capire.-,rispose Childe, confuso. Sapeva che Rex Lapis era anche il dio dei contratti, ma non capiva cosa c'entrassero con lui, in quel momento.

-Certo, è naturale. I contratti sono una promessa sacra che viene stipulata con qualcuno. Se li spezzi, ci sono gravi conseguenze.E..potrei dire che fanno parte della mia vita da tanto tempo, ma non certo della tua, anche se vorrei che li comprendessi meglio. Ti ho promesso di mostrarti il mio passato. Adesso potrei farlo, in un luogo più privato di questo, se vuoi. Potrei, per esempio, trasmetterti delle visioni antiche, nella mia stanza, su questa nave.-,  gli disse Zhongli, a bassa voce, gentilmente. -Ma se non ti fidi più e non vuoi, lo comprendo. Ti lascerò in pace, per sempre.-

Childe decise di provare ad ignorare il brivido che gli percorse la schiena all'idea di restare di nuovo da solo con lui, in uno spazio così ristretto. L'idea di vedere i ricordi di Zhongli lo incuriosiva così tanto da non farlo più trattenere.

Quella era la loroultima chance. Sapeva che, se avesse detto di no in quel momento, Zhongli se ne sarebbe andato davvero, pur di rispettare la sua decisione.

Ma adesso, Childe sapeva benissimo che cosa fare.

I loro piatti erano ormai finiti. Era tempo di andare.

-Non voglio essere lasciato in pace. Voglio sapere.-,sussurrò a propria volta, spegnendo, con un cenno della mano, la candela ormai quasi del tutto morente.

****

Il tragitto verso la camera di Zhongli gli sembrò quasi più lungo del previsto. Childe cercò di non ridere di fronte alle occhiate divertite di Beidou e Kazuha, che gli strizzarono l'occhio non appena li videro lasciare il tavolo insieme.

C'era poco spazio per muoversi, sulla nave, e Childe stava tentanto in tutti i modi di non sfiorare Zhongli in alcun modo, camminando alle sue spalle. L'attesa e l'impazienza lo stavano divorando, al punto tale che non riusciva quasi più a parlare.

Le onde del mare risuonavano forti nelle sue orecchie, accompagnandolo ad ogni passo, prima che Zhongli si fermasse ad aprire la porta.

-Eccoci qua.-,disse l'uomo, facendogli cenno di entrare.

La sua camera aveva un aspetto ordinato e piacevole, molto simile a quella di Childe. Le lampade donavano una luce soffusa, creando un'atmosfera quasi magicae sospesa, con la finestra affacciata sull'oceano e le pareti di un grazioso verde.

C'era un divano, su cui Zhongli gli fece cenno di accomodarsi, prima di guardarlo negli occhi.

-Scusa se te lo richiedo, ma voglio assicurarmi che tu abbia compreso al meglio la mia richiesta. Sai che cosa significa ricevere delle visioni da un Archon?-,gli domandò Zhongli, senza girarci troppo intorno.

-Io..credo di sì. Potrò vedere parte dei tuoi ricordi?-,ipotizzò Childe.

-Esatto. In questo modo, capirai meglio. Ti devo chiedere di porgermi le mani per un istante, se non ti dispiace.-,gli disse Zhongli, con leggera apprensione. 

-Nessun problema, certo.-,mentì Childe, porgendogliele. 

Era in realtà decisamente agitato all'idea di tornare in contatto con lui, e ne ebbe la conferma, non appena le loro dita si intrecciarono, e fu percorso da un brivido.

Gli era mancato. Gli era mancato terribilmente.Anche se erano stati distanti solo pochi giorni, le loro menti e i loro cuori si erano staccati talmente bruscamente da fargli percepire quell'assenza in ogni istante. 

Una luce dorata percorse le mani di Zhongli, mentre socchiudeva gli occhi. Childe si sentì percorrere le dita da un tepore confortante, che lo percorse fino alle braccia e al petto. 

Di colpo, mentre la voce di Zhongli iniziò a raccontargli ogni cosa, alcune immagini si sovrapposero ai suoi pensieri.

Era come se, improvvisamente, potesse percepire ciò che Zhongli aveva percepito, in un tempo così lontano che Childe stentava anche soltanto a concepirlo.

-Tanto tempo fa, Ajax, il mondo era diverso da come lo conosci tu. Si dice che a Teyvat regnassero sette draghi, in maniera pacifica.-,gli raccontò Zhongli, senza abbandonare la presa dalla sua. 

Childe si sorprese all'idea di non volerla più lasciare. Si lasciò cullare dalla sua voce narrante, così pacata e gentile, mentre iniziò a vedere una strana immagine nella mente: un castello nel cielo, totalmente bianco, abitato da creature dai capelli candidi e gli occhi gialli.

-Un giorno, però, giunsero degli alieni dal cielo, e decisero di porre il loro dominio su Teyvat. Questi alieni costruirono una dimora che al giorno d'oggi chiamiamo Celestia. Gli abitanti di Celestia si pongono come Dei salvatori, ma non sono altro che creature crudele, avide di potere.-

Childe conosceva bene Celestia. Nella sua immaginazione, era un luogo abitato da dei freddi e egoisti, lo stesso la Tsaritsa aveva insegnato a odiare a tutta Snezhnaya.

Niente, però, aveva a che vedere con il gelo che provò nel vedere quel luogo in un ricordo che non era il suo, ma che sembrava tremendamente familiare. Era tutto uniforme, quasi accecante, lì sopra, tra le nuvole. E gli dei erano più inquietanti di come li dipingessero: si spostavano in lungo e in largo, scrutando ogni cosa dall'alto.

-Fu in quel momento che iniziarono le guerre. Gli alieni di Celestia sconfissero i sette draghi, ma il potere dei draghi non scomparve. Si sparpagliò tra tante altre creature, che divennero degli dei minori. Come lo ero io. Non sono nato come un Dio: ero un orfano come un altro, cresciuto in povertà. Da un giorno all'altro, quando ero ancora un bambino, mi sono trovato dei poteri di drago.-,mormorò Zhongli. -Altre divinità, invece, hanno preso altre sembianze sovrannaturali.-

Childe sussultò, quando osservò, in un ricordo, un bambino dalle corna dorate, con delle scaglie di drago sulle braccia. Era molto più piccolo, ma era indubbiamente Zhongli, a giudicare dagli occhi e dalla vividezza di quel ricordo. In pochi istanti, nella sua mente, quel bambino crebbe fino a diventare un adolescente,dall'espressione corrucciata.

-Io e i miei fratelli non avevamo più i genitori da tanto tempo. E ricevere il potere dei draghi diede a loro la testa. Insieme a tanti altri dei minori, come lo eravamo diventati noi, si impuntarono sulla conquista di Teyvat, cercando di prendersi sempre più territorio.-,spiegò Zhongli, pazientemente. -Celestia, intanto, studiava una nuova soluzione: voleva capire come manovrare quelli come noi, se non poteva sconfiggerci.-

-E..come hai fatto a..vincere contro tutti gli altri? A restare solo tu?-,mormorò Childe, preoccupato. -Tu, Nadja e tutti gli altri..siete i vincitori di quegli scontri tra tanti dei?-

-Sì, è così.-,rispose Zhongli. -I nuovi dei non volevano, naturalmente, diventare burattini di Celestia. Formularono, quindi, una strana teoria. Secondo loro, c'era un solo modo di accumulare un potere sufficientemente forte da contrastare l'influenza: uccidere e rubare quello altrui, fino a diventare sempre più forti. Secondo questa teoria, alla fine soltanto sette dei sarebbero stati abbastanza forti da governare, come i sette draghi originari. Ognuno avrebbe avuto una nazione.-

-Uccidere? Ma come, e chi? E le sette nazioni antiche, sarebbero quelle che ci sono oggi? Snezhnaya, Liyue, Monstadt, e via dicendo..?-,chiese conferma Childe. Quelle scoperte gli stavano facendo girare la testa.

-Qualsiasi persona, ma scelsero principalmente di uccidere gli umani. Li consideravano di un gradino inferiore, data la loro scarsa potenza magica.-,sospirò Zhongli. -Io, però, non ero d'accordo. Guizhong, la mia amica di  cui ti avevo parlato, mi aveva insegnato ad amarli e proteggerli. E..non volevo farmi comandare da Celestia, nè morire in battaglia. Ho provato a ragionare con i miei fratelli, ma non ci sono riuscito. Si erano fissati con l'idea che bisognava restare soltanto in sette, per tornare come prima.-

Di colpo, la figura di Zhongli adolescente tornò tra i suoi ricordi, provocandogli un'emozione così colma di angoscia da fargli diventare gli occhi lucidi.

-Perché? Perché dobbiamo ridurci a questo? Pensate che uccidermi sarà la soluzione ideale?-

Le dita di Zhongli erano ricoperte di cenere, e i suoi abiti coperti di fuliggine. Il territorio su cui camminava, vicino all'oceano, era completamente bruciato. Sembrava che la terra si fosse trasformata in una gigantesca polveriera.

Dai suoi occhi, lacrime di oro correvano lungo le sue guance. Si teneva stretta una mano al petto, dove una sua ferita stava sanguinando copiosamente.

-Perché gli umani devono imparare una lezione, se non vogliono piegarsi a noi. Siamo discendenti dei draghi, Morax.-,lo ammonì un uomo molto simile a lui, con gli stessi capelli scuri e gli stessi lineamenti, probabilmente un fratello maggiore. -E prima che Celestia ci comandi, faremo prima a decidere chi regnerà sui sette regni originari di Teyvat.Può essere soltanto uno-

-Anche a costo di sacrificare gli umani per ottenere sempre più potere, per contrastarli? Anche a costo di uccidere tuo fratello per assicurarti di restare al sicuro?-,sbottò Zhongli, stringendo i denti. -Io non ci sto. Dovremmo pensare a come sconfiggere Celestia con le nostre mani. Non possiamo continuare a uccidere gli umani e tutti gli altri dei per...-

-Quella donna, Guizhong, ti ha fatto il lavaggio del cervello, non è vero?-,gli urlò contro suo fratello, sollevando una lancia. Lo colpì più volte, facendolo sussultare per il dolore. -Li uccideremo, se dovremo farlo. E sai anche tu, che tra di noi deve restarne solo uno per nazione. Non sarai certo tu, Morax.-

 Zhongli si rimise in piedi a fatica, recuperando a sua volta la sua arma. 

-Non parlare di lei. Non nominarla nemmeno, dopo quello che le hai fatto. E non mi importa se vuoi uccidermi. Pensi risolva il problema ammazzarci tra di noi?,protestò Zhongli. 

I fendenti di lancia di suo fratello lo colpivano in ogni istante, ferendolo al punto tale da impedirgli di muoversi.

-Sicuramente lo semplifica.-,fu l'unico, freddo commento che gli arrivò indietro.

Zhongli stava perdendo sempre più sangue. 

Il suo sguardo era fiero, orgoglioso e irremovibile. Le sue braccia iniziarono a colorarsi di nero, mentre allargò le braccia, per crearsi uno scudo. 

Intorno a lui, si creò un'esplosione così forte da rendere impossibile tenere gli occhi aperti. Una polvere d'oro, mischiata alla terra, creò un vortice impazzito, mentre il terreno veniva scosso come da un terremoto.

-Ajax.-,mormorò Zhongli, facendolo rabbrividire da capo a piedi. -Io..non sono colui che credi.Ma spero che questa parte di me non ti spaventi. C'è ancora tanto da vedere.-

Ajax scosse il capo, e per un attimo non gli restò nient'altro da fare che stringergli più forte la mano, guardando, atterrito, altre immagini del passato.

Zhongli che piangeva disperato, stringendo il corpo senza vita di Guizhong, dopo che suo fratello l'aveva ferita a morte. Il terreno di ciò che sarebbe diventata Liyue sempre più crivellato di buchi di esplosioni. Osial che emergeva dall'oceano, pronto a ucciderlo.

-Io..ho combattuto per anni e anni, quando ero un ragazzo.-,disse Zhongli, abbassando lo sguardo. -Ho dovuto uccidere mio fratello per autodifesa, durante uno scontro in cui ha cercato di uccidermi, e sigillare Osial. Sono diventato l'Archon che sono, ma a questo prezzo. Ho fondato Liyue salvando miliardi di persone, ma non riuscendo a proteggere tutte le vittime prima di loro. A volte..a volte mi sento un enorme fallimento.Volevo soltanto fare la cosa giusta.-

Zhongli aveva sopportato così tanto odio e pericolo che a Childe, in quel momento, veniva soltanto voglia di abbracciarlo così forte da non farlo più pensare a niente.

Come doveva essere stato portarsi tutto quel peso per così tanto tempo, combattere con così tanta convinzione, anche se tutto gli remava contro?

Childe lo ammirava immensamente, ma era anche tremendamente dispiaciuto che avesse sofferto a quel modo.

-Eppure, nonostante questo, nonostante io sia diventato l'unico Archon di Liyue, l'unico connesso all'energia primordiale dell'antico drago del luogo, io...-Zhongli esitò, prima che un singhiozzo lo scuotesse. 

-Io non sono riuscito comunque ad evitare che Celestia tornasse a controllarmi.Forse avevano ragione gli altri, a pensare che fossimo troppo deboli, per quanto usassero i mezzi peggiori del mondo per rafforzarsi.-

-Che cosa intendi con controllarsi?-,domandò Childe, sentendo la rabbia iniziare a pervaderlo. Aveva sempre odiato Celestia e ciòche aveva fatto a Nadja. Ma in quel momento, si sentiva fiamme di rabbia divampargli dentro.

-Celestia mi ha forzato a stringere un contratto con loro, per sopravvivere. E ancora oggi, è qui che aspetta di distruggere me, Nadja e tutti gli altri. E' per questo che non ti ho potuto dire la verità fin da subito. Perché ho un contratto con loro, e  temevo che controllasse anche te, o peggio ancora, che ti punisse. Loro odiano cose come quello che avevamo. Odiano che un Archon sia in grado di amare, perché lo rende forte e determinato. Ci vogliono soli, ed infelici.-proseguì, mentre le lacrime gli scivolarono sulle guance. -Ho avuto paura che ferissero anche te, e io..io..io non posso.-,-Non posso perderti, Ajax.-

-Che cosa?!-,esclamò Childe, sconvolto. Le sue braccia corsero a stringere l'uomo, mentre lo lasciò sfogarsi contro di sé.-Che cosa ti stanno facendo fare con quel contratto, Zhongli? Ti prego, dimmelo. Ti..ti proteggerò io. Non pensare ame.-

Era la prima volta che Childe vedeva Zhongli piangere a quel modo, se toglieva il giorno in cui l'aveva salvato e aveva temuto per la propria vita. 

E, finalmente, comprese quanto fosse importante lasciare che anche Zhongli si sentisse fragile, come era stato per lui quando gli aveva parlato del suo trauma nell'abisso, all'interno di una caverna. 

Senza neanche pensarci, senza ancora sapere esattamente cosa Celestia stesse facendo, o cosa riguardasse quel contratto, Childe gli prese il viso tra le mani, accarezzandogli le guance.

Posò un bacio nel punto in cui le sue lacrime si erano trasformate in oro, mentre lo lasciava appoggiare contro di sé, mormorandogli una scusa.

Tutto il suo orgoglio gli sembrò improvvisamente vano.

Zhongli aveva compreso perché si fosse arrabbiato e si era sinceramente scusato. Non aveva cercato di giustificarsi, ma di spiegarsi, e Childe stava accettando la sua spiegazione a braccia aperte.

In quel momento, l'unica cosa che contava era che la persona che più amava al mondo stesse soffrendo; avrebbe fatto ciò che era in suo potere per impedirlo, da quel momento in poi.

****

NOTE DELL'AUTORE

sono in ritardo sulla tabella di marcia  a causa di studio + lavoro , ma spero che il capitolo lungo il doppio del solito mi faccia perdonare ;))

sto finalmente iniziando a srotolare la matassa dei 6000 anni di traumi di zhongli, e finalmente lui e childe stanno PARLANDO. COMMUNICATION IS THE KEY OH YEAH.

Ammetto che avrei voluto prendere le teste di entrambi fin da subito e farle sbattere l'una contro l'altra per rimetterli insieme SUBITO, o di voler fare come Beidou (lei è tutti  noi, sì?), ma ho preferito che facessero coi loro tempi.

nel prossimo capitolo, zhongli gli rivelerà molto altro, ma ho deciso di metter euna pausa


fatemi sapere se ci siete ancora, e se ètutto chiaro <33

non manca TROPPO alla fine, ma sicuramente andrò avanti per un altro po'. Ah, e ovviamente, non ho scordato la nuova ff, la agigornerò presto ;)) <3

grazie a chi è ancora qui, leggo sempre i vostri bellissimi commenti e sono felice d aver scoperto che molti si son rimessi in pari di recente

buona settimana <333333333333

kieran

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro