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32: Goodbye, Rex Lapis

Era da centinaia di anni che Zhongli non vedeva un simile caos a Liyue. La capitale scoppiò nel panico non appena crollò a terra il corpo senza vita del falso Rex Lapis, il drago artificiale creato da lui, Ganyu e Xiao.

Il caos e le urla dei cittadini sembravano esplodere intorno a lui, come tanti piccoli bombardamenti. Tutti coloro che lo circondavano erano rimasti a bocca aperta, con gli occhi sgranati o le mani premute sulle labbra. Xingqiu si sporse verso il centro della piazza, seguito dagli altri amici, prima tra tutte Hu Tao, che cercò di correre verso il palco.

Childe, invece, sembrava totalmente pietrificato dallo stupore. Era rimasto fermo, con gli occhi fissi sul corpo fasullo di Rex Lapis, un'espressione totalmente sgomenta dipinta sul volto. 

-Cosa..com'è possibile..-,mormorò il giovane, scuotendo il capo. 

Zhongli ipotizzò facilmente a cosa stesse pensando: ora cosa doveva fare, con la missione alle porte?  Come si sarebbero mossi i Fatui, adesso che la divinità che stavano cercando era morta?

Non escludeva che Childe fosse anche sinceramente dispiaciuto per la morte del Dio e per la tremenda perdita che gli abitanti di Liyue avevano appena subito.
Il Fatui era una persona più sensibile di quanto tentasse di dare a vedere a una prima occhiata

. Ma il suo dolore era probabilmente più simile a quello di una persona esterna, turbata dalla morte di una figura storica importante, ma distante da sé. 
Non sapendo che Zhongli fosse Rex Lapis e non essendo cresciuto a Liyue, Childe sicuramente stava vivendo quel lutto in maniera diversa. 

Zhongli si guardò intorno rapidamente, scrutando con una certa preoccupazioni i suoi abitanti in preda allo shock.

Si era chiesto tante volte, nel corso della sua vita, quale sarebbe stata la reazione del popolo di Liyue, nello sfortunato caso che un giorno lui perdesse la vita. In fondo, anche se era un essere più resistente degli umani e non soggetto al naturale invecchiare dovuto al tempo, Zhongli aveva condotto per molto tempo una vita pericolosa. Aveva combattuto legioni di mostri, di divinità crudeli e di creature oscure e malvagie. Non era quindi così assurdo pensare che potesse morire, e domandarsi se gli umani se la sarebbero cavata senza di lui.

E in quel momento, mentre osservava le lacrime sui loro volti, le loro urla angosciate, temette di doversi dare una risposta negativa. Forse non avrebbero retto il colpo. 

Forse, mentre lui sarebbe andato a Snezhnaya a incontrare Nadja, avrebbero iniziato a impazzire per la confusione e si sarebbero fatti guerra tra di loro.  O ancora, probabilmente qualcuno si sarebbe approfittato della situazione per cercare di riconquistare Liyue.

Aveva preso davvero la scelta giusta?

Una morsa d'angoscia gli strinse il petto, mista a un grande senso di colpa. Sapeva che li stava abbandonando per una buona causa, per garantire loro un futuro, con o senza di lui. Ma il pensiero di come la società che aveva protetto per secoli potesse sprofondare lo faceva sentire come se una di sabbia gli stesse sfuggendo rapidamente tra le dita. Bastava allentare la presa per un istante per lasciare che il vento portasse via tutti i suoi sforzi, per disperdere ogni piccolo granello che aveva raccolto in tutti quegli anni.

Il fumo prodotto dallo schianto del corpo del dio fasullo gli stava annebbiando la mente e appannando la vista, insieme alle grida intorno a sé.   

I suoi occhi si inumidirono e le lacrime presero a scivolargli sulle guance, silenziosamente. Si sentiva sconfitto quasi come se fosse morto davvero, mentre osservava il suo popolo abbandonato, come un figlio improvvisamente orfano.

Era così difficile lasciarlo andare, dopo tutto quel tempo.

Mentre escogitava quel piano, per qualche istante aveva pensato quasi di poter trovare divertente ideare quello stratagemma così ingegnoso, vedere da fuori le reazioni della propria finta morte e  scoprire che cosa la gente avrebbe pensato di lui. Aveva quasi pensato di poter trovare conforto nel vedere i propri abitanti dispiaciuti per lui, assumendo la consapevolezza di essere valso qualcosa, di essere stato importante per loro.

Eppure adesso, mentre li vedeva soffrire e sentirsi privati della loro bussola, si sentiva soltanto tremendamente in colpa e angosciato. Era rimasto al loro fianco a lungo, ma non appena se ne sarebbe andato, li avrebbe lasciati di nuovo soli. E sapeva fin troppo bene cosa potesse accadere a un regno non supervisionato a dovere: Liyue, prima del suo arrivo, non era stato altro che un covo di guerra, morte, schiavitù e distruzione. Quando ancora non portava quel nome, era un luogo pregno di sofferenza, povertà e sfruttamento. Chi gli assicurava  che non lo sarebbe diventato di nuovo?

Per un attimo si immaginò di morire sul serio, e non di lasciare semplicemente il posto da archon. Pensò di scomparire del tutto, e un grande vuoto lo colse all'istante, quando provò a immaginare le reazioni delle persone a cui teneva: i suoi amici, e anche Childe. L'idea di farli soffrire lo terrorizzò al punto tale da portarlo ad abbassare lo sguardo, mentre il resto del gruppo continuava a parlare.

-Cosa gli hanno fatto?!-,esclamò Xiangling, portadosi le mani al volto, gli occhi totalmente sgranati. -Come fa a essere..lui è..un Dio..-

-Rex Lapis..non ci posso credere.-,mormorò Chongyun, arrendendosi per un istante ad oltrepassare la barriera di persone che stava cercando di circondare il palco. I suoi occhi sembravano appannati dalle lacrime. -Aveva seimila anni. E' sempre stato qui. Cosa gli è successo?-

-Non è possibile..-, commentò Hu Tao, con un'espressione insolitamente seria. -Ha vegliato su Liyue per tutto questo tempo. Pensate anche voi che sia stato un incidente, vero? Avete visto com'è crollato?-

-Io..non ho idea di cosa sia successo.-,intervenne Xiao, incrociando per un istante lo sguardo di Zhongli. Avevano parlato a lungo di come mettere in piedi quella messa in scena, ma ora che si trovavano nel bel mezzo dell'improvviso lutto a Liyue, Zhongli non era più così sicuro di riuscire a recitare alla perfezione.

Quando incrociò lo sguardo preoccupato di Childe, dovette sforzarsi ulteriormente.

-Nemmeno io.-,mentì Zhongli, mentre il gruppo fissava Xiao, probabilmente aspettandosi di ricevere delle risposte. In fondo, era un Adepto, una creatura incredibilmente vicina a Rex Lapis.

Xiao riuscì a recitare alla perfezione la parte di una persona sconvolta, stringendosi nelle spalle e tremando, prima che la voce di Ninggung, amplificata da un microfono, risuonasse per tutta la piazza.

-Cittadini di Liyue, un evento terribile ha scosso la nostra comunità. Il nostro amato Archon, Rex Lapis, purtroppo ha perso la vita. Le circostanze sono ancora sconosciute.-, disse la donna, con tono composto e controllato, nonostante gli occhi colmi di sgomento. 

Probabilmente, stava cercando di fare appello a tutte le sue forze mentali per tenere a bada la città e non lasciare che la situazione degenerasse, nonostante fosse lei stessa scossa dalla cattiva notizia.

-La perdita del nostro Archon è senza dubbio fonte di grande turbamento. Siamo tutti molto addolorati.-,proseguì Ganyu, al suo fianco, prima che intervenisse anche Keqing.

-Il comitato del Qixing si occuperà adesso di indagare sulle cause di questo tragico evento.-,promise la donna, con tono risoluto. Le sue mani aggrappate al microfono stavano tremando, ma il suo mento era sollevato, per dare sicurezza al suo popolo. -A malincuore, siamo costrette a chiedervi di fare ritorno alle vostre case. Il luogo dell'indagine dev'essere sgomberato.-

-Presto vi saranno date direttive su come agire, e su cosa è accaduto. Siamo terribilmente dispiaciute per ciò a cui avete assistito.-,proseguì Ningguang, mentre i rumori nella piazza, lentamente, si facevano più rarefatti.

-Vi porgiamo le nostre condoglianze.-,concluse Ganyu, o almeno, quello fu l'ultimo intervento che Zhongli riuscì a sentire, prima che nella piazza tornasse a diffondersi un brusio agitato e malinconico.

I soldati di Liyue, i Millelith, iniziarono a scortare i cittadini fuori dalla piazza, cercando di riordinare la folla con grande sforzo. Zhongli seguì le loro direttive, mettendosi di fianco a Childe, che gli posò una mano sulla spalla con accortezza.

-Mi dispiace molto. So quanto Rex Lapis era importante per te.-,mormorò il Fatui, facendo provare a Zhongli una fitta al cuore. -Condoglianze.-

Per quanto suonasse assurdo, le sue parole erano vere: Rex Lapis era stato importante per lui, e Zhongli aveva appena subito un lutto. Dal ruolo che aveva, da chi era stato per millenni, dalle proprie responsabilità e dal proprio senso di protezione. Aveva appena abbandonato una parte di sé, e aveva paura di scoprire che cosa ne sarebbe stata di Liyue e di sè stesso senza Rex Lapis, soltanto restando Zhongli.

-Grazie. Sì, contava molto per me.-,confermò Zhongli, e pur sapendo che Childe in quel momento non poteva certo capire che cosa intendesse, si sentì confortato dalla sua stretta, e dal modo in cui le sue dita si intrecciarono saldamente alle proprie, mano a mano che camminavano fuori dalla piazza.

-Vuoi che venga a casa con te? O preferisci restare solo? Io..immagino che..-,provò a dire Childe, fermandosi in un angolo poco distante dal cuore della città, dove la folla si stava ancora agitado, e Ningguang, Keqing e Ganyu tentavano disperatamente di mantenere l'ordine.

-Cercherò di raccogliere un attimo i miei pensieri riguardo a questo avvenimento, e poi verrò io a cercarti.-,rispose Zhongli, cercando di rassicurarlo.

Non aveva mentito del tutto, anche se aveva anche altri motivi per chiedere a Childe di incontrarsi successivamente : aveva effettivamente bisogno di processare meglio le proprie emozioni, ma necessitava anche di parlare con Signora. Doveva parlare con la Fatui il prima possibile, per decidere il passo successivo del loro piano: quando e come consegnarle la propria Gnosis, e come concordare l'ultimo passo per assicurarsi che i propri cittadini fossero al sicuro.

-D'accordo, certo.-,asserì Childe, stringendo la sua mano un po' più forte per un istante.

-Grazie. Tornerò presto.-, gli promise Zhongli, prima di prendergli il viso tra le mani, posando la fronte contro alla sua.

Baciarlo fu un gesto che gli venne spontaneo, come era stato tante altre volte durante la loro relazione. Quella volta, però, lo abbracciò un po' più forte, prima di premere con dolcezza le labbra sulle sue, quasi avesse avuto inconsciamente paura di perderlo a breve.

Il futuro iniziava a fargli paura, non poteva negarlo più a sé stesso. Principalmente, perché temeva che Childe non ne avrebbe più fatto parte, quando avrebbe scoperto la verità.

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-Morax ha fatto tutto come aveva programmato?-

La voce di Nadja, la Tsaritsa, giunse alle orecchie di Signora come un soffice fruscio, non appena la evocò con il proprio cristallo.

Non era raro che Signora parlasse con la sua immagine proiettata, uno spettro illusorio che si presentava principalmente nel suo appartamento. Ma quel giorno in particolare, l'assenza di Nadja si percepiva con malinconia e preoccupazione, durante quella situazione così intricata. Signora avrebbe preferito che la Tsaritsa fosse lì con loro, in carne ed ossa, ma sapeva che non fosse possibile. Nadja era già impegnata a gestire il suo regno e tutti gli altri suoi emissari sparsi per Teyvat. 

-Sì. Lui e i suoi adepti hanno fatto in modo che, al suo posto, sulla città crollasse il fantoccio a forma di drago.-,rispose Signora, prontamente. 

Erano passate diverse settimane da quando aveva scoperto quale fosse la vera identità di Zhongli, l'impresario funebre che per tanto tempo aveva disprezzato.

A volte, tuttavia, non riusciva ancora a capacitarsi del fatto che fosse realmente Rex Lapis, o Morax, come lo chiamava Nadja. Era decisamente diverso dall'Archon di cui aveva sentito spesso parlare nelle leggende.

Non si era aspettata che fosse così partecipativo nella vita della città, e, soprattutto, così incline a legarsi e preoccuparsi per altre persone. Le sembrava ancora assurdo il suo attaccamento nei confronti di Tartaglia, e non poteva smettere di preoccuparsi per la loro relazione, soprattutto considerato il ruolo che avrebbe dovuto assumere secondo la profezia di Nadja. 

Eppure, Nadja l'aveva rassicurata innumerevoli volte, dicendole che stava tutto procedendo secondo le giuste linee previste dal suo futuro.

-Morax e le sue strategie...certe volte non cessano proprio di stupirmi. Architettare una falsa morte non è da tutti.-,commentò Nadja, una piccola risata ad aleggiarle sulle labbra.

Signora non poté fare a meno di domandarsi, mentre osservava il suo sorriso, perché la Tsaritsa continuasse ad avere una reputazione tanto temibile in giro per Teyvat. A volte era scherzosa e sorridente al punto tale da lasciare spiazzati persino i suoi sudditi, specialmente quando sembrava non perdere mai la sua tempra, neppure nei momenti peggiori.

-E in che condizioni è la capitale, adesso?-,domandò Nadja, le dita strette a una tazza di thé, da cui prese un sorso. Doveva proprio essere un vizio degli Archon, pensò Signora tra sé e sé, ora che aveva conosciuto Zhongli e la sua mania di bere thé in continuazione. Forse lo facevano per tenersi in piedi dopo tutti quei secoli di sforzo.

-Oserei dire drammatiche, Maestà. Ci sono cittadini che gridano e piangono dappertutto, e dubito che i membri del Qixing abbiano organizzato un buon piano per gestire una simile tragedia.-,rispose Signora, senza girarci troppo intorno. -Morax aveva predetto correttamente che Liyue, senza di lui, sarebbe sprofondata nel panico. Non so come i suoi abitanti possano gestirsi, adesso.-

Non era il tipo di persona che girava intorno ai concetti o indorava la pillola, specialmente dopo ciò che le era accaduto cinquecento anni prima, alleandosi con i Fatui. Era consapevole di essere spesso diretta, schietta e al limite dell'indelicato, ma preferiva essere onesta, specialmente con la Dea a cui aveva giurato lealtà.

-Immaginavo. Liyue è stata cullata dal suo Archon per tanto tempo. Ora è come un bambino in fasce, abbadonato sul ciglio della strada.-,osservò Nadja, con una certa malinconia, gli occhi azzurro ghiaccio velati da un'aura pensierosa. -E' come se io abbandonassi Snezhnaya da un momento all'altro.-

-Pensi che Morax rinuncerà a darci la Gnosis e vorrà tornare sui suoi passi?-,domandò Signora, pensierosa. Dubitava fortemente che l'Archon prendesse una scelta simile, in luce a ciò che aveva scoperto sull'attacco imminente da parte di Khaenriah, ma forse il panico aveva preso il sopravvento su di lui.

-Ne dubito. Deve soltanto assicurarsi che Liyue possa sopravvivere senza di lui. E imparare a lasciarla andare. Non preoccuparti di questo, mia cara Rosalyne.-,rispose Nadja, chiamandola con il suo vero nome, un nome che Signora non sentiva più pronunciare da tempo, e che ogni volta era quasi alienante riascoltare.

Rosalyne era una persona ormai scomparsa da tempo e che Signora dubitava che potesse tornare, anche se Nadja continuava a insistere che risedesse ancora dentro di lei, e che aspettasse la fine della guerra per tornare ad emergere. Rosalyne era la fanciulla speranzosa, intelligente e gioiosa che era vissuta a Monstadt cinquecento anni prima, prima di diventare Signora e venire arruolata dai Fatui. Rosalyne era capace di provare dei sentimenti sinceri, di ridere e di scherzare.

Quando Nadja la chiamava a quel modo, solitamente, era per rammentarle quanto tenesse a lei,per rassicurarla o per mostrarle fiducia. E Signora glielo permetteva come rara eccezione, nutrendo per la sua Dea un grande rispetto. Erano passati ormai diversi anni da quando i suoi sentimenti si erano offuscati a causa del patto che aveva stretto con i Fatui, con un pericoloso incantesimo, ma riusciva comunque a percepire una certa rassicurazione, quando seguiva le parole della Tsaritsa.

Nadja le sorrise con un certo affetto, prima di aggiungere. -Morax dovrebbe arrivare da te a breve, per discutere della questione. Va a controllare alla porta.-

La Tsaritsa non fece quasi in tempo a finire la frase che Signora sentì bussare contro al legno, e si alzò immediatamente dalla sedia. Ormai non si sorprendeva più delle predizioni del futuro di Nadja, che riguardassero l'immediato istante che seguiva un azione o diversi anni successivi. La capacità della sua Archon era innegabile e quasi sempre precisa. 

-Sono Zhongli. Posso entrare?-,domandò Zhongli, fuori dalla porta.

Dopo aver parlato con lui in quella stanza per la prima volta, insieme alla Tsaritsa, Signora aveva rassicurato i dipendenti dell'hotel che Zhongli non fosse un elemento pericoloso, permettendogli l'accesso all'interno del palazzo.

-Prego.-,rispose Signora, con il tono formale e distaccato che utilizzava normalmente nei suoi confronti.

Lei e Zhongli si erano ritrovati spesso a parlare di piani e affari politici, negli ultimi tempi, ma di certo non lo considerava un amico. Non che considerasse tale qualcuno da tanto tempo, in realtà.

Zhongli era una persona con cui doveva lavorare e di cui aveva iniziato ad ammirare l'etica e l'attenzione, ma non per questo intendeva dargli troppa confidenza. A volte era ancora tremendamente irritata dal modo in cui Zhongli si era preso gioco di lei quando l'aveva sgridato per la sua condotta di Childe,ma cercava di passarci sopra semplicemente per non dare problemi a Nadja.

Avevano stretto degli accordi con lui, accordi che avevano decisamente semplificato la situazione. Non dover sconfiggere una divinità potente come Zhongli era un gran vantaggio. Cercare di mantenere un rapporto professionale era il minimo che potesse fare per la Tsaritsa.

-Grazie. Buongiorno, Signora. E ciao,Nadja!-,salutò Zhongli, non appena Signora gli aprì la porta.

Nadja si aprì immediatamente in un sorriso, sollevando appena la tazza di thé in un cenno allegro. Sembrava quasi che fosse realmente seduta lì tra di loro, al posto di essere, probabilmente, su una poltrona dei uno dei suoi salotti privati a Shezhnaya. Lei e Morax erano buoni amici da diversi secoli, e molto spesso lo dimostravano anche soltanto dal modo in cui interagivano,con semplicità e espressioni sinceramente allegre.

-Morax! Signora mi stava aggiornando su cosa è successo.-,disse subito Nadja, senza girarci troppo intorno: le sue illusioni non duravano certo in eterno, e richiedevano una discreta quantità di energia per essere mantenute, sia da lei che da Signora. -Mi dispiace che i tuoi abitanti siano rimasti così turbati. Che cosa ne pensi, allora? Sei comunque pronto a lasciarci la tua Gnosis?-

-Lasciarvi la mia Gnosis è una scelta di cui sono già sicuro. Ma mentirei, se dicessi che mi sento tranquillo. Vedendo come il mio popolo si sta comportando in seguito alla mia presunta morte, non posso fare a meno di pensare che non saranno uniti sotto a un unico governo, o che, di fronte a una grande minaccia o calamità, non saranno pronti a gestirsi.-,ammise Zhongli, con tono pensieroso, dando modo di aver riflettuto a lungo su quella situazione. 

-Mi fido del Qixing, è un organo che funziona da millenni. E mi fido di Ningguang, Keqing e Ganyu al governo di Liyue. Ho solo paura che i loro sforzi non possano sostenere tutta una nazione.-,ammise l'Archon, con un lieve sospiro. -Sono pur sempre degli esseri umani, e io sto pretendendo che combattano qualcosa di molto più grande di loro. Quindi, non ho scelta. Devo assicurarmi che ce la facciano, mettendoli davanti a qualcosa di estremamente pericoloso.-

-Hai pensato a come fare?-,domandò Nadja. -Avevi proposto di evocare il mostro marino Osial,al momento sigillato nelle profondità dell'oceano, giusto?-

-Precisamente. E di intervenire in caso in cui gli umani non riuscissero a reggere il suo attacco.-,confermò Zhongli, aggrottando la fronte. -Volevo evitare di arrivare a tal punto, e di costringere il vostro esercito a evocare Osial. Ma temo di non avere scelta. Non ho altro modo di capire se sono pronti o meno.-

-E nel caso non lo fossero, dovrai scegliere presto un nuovo Archon.-,dedusse Nadja, annuendo piano. -D'accordo, comunque. Domani, Signora darà ordine ai Fatui di recarsi nel luogo in cui hai sigillato Osial, e di rompere il tuo sigillo. Tu veglierai sulla città da lontano, attento a intervenire.-

-Già. Darò ora a Signora tutte le indicazioni su come rompere il sigillo.-,confermò Zhongli. -Naturalmente, noi tre siamo gli unici a conoscenza di questo piano.-

-Sì. Anche questo è un dettaglio di fondamentale importanza, specialmente per non intaccare il destino che ho predetto.-,insistette Nadja.

Zhongli non era a conoscenza di quale fosse il destino che Nadja teneva tanto a preservare,ma Signora lo era anche fin troppo. Glielo si rammentava di continuo, da quando avevano rintracciato Childe, scoprendo esattamente che faccia avesse, da dove venisse e come potessero rintracciarlo.

Ajax di Morepesok, all'epoca quattordicenne, a prima vista sarebbe potuto sembrare un qualsiasi adolescente che viveva nelle campagne di Snezhnaya. Figlio di un pescatore e avventuriero, figlio di una numerosa famiglia, con una passione sfrenata per il teatro e per i combattimenti. Eppure, il suo destino serbava per lui un compito così grande che, soltanto a sentirlo, Signora era rabbrividita da capo a piedi. Venendo a scoprire da Nadja la verità, era rimasta, per la prima volta dopo tanti anni, sconvolta.

Dopo essere stato inghiottito dalle profondità dell'abisso ed essere sopravvissuto, era diventato uno di loro,iniziando il cammino che un giorno l'avrebbe portato al traguardo previsto da Nadja.

E spesso, quando vedeva Childe comportarsi in maniera spensierata, spericolata e al limite dell'incosciente, non poteva fare a meno di domandarsi come fosse possibile che fosse proprio lui, e se davvero meritasse ciò che Nadja aveva predetto.

Se Signora fosse stata ancora Rosalyne, forse non avrebbe avuto un pensiero così egoista, sospettoso e scettico. Ma ormai, spesso, i suoi pensieri erano razionali, duri e freddi come lastre di ghiaccio, in cui i sentimenti non riuscivano a trapassare.  Forse, cinquecento anni prima, avrebbe preso a cuore quel giovane uomo che aveva visto cresce da quando si era arruolato, tanto spericolato quanto determinato e leale, tifando perlui. Ma la sé stessa di cinquecento anni prima, purtroppo, non c'era più.

-Quindi, anche Childe non deve sapere niente. Parteciperà all'evocazione di Osial, come gli altri Fatui. E finirà per scoprire tutto dopo.-,realizzò Zhongli, la delusione malcelata sul suo volto. Teneva così tanto a Childe, in maniera così palese, che Signora a volte era grata di non riuscire più a sentire la compassione come a un tempo.  

Già guardando Childe e Zhongli insieme, ogni volta, non poteva fare a meno di ripensare al suo amato Rostam, e ai giorni in cui camminavano insieme per le strade di Monstadt, fianco a fianco, ridendo e stringendosi la mano. Lo stesso Rostam che aveva perduto, e per cui si era estirpata via i sentimenti come spine velenose dall'anima, pur di liberarsi dalla nostaglia che l'aveva corrotta come un veleno.

-Non si farà del male, vero?-,domandò subito dopo, con apprensione.

-No, assolutamente no. E anche a me dispiace mentirgli. Ma è l'unico modo, purtroppo.-,disse Nadja, con tono comprensivo, prima di tentare di rassicurarlo, come era solita fare, prima che il suo spettro svanisse. -Un giorno, però, mi ringrazierai per questo, caro amico.-

*******

-Così, il contratto è quasi finito. Presto partirò anche io con voi a Snezhnaya, e non dovremmo più incontrarci in segreto.-,disse Zhongli a Signora, prima di uscire dalla stanza. -E' stato un piacere trattare più pacificamente, negli ultimi tempi. Non trovi anche tu?-

Signora sollevò lo sguardo su di lui con una certa indifferenza, perplessa dal suo tentativo di essere amichevole.

Zhongli, Morax, Rex Lapis, o qualunque fosse il suo nome, doveva essere soltanto un collega. Perchè tentava di esserle amico, dopo tutte le volte che gli aveva risposto seccamente?

Ripensò alle parole di Nadja quando lo descriveva, parlando di lui come una divinità eccentrica e generosa, che si incaponiva spesso nel comprendere e salvare chiunque.

Adesso comprendeva che cosa intendesse la sua Archon, ma non per questo voleva piegarsi alle intenzioni di Zhongli. Non voleva redenzione, non voleva compassione, non voleva affetto. Voleva soltanto continuare a sentirsi a quel modo, libera dal dolore e da qualsiasi legame che la facesse soffrire. Era da anni che se lo ripeteva. Il massimo a cui poteva aspirare era la lealtà alla Tsaritsa, uno dei pochi sentimenti che la faceva sentire viva e serena al tempo stesso.

-Ho solo seguito gli ordini di sua Maestà la Tsaritsa. Non ti trovo comunque una persona simpatica, né tantomeno ho intenzione di esserti amica.-,ribatté, seccamente.

-Lo so.-,rispose Zhongli, senza scomporsi. Sulle sue labbra si dipinse un sorriso vagamente divertito, che irritò ancora di più Signora, prima di farsi più serio. -Me l'hai detto più volte. Ma volevo domandarti una cosa, prima di andare via. Anzi, due cose.-

-Che cosa?-,si insospettì Signora, inevitabilmente.

-Tu sei  Rosalyne-Kruzchka Lohefalter, non è vero?-,domandò Zhongli, facendola trasalire. -Mi sembravi avere un'aria familiare.-

Signora fece del proprio meglio per apparire indifferente al suono di quel nome che un tempo le era appartenuto, e che non comprendeva come fosse arrivato alle orecchie di Zhongli.

-Da chi lo hai saputo?-,domandò, senza tentare di negarlo. Non si vergognava di quel nome, semplicemente non lo sentiva più come proprio, e non capiva perché qualcuno che non la conosceva dovesse utilizzarlo.

-Da Venti, Barbatos, l'Archon di Monstadt. Ti ha riconosciuta, anche se dice che sei cambiata molto.-,osservò Zhongli, e Signora riconobbe quello che aveva temuto di vedere nel suo sguardo: una fastidiosa compassione. -Come hai conosciuto Nadja? Perché sei diventata una Fatui?-

-Che cosa sai di me? Del mio passato?-,chiese Signora, freddamente. Voleva capire fino a che punto Zhongli conosceva la verità. 

-So che cinquecento anni fa, eri conosciuta nel regno di Monstadt per la tua voce melodiosa, per il tuo grande intelletto e per la tua vision pyro. Avevi un fidanzato di nome Rostam, e tutti si ricordano quanto vi amavate.-,disse Zhongli, facendola trasalire. -Un giorno,però, tu ti iscrivetti all'accademia di Sumeru, e partisti per un lungo soggiorno. Al tuo ritorno, scopristi che Rostam era caduto in guerra.Nella battaglia a Khaenriah, quando gli dei superiori di Celestia attaccarono e punirono quel luogo.

-E'tutto corretto.-, confermò Signora, con le labbra strette in una piega nervosa.

Anche se aveva cercato in ogni modo di cancellare quei ricordi, erano rimasti per troppo tempo impressi nella sua memoria, come pericolosi sigilli ardenti.

Rircordò il giorno in cui Rostam gli strinse le mani e vi posò una clessidra, sorridendole con dolcezza.

"Conta quanto tempo passeremo separati. Ci rivedremo prima che la sabbia finisca di cadere dall'altra parte della clessidra", le aveva promesso il suo fidanzato, prima di stringerla forte, in un abbraccio che era diventato immortale nella sua memoria, una sensazione di piacevole rassicurazione che era stata però destinata a spezzarsi. Quando era tornata a Mondstat, aveva ricevuto l'orribile notizia della sua uccisione e si era consumata per la disperazione.

-E poi, quando hai scoperto che cos'era successo, hai sofferto molto.-,proseguì Zhongli, con tono malinconico e comprensivo. -Così, il tuo controllo sul tuo stesso elemento, il pyro, è andato fuori controllo. Bruciavi, ardevi e soffrivi, e la tua magia divenne pericolosa. Iniziarono a chiamarti "La Crimson Witch", anche se non facevi male a nessuno, se non ai mostri. Da quel giorno, la società ti isolò ingiustamente.-

-Mi sorprende sapere che Barbatos conoscesse così bene la mia storia. Devo essere diventata una leggenda molto popolare, a Monstadt.-,disse Signora, sforzandosi di stringere le labbra in un sorriso privo di gioia. -Ma ti manca qualche pezzo. Mi hai chiesto perché mi sono alleata con Nadja. Ti risponderò subito: Nadja può capirmi. Ha sofferto anche lei nella stessa battaglia che mi ha portato via Rostam. E vuole vendicarsi contro quei mostri. Contro coloro che hanno ucciso la persona più importante che avevo.-,proseguì,sentendo per un istante la propria voce tremare.

Cos'era quella sensazione? Collera, rabbia o dolore? Non sapeva più distinguerle tra di loro, ormai.

-Un giorno, arrivò da me uno dei Fatui, Pierrot. Mi offrì di liberarmi dalle fiamme che mi divoravano, offrendomi in cambio di diventare quello che sono ora: una persona con una vision artificiale di cryo, con un ghiaccio dentro di me talmente potente da spegnere ogni dolore,ogni sentimento.-,dichiarò Signora, ripensando alle parole che Pierrot le aveva detto, quando le aveva proposto di arruolarsi. 

"Sostieni di non avere più lacrime da piangere, né sangue da versare, poichè ormai ti sei riempita di fuoco. Il motivo per cui ho seguito la scia di fumo e ti ho rintracciato è che desidero stringere un patto con te.", le aveva promesso, e lei aveva colto subito la palla al balzo. 

Non era bastato soffrire la perdita di Rostam? Non era bastato piangere il suo lutto? Perché doveva anche continuare a bruciare in eterno? Avrebbe decisamente preferito diventare un Fatui. 

-Nadja e gli altri Fatui mi hanno salvato. Da allora,tutto ciò che sento è ovattato. Pietà, sofferenza, comprensione..mi arriva tutto solo a ondate, come se una lastra di vetro mi proteggesse.-,affermò Signora, con sicurezza. Rammentava anche le parole con cui aveva accettato l'offerta di Pierrot, tracciando quel nuovo cammino di vita.

"Accetto. Lascia che il ghiaccio prenda il posto del mio passato cancellato e spenga queste fiamme eterne. Lascia che l'oscurità della corruzione, il dolore del mondo e il peccato degli umani siano tutti purificati dal ghiaccio silenzioso."

-E sei felice, adesso, in questo modo?- domandò Zhongli, con una certa apprensione.

-Sono in pace, Morax. Conta questo. Sono uno strumento che sostiene una causa e non porta più il fardello dei legami.-,rispose Signora. -Nadja sostiene che, quando avremmo sconfitto gli dei di Celestia, io potrò tornare normale. Potrò smettere di bruciare anche senza sentire questo ghiaccio eterno. I Fatui saranno liberati dalle loro vision artificiali, e io potrò tornare Rosalyne. Ma non so se è quello che voglio.-

-Perdere qualcuno è molto doloroso e difficile. Questo posso capirlo bene. Ma mi dispiace che tu debba rinunciare anche ai sentimenti positivi, pur di eliminare quelli negativi.-,disse Zhongli, sorprendendola. -Ti auguro che succeda quello che dice Nadja. Ti auguro di scoprire da sola che come desideri continuare a vivere, quando avrai modo di comprendere meglio che cosa vuoi.-

Signora, di fronte a quelle affermazioni, non poté fare altro che tacere.

Non sapeva se Zhongli avesse ragione o torto: e se non fosse più stata capace di provare sentimenti positivi, anche dopo che avrebbe perso il ghiaccio che ormai le soffocava l'anima? Meritava di essere felice anche senza Rostam? Non era ingiusto nei suoi confronti andare avanti senza di lui, gioire senza di lui?

Quello e tanti altri dubbi la tormentavano, ma non li avrebbe posti in quel momento, non davanti a Zhongli, che conosceva così poco.

-Qual era la tua seconda domanda?-,gli chiese invece, per cambiare argomento.

-Perché te la prendi così spesso con Childe? Qualcosa di lui non ti va a genio?-,domandò Zhongli, per una volta senza tracce di accuse.

-So a cosa sta andando incontro, e a volte mi sembra che prenda tutto con leggerezza. Il suo essere un Fatui, la sua carica, la sua vita in generale. Scherza in continuazione, e non capisco perché lo faccia, se si tratta di superficialità o altro.-

-Ci sono tante caratteristiche delle persone che non conosciamo, frammenti del loro passato che li rendono ciò che sono. Quello che vedi di una persona e dei suoi atteggiamenti non è altro che la parte superiore di un oceano profondo, che nasconde abissi e oscurità. Le increspature restano sotto allo strato superficiale, e in alto vediamo soltanto la parte più luminosa, baciata dal sole.-,rispose Zhongli, poco prima di lasciare la stanza, portando le dita alla maniglia. Il suo volto per un istante si rattristò, prima che sorridesse.

-Questo vale anche per Childe, e per i motivi per cui scherza. Lo stesso ragionamento si può applicare anche a te, quando ci si domanda: perché è così scostante? Perché è distante da tutti, e così diffidente? In ogni caso, ti auguro di ritrovare te stessa, chiunque tu decida di essere. Ci vediamo, Signora.-

Signora avrebbe voluto rispondere qualcosa di sensato, ma in quel momento non ne fu capace.

Una parte di lei, tuttavia, le suggerì che probabilmente avrebbe dovuto ringraziarlo per aver almeno tentato di comprenderla.

Forse un giorno gli avrebbe detto grazie sul serio, quando avrebbe compreso totalmente le sue parole.

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NOTE DELL'AUTORE

Buonasera a tutti!! E grazie di aver atteso con pazienza l'aggiornamento. Questo capitolo è più lungo degli altri perché comprende una scena a cui tenevo molto, ovvero quella con il POV di Signora. Sigora è stata una delle antagoniste della mia storia, ma ho sempre voluto darle una profondità e svelare qualcosa di più del suo passato. Mano a mano che scrivevo, la Mihoyo ha rivelato delle informazioni canon su di lei, e non ho potuto che esserne felicissimo e ricamarci sopra. Spero di averla resa in maniera credibile: non è un personaggio semplice, considerato il blocco che le impedisce di essere di nuvoo sè stessa e il profondo dolore che ha provato.

sPERO CHE STIATE BENE <33 e siete pronti per i banner futuri??? io prenderò Ganyu **

PS:

Vi riporto qui il discorso tra Signora e Pierrot, il primo Fatui:

Pierrot:
"Mi sbalordisci. Hai un corpo umano, eppure hai un tale potere dentro di te.
 Sostieni di non avere più lacrime da piangere, né sangue da versare, ma sicuramente è perché ti sei riempito di fuoco.
Anche se il tuo corpo è stato a lungo coperto di cicatrici, le fiamme feroci sono tutto ciò che ora può fluire, come ferro fuso, dai tuoi occhi e dalle tue ferite.

Ma sembra che siamo andati fuori tema. Il motivo per cui ho seguito la scia di fumo e ti ho rintracciato è che desidero stringere un patto con te.Lascia che le fiamme che ora ti divorano si spengano per grazia di Sua Maestà.Che ne dici?"

Il primo Fatui diede potere a una giovane donna in cui la fiamma della vita era quasi morta,E nella sua immaginazione selvaggia, vide la linea che si trovava tra il passato corrotto e un futuro inossidabile...

Signora:

"Capisco. Allora lascia che il ghiaccio glaciale prenda il posto del mio passato cancellato e spenga queste fiamme eterne.
Lascia che l'oscurità della corruzione, il dolore del mondo, e il peccato che portano gli umani, siano tutti purificati dal ghiaccio silenzioso."

Ma nonostante questo, una pura fiamma bianca ha continuato ad ardere nel suo cuore...

"Condividiamo lo stesso obiettivo, tu, la tua Tsaritsa e io.Pulisci le fonti di distorsione in questo mondo: divinità miopi e ignoranti e l'oscurità e la corruzione dell'Abisso.Bene. Farò tutto il necessario per diventare uno strumento efficace per il progresso della nostra causa comune."



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