24: An old friend
(disclaimer: Come per il capitolo precedente, se vi danno problemi i contenuti leggermente più espliciti, sentitevi pure liberi di saltare il secondo paragrafo (li separo con degli asterischi) e passare direttamente al terzo ^^ )
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-Scusa, ti ho rovinato tutto il divano.-, mormorò Childe, le unghie ancora affondate nella sua pelle, gli occhi socchiusi e il mento posato sulla sua spalla. Il suo respiro era ancora affannato e la sua espressione ancora stravolta dalla soddisfazione, non poté fare a meno di notare Zhongli, quando gli prese il viso tra le mani per posargli un bacio sulle labbra, prima di abbandonarsi a una lieve risata.
-Non preoccuparti. Penso che ne sia valsa la pena.- osservò Zhongli, con una malizia che fino a non troppi minuti prima non sapeva neppure di possedere. Era successo tutto così all'improvviso da farlo sentire ancora scombussolato, ma tutt'altro che pentito. Nonostante i muscoli indolenziti e i graffi che ancora gli bruciavano sulla schiena, si sentiva ancora fremere a causa del piacere intenso che aveva provato. Tra le braccia di Childe, gli sembrava di stare al sicuro come non si sentiva da tempo, realizzò, chiudendo gli occhi per un istante.
Di certo non si era aspettato che le cose prendessero quella piega, quando aveva deciso di confessargli i propri sentimenti, ma non appena Childe lo aveva baciato, non era riuscito a trattenersi: gli era sembrato naturale abbandonarsi alle sue attenzioni e cercare di sentirlo sempre più vicino, fino a quando non aveva sentito il bisogno di appartenergli con ogni fibra di sé stesso.
Gli passó le dita tra le ciocche ormai spettinate dei suoi capelli, osservandolo con lo sguardo velato di affetto, e non poté fare a meno di ripensare a quando gli aveva detto di sentirsi suo, ormai da tanto tempo. Poteva un Dio appartenere davvero a qualcuno, a un umano? Zhongli aveva cercato più volte di negarlo a sé stesso, di ricordarsi quale fosse la propria natura, di rammentare che un buon Dio doveva semplicemente vegliare sugli umani, senza realmente immischiarsi nelle loro faccende, senza legarsi a loro, faticando persino a stringerci un'amicizia.
Eppure, con Childe era avvenuto tutto prima che se ne rendesse conto, e, paradossalmente, si era sentito amato per chi fosse realmente, per i propri pensieri e i propri interessi, nonostante Childe fosse il primo a non conoscere la sua reale identità.
Forse sentirsi umani, vivere come umani, comprendeva anche sentirsi a quel modo di fianco a qualcuno, e il pensiero che quel qualcuno fosse Childe lo rendeva estremamente felice.
-Beh, grazie. Ne sono lusingato. Molto gentile.- rispose Childe, sfoderando a sua volta un sorriso orgoglioso, mentre gli accarezzava lentamente un fianco, con aria rilassata. I suoi gesti si erano fatti più delicati, una volta che si era sfogato, e adesso sembrava quasi un'altra persona, rispetto a quella che poco prima l'aveva stretto e si era mosso con così tanta impazienza. In cuor suo, Zhongli si era reso conto di amare entrambe quelle sue versioni così diverse, così come apprezzava sia il suo lato più combattivo che quello più paziente.
-Hm. La prossima volta, ti restituirò il favore. Sempre che tu voglia.- replicò Zhongli, con un accenno di divertimento, approfittando di quell'istante in cui erano ancora stretti l'uno all'altro per azzardare dei discorsi più diretti. Non poteva certo dire di essersi ancora abituato al modo in cui il proprio corpo, ormai del tutto simile a quello di un umano, avesse reagito in risposta ai sentimenti che provava e alle attenzioni di Childe, ma ciò di cui era certo era che fosse felice di poter sperimentare quelle nuove sensazioni. Intrecciando le dita a quelle di Childe, per un istante si ritrovò inevitabilmente attratto dall'idea di poterlo far sentire esattamente come si era sentito lui, di renderlo suo e di farlo cedere a sua volta, ribaltandolo sotto di sé.
-Pensi già alla prossima volta?- lo prese in giro Childe, ridendo piano, prima di posargli un bacio sulla tempia. -Non ti facevo così esigente, pensavo di essere io il pervertito, qui.-
-Forse sto imparando da te.- gli resse il gioco Zhongli, facendolo ridere di nuovo, e sentire meglio su come potessero già scherzare su un argomento del genere.
-Comunque, certo che mi va, anche se dovrai guadagnartelo.- mormorò Childe, malizioso, e posandogli un ultimo bacio sulle labbra, prima di arrendersi a separarsi da lui, lasciandogli percepire una sgradevole mancanza, a cui Zhongli cercò di compensare con un abbraccio più stretto, trattenendo appena il respiro per abituarsi a quel brusco cambiamento.
-Non sono riuscito a trattenermi, prima.- ammise Childe, una volta che si risistemò accanto a lui, con le gambe intrecciate alle sue. Lasciò poi scorrere pigramente le dita tra i capelli ormai sciolti di Zhongli, ciocche nere come l'inchiostro che gli ricadevano morbidamente sulle spalle scoperte.
-Nemmeno io ci sono riuscito. E va bene così. L'unica cosa di cui devi scusarti è di non aver pensato alle tue ferite. Forse dovevi stare più a riposo.- osservò Zhongli, con un accenno di apprensione, facendo attenzione a dirigere le proprie carezze ben lontane dai suoi bendaggi, dov'era stato ferito fin troppo duramente.
-Hm, il livello di seratonina ottenuto però ha compensato il dolore.- scherzò Childe, lasciando che Zhongli si appoggiasse meglio contro di sé, gli occhi ormai socchiusi a causa del piacevole torpore in cui stava scivolando, prima di cercare il suo sguardo, leggermente malinconico. -Ti ho fatto davvero preoccupare, eh?-
-Già. Ho apprezzato il tuo gesto nei confronti di Xiao, ma la prossima volta, chiedimi aiuto prima.- rispose Zhongli, senza alcun tono di accusa, gentilmente, sistemandosi contro alla sua spalla non ferita. -Ho avuto così tanta paura di perderti. Ma sono felice di averti qui, adesso.-
-Me lo ricorderò.- promise Childe, e dall'espressione seria che assunse, Zhongli comprese quanto lo intendesse veramente, sentendosi più rassicurato, mentre avvertì la presa del suo braccio farsi più forte. -Anche io. Non riesco ancora a crederci.-
-Devo portarti a dormire, mi sa: ti vedo stanco.- disse Zhongli dopo qualche istante di placido silenzio, in cui le dita di Childe si erano aggrappate più strette alle proprie, sforzandosi di iniziare a considerare l'idea di alzarsi e cercare un posto più comodo dove stendersi, probabilmente nella sua camera. -A cosa non riesci a credere, comunque?- aggiunse, mentre sosteneva Childe per un fianco, aiutandolo a rimettersi seduto.
-Al fatto che..- gli occhi di Childe erano fissi sui propri, mentre allungò una mano sul suo volto, sfiorandogli lo zigomo con il pollice, prima di sbuffare leggermente, divertito. -..non so esprimermi come vorrei, faccio un po' schifo in queste cose. Ma ecco, non riesco ancora credere al fatto che tu provi lo stesso, per una persona come me.-
-Te l'ho detto prima e te lo ripeterò, Ajax.- ribadì Zhongli, portando una mano a posarsi sulla sua, lo sguardo inevitabilmente più ammorbidito. Ormai era al corrente di ciò che Childe pensava realmente di sé stesso, quando non indossava più la maschera da Fatui. Ma tutto ciò che lui riusciva a vedere, in quel momento, era uno splendido umano che aveva seguito i propri ideali e cercato di fare del suo meglio, persino in una situazione del genere. -Per me, tu sei una persona incredibile.- ammise, vedendo finalmente quale fosse la reazione di Childe di fronte a quelle esatte parole, quando i suoi occhi si velarono di commozione e incredulità.
-Le mie giornate sono totalmente cambiate, da quando ti conosco. Adesso, mi viene naturale aspettarti per pranzo, o pensare di vederti e trovare un modo di trascorrere il nostro tempo.- aggiunse Zhongli, sentendo il bisogno di esprimere meglio a parole ciò che prima, in preda dall'enfasi dei gesti, non era riuscito a dirgli. -Mi sono reso conto, un po' per volta, di pensare a te di continuo. Continuavo a immaginare i nostri itinerari, a cosa potesse renderti felice. E ho realizzato che con te posso parlare di tanti argomenti diversi per ore, senza voler mai smettere.- sorrise lievemente. -Vorrei solo continuare a essere felice con te, e di renderti felice a mia volta.-
-Beh, cosa posso dirti? Hai dei gusti veramente strani, ma mi ritengo piuttosto fortunato.- rispose Childe, con una piccola risata, nonostante l'incredulità fosse ancora ben visibile sul suo volto, e Zhongli lo conoscesse abbastanza bene da sapere di averlo messo piacevolmente in imbarazzo.
Smise di sorridere soltanto qualche istante dopo, quando aggiunse, il tono determinato di quando era pronto a compiere una battaglia.
-E ti prometto di realizzare il tuo desiderio. Ti renderò felice.-, affermò Childe, prima di allunare le dita per stringergli i capelli e attirarlo a sé, catturando le sue labbra in un bacio capace di trasmettergli tutta la sua gratitudine: gratitudine per essere sopravvissuto, per essere stato aiutato, per aver chiarito i naturali dubbi che erano sorti a causa delle loro due diverse fazioni.
Mentre Zhongli gli avvolse le braccia al collo e lo strinse più forte, perdendosi, ancora una volta, nella morbidezza confortante delle sue labbra, non poté fare a meno di chiudere gli occhi, quasi avesse voluto cristallizzare quel momento per sempre. Le lanterne intorno a loro erano ancora più luminose, ora che la notte era ormai calata e la temperatura si era abbassata, rendendo ancora più piacevole il contatto con la pelle ancora scoperta di Childe, ancora bollente, contro la propria.
Qualunque parte di sé priva di senso logico e razionale gli aveva ormai suggerito da tempo di staccarsi da quei sentimenti, sentimenti pericolosi da coltivare nei confronti di un umano, o, ancora peggio, di Fatui, o, ancora peggio, di Harbinger in persona.
Ma dopo secoli immerso nel calcolo preciso, nei sensi di colpa e nella responsabilità che si era autoimposto, nel naturale distacco che aveva dovuto mantenere nei confronti degli esseri umani, era inaspettatamente piacevole sentirsi uno di loro. Forse, dopo il lungo sforzo che aveva impiegato per proteggerli, si meritava di avere in comune con loro anche i sentimenti e la felicità, oltre che le paure e le preoccupazioni.
*****
Il sole del mattino illuminò la camera di Zhongli attraverso i suoi raggi, sottili fenditure di luce filtrate da tende dorate e vetri azzurri. Childe aprì gli occhi con una certa fatica, avvertendo immediatamente la presa confortante di Zhongli su di sé, intravedendo il suo volto ancora addormentato e il suo braccio avvolto intorno ai propri fianchi, dove le coperte gli erano scivolate via di dosso.
I muscoli della schiena gli dolevano ancora per lo sforzo, e le ferite sul petto erano tornate a bruciargli, notò con un certo disappunto; tuttavia, la vicinanza dell'altro uomo lo distrasse nel giro di pochi secondi, mentre cercava di alzarsi senza destarlo. Nessuno dei due si era preso la briga di rivestirsi, la notte precedente, quando si erano addormentati stanchi e soddisfatti l'uno tra le braccia dell'altro.
Adesso che però si era risvegliato con le gambe di Zhongli ancora intrecciate alle proprie, non era certo rimasto indifferente a quel contatto. Sospirando appena, si stropicciò gli occhi e si mise seduto, cercando di non muoversi troppo bruscamente. Probabilmente, la soluzione migliore sarebbe stata fiondarsi sotto una doccia ghiacciata e cercare di rinfrescare i propri pensieri, possibilmente sostituendoli con alcuni che non fossero in grado di scombussolarlo a quel modo.
-Childe, va tutto bene?- gli domandò Zhongli, aprendo leggermente gli occhi, probabilmente dopo aver notato il suo spostamento. Childe cercò di guardarlo soltanto in volto, evitando deliberatamente di spostare lo sguardo sulle lenzuola che gli erano scivolate di dosso, affrettandosi ad annuire. Non aveva mai visto Zhongli di prima mattina, con lo sguardo ancora assonnato, il trucco degli occhi ormai scomparso e i capelli scompigliati, ma non fu sorpreso di trovarlo ugualmente splendido.
-Oh, certo, tranquillo.- si sforzò di sorridere Childe, passandosi una mano tra i capelli. -Vado..a farmi una doccia! Mi serve giusto un attimo di sollievo.-, tagliò corto. Il fatto di essere svestito di fronte a Zhongli gli creava non poco imbarazzo, per quanto stesse cercando di comportarsi con disinvoltura. Era strano sentirsi a quel modo dopo essersi già mostrato così di fronte a lui, la notte precedente, ma non poteva farne a meno, ora che si trovava alla luce del giorno.
-Sicuro di riuscire a farla senza di me? Hai bisogno di una mano?- gli domandò Zhongli, gentilmente, cercando di guardarlo negli occhi a propria volta, mentre si metteva a sedere, affrettandosi a coprirsi con il lenzuolo ormai stropicciato.
Probabilmente, si rese conto soltanto in un secondo momento di quanto la sua frase potesse sembrare equivoca, soprattutto nel contesto in cui ci troviamo. Si schiarì appena la voce, prima di concentrarsi su un elastico per capelli che teneva sul comodino, cercando velocemente di raccogliere i lunghi capelli ancora spettinati. -Intendo..per le ferite. Per medicarle.- specificò, non riuscendo a nascondere la traccia di un sorriso, sistemandosi una ciocca dietro all'orecchio, probabilmente notando finalmente l'atteggiamento di Childe. -O per quello che preferisci. Insomma, a tua discrezione, considerata la condizione in cui mi sembri versare, e..-
-Zhongli.- non poté fare a meno di ridere Childe, prendendolo un istante per il polso, rivolgendogli uno sguardo a metà tra l'intenerito e il malizioso. Non poteva fare a meno di notare come l'uomo sembrasse vagare tra la confusione e la curiosità, oltre che apprezzare la sua onesta preoccupazione. -Io vado a fare la doccia, va bene? Se poi vuoi seguirmi anche tu, è a discrezione tua. Di certo non sarò io a mandarti fuori, anzi.-, disse, prima di chinarsi a lasciargli un bacio sulla fronte e avviarsi verso il bagno, sperando di non dover frugare troppo tra i suoi oggetti per trovare degli asciugamani puliti.
Gli sembrava ancora incredibile trovarsi a casa di Zhongli, tra quei mobili eleganti, quelle piante e quelle vetrinette dove esponeva fieramente i suoi rari reperti storici o manufatti, muovendosi tra quei corridoi come se li conoscesse da tempo.
Quando raggiunse la stanza, rimase piacevolmente colpito dalla bellezza delle piastrelle bianche e azzurre, dalle stampe raffiguranti il mare e dalla quantità di saponi e bottiglie di bagnoschiuma ordinatamente sistemate su uno scaffale di fianco alla doccia. Ma non fece neppure in tempo a cercare qualcosa con cui asciugarsi che sentì dei passi avvicinarsi dietro di sé e voltò il capo, notando la figura Zhongli avvicinarsi per posargli una mano sulla sua spalla.
-Scegli pure il bagnoschiuma che preferisci. Il mio preferito è quello con le foglie di thè, ma non voglio influenzare la tua opinione.- gli disse l'uomo, facendolo sorridere, mentre seguiva il suo sguardo che gli indicava la boccetta in questione, decidendosi ad afferrarla.
-Non avevo dubbi.- rispose Childe, divertito, prima di aprire la porta dello scompartimento della doccia. Lasciò passare anche Zhongli, abbandonandosi per un istante alle attenzioni premurose delle sue mani, che gli tolsero le bende con cautela, attente a non ferirlo ulteriormente, tamponando poi le sue ferite con del cotone imbevuto di disinfettante.
-Non preoccuparti, posso rifarti i bendaggi dopo. Vedrai che guarirai presto.- lo rassicurò Zhongli, facendogli provare una fitta di commozione, prima che si allungasse verso di lui, per posargli un bacio sulle labbra.
-Grazie. Premuroso come al solito, vedo.- osservò Childe, con occhi socchiusi, prima di allungare una mano ad aprire il getto dell'acqua, che cadde piacevolmente tiepida sulla loro pelle, facendolo sentire immediatamente rigenerato. Il profumo del sapone che Zhongli gli passò sulle spalle, tra i capelli e sulla schiena si diffuse nel giro di pochi istanti, mentre il vapore acqueo li avvolgeva e Childe scendeva a ricambiare i suoi gesti, fino a stringerlo per i fianchi, chiudendo gli occhi non appena Zhongli tornò a baciarlo più profondamente.
Forse avrebbe dovuto preoccuparsi di chiedergli che ore fossero, cosa dovessero fare quel giorno, o, ancora, di essere più cauto nei movimenti, considerato quanto si fosse fatto male la mattina precedente. Eppure, i suoi pensieri sembrarono farsi totalmente annebbiati, quando, diversi minuti dopo, Zhongli gli strinse le mani e lo fece voltare contro il vetro ormai appannato della doccia. A Childe sembrò quasi di essere rimasto senza fiato, quando l'altro lo avvolse tra le sue braccia e lasció scivolare una mano tra le sue cosce, lentamente, come per assicurarsi di assecondare la sua volontà.
-Hai ancora bisogno di sollievo, Ajax?- mormorò Zhongli al suo orecchio, facendolo inevitabilmente sorridere, mentre voltava il capo quel tanto che bastava per incrociare il suo sguardo.
-Certo. Vediamo se puoi fare qualcosa in proposito.- replicò Childe, malizioso.
Il tempo, in quel momento, divenne l'ultimo dei suoi problemi: avrebbe quasi voluto che gli istanti non finissero mai, che Zhongli restasse al suo fianco il più possibile e che continuasse a farlo sentire come mai si era sentito prima di allora, così felice da fargli credere di essere immerso in un sogno. Mentre Zhongli lo premette contro alla parete della doccia, una mano posata sulla propria schiena e l'altra a premurarsi di dargli piacere, Childe non poté fare a meno di chiudere gli occhi, desideroso di immergersi totalmente in quelle sensazioni, prima di lasciare che Zhongli lo facesse suo, ignorando ogni possibile accenno di dolore.
Non aveva mai sentito di appartenere a nessuno, prima di allora, in tutta la sua vita. Eppure, mano a mano che Zhongli si muoveva più in fretta, fino a fargli perdere il controllo e strappare il suono del suo nome dalle proprie labbra, mano a mano che Childe si sentiva cedere sotto ai suoi gesti che lo reclamavano, comprese facilmente che fosse troppo tardi per tornare indietro. E che andasse decisamente bene così.
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-Sei sicuro che te la senti di tornare a casa, anche se vivi vicino a Signora?- domandò Zhongli, con una certa apprensione, mentre finiva di sparecchiare i piatti della colazione. Childe aveva appena finito di cambiarsi, una volta finita la doccia, e aveva ancora stampata in faccia l'espressione soddisfatta di chi aveva trascorso una delle mattinate migliori che potesse chiedere. Zhongli non poté fare a meno di provare un certo orgoglio, vedendolo sorridere a quel modo, consapevole di esserne la causa. Probabilmente si era lasciato un po' troppo traportare, ma non era riuscito a trattenersi, di fronte all'invito di Childe quella mattina.
Finendo di bere gli ultimi sorsi di thé, anche Childe si alzò in piedi per portare la tazza vicino al lavandino della cucina di Zhongli, posandogli una mano sulla spalla per rassicurarlo.
-Siamo in pieno centro di Liyue. Non penso si azzerderà a farmi niente.- disse Childe, sfoderando un sorriso sicuro. -Quand'è che Xiao va a parlarci?-
-Oggi pomeriggio, in teoria. Voleva chiedere anche l'aiuto di Ganyu.- rispose Zhongli, omettendo di doverlo seguire a propria volta, per assicurarsi che non gli venisse di nuovo fatto del male. Mentre prendeva in mano la tazza di Childe e la sciacquava sotto l'acqua, non poté fare a meno di sospirare lievemente, annuendo piano. Era consapevole di dover lasciare che fosse Childe a prendere determinate scelte, così come era consapevole che fosse un Harbinger e un combattente di tutto rispetto, che di certo aveva vissuto situazioni pericolose. Era tremendamente difficile, però, non sentirsi protettivo nei suoi confronti e lasciarlo ripartire a cuor leggero, dopo averlo soccorso soltanto poche ore prima. -D'accordo, comunque. Rispetto la tua decisione. Posso accompagnarti?- domandò, cercando di eliminare ogni traccia di nervosismo nella propria voce.
-Certo, ci mancherebbe altro! A meno che venti metri di camminata non ti stanchino.- lo prese in giro Childe, probabilmente per smorzare la tensione che Zhongli stava ugualmente palesando sul volto. -Fammi sapere come va con Xiao, allora. Spero non finisca nei casini.-
-Non succederà, te lo prometto.- lo rassicurò Zhongli, sperando di tutto cuore di avere ragione. Era ancora immensamente preoccupato all'idea di cosa potesse scoprire Xiao o su cosa Signora avesse in mente di chiedere a Rex Lapis, ma lo avrebbe scoperto a breve, e avrebbe tenuto Childe fuori da tutta quella faccenda, non poté fare a meno di ripetere a sé stesso, mentre si preparava per uscire.
Childe aveva già pagato abbastanza per la propria disattenzione e per la propria mancanza di piani di contrattacco: era arrivato il momento di proteggerlo sul serio e gestire da solo i suoi problemi con i Fatui, senza mettere in mezzo l'unico di loro che non meritava di essere coinvolto.
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-Eccoci qua!- esclamò Childe, quando giunse nella piazza su cui si affacciava il suo appartamento, ancora sgombera dalla maggior parte dei passanti. La maggior parte delle persone era probabilmente a lavorare, e l'ora di pranzo era decisamente troppo lontana perché i banchetti di cibo e ingredienti iniziassero a affollarsi di clienti. -Ci vediamo..quando ci vediamo?- domandò il giovane, e per un attimo sul suo viso si dipinse una certa incertezza, che Zhongli riuscì a interpretare facilmente: stava provando lo stesso timore che aveva aleggiato sulla sua mente da qualche minuto. Childe, probabilmente, temeva che qualcosa potesse cambiare, nel modo in cui si incontravano o relazionavano, adesso che i loro sentimenti erano stati espressi più chiaramente.
-Stasera per cena?- propose Zhongli, sentendo le proprie labbra distendersi in un piccolo sorriso, quando vide Childe annuire prontamente. -Posso anche portarti in un nuovo posto.-
-Uh, è un appuntamento?- ribatté Childe, strizzandogli l'occhio con fare complice. -E dove mi porti?-
-E' un segreto.- rispose Zhongli, in parte perché non voleva rovinare la sopresa a Childe, e in parte perché desiderava ponderare al meglio la propria scelta, riflettendoci su più a lungo. -Vieni qui alle sette.-
-D'accordo. Ci vediamo dopo, allora, uomo dai mille misteri.- rise appena Childe, avvicinandosi quel tanto che bastava per abbracciarlo cautamente, come se fosse incerto di quanto potesse sbilanciarsi in pubblico.
-Se Signora ti vede comportarti con me in questa maniera, non ti darà problemi?- mormorò Zhongli, acconsentendo a stringerlo per un paio di istanti. Non aveva particolari problemi a manifestare affetto nei suoi confronti in un luogo del genere, arrivato a quel punto.
Childe rise, scuotendo il capo. -Ah beh, dopo quello che è successso ieri con gli altri fatui, penso che sia l'ultimo dei problemi che potrei darle. Oltretutto, dovevi sentire la predica che mi ha fatto ieri mattina: non penso che si sconvolga più di tanto, tanto pensa già che tu venga a letto con me, quindi..-
-Beh.- Zhongli non poté fare a meno di ridere a quella sua affermazione. -Tecnicamente, non ha tutti i torti.-
-Hm. Tecnicamente, erano un divano e una doccia.- scherzò Childe, prima di stampargli un rapido bacio sulle labbra e decidersi a salire in casa, rivolgendogli un cenno di saluto rapido con la mano. -A dopo, allora!-
Zhongli restò per qualche istante a guardarlo andare via, provando una sensazione totalmente sconosciuta e piacevole di rassicurazione, all'idea di rivederlo entro poche ore.
Ebbe giusto il tempo di voltare l'angolo e domandarsi se fosse il caso di raggiungere subito Hu Tao sul posto di lavoro, per aggiornarla sulla situazione, che si ritrovò improvvisamente disarcionato da una figura decisamente più bassa di lui, che gli corse incontro con decisamente troppa enfasi.
-Non ci posso credere! Ti ho cercato dappertutto, vecchiaccio!- esclamò una voce incredibilmente familiare, capace di fargli sgranare gli occhi.
Zhongli per poco non smise di respirare, quando si accorse che, di fronte a lui, si era presentato un ragazzo dai capelli neri e azzurri, legati in due trecce, vestito con degli abiti verdi e un corpetto marrone. I suoi occhi e il suo volto gli erano fin troppo familiari, benché non li rivedesse da quasi cento anni, dall'ultima volta in cui era sprofondato in un sonno e non si era più risvegliato: era Barbatos, l'archon del vento e della libertà proveniente da Monstadt. Nonché uno dei suoi migliori amici. Che cosa ci faceva a Liyue? E sopratutto, dov'era stato per tutto quel tempo?
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note dell'autore
ciao a tutti, come state? <3 Ho cercato di velocizzarmi un po' rispetto a settimana scorsa, buttando una bomba nelle ultime righe ;) eeh, prima o poi sarebbe dovuto sbucare fuori, anche perché Xiao l'ha già tirato in ballo, e i casini con Signora sono già successi.
Spero che le scene tra i due piccioncini non siano state né troppo melense né troppo eccessive, personalmente mi sono divertito molto a scriverle perché non vedevo l'ora di dargli un po' di gioie, dopo tutti questi capitoli era anche ora :'D ma purtroppo non ho ancora una grande dimestichezza con certe descrizioni, motivo per cui un giorno mi metterò alla prova e farò un capitolo soltanto smut su di loro per sbloccarmi ahah
Per il resto, spero che anche i loro sentimenti siano chiari e sembrino sinceri come li percepisco io <3
voi come state? Come sta andando il vostro gioco a inazuma? a me piace molto e non vedo l'ora di pullare Kokomi, ma purtroppo sto odiando i giochini di pesca -_-
a presto <3
skylar
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