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23. Alfabeto Runico

«Questa cosa la farà morire dentro» sussurrò Lydia intenta a preparare del tè caldo, nella cucina di casa di Reina.
«È stato difficile per lei fare questa scelta... non facciamoglielo pesare» spiegò Allison alternando lo sguardo tra Lydia e Malia.
«Avrebbe potuto reagire diversamente» controbattè Malia prendendo dalla mensola, il barattolo contenente lo zucchero.
«Certo... il suo ragazzo stava per morire tra le sue braccia e avrebbe dovuto reagire diversamente?» domandò con tono irritata Lydia, versando l'acqua calda in quattro tazze. «Mettiti per un secondo nei suoi panni Malia!»

Erano tornate da poco a casa, tutte e quattro insieme, dopo quella lunga nottata.
Per tutto il tragitto in macchina, Reina non aveva spiccato parola, si rimpicciolì nel sedile della sua auto mentre la sua migliore amica la guidava.
Una volta a casa, le ragazze mandarono Reina al piano di sopra per farle dare una ripulita, ancora sporca di sangue: un misto tra il suo e quello di Stiles.
Pian piano, le prime luci dell'alba si fecero avanti, passando ad un nuovo giorno e le ragazze, non appena entrarono nella stanza della loro amica, si fermarono vedendola seduta, ancora con i vestiti sporchi addosso, ai bordi del letto con uno sguardo perso e a capo chino.

Lydia, poggiò le due tazze di thè che reggeva tra le mani, sul comodino di fianco al letto per poi inginocchiarsi di fronte alla sua amica: «Reina, devi toglierti questi vestiti di dosso!»
Ella non rispose, continuò a guardare il pavimento con uno sguardo spento e stanco mentre, la stessa scena della sera prima, continuava a rimanere impressa nella sua mente.

***
LA SERA PRIMA.

Reina continuava a tenere tra le braccia, il corpo inerme di Stiles, il coltello che avevano tirato fuori dal suo petto giaceva di fianco ad ella.
Erano passate ore da quando la ferita del ragazzo si era richiusa ma lui non dava segni di vita.
«Sei sicura di volerlo fare?» domandò Scott ancora incerto dell'idea della ragazza.
«Solo fino a quando tutto ciò non sarà finito...» sussurrò lei tra le lacrime, tenendo lo sguardo fisso su Stiles.

Passò un'altra ora, il gruppo di amici era ancora in quel salotto di quella casa mal ridotta, Reina non si era mossa di un centimetro dalla posizione che aveva acquisito, dal momento che Stiles era caduto, senza forze, sul pavimento.
In quel soggiorno c'era silenzio, il fuoco del camino si era ormai spento rivelando solo buio.
Malia, era seduta sul pavimento affiancata da Luna ed Isaac, per tutto il tempo erano rimasti in silenzio guardando, senza distogliere nemmeno per un secondo lo sguardo, Stiles.

Liam, insieme a Lydia ed Allison, si erano poggiati per un pò sul divano per riposare gli occhi mentre Scott rimase, con Reina, al fianco del suo migliore amico.
Ma un respiro strozzato fece rialzare di scatto tutti i ragazzi chiusi li dentro.
Stiles, che aveva ripreso a respirare, aprì lentamente gli occhi confuso e quasi dolorante.

«Stiles...» sussurrò con tono spezzato Reina, mentre lo aiutava a sedersi sul pavimento.
Il ragazzo si portò, d'istinto, una mano sul petto sospirando non appena scoprì, al tatto, che la ferita non c'era più.
«Mi scoppia la testa» affermò lui massagiandosi lentamente la nuca con una mano.
«È normale» lo rassicurò Scott accennandogli un leggero sorriso.

Isaac, intanto, si era avvicinato abbassandosi al fianco dei ragazzi seduti sul pavimento mentre, tutti, presero a guardare Stiles in silenzio.
«Cosa succede? Perchè mi fissate tutti?» domandò lui con voce afona, mentre alternava lo sguardo sui suoi amici voltandolo, successivamente, su Reina che sospirò.
«Stiles, mi dispiace... ma è per il tuo bene!» disse lei guardandolo negli occhi per poi lasciargli un dolce bacio sulle labbra.

Il ragazzo ricambiò il suo bacio ma non capì le sue parole, si staccò da essa e la guardò corrugando la fronte.
Scott, in un secondo momento, aiutò il suo migliore amico ad alzarsi e, quest'ultimo, iniziò a collegare il tutto non appena vide Isaac posizionatosi davanti.
«No...» sussurrò lui iniziando ad agitarsi, cercando di liberarsi dalla presa del suo migliore amico ma fu tutto inutile finché Isaac, non puntò gli occhi nelle iride marroni di Stiles.

«Stiles ascoltami... tu non ricorderai niente di tutto ciò, non ricorderai di esserti fidanzato con Reina ma continuerai ad esserle amico, solo amici.
Ritornerete ad essere entrambi gli stessi ragazzi di due anni fa.
Cercherai di fare nuove conoscenze, senza pensare a lei, fin quando non sarò io a dirti di ricordare» concluse Isaac, con un nodo alla gola.

***

«Come sta?» domandò Scott ad Allison, affiancato da Liam.
«Giudica con i tuoi stessi occhi» rispose lei dopo aver fatto spallucce.
Si spostò dalla visuale dei ragazzi per mostrare la loro amica e, Scott e Liam, si diedero un veloce sguardo languido per poi sospirare, dopo aver visto le condizioni della ragazza.
Reina scese dalla macchina aiutata da Lydia, era come se fosse disconnessa dalla vita reale.
Continuava a non dire una parola, aiutata dalle sue amiche in tutto: a lavarsi, a vestirsi ed anche a camminare. Aveva davvero un brutto aspetto.
«Dov'è?» domandò Lydia, una volta vicino ai suoi amici mentre, tra le braccia, cercava di tenere in piedi Reina.
«Gli ho detto di restare a casa e riposare!» tagliò corto Scott, capendo che l'amica si riferisse a Stiles.

Erano da poco arrivate a scuola, il tempo era soleggiato ma con aria fredda.
Era arrivato dicembre e gli abitanti della città iniziarono ad addobbarla in stile natalizio.
Anche gli alunni della Beacon Hills High School erano pronti ad addobbare la scuola, come meglio credevano.
Studenti che andavano avanti ed indietro di corsa, tenendo tra le mani scatole pieni di addobbi o luci da decorazione.

Uno di loro però, teneva tra le mani un contenitore con del caffè all'interno, impegnato a parlare con i suoi amici, non si accorse del gruppetto riunito sul marciapiede della scuola che, accidentalmente, si scontrò con Liam facendogli cadere tutto il liquido caldo addosso.

«Che diamine...» imprecò Liam sussultando, per poi girarsi di colpo verso il ragazzo.
«Scusa amico, non ti avevo proprio visto» rispose il ragazzo con voce assertiva.
Ma a Reina, che era di fianco ai loro amici con lo sguardo basso ed in silenzio, non importarono le scuse di quel ragazzo: aveva rovesciato il caffè sul giubbino del suo migliore amico ed una sorta di fastidio le pervase la mente.

Con gli occhi puntati sul ragazzo sconosciuto, sussurrò: «Motus!»
Quest'ultimo si ritrovò, sotto agli occhi di tutti, con il viso su un cofano della macchina, sbattendolo ripetutamente fino a che il sangue non gli iniziò a colare dalle narici.
«Reina...» sussurrò Scott tirandola a se ed abbracciandola, facendole nascondere il viso al proprio petto, così da farle interrompere il contatto visivo.

***

«Non può rimanere qui» disse Liam con tono nervoso.
«Se Richard sa che non è rientrata a scuola...» iniziò a proferire parola Lydia, ma venne interrotta da Scott.
«Richard capirà... non sappiamo che le prende» replicò lui girandosi verso Reina.

Ella sedeva su una panchina di un posto nascosto della scuola, aveva gli occhi degli amici puntati addosso ma a lei non importava, manteneva uno sguardo basso e vuoto, il suo viso era pallido e non mostrava emozioni.
Gli occhi erano gonfi e rossi per via di tutte le lacrime che aveva perso, era solo concentrata con lo sguardo su dei fiori che incendiava mentalmente e Malia, in piedi al suo fianco, li spegneva con la suola della scarpa, sbuffando di tanto in tanto: «È soltanto scossa da ciò che è successo con Stiles!»

Ma Malia sbagliò a pronunciare quel nome.
Gli sguardi erano ormai rivolti su di lei, chi con disapprovazione, chi con rimprovero e Reina, rimase ancora immobile sentendo una fitta al petto, nell'udire quel nome.
Improvvisamente, il cielo della città diventò grigio, quel sole che poco prima riscaldava il minimo, scomparì ormai coperto da delle nuvole nere.
Tutto diventò oscurità, un improvviso vento furioso si innalzò creando panico tra gli studenti, foglie e carta volavano incontrollate in aria, i capelli lunghi delle ragazze coprivano loro il viso, a tutti sembrava quasi volare per via di quel vento a cui Reina aveva dato inizio.

«Che cosa sta facendo?» urlò Allison per farsi sentire al di sopra di quei rumorosi suoni che si erano creati.
«Sono le sue emozioni incontrollate... dobbiamo portarla via di qui!» urlò a sua volta Liam, prendendo Reina per le braccia ed allontanarsi, seguito dagli altri, dalla scuola.

***

«Papà, che succede?» domandò Luna a Deucalion, nell'udire rametti e piccole pietre sbattere contro le finestre.
«Riesco a riconoscere tale tempo... è tua sorella» rispose con calma l'uomo mentre, a passo svelto, si avvicinò alla porta d'ingresso per aprirla.

Da essa entrarono Liam, Lydia, Allison e Scott che teneva tra le braccia Reina.
Luna, che aveva seguito il padre, si precipitò dalla sorella prendendola da un braccio, aiutando il ragazzo: «Sta perdendo sangue dal naso... che le prende?»
«Portatela in camera di sopra» disse Deucalion con tono acuto.
Scott, prese in braccio la ragazza per facilitarsi, correndo al piano di sopra seguito da Luna.
Il ragazzo entrò nella prima camera che gli capitò davanti adagiando, successivamente, il corpo di Reina sul letto.

«No Scott, aspetta...» disse Luna con tono alto vedendo, il ragazzo, entrare in quella camera.
Ma fu troppo tardi che Reina, scrutando lentamente con lo sguardo i particolari della camera, si alzò lentamente con il busto.

Scott fece un passo indietro con sguardo interrogativo, non riusciva a capire cosa prendesse alla sua amica.
Ella aveva gli occhi puntati sulle pareti della stanza, quasi iniettavano sangue, le lenzuola del materasso erano imprigionate dai suoi pugni che stringeva sempre di più.
Improvvisamente, delle alte fiamme circondarono il letto senza permettere, a nessuno, di avvicinarsi a lei.
«Oh mio Dio...» esclamò Lydia portandosi le mani sulle labbra, una volta raggiunto anche lei la camera.

«Fumée chaleur vicieux enfermé les vitres la bas, Fumée chaleur vicieux enfermé les vitres la bas» disse Reina ripetutamente ad occhi chiusi, mentre le fiamme si facevano sempre più alte e stavolta, non solo attorno al letto.
Il vento continuò ad alzarsi incontrollato, le fiamme circondarono la casa, ma senza bruciare niente.
La terra iniziò a tremare sotto ai piedi dei ragazzi, ogni minuto che passava le scosse continuavano ad aumentare.

«Vatos» sussurrò Reina al centro del letto, con le gambe incrociate mentre sentiva la magia lasciarle lentamente il corpo, ma diventare sempre più forte.
In contemporanea, grazie al suo incantesimo, gli oggetti nella stanza iniziarono a spostarsi verso i suoi amici: lampade, quadri, piccole sculture di ceramica, vasi, qualsiasi cosa fosse presente li, iniziò a fluttuare in aria velocemente e scoppiare violentamente, ferendo i presenti.

Le scosse di terremoto continuarono a farsi più intense, Scott cercò di coprire Luna e Lydia ma quest'ultima si spostò avvicinandosi, con determinazione, davanti alla sua migliore amica.
«Lydia, spostati da li» urlò Scott in preda al panico mentre, i suoi piedi, strisciavano all'indietro sul pavimento per via del forte vento che si era creato, in tondo, in quella stanza.

La ragazza dai capelli biondo fragola non gli diede ascolto, cercava di spostarsi delle ciocche fluttuanti dal viso mentre guardava fisso la sua migliore amica.
Lydia iniziò ad affannarsi, sentiva la paura crescerle nel corpo e scorrere per tutte le vene, alzò lentamente le braccia in avanti cercando, in qualche modo, di non bruciarsi per via delle fiamme che diventavano sempre più rigorose.

La ragazza prese un gran respiro, si armò di coraggio ed emise un urlo, un urlo potente e forte spingendolo con le mani che, infine, ruppe metà della barriera di fuoco.
Reina percepì quell'urlo trapassarle il corpo, il fuoco che la circondava, non le permetteva di udire cosa dicevano al di fuori da quel quadrato ma, una volta che Lydia ne ruppe la metà con il suo maestoso urlo, tutto cessò.

La terra smise di tremare, il fuoco si abbassò lentamente senza rivelare danni.
Reina aprì lentamente gli occhi, gli stessi che erano circondati da un nero intenso e scavati, accompagnati dal colorito bianco della sua pelle.
Ella alzò lentamente lo sguardo davanti a se, scrutando la sua migliore amica con del sangue che colava da entrambe le narici per poi, lasciarsi andare sul letto e perdere del tutto i sensi.

***

«Che cosa le è preso?» domandò Deucalion ad Alan, con le braccia incrociate al petto.
Deaton, che era seduto al fianco di Reina, le accarezzava lentamente la pelle fredda che presentava piccole goccioline di sudore: «Difficile spiegarlo, non ho mai visto tutto ciò prima d'ora... una semplice ragazza minuta che crea caos tutto insieme: terremoto, fuoco, vento!
Quando ha iniziato a comportarsi così?» domandò l'uomo con tono calmo.

«Da quando Isaac ha soggiogato Stiles per fargli dimenticare... si è ammutolita, sempre con lo sguardo perso, era con noi ma era come se non ci fosse» spiegò Lydia poggiata ad una parete.
«Ha anche picchiato, con la mente, un ragazzo che per sbaglio mi ha rovesciato del caffè addosso» confessò Liam.

«Poi il vento si è alzato e il cielo si è annuvolato, nel momento in cui Malia ha nominato Stiles» continuò Scott la spiegazione di quella giornata.
«E poi le fiamme ed il terremoto... quando ha messo piede nella stanza di Nate» concluse Luna con voce afona mentre spostò lo sguardo su Scott che rimase, quasi sconvolto, da quella confessione.
Il ragazzo non aveva ancora capito a chi appartenesse quella camera.

Alan ascoltò attentamente ogni punto dei ragazzi per poi rivolgere, nuovamente, lo sguardo su Reina ma, corrugò la fronte, non appena notò qualcosa di strano sul suo corpo.
Scostò la maglia della ragazza per vedere meglio e ciò che si ritrovò davanti lo portò a chiudere gli occhi per qualche secondo.
Dal fianco della ragazza, fino ad arrivare alla parte destra del collo, il colore della pelle era grigio con piccole vene viola rialzate.
In un punto, preciso sulle costole, erano incise tre lettere in rosso, quelle che per Deaton sembravano provenire dall'alfabeto runico.

«Cosa sono quei segni?» domandò Luna socchiudendo gli occhi per mettere meglio a fuoco.
«Sono lettere runiche» esclamò lui indicando i simboli: una ᚱ, una ed un ᛃ.
«Il primo sta per erre cioè Reina, il secondo sta per enne e me ne vado per una regola che sia riferito a Nathaniel, l'ultimo indica la i lunga o una ipsilon però...» fece una pausa Deaton, per poi riniziare. «Non sono solo lettere, hanno anche il loro significato ora... Le prime due sono riferite alle lettere dell'alfabeto, perchè scritte in un modo diverso mentre, l'ultimo simbolo, si riferisce al significato che ha» continuò l'uomo con la sua spiegazione, ascoltato da tutti i presenti.

L'enfasi che Deaton creava, nel raccontare le cose, cullava quasi i ragazzi.
Con il suo tono caldo e tranquillo trasmetteva calma, anche se fu il primo che venne a capo di quei simboli, grazie alle sue conoscenze.
«Cosa significa l'ultimo simbolo?» domandò calmo Liam.

«Giunzione, finale, trasformazione... morte e rinascita» disse tutto d'un fiato Alan. «Evelyn l'ha colpita con una maledizione e credo anche Nate!»
Calò il silenzio in quella stanza, visi sconvolti accompagnati da sospiri, scambi di sguardi esterefatti o chini sul pavimento.
I ragazzi rimasero inermi, pietrificati da quelle parole.
Scott, con la rabbia che gli ribolliva dentro, si avviò all'uscita della stanza ma venne fermato dalla voce di Lydia: «Dove stai andando?»
Il ragazzo, dandole le spalle, le rivolse un veloce sguardo: «A cercare Nate!» rispose con tono acuto per poi congedarsi.

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