Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

16. Sei tu, papà?

Erano ormai le sette del mattino, il sole splendeva su Beacon Hills coperto da qualche nuvola di passaggio.
Dei raggi riflettevano nella stanza attraverso la tenda bianca di seta, la stanza, che per tutta la notte Reina era rimasta a fissare trovandola cupa.

Delle mura color marrone scuro la circondava, stesa su un letto matrimoniale molto raffinato.
La stanza presentava un enorme camino a lato mentre un arco permetteva di entrare in un bagno rigorosamente fatto in pietra: classica stanza di un vampiro.

La ragazza non riuscì a chiudere occhio prima delle sei del mattino, si era guardata per tutto il tempo il corpo osservando le ferite richiudersi lentamente grazie al sangue che le aveva dato Nate.
Erano quasi le otto quando, una voce stridula irruppe nella stanza osservando i due ragazzi dormire beatamente mentre Nathaniel stringeva a se Reina.

«Bene, bene, bene... che cosa abbiamo qui?» domandò Luna incrociando le braccia al petto con un ghigno stampato sul viso.
Reina aprì di colpo gli occhi nell'udire la ragazza abbassando poi lo sguardo verso la pancia, la quale, era coperta dal grande braccio di Nathaniel e da un suo piccolo mentre gli stringeva la mano. Sussultando si alzò a sedere spingendo bruscamente via il ragazzo, il quale si svegliò.

«Non puoi prenderteli tutti» con tono infastidito ribattè Luna. «E tu? Non ci credo che l'hai fatta uscire dallo scantinato per farla dormire con te, nel tuo letto» urlò contrò Nate.
La sua voce era ormai alta e vibrante, le sue braccia erano stese lungo il suo corpo magro con le mani chiuse in due pugni, le sue labbra erano serrate e le sopracciglia corrugate quasi dalla rabbia mentre i suoi occhi diventavano di un rosso acceso.

«La uccido» digrignò tra i denti Luna avvicinandosi a Reina, la quale era in piedi di fronte al caminetto.
Nate quasi sgranò gli occhi a quelle parole e, con una velocità soprannaturale, si ritrovò in piedi tra le due ragazze tenendo lontana Luna: «Se la uccidi non risolvi niente, ha bevuto il mio sangue!» sussurrò con voce esile il ragazzo.

Il suo sguardo era perso, le sue labbra erano socchiuse, i suoi occhi erano quasi sgranati e Reina percepì un briciolo di paura e preoccupazione in Nate.
Per Luna, quelle parole bastarono per capire le intenzioni dell'amico: «Ti piace... non è vero? Perciò l'hai curata?» la voce della ragazza era quasi un sussurro mentre guardava negli occhi Nate, il suo sguardo da ragazza arrabbiata cambiò in due secondi passando quasi alle lacrime.

«No!» sussurrò con decisione Nate ma Luna non gli credette che, con tutta la forza da lupo mannaro che aveva, prese il ragazzo per le braccia e, alzandolo dal pavimento, lo tirò contro il muro facendolo mugolare poi dal dolore.
«Nathaniel...» quasi urlò Reina, che era rimasta per tutto quel tempo in silenzio, non appena vide il ragazzo steso a terra dolorante.

Fece un passo verso di lui ma Luna non glielo permise spingendola con forza contro un muro vicino: «Non hai idea di cosa ho in mente p-» non finì la frase che Deucalion la interruppe entrando in camera, mentre picchiettava sul pavimento il suo bastone.
«Calma cara, non trattiamo mica così i nostri ospiti!» esclamò lui con tono calmo mentre si fermava al centro della stanza. «Reina potresti seguirmi, per favore?»
Senza esitare, Reina si liberò dalla presa di Luna, seguendo poi l'uomo che era appena uscito da quella stanza.

La ragazza si sentiva spaesata, si era svegliata da poco ed era già successo un casino... sentiva la testa scoppiarle e gli occhi bruciare per via del poco riposo!
Si guardò attorno notando che quella casa aveva molte stanze ma la cosa che la rendeva bella era il suo ordine: dei quadri antichi ricoprivano le pareti, l'immobiliato vintage creava la giusta atmosfera e il colore delle pareti rendeva l'idea di una casa giusta per gli esseri soprannaturali.

Deucalion condusse la ragazza sul porticato, facendola accomodare su una panchina ed affiancandola subito dopo.
«Ah! Questo piccolo venticello l'ho trovo sempre perfetto per la mia pelle» accennò l'uomo mentre si guardava attorno, anche se di vista non stava messo bene.
«Posso chiederti come...» iniziò a proferire parola la ragazza ma venne interrotta, preceduta da Deucalion.

«Come ho perso la vista? Beh, ne ho passate tante» ridacchiò l'uomo divertito mentre stringeva tra le mani il bastone.
Reina osservò con interesse l'uomo al suo fianco: non era molto vecchio, era anche un bell'uomo, sempre elegante e con la parola pronta.
Indossava dei pantaloni larghi color blu notte con sopra un maglione, non troppo pesante, color bianco panna.

«Mi scuso per il comportamento di mia figlia, a volte può sembrare molto saccente» spiegò Deucalion voltando lo sguardo su Reina che era impegnata a giocare nervosamente con la collana che portava al collo.
«Perchè sei gentile con me?» domandò la ragazza guardando l'uomo al suo fianco.
Non riusciva a leggergli la mente, in verità per tutto il tempo che aveva soggiornato li non era riuscita a fare un incantesimo ed iniziava a chiedersi se quella casa fosse il problema.

«Voglio solo che mi ritorni indietro ciò che era mio» la voce di Deucalion diventò quasi infastidita, come il suo sguardo.
«Perchè la vuoi così tanto? È una collana delle streghe e, a meno che non la tenete nascosta, non ne vedo una» rispose con tono la ragazza alzandosi dalla panchina.

«Oh... ne conoscevo una» quell'uomo riusciva a cambiare espressione e tono in due secondi, ora manteneva lo sguardo basso e la sua voce era un sussurro.
Reina riuscì a percepire la tristezza che stava crescendo lentamente in lui così prese di nuovo posto al suo fianco, mentre la curiosità iniziò a divorarla.
«Mia moglie era una strega e quella collana era sua» continuò Deucalion.

La ragazza schiuse le labbra a quella rivelazione poggiando nuovamente una mano sul ciondolo, stringendolo nel palmo delicatamente.
«Luna è un lupo mannaro... so che la prima figlia dovrebbe avere le capacità della madre...» sussurrò la ragazza senza togliere gli occhi dall'uomo.
Mille pensieri le stavano sfiorando la mente, ma cercava di respingerli dedicandosi solamente alle parole dell'uomo.
Lo stomaco iniziò a rivoltarsi nel suo corpo mentre sentiva mille brividi percorrerle la spina dorsale.

«Lei è la seconda, la prima è morta al parto... o almeno così credevo» confessò con angoscia Deucalion.
A quelle parole, Reina si alzò di scatto dalla panchina ricordando le parole della madre presenti nella lettera, in quel momento la ragazza non sapeva chi aveva di fronte.
«Penso che ora io debba andare, Nathaniel ha detto che posso...» sussurrò con un filo di voce la ragazza scendendo gli scalini del portico.
«Ci rivedremo presto, Reina» disse l'uomo alzandosi dalla panchina e rientrando in casa.

***

«Derek!» Reina urlò il nome del ragazzo entrando nella sua abitazione senza esitare, ma, si bloccò a metà della casa notando i suoi amici piegati su un tavolo al centro del soggiorno.
«Reina» sussurrò Liam alzando il busto dal tavolo ed avvicinandosi poi all'amica.
Ma Liam era l'ultima persona con cui Reina voleva parlare che, con una mano, fece piegare in due i presenti soprannaturali in quella stanza: compresa Malia che era con loro.

«Reina cosa stai facendo?» con tono alto domandò Stiles avvicinandosi velocemente a lei e prendendole i polsi con forza.
Le urla dei suoi amici si fermarono lasciandoli invani sul pavimento e con le mani tra i capelli, cercando di non pensare al dolore appena causato da Reina.
La ragazza si guardò attorno schiudendo le labbra non appena notò ciò che aveva fatto: «Mi dispiace, io...» disse balbettando mentre si liberava dalla presa di Stiles.

«Mi dici cosa ti dice il cervello?» con tono nervoso si avvicinò Derek, sorpassando Stiles e posizionandosi davanti la ragazza.
Gli occhi erano sgranati dal nervoso, le vene gli pompavano evidenti sul collo e le labbra erano sottilissime, quasi ringhiava mentre stringeva con stizza le mani in due pugni.

«Deucalion doveva avere un'altra figlia prima di Luna ma è morta appena nata... la moglie era una strega» gli urlò contro Reina, mentre premeva le mani contro il petto del ragazzo spintonandolo.
Il viso della ragazza era pallido, i suoi occhi erano pieni di lacrime e quasi tremava dal nervosismo.

La sua mente era ormai offuscata dai mille pensieri e dalle mille idee che le stavano invadendo la testa, tratteneva la sua magia al suo interno sentendola quasi scoppiare per la rabbia, voleva sfogarsi in qualche modo e, a tutti i costi, voleva scoprire la verità.
«Non sapevo che la moglie fosse una strega» sussurrò con un filo di voce Derek mentre prendeva delicatamente i polsi della ragazza.

«Ha detto che credeva che la figlia fosse morta, ora non lo pensa più» annunciò a tutti i presenti, respirando lentamente per calmarsi.
«No, non ci pensare minimamente... non sei sua figlia» disse Scott intervenendo con tono rabbioso.
«Voglio scoprirlo!» replicò lei avvicinandosi poi a Scott.
«NO!» le urlò contro il ragazzo stringendo con forza le mani in due pugni.
Lei, quasi spaventata, fece un passo indietro deglutendo per poi girarsi e correre fuori da lì.

***

Era ormai calata la notte e Reina era finalmente tornata a casa. Aveva fatto una rilassante doccia lasciando libera la mente per qualche oretta.
Non le andava neanche di cenare, lo stomaco le si era chiuso e la fame le era passata.
Si sedette sul pavimento fuori la finestra stringendo tra le mani la lettera della madre, rileggendo più volte il contenuto non riuscendo a capire l'ultima frase: Ci sono notti in cui i lupi stanno in silenzio e solo la luna ulula.

Sembrava quasi essere una metafora, una di quelle che però non riusciva a capire.
La nostalgia di bere qualche bicchiere di alcol si stava rifacendo sentire: lo stress, il nervosismo, i segreti la portavano a bere per liberare la mente.
Ma aveva ripromesso a tutti e, sopratutto a se stessa, di non ricadere in quel vortice buio della sua vita.

La porta della sua stanza si aprì rivelandone un ragazzo moro sorridente vestito, come suo solito, tutto di nero.
Reina voltò lo sguardo verso di lui per poi incitarlo a raggiungerla ed invitandolo, infine, a farlo sedere di fronte a lei.
«Leggi...» disse la ragazza a Theo, porgendogli la lettera una volta che aveva preso posto sul pavimento.

Il ragazzo abbassò lo sguardo sul pezzo di carta leggendone il contenuto, sorridendo a qualche appunto.
Reina osservò il ragazzo stringendo in una mano il ciondolo: le sembrava strano come quel pezzo di gioiello potesse farsi bollente non appena lei lo toccava con il palmo.
«Dove l'hai presa?» domandò Theo una volta finita la lettura.

«È caduta dal grimorio di mia madre... perchè me l'hai data? Tu sai qualcosa?» con tono nervoso domandò Reina mentre metteva in mostra la collana che le aveva regalato Theo.
«Deucalion mi tenne con sè dopo che lasciammo Beacon Hills un anno fà... mi raccontò tutta la sua vita e mi mostrò una foto di sua moglie: la somiglianza tra te e lei è impressionante» spiegò Theo mentre guardava la ragazza negli occhi sorridendo. «Appena ti ho vista ho percepito qualcosa di forte nei tuoi confronti, è come se avessi avuto una visione così ti ho regalato la collana per capirne di più!»
«Non capisco...» sussurrò lei alzando un sopracciglio.

«La collana va di generazioni in generazioni... l'ultima volta che è stata indossata, fu indossata dalla moglie di Deucalion: se tu non fossi stata la figlia, la collana ti avrebbe tipo rifiutata, come con Luna ma solo perchè lei era destinata ad essere un lupo mannaro, invece...» spiegò Theo gesticolando con le mani cercando di farle capire per filo e per segno il suo discorso. «Se invece, sei il successore di questa collana, non chè la figlia o qualche parente dell'ultima che l'ha indossata, non dovrebbe togliersi più fino alla tua morte!»

Reina schiuse le labbra alla sua spiegazione per poi portare le mani dietro al proprio collo cercando in tutti i modi di togliere la collana ma, quest'ultima non voleva staccarsi tant'è che, la catenina iniziò a darle una sorta di scossa contro le dita.
«Ma che...» esclamò lei spostando velocemente le mani dalla catenina.

La ragazza alzò lo sguardo sul ragazzo che le sorrideva e sospirò appena passandosi, in modo esausto, le mani tra i capelli: in quel momento si sentiva confusa, cercava di metabolizzare le parole di Theo e crederci, ma era quasi assurdo.
«Deucalion lo sa ed è per questo che ti vuole frà noi, ma continuerà a far finta di niente perchè sa quanto sei felice con Richard» spiegò Theo alzandosi dal pavimento. «Saresti l'ultimo pezzo del puzzle per essere finalmente ciò che lui desidera, i tuoi amici non ti apprezzano... non sono venuti neanche a cercarti!»

Reina osservava attentamente ogni movimento del ragazzo decidendo di alzarsi anche lei, sentendo poi, quasi un pugno allo stomaco alle sue ultime parole: «Quindi Luna è mia sorella...» accennò la ragazza con sguardo schifato, cercando di ignorare ciò che aveva appena detto.
«Si, e sei andata a letto con il ragazzo che le piace!» ridacchiando accennò Theo rientrando in camera seguito da Reina.
«Cos?! No, non abbiamo fatto niente... abbiamo solo dormito!» rispose tra il nervosismo e l'imbarazzo la ragazza.

«Reina?» la voce di Stiles, in quel momento, rimbombò nella stanza facendo sussultare la ragazza.
«È ora che io vada... pensa a ciò che ti ho detto!» disse Theo facendo un mezzo sorriso per poi lasciare la stanza.
Stiles entrò non appena il ragazzo uscì, chiudendosi la porta alle spalle.
Incrociò le braccia al petto mentre guardava la ragazza, in modo nervoso, aspettando che parlasse: «Mi devi dire qualcosa?»

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro