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Chapter ten

Evelyn's pov

Le sue mani vagano per tutto il mio corpo, mentre continuiamo a baciarci senza sosta. Le sue labbra, poi, passano sul mio collo e mi ritrovo ad apprezzare quella dolce tortura, mentre le sue dita cominciano a sbottonare il mio jeans.

Apro di scatto gli occhi, staccandomi immediatamente e scuotendo la testa.

"No. Non ce la faccio" mormoro a Cole, che mi guarda quasi scioccato, mentre io mi prendo la testa tra le mani. "Mi dispiace"

Cole sospira, passandosi una mano tra i capelli già scompigliati da me.

"Evelyn, non preoccuparti. Quando ti sentirai pronta, lo faremo" mi lascia un bacio sulla guancia, prendendomi poi tra le sue braccia.

Sono fortunata ad avere Cole accanto. Questa non é la prima volta che siamo sul punto di farlo ed io mi ritiro, dicendo che non riesco. L'ultima volta è successo alla festa e menomale che mi é venuto da vomitare, così ho evitato qualsiasi patetica scusa.

Riprendo la mia maglietta da terra, indossandola e sistemandomi.

"Devo andare" mi siedo di nuovo sul letto, solo per baciarlo. "Scusami" Cole mi fa un piccolo sorriso, sussurrandomi un 'ti amo'. Sorrido, lasciandogli un altro bacio ed andando via da casa sua.

Cammino per tornarmene a casa e ci vogliono una decina di minuti per arrivarci. Quando apro la porta, trovo mia madre davanti, le braccia conserte e lo sguardo severo.

"Ti avevo detto di non tornare troppo tardi, Evelyn, abbiamo degli ospiti a cena" abbasso la testa, perché non riesco a sopportare i suoi occhi severi. "Vatti a vestire meglio, sembri una sciagurata" annuisco, andando al piano di sopra e chiudendomi nella mia stanza.

Sospiro, sdraiandomi sul letto e chiudendo un attimo gli occhi.

"Domani cominciamo le superiori" esclama eccitata la ragazzina accanto a me.

"Tu non sopporti la scuola" le faccio notare, sorridendo al suo entusiasmo. È così tra me e lei: possiamo sembrare molto diverse, ma alla fine ci completiamo. Ed io sento sempre il bisogno di starle vicino e di vivere qualsiasi momento della mia vita con lei.

"Lo so, ma il liceo é diverso: diventeremo popolari insieme e continueremo ad essere grandi amiche, ci scambieremo consigli su chi ci piacerà. Chi se ne frega dei professori e degli altri! L'importante siamo noi due" esclama con un sorriso sulle labbra, abbracciandomi di slancio. I battiti del mio cuore aumentano e sorrido ad averla così vicino a me.

Quando ci stacchiamo, prende il foglio accanto a lei.

"Allora, qual era l'ultimo punto della lista?" so bene qual é l'ultimo: baciare una ragazza. Ho guardato quella frase come se fosse una mia nemica, perché al 50% so cosa potrebbe succedere. "Baciare una ragazza. Io l'ho già fatto, ma sai che la lista dev'essere completa solo se entrambe facciamo tutto ciò che c'é scritto. Quindi, dato che scade domani e noi non abbiamo tempo, se vuoi, posso baciarti io" ed é proprio quella l'idea che ho cercato di allontanare dalla mia testa, di non continuare ad immaginarla continuamente. "Sono io, Evelyn, non preoccuparti" dare il primo bacio alla propria migliore amica non era qualcosa che avevo immaginato, ma che fremevo a realizzare.

Quando le sue labbra toccano le mie, sento qualcosa esplodere dentro di me, il cuore battere fortissimo. Le nostre labbra si muovono piano e non avrei mai immaginato di potermi sentire in questo modo, con qualcosa che si muove nel mio stomaco e la mente totalmente libera. Cos'é tutto questo? Cosa significa?

Il bacio mi sembra terminare troppo presto e, quando la guardo, bella come sempre dal momento che la conosco, vorrei tornare a baciarla. Lei sorride, come se niente fosse, ma io sento un senso di tristezza insinuarsi nella mia bolla di felicità, perché per lei non é stato niente, per me fin troppo.

E quella sarebbe stata l'ultima volta che avrei visto il suo sorriso spontaneo e divertito rivolgersi a me. Con gli anni, l'ho vista sorridere da lontano, baciare altre ragazze, fregarsene veramente degli altri, facendo quello che le pare.

Georgia Andrews si è insediata prepotentemente nella mia vita e non osa andarsene.

Ogni giorno rivivo lo stesso ricordo, la mia mente é sempre in loop sul nostro bacio dato anni fa. Dopo, cominciai ad allontanarmi da lei perché temevo quello che sentivo standole accanto, ritrovandomi ad essere la migliore amica della sua peggior nemica, non smettendo mai, però, di osservarla da lontano in ogni cosa che fa, sentendomi nervosa ad ogni ragazza con cui la vedo in giro. Solo Lindsay è quella che stimo, perché le rimette la testa a posto molto spesso e non ha mai avuto rapporti con lei.

Scuoto la testa a quei pensieri che invadono fin troppo il mio cervello, preparandomi per la cena con i miei parenti. Ogni due settimane c'é una grande cena in cui si riunisce tutta la famiglia dalla parte di mio padre e a turno si va a casa di qualcuno. Oggi tocca alla nostra. So già che sarà una serata piena di noia, rimproveri, troppa perfezione e pettegolezzi che vengono definiti 'semplici chiacchiere'. A volte vorrei urlare e rompere tutta la falsità che mi circonda.

Una volta aver terminato di prepararmi, scendo nel salone, trovando già il fratello di mio padre e la sua famiglia. Li saluto, accostandomi accanto a mio cugino Charles.

"Ehi" mormoro, vedendolo rivolgermi un piccolo sorriso.

"Ciao. Pensavo non ci fossi" sussurra, per non farsi sentire.

"Mamma mi ha già rimproverata per essere 'tornata tardi'. Odio queste serate"

"Io odio la mia vita, immagina" sorrido alle sue parole sarcastiche e lui fa la stessa cosa. A nessuno dei due piace vivere in questa falsa perfezione, in cui tutti si credono migliori degli altri.

Il campanello della porta suona di nuovo e sono i nonni, con il loro sguardo severo varcano la soglia.

"Dov'é tua sorella?" domando lentamente, seguendo gli occhi dei miei nonni che perlustrano ogni parte della stanza.

"Sarà da qualche parte a viversi la sua vita, mentre io sono costretto a stare qui" nonostante lui sia il più grande tra i due, Astrid fa quello che le pare, importandosene poco dei suoi genitori. Secondo Charles, ha qualcosa con cui li tiene in pugno, anche se, in realtà, si sono sempre concentrati più su di lui, dato che con lei non hanno ottenuto i risultati sperati.

"È pronto" mia madre porta tra le sue mani una teglia, che poggia sul tavolo, mentre ognuno si siede al proprio posto, sempre gli stessi. Mi affianco a mia madre, aiutandola con i piatti, sedendoci poi anche io e lei e prendendo le mani di chi ci sta accanto. Facciamo la preghiera tutti insieme, augurandoci il buon appetito e cominciando a mangiare.

Io sono accanto a mia madre, mio cugino Charles è davanti a me, mio padre a capotavola essendo casa sua.

"Allora, ragazzi, come va a scuola?" domanda il nonno, dopo che ha finito di conversare con gli uomini di politica e affari. Io non voglio rispondere, decidendo di lasciare la parola a Charles con uno sguardo.

"Bene, molto bene. Evelyn si è anche candidata come rappresentante d'istituto" ai miei genitori non ho detto nulla, non sapendo come possono reagire a questa cosa ed ormai la bomba è stata sganciata. Vedo l'espressione di mio padre farsi prima sorpresa, poi tornare seria di nuovo.

"Chi sono gli altri candidati?" il suo sguardo severo mi fa quasi balbettare, a volte non sono pronta a reggere la loro freddezza.

"Ethel Jones e..." guardo il mio piatto, avendo quasi paura di pronunciare il suo nome. "Georgia Andrews" vedo mia madre fare un sorriso di scherno, cominciando subito con tutte le sue cattiverie.

"Quella ragazza non arriverà da nessuna parte! Si è messa in testa di diventare rappresentante, Dio mio. Evelyn, continua a concentrarti sullo studio, ma non permettere che lei vinca. Chissà poi a che degradazione porterebbe la scuola" deglutisco a quelle parole, vedendo la nonna cominciare a parlare.

"Cos'era quella? Deviata?" quella parola è quasi una pugnalata a sentirla, seguita da tutte quelle cattiverie.

"Lesbica. Ragazza e ragazza. Il colmo! Contro la verità della Chiesa. Dico sempre che ha fatto bene Evelyn ad allontanarsi da lei, non si sa mai ancora è una cosa infettiva"

"Sento molte persone proclamarsi 'omosessuali', reclamando i propri diritti. Che spreco di tempo. Dovrebbero essere tutti rinchiusi" le mie orecchie piene di quelle parole, la mia mente ricca di momenti in cui vedo Georgia sorridere, ridere e battersi per ciò in cui crede. Momenti in cui eravamo bambine, la felicità che provavo a starle accanto.

"Come ha detto tua madre, Evelyn: hai fatto bene ad allontanarti da lei. Quelle persone sono il male"

Da piccola volevo credere a Georgia quando diceva che, diventando più grandi, saremmo state libere. In realtà, io non sentirò mai questa libertà.

HOLAAA

Pov di Evelyn che non vedevo l'ora di postare e scrivere. Questo perché credo che Evelyn sia passata per una stronza di merda, in realtà c'è tutta una cosa dietro e anche per spiegare quei momenti in cui, come penso si sia capito, dicevano di conoscersi già.

Abbiamo un nuovo personaggio in questa storia, molto importante per il futuro, penso che indovinerete chi è.

Io sono al mare ed ho già dormito tre o quattro volte, a voi tutto bene?

Alla prossima,
Kisses

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