No 'Inhibition' Zone (II)
Pur ostentando la sua solita aria di inamovibile sicurezza, con quel modo di fare tanto spavaldo da renderlo quasi irritante, Sylus non può nascondere il lieve rossore che gli colora le guance, né l'eccitazione che riesco a leggere chiaramente nelle sue iridi rosse, rese più languide e brillanti dal piacere che gli sta di certo scorrendo nelle vene. Lancio uno sguardo furtivo tra le sue gambe, sfacciata come non mai, e sorrido nello scorgere il rigonfiamento che tende la stoffa nera dei pantaloni all'altezza dell'inguine.
«Mi piace la tua espressione.» Cinguetto maliziosamente, compiaciuta ed eccitata di fronte alla consapevolezza di essere riuscita a provocargli quella deliziosa reazione.
«Provocarmi non è una scelta saggia.» Risponde lui con espressione seria, anche se un sospiro di piacere tradisce la sua sempre più crescente eccitazione.
Sorrido soddisfatta e decido di provocarlo ancora un po'. Appoggio la punta della scarpa su una delle sue gambe e la sfioro lentamente, risalendo lungo la coscia muscolosa fino a raggiungere il suo inguine. Lo fisso sorniona e premo il piede sul suo sesso, avvertendo distintamente quanto sia teso e duro in questo momento. Sylus geme senza riuscire a controllarsi e reclina lievemente il busto in avanti, appoggiando la fronte contro il mio ginocchio. Lo vedo osservare con attenzione ciò che sto facendo tra le sue gambe; poi chiude gli occhi e trema. Strofina il viso sulla mia gamba e ansima sommessamente, causandomi una miriade di brividi che fanno arricciare la mia pelle al di sotto dei vestiti che indosso.
Comincio a sentire caldo, molto caldo. Il mio basso ventre freme e la mia intimità pulsa senza sosta, umida per l'immenso piacere che mi pervade sempre di più ogni secondo che passa. Resisto al forte impulso di abbandonare quel gioco sadico che io stessa ho iniziato e, a fatica, ricaccio indietro l'idea di liberarlo e fiondarmi su di lui, permettendogli così di farmi sua. Non posso cedere e lasciar perdere il mio intento solo perché la voglia di sentirlo dentro di me, mentre mi stringe tra le sue braccia forti e contro il suo petto ampio e muscoloso, stuzzica la mia già crescente eccitazione.
Questa volta sarò io a farlo capitolare, a decidere le regole del gioco e a dettare il ritmo. Sto facendo tutto questo per domarlo, per renderlo docile e accondiscendente come promesso, non per farmi sottomettere a mia volta. Sono sicura che le cose andrebbero diversamente, se solo lui decidesse di alzarsi e affrontarmi come sempre. Proprio per questo non posso lasciarmi scappare questa opportunità.
Premo maggiormente la suola della scarpa contro la sua erezione, strappandogli un altro gemito sommesso, poi decido di spostare il piede, facendolo risalire lungo il suo ventre. Sfioro gli addominali definiti, seguendo la linea dei bottoni, e lo spingo lievemente, dandogli un leggero colpetto al di sotto dello sterno. Sylus reclina la testa all'indietro e ansima ancora una volta. Chiude gli occhi per un attimo, sopraffatto dal piacere, poi apre le palpebre e mi guarda intensamente con quelle sue iridi vermiglie, sorridendo maliziosamente.
«Perché non alzi la posta in gioco, sweetie.» Mi provoca, consapevole dell'effetto che hanno su di me le sue parole.
Mi alzo quasi di scatto dalla sedia e lo sovrasto, facendo cadere il frustino sul pavimento. Gli lancio un'occhiata fugace e inzio a girargli attorno con passo lento e calcolato.
«Ti ricordi come dovresti chiamarmi?» Gli chiedo, affinché capisca a cosa mi sto riferendo, mentre decido che è arrivato il momento di mettere da parte i giochi e fare sul serio.
«Cacciatrice arrabbiata? O gattino che serba rancore?» Mi canzona ancora una volta.
Lo fronteggio, guardandolo dall'alto in basso, mentre lui ridacchia di fronte alla mia espressione che so essere tanto infastidita quanto provocatoria.
«Sylus.» Lo chiamo, avvicinandomi ulteriormente a lui. «Dato che hai deciso di non volermela dare vinta in questo modo, direi che la bocca ora non ti serve per parlare.» Dico, sorridendo maliziosamente.
Allungo una mano per infilare le dita guantate tra i suoi corti capelli argentei e gli sfioro la nuca, esercitando una lieve pressione per fargli capire cosa voglio da lui. Mi guarda dal basso, così vicino al mio inguine che quasi posso sentire il calore del suo respiro infrangersi sulla stoffa grigia del pantalone. La sua bocca si arriccia in un sorriso obliquo e un lampo eccitato attraversa le sue iridi rosse. Senza battere ciglio e senza aggiungere ulteriori parole, Sylus si sporge in avanti e appoggia la bocca dritta contro la mia intimità.
Ansimo e stringo la presa tra i suoi capelli. Sento le sue labbra premere con decisione sul monte di Venere, muovendosi come se fossi già nuda e mi stesse divorando, facendomi tremare le gambe per il piacere. Lo guardo con occhi languidi, incontrando il suo sguardo che non sembra avere voglia di spostarsi dal mio viso. So che mi sta osservando in quel modo per imprimere nella sua mente ogni mia singola reazione, per non perdersi neanche il minimo cambiamento nella mia espressione, e questo mi fa fremere come una foglia. Anche se sono io a sovrastarlo, mi sento così piccola ed esposta, sotto il peso di quello sguardo carico di eccitazione che sembra bruciare come il fuoco.
Sylus continua a muovere la bocca sul mio sesso ancora coperto dalla stoffa dei vestiti, mandandomi scariche di piacere lungo la colonna vertebrale. Io mi limito a fissarlo rapita, il fiato corto e le guance in fiamme. Lo sento ridacchiare sommessamente mentre lascia dei baci fugaci tra un movimento e l'altro, finché non avverto anche la sua lingua scorrere sul tessuto ruvido, bagnandolo più di quanto già non sia per via degli umori che inumidiscono quasi fastidiosamente anche le mie mutande.
Non resisto a lungo a quella lenta e agognante tortura che Sylus mi sta infliggendo. Anche se sono stata io a costringerlo, quell'effimero contatto non mi basta. Ne voglio di più: voglio sentire la sua bocca su di me, la sua lingua scivolare sulla mia pelle bollente, il suo respiro infrangersi sui punti più sensibili del mio corpo. Lascio andare per un momento i suoi capelli e sbottono quasi freneticamente la cintura che mi circonda i fianchi. Sento l'impellente bisogno di liberarmi di quei vestiti diventati di intralcio, ma prima che riesca ad abbassare la cerniera con dita tremanti, Sylus lo fa per me, usando solo i denti.
Il modo in cui tira giù la zip, continuando a guardarmi dritto negli occhi con espressione lussuriosa, mi fa gemere di aspettativa. Quando finisce, mi libero velocemente dei pantaloni, calciandoli via con impazienza. La sua bocca ritorna su di me prima di poter abbassare anche l'intimo, famelica e decisa. Adesso che non c'è più il tessuto spesso del pantalone, e l'unica cosa che mi separa dalle sue labbra è un sottile strato di cotone, sento chiaramente la sua lingua premere direttamente all'attaccatura delle grandi labbra, scivolando appena verso il clitoride. Mi aggrappo nuovamente ai suoi corti capelli argentei e gemo senza ritegno, le gambe che minacciano di non reggermi più, anche se il contatto con la mia vagina non è stato diretto.
Sylus lecca e succhia la stoffa delle mie mutande, rendendole ancora più fradice. Continua così per un tempo che mi sembra infinito, poi afferra il tessuto con i denti e cerca di tirarlo via. Lo osservo mentre traffica con il mio intimo e penso che, se avesse avuto le mani libere, lo avrebbe già strappato senza riguardo, per poi insinuare dentro di me le sue dita. Uno spasmo fa pulsare le mie pareti interne, facendomi sospirare sommessamente. Infilo le dita oltre il bordo delle mutande e le sfilo, come ho fatto con i pantaloni, rimanendo nuda di fronte allo sguardo predatorio dell'uomo che sto finalmente dominando.
Un sorriso compiaciuto si dipinge sul suo viso quando vede in che stato sono: così bagnata e fremente solo per lui. Scorgo l'intenzione di lasciarsi andare a un commento sarcastico, ma gli afferro la testa con entrambe le mani e lo tiro verso di me, impedendogli di parlare. So già cosa direbbe; riesco quasi a sentire chiaramente le sue parole, accompagnate dal solito "kitten" pronunciato con quel tono provocante. Ma ho deciso che la sua bocca non serve più per parlare, e così sarà fino alla fine. Ora ha un altro scopo, decisamente più piacevole e appagante.
Sylus mi fissa e io lo guardo di rimando, mentre se ne sta con il naso appoggiato al mio monte di Venere e la bocca vicina alle pieghe delle grandi labbra. L'ombra di un sorriso increspa gli angoli dei suoi occhi, mentre le iridi rosse sembrano brillare vivide anche nella penombra della stanza. Lo sento indugiare un attimo, depositando dei baci leggeri come una piuma sulla mia intimità; poi avverto chiaramente la sua lingua scivolare direttamente sul clitoride e un gemito acuto sfugge dal mio controllo. Le gambe diventano molli come gelatina mentre Sylus lecca con dedizione quel punto tanto sensibile, con lappate decise, stimolandolo con movimenti circolari alternati a tocchi veloci.
Gli stringo i capelli con il rischio di strappare via qualche ciocca e fargli male, ma lui non se ne lamenta nemmeno per un attimo. Anzi, sembra quasi che il mio aggrapparmi a lui, come fosse un'ancora di salvezza, lo inciti a dare ancora di più il meglio di sé. Gli tengo ferma la testa, senza poter fare a meno di muovere i fianchi, seguendo il ritmo con cui la sua lingua continua a masturbarmi. Allargo le gambe per permettergli di avere accesso a ogni parte di me e mi avvicino a lui, fino quasi a mettermi cavalcioni sul suo viso. Questo movimento lo fa scivolare leggermente più verso il basso e lo sento raggiungere il punto più sensibile del mio corpo.
La sua lingua si spinge tra le mie pareti bagnate e pulsanti, sfiorando le piccole labbra che sembrano schiudersi solo per lui. Fremo e gemo senza controllo, mi inarco e ansimo ogni volta che mi penetra, preda del piacere più intenso. Muovo i fianchi con veemenza, cavalcando il suo viso perfetto, dettando il ritmo alla sua lingua che continua a scivolare dentro di me per inseguire l'orgasmo che sento incendiarmi le vene. Sylus mi guarda da sotto le lunghe ciglia scure, con quegli occhi rossi che mi scrutano brillanti come tizzoni ardenti.
Si ferma, smettendo di penetrarmi proprio un attimo prima che riesca a raggiungere l'apice e un lamento disperato lascia le mie labbra. Gli strattono i capelli, contrariata, e spingo il bacino contro la sua bocca per invitarlo a continuare. Percepisco il suo sorriso pur non vedendo direttamente le labbra e gemo con forza quando, anziché usare la lingua per leccare e penetrare la mia vagina, si dedica a succhiare con insistenza il clitorite, ormai ritto e incredibilmente sensibile. Lo prende in bocca, lo sfiora con le labbra, lo pizzica appena con i denti e lo stimola con la lingua. Finisce e ricomincia, ancora e ancora, fino a ridurmi a un fascio vibrante di muscoli.
Mi sento come su una giostra, con l'orgasmo che sale e scende a gran velocità lungo la colonna vertebrale, facendomi fremere come una foglia e gemere a gran voce. Ho le gambe che tremano incessantemente, sono bagnata fradicia sia tra le cosce che al di sotto dei pochi vestiti che ancora indosso, e il fiato corto rende la mia testa leggera. Sylus continua a masturbarmi velocemente per secondi lunghi come ore, finché, finalmente, cambia ritmo e il piacere mi esplode dentro come una raffica di fuochi d'artificio.Lecca lentamente il clitoride, massaggiandolo con le labbra senza più alcuna fretta. Lo succhia ancora per qualche istante, finché il mio corpo non si arrende completamente e vengo sulla sua bocca. Stringo gli occhi e mi aggrappo alla sua nuca, tremo incontrollata e raggiungo il più potente degli orgasmi, sentendo il piacere diffondersi dentro di me in ondate calde e travolgenti.
Il mondo intorno a me sembra sparire per un attimo, mentre la mia visuale si costella di piccoli puntini bianchi. Riprendo fiato solo quando gli ultimi spasmi mi abbandonano, permettendomi così di restare in piedi senza il rischio di crollare sul pavimento. Mi allontano appena dal viso di Sylus e incontro il suo sguardo: uno sguardo che mi penetra l'anima e sembra divorarmi. Lo guardo leccarsi le labbra bagnate, gustando il mio sapore come fosse la cosa più buona del mondo. Sorride sornione e capisco che, nonostante sia riuscita a piegarlo e fargli fare ciò che volevo, è lui ad aver domato me. Mi sono illusa che così facendo sarei riuscita ad averlo in pugno, ma ho commesso il grave errore di non tenere in conto la profonda attrazione che provo per lui e che mi fa capitolare ogni singola volta che provo ad affrontarlo.
Sento il suono inequivocabile delle manette che si aprono e vedo Sylus rimettersi in piedi con lentezza. Sgrano gli occhi, dandomi mentalmente della stupida per aver dimenticato della sua capacità di tirarsi fuori dai guai grazie al potere del suo Evol, e faccio un inconsapevole passo indietro. Con il suo metro e novanta di altezza, mi sovrasta completamente, guardandomi dritto negli occhi con un sorriso enigmatico sulle labbra. Avverto un brivido indistinto risalirmi lungo la schiena e fremo di fronte a quello sguardo penetrante. Sylus è ancora visibilmente eccitato e non è difficile capire cosa abbia in serbo per me.
Ho volutamente giocato col fuoco, convinta che, per una volta, sarei stata io a comandare, a tenere sotto controllo la situazione e approfittare di questa opportunità per divertirmi un po' con lui. Ma adesso che Sylus non si trova più inginocchiato e legato ai miei piedi, e che le cose sono tornate alla normalità, capisco di essermi infilata da sola nella tana del lupo, come una brava e ingenua preda. Faccio un altro passo indietro, ma lui agisce prima che possa scappare. In un battito di ciglia, mi carica in spalla come se fossi un fuscello. Con una mano mi accarezza lascivamente la coscia, mentre con l'altra inizia a sfiorarmi il fondoschiena nudo ed esposto.
«Sylus!» Gemo sonoramente quando sento le sue dita stuzzicare la mia vagina ancora bagnata e sensibile.
Lui ridacchia e si incammina verso la porta della stanza con passo deciso, senza prestare attenzione ai miei lamenti e blandi tentativi di fuga.
«È tutto qui quello che hai in serbo per me? Se vuoi domarmi, ti servirà ben altro.» Dice con voce bassa e sensuale, mentre varchiamo la soglia della camera da letto. «Non mi dispiacerà passare l'intera notte con te.» Conclude poi, prima di adagiarmi sulle candide lenzuola e prendere posto tra le mie gambe, pronto a prendersi la parte più profonda di me.
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